Anime & Manga > Altro - anime/manga yaoi
Ricorda la storia  |      
Autore: Sofyflora98    02/09/2022    1 recensioni
[Tian Guan Ci Fu]
Era una storia che veniva trasmessa oralmente da un orecchio all'altro, di quei tempi.
I cuori che si amavano a vicenda sbocciavano insieme, e si donavano l'un l'altro i sentimenti che crescevano in essi. I cuori che amavano in solitudine sbocciavano nel silenzio, e quei sentimenti non ricambiati diventavano fiori. I sentimenti non ricambiati torturavano chi li serbava riempiendo i loro polmoni di petali.
Xie Lian trovava questa storia una splendida metafora. Non trovava ragione di considerarla più di ciò.
Mu Qing era tacitamente in disaccordo. In cuor suo, pensava fosse un racconto crudele e perverso.
-----
[Mu Qing X Xie Lian]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una storia che veniva trasmessa oralmente da un orecchio all'altro, di quei tempi. Nulla più che una storia, una che ogni bambino di Xianle aveva sentito mormorare da una madre o un amico.
I cuori che si amavano a vicenda sbocciavano insieme, e si donavano l'un l'altro i sentimenti che crescevano in essi. I cuori che amavano in solitudine sbocciavano nel silenzio, e quei sentimenti non ricambiati diventavano fiori. I sentimenti non ricambiati torturavano chi li serbava riempiendo i loro polmoni di petali. Non li uccideva, questo no, ma non c'era sollievo da questo tormento se i sentimenti non venivano ricambiati o abbandonati.
Chiunque conosceva questa favola nel regno, e non in pochi tra i cuori più delicati e suggestionabili credevano nella sua veridicità.
Xie Lian trovava questa storia una splendida metafora. Non trovava ragione di considerarla più di ciò.
Mu Qing era tacitamente in disaccordo. In cuor suo, pensava fosse un racconto crudele e perverso.
 
 
 
 
 
Anche se era quasi inverno, Xie Lian non era solito stupirsi dei petali che trovava talvolta nel palazzo. Far crescere fiori in luoghi protetti e riscaldati per averli come ornamenti in ogni periodo dell'anno non era una pratica insolita.
Trovarne alcuni sul pavimento della sua stanza da letto non gli diede molto a pensare. Probabilmente erano rimasti attaccati alle sue scarpe o alle sue vesti, e li aveva portati dentro senza rendersene conto.
Fu quando si accorse che nessuno aveva fatto portare a palazzo dei fiori dalle serre che iniziò a sollevare un sopracciglio con curiosità ogniqualvolta ne trovava uno nuovo.
Provò a domandare a Mu Qing se ne sapesse qualcosa, una sera.
Dalla mattina seguente non ne trovò nemmeno uno.
Poco tempo dopo una cerimonia fu interrotta dalla caduta di un bambino. Se anche avesse camminato su fiori sciupati e umidi nel Padiglione Reale o nei giardini di palazzo, in quei giorni, non riuscì a curarsene.
 
 
 
 
 
Era stanco. Infinitamente. Desiderava essere mortale, quando la sera si allontanava dal campo di battaglia, dal palazzo reale o dalle tende dove i malati di quell'orrenda nuova malattia venivano confinati nel tentativo disperato di trovare una cura alle grottesche escrescenze antropomorfe sul loro corpo.
Parlare con gli ufficiali lo stancava. Discutere e litigare con suo padre lo stremava come non mai. Ogni giorno trovava ogni motivazione con cui si spingeva a lottare per proteggere la popolazione sempre più debole. Gli sguardi che gli rivolgevano erano sempre più dubbiosi e spaventati. E Xie Lian sapeva che avevano ragione a guardarlo così.
Quando trovò Mu Qing ad attenderlo vicino all'entrata della sua tenda nell'accampamento militare, il suo viso era di un pallore spaventoso e malsano, e i suoi occhi erano cerchiati di scuro. Da quanto non dormiva? Da quanto Xie Lian stesso non chiudeva occhio?
Le parole dell'attendente erano difficili da seguire per la sua mente affaticata, ma la sua voce soffice era rassicurante, e trovava conforto nel sentire le sue mani tra i capelli mentre lo aiutava a svestirsi. Era la voce che lo accompagnava verso il sonno e verso la veglia da prima di quella guerra.
- Non so come farei se tu non ci fossi, talvolta. - sussurrò, rendendosi conto solo dall'improvviso silenzio dell'altro giovane che non era stato abbastanza quieto da evitare di essere sentito.
Quando Mu Qing si congedò per lasciarlo riposare sembrava ancora più pallido. Xie Lian non sapeva come chiedergli se ci fosse qualche problema. La guerra era già una risposta ovvia e sufficiente.
Il mattino trovò una peonia un po’ sciupata posata vicino all'entrata della sua tenda. Forse un dono di una delle migliaia di persone che lo veneravano e lo pregavano perché li salvasse.
Nel prenderla in mano provò una fitta al torace, e si ritrovò il viso bagnato di lacrime.
Non riuscì a gettarla via.
 
