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Autore: Lady Lucilla    08/09/2009    0 recensioni
Questa mia storia parla della vita di due giovani innamorati che vivevano in irlanda nel 1800...una storia tormentata da un amore mai dichiarato e dei segreti mai rivelati...una storia che si perde nei meandri dell'Irlanda e tra le vie della Francia. Beth e Thomas solo due ragazi immersi in una società a loro estranea e a volte crudele.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13. It Always Rains Under The Trees

“Orion”

 

“Come mai qui fuori tutta sola Miss Beckley?” Elisabeth alzò lo sguardo da terra e incrociò quello dorato di Mr Whickham. Come la prima volta che lo aveva visto rimase stregata dal suo sguardo d’ambra. Il ragazzo le si avvicinò e si sedette vicino a lei:

“Posso?” Beth annuì silenziosamente e riprese ad osservare le stelle sopra la sua testa. Non aveva voglia di parlare con nessuno, soprattutto con un ragazzo amico di Thomas. Rabbrividì, solamente pensare il suo nome la faceva stare male.

“Serata splendida” continuò imperterrito il ragazzo “sarebbe un peccato sprecarlo standosene dentro casa a ballare, non credete?” Beth, senza perdere di vista le stelle, disse quasi sussurrando:

“Già, è così tranquillo qui fuori…è tutto così, semplice!”

“Sono d’accordo con voi, la poesia e la bellezza che circondano le notti estive in questo periodo sono uniche, niente può eguagliarle…” alzò anche lui lo sguardo seguendo gli occhi vitrei della giovane al suo fianco. “…e poi questa notte Orione risplende come non mai…”

“Orione?” chiese stupita Beth.

“Non la conoscete? È quella costellazione che si trova esattamente sopra di noi…posso?” le prese la mano e le fece indicare tre stelle una di seguito all’altra proprio davanti a loro “…ecco, quella è la cintura di Orione e quella altre quattro stelle che la circondano solo il corpo…le vede?”

“C-certo…” Elisabeth distolse lo sguardo e ritirò la mano arrossendo. Ma cosa mi sta succedendo, come posso prendere certe confidenze con un giovanotto che nemmeno conosco…eppure è così gentile, amichevole.

“Perdonate il mio comportamento, ma vi ho vista qui fuori da sola…forse era quello che desideravate, vi lascio subito, scusatemi…” fece per alzarsi ma la mano bianca di Beth lo trattenne per il braccio. Ma che stava facendo?

“No, vi prego rimanete con me…le stelle, mi interessava…” sorrise e Paul fece altrettanto risiedendosi al suo fianco “vi prego, fatelo di nuovo, che altre costellazioni conoscete?”

“Beh, la stella di Orione più a sinistra, in alto, si chiama Betelgeuse è la seconda più luminosa dopo Rigel, quella più a sinistra in basso…la vede?”

“Certo…è così lucente, come non vederla?” lo senti ridere vicino a lei.

Nei minuti seguenti Paul continuò a indicarle altre costellazioni vicine, il Carro Maggiore, quello minore, la stella Polare e Cassiopea. Ma Beth nemmeno seguiva quello che stava dicendo era tutta presa dall’osservare i lineamenti del volto e la forma della mano che guizzava veloce per la volta celeste. Era come rapita dal suono così dolce della sua voce, era come se la stesse incantando con quella tonalità calda e nelle stesso tempo gioiosa.

“Ma come conoscete tutte queste cose così meravigliose?” Paul sorrise alla sua domanda, dovevano averglielo chiesto in tanti.

“Le stelle mi hanno sempre affascinato, fin da piccolo appena potevo scappavo sul tetto di casa mia e osservavo il cielo…vi sembrerà strano ma…”

“No!” Beth quasi urlò “cioè…non mi sembra per niente strano, è magnifico che un ragazzino provi certi sentimenti verso una materia così misteriosa come lo studio delle stelle e del cielo…è veramente inimmaginabile!”

“Vi ringrazio dell’ apprezzamento Miss Beckley!”

“Ma avete parlato di un tetto, di certo non avete vissuto la vostra infanzia in una città, dove siete nato di preciso?” Elisabeth si lanciò su quel tipo di domanda, non voleva cambiare discorso e soprattutto non voleva smettere di parlare, non voleva che Thomas le ritornasse alla mente, non voleva piangere di nuovo.

