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Autore: velvetmouth    08/09/2009    5 recensioni
One shot su un sogno che ho fatto veramente, anche se l'ho un pò allungato e romanzato xD enjoy!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stanotte ho fatto un sogno strano.

Ero in una stanza tutta bianca.
Non so in realtà se fosse una stanza o uno spazio più aperto, in quanto non sembravano esserci pareti.
Davanti a me, solo una finestra.
Come accade nei sogni, mi sento in possesso di una forza e coraggio incredibili, seppure mi trovi in un posto inesistente e apparentemente sola.
Mi avvicino alla finestra e guardo giù.
Vedo un tappeto di nuvole soffici e candide.
Decido di buttarmi, le nuvole attutiranno la caduta.
Prima che possa toccare la finestra, quella si apre e io, senza rendermi effettivamente conto di quello che sto facendo, metto un piede sul cornicione e salto.
E' come se scivolassi al rallentatore, mi sento affondare nelle nuvole, in una sensazione incredibile di calore e benessere.
Poi la coltre di nubi si dirada e io arrivo a toccare il suolo, sempre molto lentamente.
Alzo lo sguardo.
La finestra è sparita.
Mi guardo intorno.
Anche qui è tutto bianco, ma non sono sola.
Davanti a me, di spalle, c'è un uomo che suona il piano.
E' una melodia che non conosco, ma estremamente dolce e rilassante, un pò macabra a tratti.
Mi avvicino a passi leggeri verso il signore.
Lui si volta prima che possa arrivargli accanto.
Ti stavo aspettando.
Mi dice, sorridendo.
Riconosco quelle labbra sottili, increspate in un leggero sorrisetto.
Quegli occhiali tondi tondi e i capelli lunghi fino alla nuca.
E' John Lennon.
Mi aspettava?
Chiedo io, perplessa.
Non sento dentro di me la sorpresa di avere uno dei miei idoli di fronte, sento di rispettarlo ma non ne sono sconvolta.
E' come quando parli con il tuo vicino di casa che spesso ti regala i biscotti fatti in casa o ti permette di giocare con il suo cane,gli vuoi bene e lo ammiri, però ci sei abituato, lo vedi ogni giorno.
Oh, si.
Dice lui, lentamente e scandendo ogni parola.
Sai,
Inizia a dire, il solito tono lento e pacato.
Non passa molta gente qui intorno...
Un risolino, dietro quegli occhialetti tondi, che solo adesso scopro essere incrinati su una lente.
Ma...Siamo in paradiso?
Chiedo io, alquanto stupidamente.
Bhe.
Dice lui, divertito dalla mia domanda.
Credo di essermelo precluso quel giorno che dissi che eravamo più famosi di Gesù.
Ancora un risolino e gli occhi, dietro alle lenti,si illuminano.
Quindi no, non credo sia il paradiso.
Termina lui, continuando a poggiare delicatamente le dita sui tasti del piano.
La musica si è fatta veramente struggente e triste.
John si sposta di lato, poi con un cenno e un sorriso, mi fa capire di mettermi alla sua destra, sul seggiolino.
Mi siedo e lo ascolto per un pò, in religioso silenzio.
Sorrido, forse piango.
Sta di fatto che sento un tremolio sul mio viso, la canzone mi fa commuovere.
Signor Lennon?
Mmm?
Risponde lui, in un mugolio, mentre tiene gli occhi chiusi e l'espressione concentrata.
Le manca la vita?
Lui sembra divertito, infatti sento traballare il seggiolino e muovere la sua pancia,anche se la faccia sembra immobile.
O forse sta piangendo.
In un certo senso, sì.
Mi rivela, facendo scorrere le mani magre e allungate lungo tutto il piano.
Penso al suo assassino, Chapman.
Ho sempre provato una profonda nausea per quella persona.
Possibile che in una persona possano albergare pacificamente odio e amore per una persona?
Chapman era un fan dei Beatles, specie di John.
Perchè ucciderlo?
Ho sempre pensato che fosse un pazzo, un malato di mente, ma forse, c'era qualcosa in più.
Forse doveva andare così e basta.
Mentre faccio le mie considerazioni John mi sorride.
La penso come te.
Dice.
Io arrossisco.
Può sentire i miei pensierei.
Credo che tutto sia scritto e che quel giorno io dovessi morire veramente, sai non so spiegarti la sensazione che provo a rievocare quei momenti.
Ma lo rifarei.
Oh, si.
Mi farei sparare di nuovo quei 4 colpi.
Ride ancora.
Io lo guardo, nuovamente perplessa.
Desidererebbe morire di nuovo?
Chiedo.
Sì.
Risponde lui, in un movimento della testa.
Lo so, sono strano.
Me lo hanno detto in tanti, dopotutto.
Sospira.