 
 
 
 
Non capì immediatamente cosa avesse fatto inspirare Mu Qing così rumorosamente, ma voltandosi vide il suo sguardo fisso sulla peonia che ora giaceva accanto alla sua armatura.
- L’ho trovata davanti alla tenda. – spiegò il principe, come se dovesse scusarne la presenza. – Ho pensato che fosse un regalo o un’offerta dei miei fedeli. –
Mu Qing annuì rigidamente alle sue parole e tornò alle sue mansioni.
 
 
 
 
 
Venne svegliato da dei rumori che venivano dall’esterno. Ormai, in quei giorni, aveva il sonno leggero. Bastava che uno dei suoi genitori si lamentasse nel sonno o che Feng Xin e Mu Qing si girassero un po’ più rumorosamente nel loro giaciglio che i suoi occhi si spalancavano.
Quei rumori strozzati si ripeterono.
Era completamente sveglio, e sentì di nuovo quel suono. Ora gli parvero colpi di tosse.
Si alzò il più silenziosamente che poté. Si chiese per una manciata di secondi se svegliare gli altri due compagni. Decise di non farlo, alla fine. Feng Xin avrebbe brontolato solo per partito preso, senza reale irritazione, e Mu Qing probabilmente non avrebbe detto una parola, ma non potevano permettersi di essere esausti tutti e tre il giorno dopo, quando sarebbero andati in città a cercare di racimolare qualche soldo per mangiare in cinque.
Quando uscì dalla sua piccola camera però vide una sola figura addormentata sul giaciglio nella stanza principale. Feng Xin giaceva profondamente addormentato, sdraiato su un fianco. Mu Qing non c’era.
Xie Lian sentì di nuovo quei rumori soffocati.
Poco distante dalla casupola trovò sia la fonte del rumore che Mu Qing. Era sul punto di chiedergli a bassa voce cosa stesse facendo, quando vide come era piegato su sé stesso, una mano premuta contro il torace e una che gli copriva la bocca.
- Mu Qing? –
Il ragazzo si irrigidì, ma fece appena in tempo a voltarsi verso Xie Lian e aprire la bocca per dire chissà cosa prima di essere colto da un forte attacco di tosse. Ed ecco che Xie Lian riconobbe il rumore che l’aveva svegliato.
Mu Qing cadde in ginocchio sull’erba tossendo furiosamente e tentando invano di soffocare il rumore. Xie Lian si ritrovò a cercare di spostargli i capelli dal viso prima ancora di pensare, cercando di farlo calmare accarezzandogli la schiena. Non sapeva come farlo, si rese conto, e quel senso di impotenza ultimamente gli era familiare, ma i rantoli strozzati che Mu Qing non riusciva a trattenere mentre qualcosa gli bloccava le vie respiratorie e gli causava un conato dopo l’altro diedero un senso di nausea anche al principe caduto.
Non sapeva cosa stava succedendo. Non sapeva come fermarlo. Non aveva idea di come prendersi cura di qualcuno.
Un colpo di tosse più forte fece scuotere anche Xie Lian, ma finalmente Mu Qing sembrò iniziare a respirare più lentamente. Solo allora lo sguardo di Xie Lian cadde sul terreno dove Mu Qing era piegato.
Petali pallidi, piccoli fiori celesti, e qualcuno di un colore arancione più acceso. Se ne era formato un piccolo mucchio. Tanti fiori e petali, umidi di quella che Xie Lian intuì essere saliva e talvolta macchiati di rosso. E ne erano piene anche le mani di Mu Qing, dove i petali appena sputati erano più rossi e più sciupati degli altri.
Xie Lian era spaesato mentre guardava i fiori caduti senza sapere nemmeno cosa chiedere all'altro ragazzo. Guardava e basta, in uno stato di irrealtà.
Poi gli venne in mente una storia, una che aveva sentito tante volte quando era un ragazzino.
- Per chi sono? - mormorò facendo un gesto verso i fiori.
Mu Qing strinse le labbra. Aveva in volto un'espressione che Xie Lian non gli aveva mai visto, e non sapeva come interpretarla.
- Non chiedetemelo, vi prego. - disse infine l'attendente.
Xie Lian aggrottò le sopracciglia. Allungò una mano sulla fronte di Mu Qing e gli spostò i capelli incollati alla sua fronte madida. L'altro sussultò appena, ma non si ritrasse.
- Sono preoccupato per te. - disse Xie Lian, ma ottenne un'espressione ancora più scura e complicata di prima.
- Per favore, non fatemi questa domanda. Farebbe troppo male. -
Sentire una voce così flebile venire da Mu Qing fu la cosa che lo scosse di più, quella sera. Non riuscì a trovare nulla da controbattere.
Lo fece tornare in casa e insistette per fargli bere dell'acqua prima di tornare a dormire con il cuore pesante e mille domande che gli ronzavano nella testa.
 
