13. It Always Rains Under
The Trees
“Orion”
“Come
mai qui fuori tutta sola Miss Beckley?” Elisabeth
alzò lo sguardo da terra e
incrociò quello dorato di Mr Whickham. Come la prima volta
che lo aveva visto
rimase stregata dal suo sguardo d’ambra. Il ragazzo le si
avvicinò e si sedette
vicino a lei:
“Posso?”
Beth annuì silenziosamente e riprese ad osservare le stelle
sopra la sua testa.
Non aveva voglia di parlare con nessuno, soprattutto con un ragazzo
amico di
Thomas. Rabbrividì, solamente pensare il suo nome la faceva
stare male.
“Serata
splendida” continuò imperterrito il ragazzo
“sarebbe un peccato sprecarlo
standosene dentro casa a ballare, non credete?” Beth, senza
perdere di vista le
stelle, disse quasi sussurrando:
“Già,
è così tranquillo qui
fuori…è tutto così,
semplice!”
“Sono
d’accordo con voi, la poesia e la bellezza che circondano le
notti estive in
questo periodo sono uniche, niente può
eguagliarle…” alzò anche lui lo sguardo
seguendo gli occhi vitrei della giovane al suo fianco.
“…e poi questa notte
Orione risplende come non mai…”
“Orione?”
chiese stupita Beth.
“Non
la conoscete? È quella costellazione che si trova
esattamente sopra di
noi…posso?” le prese la mano e le fece indicare
tre stelle una di seguito
all’altra proprio davanti a loro “…ecco,
quella è la cintura di Orione e quella
altre quattro stelle che la circondano solo il corpo…le
vede?”
“C-certo…”
Elisabeth distolse lo sguardo e ritirò la mano arrossendo. Ma cosa mi sta succedendo, come posso prendere
certe confidenze con un
giovanotto che nemmeno conosco…eppure è
così gentile, amichevole.
“Perdonate
il mio comportamento, ma vi ho vista qui fuori da sola…forse
era quello che
desideravate, vi lascio subito, scusatemi…” fece
per alzarsi ma la mano bianca
di Beth lo trattenne per il braccio. Ma che stava facendo?
“No,
vi prego rimanete con me…le stelle, mi
interessava…” sorrise e Paul fece
altrettanto risiedendosi al suo fianco “vi prego, fatelo di
nuovo, che altre
costellazioni conoscete?”
“Beh,
la stella di Orione più a sinistra, in alto, si chiama
Betelgeuse è la seconda
più luminosa dopo Rigel, quella più a sinistra in
basso…la vede?”
“Certo…è
così lucente, come non vederla?” lo senti ridere
vicino a lei.
Nei
minuti seguenti Paul continuò a indicarle altre
costellazioni vicine, il Carro
Maggiore, quello minore, la stella Polare e Cassiopea. Ma Beth nemmeno
seguiva
quello che stava dicendo era tutta presa dall’osservare i
lineamenti del volto
e la forma della mano che guizzava veloce per la volta celeste. Era
come rapita
dal suono così dolce della sua voce, era come se la stesse
incantando con
quella tonalità calda e nelle stesso tempo gioiosa.
“Ma
come conoscete tutte queste cose così
meravigliose?” Paul sorrise alla sua
domanda, dovevano averglielo chiesto in tanti.
“Le
stelle mi hanno sempre affascinato, fin da piccolo appena potevo
scappavo sul
tetto di casa mia e osservavo il cielo…vi
sembrerà strano ma…”
“No!”
Beth quasi urlò “cioè…non mi
sembra per niente strano, è magnifico che un
ragazzino provi certi sentimenti verso una materia così
misteriosa come lo
studio delle stelle e del cielo…è veramente
inimmaginabile!”
“Vi
ringrazio dell’ apprezzamento Miss Beckley!”
“Ma
avete parlato di un tetto, di certo non avete vissuto la vostra
infanzia in una
città, dove siete nato di preciso?” Elisabeth si
lanciò su quel tipo di
domanda, non voleva cambiare discorso e soprattutto non voleva smettere
di
parlare, non voleva che Thomas le ritornasse alla mente, non voleva
piangere di
nuovo.