“Siete molto acuta, ho vissuto in campagna fino all’età di tredici anni insieme alla mia famiglia, al tempo non eravamo molto ricchi e quindi vivevamo in una modesta casa non lontano da qui, poi mio padre trovò lavoro a Dublino e fummo costretti a seguirlo in città…” sospirò “…in quella casa vi ho lasciato l’anima!”

Beth lo guardò affascinata. Che persona dolce e piena di sentimenti così rari in un giovane, non assomiglia nemmeno lontanamente a…un gemito le uscì dalle labbra…no, non devo pensarci, dopo quello che è successo questa sera, Rose aveva ragione, devo dimenticarlo…è stato così meschino, così insensibile, così…

“Voi invece? Conosco così poco della vostra famiglia…”

“Siamo persone semplici, viviamo in una casa non molto lontana da Dublino, in campagna, siamo io, i miei genitori che presumo conosciate e le mie due sorelle, Meg e Lucy…”

“Meg Beckley, la fidanzata ufficiale di Mr Philippe Grey?” Elisabeth perse parecchi battiti, deglutì e abbassò lo sguardo.

“Si, proprio lei…”

“Vi sentite bene?” si scostò un poco da lei e lasciò che la luce delle candele cadesse dolcemente sul suo viso illuminandolo “ma…se posso, come mai eravate qui fuori tutta sola?” Elisabeth tremò di nuovo. “non dovevo chiedere?”

“No, avete fatto bene… me ne stavo qui fuori perché non ho mai amato molto i balli, soprattutto quando ci si ritrova in cattiva compagnia…” incontrò lo sguardo incognito di Paul e continuò con un sussurrò “…diciamo che non ho mai amato la compagnia di Annabelle Parckley, mi prenderete per una sciocca ma dopo la sua prestazione di questa sera proprio non ho retto” si, detta così è perfetta…oh, ma come credo di mentire fino a questo punto? Forse mi ritengo in grado di mentire anche a me stessa…io non sopporto Annabelle è vero, ma non è per lei che mi sento il cuore ridotto in brandelli.

“Non avete tutti i torti…ma non mi sembra il caso di farsi rovinare una serata magica come questa da una fanciulla innamorata…non credete?”

“I-innamorata, voi credete che Annabelle e…”

“Beh, di certo lei sarebbe stata una sciocca se avesse rifiutato un partito come Mr Thomas Grey e chissà, potrebbe anche esserne innamorata, ma lui…non so fino a questa sera non l’avrei mai visto maritato…” guardò la ragazza, era sbiancata “chissà cosa starete pensando di me, vi sembrerò un pettegolo sfacciato, perdonatemi…ma voi vi sentite bene Miss?” le prese le mani e sentì che erano gelide.

“I-io sto benissimo, ma perché non rientriamo mi è venuta voglia di ballare…non ne è venuta anche a voi?” Paul annuì. Prese la fanciulla sotto braccio e la ricondusse all’interno della villa felice di vederla sorridente e ben disposta a continuare il loro discorso.

 

Ballarono fino allo sfinimento, ma Beth non sembrava intenzionata a smettere, nonostante fosse palesemente distrutta si ostinava a danzare con sempre maggior ardore. Ormai quasi tutti si erano fermati, rimanevano in pista solamente poche coppie, per la maggior parte giovani. Miss Beckley accompagnata da Mr Philippe, Annabelle Parckley e Thomas Grey, Mr Whickham e Elisabeth e in fine la coppia composta di Miss Rose Matson e Matt Watson.

Tutti meravigliosamente belli, con i visi solcati da enormi sorrisi e con gli occhi pieni di passione e felicità. Le loro mani attorcigliate seguivano il ritmo della danza e i loro piedi si muovevano senza timore, sicuri dei loro passi. Gli sguardi fissi davanti a loro che si intrecciavano con lo sguardo del compagno.

Tutti completamente persi negli occhi del compagno. Tutti tranne due ragazzi. Due ragazzi scontenti della loro vita e spaventati per il loro futuro incerto, divisi l’uno dall’altro.

 

  
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