 
 
 
 
C’erano una collina e trentatré ufficiali celesti, e Xie Lian vedeva solo il trentaquattresimo, che provava a tendergli la mano dopo avergli detto di andarsene dal colle. E a quel punto ci aveva visto rosso.
Si disse che se ne stava solo andando, pensò furiosamente mentre fuggiva, e che il fango che aveva tirato in faccia a Mu Qing era ben meritato. 
Finse di non aver sentito l’improvvisa esplosione di tosse e il rumore raschiante della sua gola, e quando le voci dei trentatré si trasformarono in una risata stupefatta che coprì i suoni di soffocamento, desiderò essere in grado di ridere con loro.
E se quello stesso giorno, quando Mu Qing era venuto a chiedergli perdono con un sacco di riso in dono, Xie Lian vide delle tracce di sangue sulle sue labbra, provò quasi un senso di soddisfazione e di giusta retribuzione per quel tradimento.
Alla fine vide le sue spalle incurvarsi mentre se ne andava di nuovo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo ottocento anni accadde tutto in fretta, come se la sua vita avesse dovuto compensare per il tempo che aveva passato a girovagare senza una meta.
Era asceso, aveva incontrato un fantasma vestito di rosso, se ne era innamorato, e aveva rivisto i suoi passati attendenti. Mu Qing, dio marziale del sud-ovest, aveva un volto freddo ed una lingua tagliente, e vestiva seta e gioielli, mentre Xie Lian un logoro abito bianco ed un cappello di paglia che portava da secoli.
Xie Lian non riconobbe subito quell’uomo, e anche quando gli fu detto chi era non riuscì a trovare familiare la persona che aveva di fronte.
Non ricordava che Mu Qing fosse in grado di parlargli guardandolo dall’alto al basso, che si fosse mai rivolto a lui con tono di sufficienza, o che fosse mai stato così aspro nei suoi confronti.
Non lo capiva. E decise che forse, dopo tutto quel tempo, era semplicemente cambiato abbastanza da tornare ad essere uno sconosciuto.
 
 
 
 
 
La Capitale Celeste cadde nel caos.
E Mu Qing cadde nel vuoto, in un mare di lava.
Fece male quando lo vide aggrapparsi disperatamente all’elsa rovente della sciabola conficcata nella roccia senza nemmeno chiedere aiuto, e quando capì che Mu Qing non pensava che alcuno di loro si sarebbe dato la pena di provare a salvarlo. Aveva passato quasi un millennio convinto che la sua vita non avesse valore né per Xie Lian né per Feng Xin, e nonostante ciò poco dopo provò di nuovo a gettarsi nel fuoco per aiutarli a scappare da quel posto infernale. E lo fece usando quei secondi in cui pensava di essere sul punto di morire per chiedere la sua amicizia.
Dopo che Xie Lian e Feng Xin ebbero caricato sulle proprie spalle il suo corpo ustionato e sanguinante e che i due dei marziali ebbero ricominciato a pungersi a vicenda come se non fossero sul punto di combattere contro una calamità, per la prima volta a Xie Lian parve che qualcosa di perduto stesse tornando da lui. Chiudendo gli occhi e ascoltando le loro voci poteva quasi pensare di avere alle sue spalle un palazzo dorato e di fronte a lui il suo regno.
Poi vide le labbra di Mu Qing bagnate di sangue, e dei petali appiccicati ai suoi vestiti.
Forse, pensò, non l’aveva mai davvero conosciuto.
 
 
 
 
 