“Siete
molto acuta, ho vissuto in campagna fino all’età
di tredici anni insieme alla
mia famiglia, al tempo non eravamo molto ricchi e quindi vivevamo in
una
modesta casa non lontano da qui, poi mio padre trovò lavoro
a Dublino e fummo
costretti a seguirlo in città…”
sospirò “…in quella casa vi ho lasciato
l’anima!”
Beth
lo guardò affascinata. Che persona
dolce
e piena di sentimenti così rari in un giovane, non
assomiglia nemmeno
lontanamente a…un gemito le uscì dalle
labbra…no, non devo pensarci, dopo
quello che è successo questa sera, Rose
aveva ragione, devo dimenticarlo…è stato
così meschino, così insensibile,
così…
“Voi
invece? Conosco così poco della vostra
famiglia…”
“Siamo
persone semplici, viviamo in una casa non molto lontana da Dublino, in
campagna, siamo io, i miei genitori che presumo conosciate e le mie due
sorelle, Meg e Lucy…”
“Meg
Beckley, la fidanzata ufficiale di Mr Philippe Grey?”
Elisabeth perse parecchi
battiti, deglutì e abbassò lo sguardo.
“Si,
proprio lei…”
“Vi
sentite bene?” si scostò un poco da lei e
lasciò che la luce delle candele
cadesse dolcemente sul suo viso illuminandolo
“ma…se posso, come mai eravate
qui fuori tutta sola?” Elisabeth tremò di nuovo.
“non dovevo chiedere?”
“No,
avete fatto bene… me ne stavo qui fuori perché
non ho mai amato molto i balli,
soprattutto quando ci si ritrova in cattiva
compagnia…” incontrò lo sguardo
incognito di Paul e continuò con un sussurrò
“…diciamo che non ho mai amato la
compagnia di Annabelle Parckley, mi prenderete per una sciocca ma dopo
la sua
prestazione di questa sera proprio non ho retto” si, detta così è
perfetta…oh, ma come credo di mentire fino a questo
punto? Forse mi ritengo in grado di mentire anche a me
stessa…io non sopporto
Annabelle è vero, ma non è per lei che mi sento
il cuore ridotto in brandelli.
“Non
avete tutti i torti…ma non mi sembra il caso di farsi
rovinare una serata
magica come questa da una fanciulla innamorata…non
credete?”
“I-innamorata,
voi credete che Annabelle e…”
“Beh,
di certo lei sarebbe stata una sciocca se avesse rifiutato un partito
come Mr
Thomas Grey e chissà, potrebbe anche esserne innamorata, ma
lui…non so fino a
questa sera non l’avrei mai visto
maritato…” guardò la ragazza, era
sbiancata “chissà
cosa starete pensando di me, vi sembrerò un pettegolo
sfacciato, perdonatemi…ma
voi vi sentite bene Miss?” le prese le mani e
sentì che erano gelide.
“I-io
sto benissimo, ma perché non rientriamo mi è
venuta voglia di ballare…non ne è
venuta anche a voi?” Paul annuì. Prese la
fanciulla sotto braccio e la
ricondusse all’interno della villa felice di vederla
sorridente e ben disposta
a continuare il loro discorso.
Ballarono
fino allo sfinimento, ma Beth non sembrava intenzionata a smettere,
nonostante
fosse palesemente distrutta si ostinava a danzare con sempre maggior
ardore.
Ormai quasi tutti si erano fermati, rimanevano in pista solamente poche
coppie,
per la maggior parte giovani. Miss Beckley accompagnata da Mr Philippe,
Annabelle Parckley e Thomas Grey, Mr Whickham e Elisabeth e in fine la
coppia
composta di Miss Rose Matson e Matt Watson.
Tutti
meravigliosamente belli, con i visi solcati da enormi sorrisi e con gli
occhi
pieni di passione e felicità. Le loro mani attorcigliate
seguivano il ritmo
della danza e i loro piedi si muovevano senza timore, sicuri dei loro
passi.
Gli sguardi fissi davanti a loro che si intrecciavano con lo sguardo
del
compagno.
Tutti
completamente persi negli occhi del compagno. Tutti tranne due ragazzi.
Due
ragazzi scontenti della loro vita e spaventati per il loro futuro
incerto,
divisi l’uno dall’altro.