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Autore: RoriStark    02/09/2022    3 recensioni
Erano il trio perfetto: Hoshiko, Geto e Gojo, avevano iniziato insieme il corso all'accademia ed erano tre degli stregoni piu' potenti e con piu' potenziale dell'accademia, il fiore all'occhiello dei difensori dell'umanita', ma poi, tutto crollo' dopo l'incidente, qualcosa si spezzo', ma il tempo non aspettava nessuno, cosi' Hoshiko e Gojo crebbero, con un pezzo di cuore in meno, con l'anima fratturata mentre cercavano di rimettere insieme i pezzi ed inseguire quella vita che intanto incurante era andata avanti, senza di lui, almeno, fino a quel giorno,quando Geto, decise di tornare nelle loro vite.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Threesome, Triangolo
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Why we fight? I don't know

We say what hurts the most

Oh, I tried staying cold, but you take it personal

All these firing shots and making ground

It's way too hard to cope, but I still can't let you go

'Cause when it all falls down, then whatever

When it don't work out for the better

If it just ain't right, and it's time to say goodbye

When it all falls down, when it all falls down

I'll be fine


Erano circa le due del pomeriggio, in una giornata di meta’ Agosto, nella periferia di Tokyo. Il locale era un piccolo ristorante messo in un angolo del centro, non era troppo affollato, era un locale modesto, ad alcuni umani veniva servito il pranzo, altri facevano invece un leggero aperitivo, sembrava una giornata qualunque, tutto era calmo, quasi al limite della noia. I camerieri andavano avanti e indietro con piatti pieni e piatti da lavare, poi tornavano col taccuino per i nuovi clienti appena entrati, affamati ed allegri.  C'erano studenti che parlavano di esami, due amiche che si consolavano a vicenda per storie d'amore andate male, c'era un tipo che beveva solo birra, mentre osservava il suo conto in Banca rosso, altri erano impiegati in pausa pranzo ed infine, una ragazza all'angolo da sola, un peluche tra le braccia e uno zaino accanto,sembrava di dimostrare a malapena la maggiore età. Era seduta davanti un computer portatile con in onda uno shonen, le cuffie nelle orecchie. Aveva i capelli rosa acceso, I suoi occhi avevano due colori diversi, uno rosso immerso in una sclera nera come la notte e uno azzurro davanti ad una sclera candida, sulla pupilla dell'occhio rosso, vi era disegnata una croce nera, come se l'iride fosse in realtà un bottone, una stranezza che lei non si curava di nascondere e che nessuno sembrava notare. Era concentrata sul suo anime, dove gli eroi si picchiavano senza sosta col cattivo di turno. Di lato aveva un bubble tea al taro  appena iniziato, una torta di fragole,un peluche di un cane seduto accanto a lei ed un'agenda con un sacco di adesivi colorati attaccati sopra. C'erano anche delle foto attaccate tra le pagine,una di queste spiccavo’ più di tutte quando la chiuse,era incollata alla copertina, una polaroid con lei al centro, ai lati due ragazzi alti che la abbracciavano, sorridenti e dall'aria affascinante: uno aveva i capelli bianchi e gli occhi di un azzurro indescrivibile, simile a cristallo, l'altro l'esatto opposto, occhi scuri come voragini e capelli neri come la notte con orecchini tondi come lune nere che dilatavano leggermente i lobi, sorridevano e stavano tutti e tre abbracciati. Il suo telefono squillò ma solo la vibrazione la fece sobbalzare, allungò la mano, lo afferrò ,sorrise teneramente,quando lesse il nome sulla rubrica e rispose alla chiamata. Aveva le mani piene di cerotti colorati che coprivano tagli e punture fatti chissà come "Eih…che succede? Stai bene?... Oh cavolo, finisco di mangiare e sono da te, tu stai bene?" L'interlocutore rispose alla sua domanda e lei si imbronciò, sentendo la voce dall'altra parte della cornetta "non è una domanda scema!Mi manchi,ultimamente ti hanno sbattuto un po'  ovunque per la questione di Sukuna. Mi dispiace che dobbiamo vederci in un momento brutto, immagino ci tenessi al ragazzo. Cazzo, se me lo ritrovo tra le mani gli mastico la faccia a quel leccaculo che li ha mandati al macello.Lo hanno fatto di proposito, mi hanno mandata in culo al Fujiyama per uno spiritello che ho ammazzato sputandogli sopra,no, non scherzo, gli ho veramente sputato addosso"  Altra pausa, la ragazza ridacchiò nascondendo i dentini con una mano, prese un sorso dal suo bubble tea ascoltando l'interlocutore con attenzione, il suo viso si illuminò all'improvviso, taglio’ con la forchettina un pezzo di torta e se la spinse contro la lingua,tornando a parlare con la bocca piena "Eddai! dove li hai trovati?? Che dolce sei, l'ho sempre detto che sono una ragazza fortunata.Allora più tardi passo a prenderli, stiamo un po ' con quel poveretto e andiamo a prenderci un gelato, ok? A dopo cucciolo, mwah!" Scoccò  un bacio al telefono tornando poi a mettersi le cuffie, per riprendere la visione del film, taglio’ un’altra fetta e se la mise in bocca con gusto. Non si mosse, quando un uomo alto e dai capelli corvini, identico al ragazzo nella foto, entrò nel locale,seguito da tre strambi esseri dalle forme simili a quelle di Yokai. Solo lei alzò gli occhi verso di loro ,un istante solo per guardarli, prima di tornare al suo anime,mentre la cameriera offriva al nuovo cliente un posto per un solo consumatore. L'uomo passò davanti alla ragazza, che però non alzò lo sguardo dal computer, lui la osservò con calma, soffermandosi sulla sua figura con l'aria serena “noi ci sediamo di la’, se ti compiace…” Sussurro’ con dolcezza,ma dato che lei non alzava lo sguardo, decise  di sedersi a chiacchierare con i suoi ospiti. La ragazza continuava a guardare il suo anime, postando reazioni di tanto in tanto su Twitter e scrivendo alla sua amica sul telefono, ridacchiando come se nulla fosse. Non si mosse, nemmeno quando,dopo una decina di minuti, attorno a lei, la gente iniziò a prendere fuoco, sembrava combustione spontanea, che aveva colpito non una, non due, ma un intero locale. La ragazza dai capelli rosa prese un sorso dal bubble tea e termino’ la sua fetta di torta.Sentì la voce del mostro che stava chiacchierando con l'uomo dai capelli corvini chiedersi come mai lei non stesse ancora andando a fuoco, a quel punto, la ragazza chiuse il portatile, si alzò in piedi e rimise tutto nel suo zaino rosa pastello, se lo mise alla schiena e si avviò col suo tè ancora in mano, il peluche nell'altro braccio. Si incamminò verso il tavolo dell'unico uomo rimasto in vita a parte lei, con la mano cacciò via la polvere che si era levata nell'aria ,l'aria infastidita mentre tossiva via quelle persone dai polmoni.  Si fermò davanti a lui incrociando le braccia al petto, sorrise gentile, per tutto quel tempo, non aveva fatto altro che concentrarsi incredula sull’energia malefica che sprigionava ed i suoi dubbi divennero certezze, che le strinsero in silenzio il cuore e le fecero scuotere le viscere, ma dal suo viso non trapelo’ nulla di quelle sensazioni,almeno finche’ lei non parlo’ ed una nota di dolore tradi’ la sua voce "Ciao, Suguru…" L'uomo le sorrise di riflesso, dolcemente. Aveva un'aria elegante e complicata, una gentilezza tagliente, pericolosa, di un predatore dopo il banchetto. Ma lei sembrava a suo agio in sua presenza e senza dire altro, prese posto accanto a lui come se nulla fosse, sotto lo sguardo esterrefatto delle creature, l'uomo le accarezzò la testa, mentre con noncuranza, la ragazza prese un sorso di tè dalla cannuccia, accavallando la gamba e masticando le perle di tapioca come se fosse stata invitata alla riunione, lo sguardo rimase puntato su Geto "Ciao,Hoshiko.. Non pensavo di vederti qui,temevo ti fossi scordata di me " lei ridacchio’ “figurati io,l’ultima volta che ci siamo visti, non e’ stata una bella scena,pensavo fosse uno scherzo di qualche maledizione, o almeno, ho avuto in parte ragione...” Sussurro' osservandolo con cautela, am era indubbiamente lui "Ma… cosa significa?? Lei chi é?? " Il mostro con la testa a forma di vulcano sembrò alternarsi nel vedere quella giovane interrompere la loro riunione, perché non era bruciata? Perché non era terrorizzata? Perché era seduta con loro? Era una dannata ragazzina con un peluche di Shiba in braccio. Geto trascinò lo sguardo su di lui, i suoi occhi affilati come lame, era elegante in ogni suo gesto, un lupo che non si preoccupava di mostrare le zanne "La devo ammazzare??" lo sguardo di Geto saetto’ su Jogo "Se provi a toccarla, Jogo, mi supplicherai di farti morire..o lo farà lei" Lo spirito tacque intimidito, gli altri non avevano proferito parola. Hoshiko sorrise al mostro con la testa strana, aveva incenerito lui quegli esseri umani "Sei un po' troppo plateale per i miei gusti" Commentò la ragazza riattizzando subito il fuoco in testa alla creatura, che fremette adirato guardandola