Xie Lian aveva bisogno di fare il più possibile. Era l’unico modo per non rinchiudersi nel suo santuario e strapparsi i capelli nel rivedere di fronte a sé Hua Cheng dissolversi in farfalle. Aveva bisogno di credere che sarebbe tornato, e aveva bisogno di potergli dire che avevano aggiustato tutto, che la Capitale Celeste era di nuovo in piedi, e che potevano stare insieme e basta, senza nessun’altro ostacolo da dove abbattere.
Perlomeno stavolta non sarebbe stato solo, pensò mentre entrava nelle grandi tende installate dagli ufficiali celesti che si stavano occupando di medicare coloro che erano stati feriti nella battaglia.
Andava lì quasi ogni giorno, non aveva più bisogno di chiedere per trovare dove avevano portato Mu Qing nell’attesa che le sue ferite guarissero e che il suo palazzo venisse ricostruito.
Quando si sedette sul bordo del letto, Mu Qing socchiuse gli occhi lentamente con un’espressione pigra che lo faceva somigliare ad un gatto. La prima volta che era andato a fargli visita dopo la battaglia Xie Lian si era aspettato di sentirlo protestare e dirgli di sedersi su una sedia. Stranamente invece non aveva mai avuto nulla da ridire sul suo tentativo di essergli più vicino.
- Come ti senti? Le bruciature stanno guarendo bene? –
Mu Qing annuì, e gli mostrò un braccio. La pelle era ancora molto rossa e tenera, ma il suo potere spirituale stava facendo il suo lavoro nell’aggiustare il suo corpo il più in fretta possibile. Doveva ancora essere doloroso stare in piedi, però.
Dopo qualche convenevole e dopo che Xie Lian gli ebbe raccontato cosa avevano fatto gli altri ufficiali celesti quel giorno, calò il silenzio.
Xie Lian stava ancora cercando di capire come essere suo amico e come muoversi attorno a lui. Vedeva che anche l’altro stava cercando di sforzarsi in questo, ed era un sollievo. Ogni mattina, quando Feng Xin lo salutava con un cenno della testa ed un’espressione pacifica prima di ricominciare a lavorare alla ricostruzione, ed ogni sera, quando Mu Qing lo chiamava con il suo nome invece che con il suo titolo, sentiva un enorme senso di sollievo.
Nonostante tutti i trascorsi, era felice di averli con sé di nuovo.
Vide dei fiori in un vaso, vicino al letto.
- Quelli? – domandò indicandoli.
- Un dono dei miei ufficiali minori. – mormorò Mu Qing, e anche se cercava di apparire indifferente Xie Lian intravide l’ombra di un sorriso.
- Mu Qing. – disse Xie Lian dopo un po’, con voce esitante.
- Cosa? –
- Per chi sono i tuoi fiori? –
Il suo viso, che era quasi rilassato fino a quel momento, si contrasse non appena Xie Lian ebbe detto quelle parole. La sua voce uscì debole, poco più di un sussurro.
- Non dovete chiedermelo. Non è qualcosa che volete sapere. Ve l’avevo già detto quando me l’avete domandato la prima volta. –
Xie Lian decise di non dire nulla su come Mu Qing fosse immediatamente tornato a dargli del voi nonostante avesse sempre sottolineato come intendesse trattarlo alla pari da quando si erano rivisti.
Per la prima volta riuscì a vedere, però. Forse la stanchezza aveva fatto calare le sue difese, o forse semplicemente non ne poteva più di nascondere il suo dolore.
- Posso farti una domanda diversa? –
Mu Qing annuì, senza incrociare il suo sguardo.
- È sempre per la stessa persona che li hai fatti sbocciare? –
Un solo secondo di sospensione lo separò dalla risposta, ma gli parve un secolo intero. E alla fine Mu Qing annuì di nuovo, deglutendo, con un’espressione che gli fece sentire una fitta al petto.
Xie Lian gli prese il viso tra le mani. Ebbe l’impulso di farlo, di tenerlo tra le mani con delicatezza. Di controllare che fosse intero.
- Mi dispiace. – mormorò. L’altro dio aveva il viso rigato di lacrime uscite silenziosamente.
- Non è colpa vostra. – gli rispose con voce spezzata.
- Non essermene accorto lo è. –
Si aspettava di essere spinto via quando lo strinse a sé, facendo attenzione a non premere contro i suoi arti feriti, ma Mu Qing non oppose resistenza, e gli permise di asciugargli le lacrime e accarezzargli i capelli con una cura che Xie Lian era sicuro non avesse ricevuto da prima della sua stessa ascensione.
Xie Lian non disse una parola quando Mu Qing lasciò ricadere la testa contro il suo petto, piangendo tra le sue braccia e nelle sue mani.
Solo quando l’altro ricominciò a respirare in modo regolare e si sciolse lentamente contro di lui Xie Lian parlò di nuovo.
- Ti ringrazio Mu Qing. – sussurrò, e sentì che non poteva dirlo ad alta voce. Era troppo prezioso per essere detto con noncuranza. – Ti ringrazio per questi fiori. –
Un singhiozzo uscì dalle labbra di Mu Qing, e venne soffocato contro il petto di Xie Lian.
- Promettimi solo una cosa. – continuò il principe caduto.
Mu Qing annuì, e strinse la stoffa delle sue vesti tra le dita come se lo stesse usando per non cadere.
- Non farli sbocciare in solitudine. Non torturarti così. –
 

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga yaoi / Vai alla pagina dell'autore: Sofyflora98