Forse rassegnato, forse solamente e puramente divertito.
Buffo come si possa parlare della propria morte, con un sorriso sulla faccia.
Non sono un sadico, tutt'altro.
E' solo che non saprei cosa fare se tornassi indietro e rimanessi in vita.
Credo di essermene andato in una circostanza stupenda.
Ero nel pieno delle mie attività, ero felice, stavo bene.
E sono anche ''entrato nella storia!''
Scoppia a ridere, appena riporta la famosa battuta di Chapman.
Oh,ci sarebbe entrato lo stesso, nella storia.
Ribatto io, osservandolo attraverso la lente rotta.
Sì, forse hai ragione.
Ma si sarebbero ricordati di un pazzo vecchietto, morto nel suo letto di ospedale, con una bandiera della pace come bandana.
Preferisco essere morto così e ricordato per quello che ho fatto che essere ricordato per il fatto che non mi levavo più di torno.
Sorride mestamente.
So che lo pensa veramente, ma una parte di lui è affranta.
Mi manca mia moglie.
Risponde ai miei pensieri.
Mi mancano i miei figli e i miei amici.
Tornerei in vita solo per salutarli un ultima volta, ma forse sono troppo sentimentale.
Come si può, salutare un'ultima volta una persona se non sai che è l'ultima volta?
Buffo, no?
Dice, continuando a sorridere.
Io credevo che potesse vederli, i suoi familiari e amici.
Dico, un pò stupita.
Lui sghignazza, ad occhi socchiusi.
Oh si, possiamo vederli, ma non sono altro che ricordi che distorgono la realtà e annebbiano la mente.
Preferisco essere ignaro, che diventare pazzo.
Annuisco.
Quindi l'aldilà non è proprio come ce l'hanno insegnato.
Penso scuotendo la testa.
Non che ci sperassi, ma dopo anni e anni di abitudini quando ti ritrovi nell'effettiva verità delle cose, rimani sempre un pò perplesso.
E gli altri?
Riprende, sempre sorridendo.
Quelle canaglie se la sono cavata, dopotutto?
Chiede.
Noto nei suoi occhi un luccichìo speciale, quello che di solito adorna gli occhi, quando pensi a qualcuno a cui vuoi bene, che ami, ma che non puoi vedere.
Quello stesso luccichìo che ti ricorda eventi passati in compagnia dei tuoi cari.
Capisco subito a chi si riferisce.
Ritorna a suonare, nello sprazzo di tempo in cui inizio a parlare.
La musica è quella di Imagine.
La conosco molto bene.
Sorrido dolcemente, prima di iniziare a parlargli di nuovo.
Paul è vivo e vegeto, suona e canta ancora....
Sempre attaccato ai soldi quel pazzo...
Dice, più che a me, a se stesso, con un tono estremamente dolce, quasi fraterno.
Ringo se la cava anche lui, ma ha sofferto molto dopo lo scioglimento e alla tua morte.
Abbasso lo sguardo.
Ringo era stato quello che ne aveva risentito più degli altri, di tutti gli eventi successi dopo lo scioglimento della band.
Ah, dolce Ringo.
Dice John in un sospiro.
Sempre stato il più legato e affettuoso.
E' una lacrima quella che scorre sulla guancia di John?
Non lo so, perchè appena distolgo lo sguardo e lo riavvicino al suo viso, già gli occhi sono asciutti di nuovo.
Vedo che attende che gli racconti anche di George, quindi...Non lo sa.
George è...
Oh.
Mi interrompe lui, smettendo di suonare.
Come...è successo?
Chiede, frastornato quanto me.
Il suo viso è affranto,smunto
Cancro.
Sussurro io, quasi in lacrime.
Il suo volto si contrae, in una maschera di dolore interiore.
Poi, un sorriso affiora sulla sua bocca sottile.
E' un sorriso mesto, senza ombra di divertimento.
Sapevo che quelle sigarette l'avrebbero ucciso.
Dice, tenendo alzato un lato della bocca.
Vorrei tanto rincontrarli tutti, come eravamo una volta.
Ancora quel luccichìo negli occhi.
Chi disse che non si volevano realmente bene, non capiva nulla.
Poggia lentamente le mani sui tasti del piano, di nuovo.
While my guitar gently weeps.
Sussurro, mentre le note prendono forma nella canzone di George.
Una lacrima scende sulla mia guancia, stavolta.
John si volta verso di me e mi sorride, anche lui fra le lacrime.
Quelle lacrime raccolgono tutto la tristezza, la mancanza e il bene per i suoi amici assopito ormai da tanto tempo...
Ne sono sicura.
Cantiamo insieme.
Chiudo gli occhi, con la musica che mi culla...
Quando apro gli occhi, John non c'è più.
Sento qualcosa sulla guancia.
Una lacrima.
  
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