 
"Come osi?!perché tu avresti fatto di meglio? "

 "Di meglio? "

 

Chiese con tono pacato

 

" Perché mai dovrei uccidere dei civili?"

 

Lo guardò affilando lo sguardo, innervosita dal suo atteggiamento,tirò fuori dalla divisa un paio di forbici in oro rosa, dalla trama intrecciata,sembrava avvolta da rampicanti,molto eleganti ed appuntite,le girò tra le dita con maestria prima di riporle al loro posto nel fodero. "Preferisco più avversari del mio calibro, schiacciare formiche,non è mostrare la propria forza, ma la propria codardia" Irritato, il mostro batté i pugni sul tavolo, serrò i denti neri come carbone, ma la ragazza non si mosse e continuò a fissarlo indifferente, Geto sembró inebriato da quella ragazza e dalla sua strana spontaneità

 
"Mi spieghi chi è questa pazza??É con noi? È una dei nostri? "

 

"No, lei lavora per l'Accademia"

 

Le maledizioni la guardarono allibiti, l'essere che aveva delle corna che uscivano là dove dovevano stare gli occhi, si limitò a dischiudere la bocca orripilante, il tipo col vulcano in testa invece decise di parlare

 

"E allora perché non ha battuto ciglio davanti a questa strage? Perché l'hai lasciata sedere con noi?? Magari ha ascoltato la nostra conversazione!! "

 

Lo stregone sembrò aggrottare le sopracciglia, una mano sorreggeva il mento, indossava un kimono pesante, scuro, con un pezzo di stoffa arancione sul davanti, aveva i capelli lunghi legati in parte da una coda alta, gli occhi scuri ed una strana cicatrice sulla fronte "Ha una concezione tutta sua del bene e del male, quindi, smettila di fare domande e aspetta in silenzio, la signorina ha la priorità, non ci vediamo da un po'di di tempo…vero? " Geto tornò a guardare la ragazza, ora appoggiata allo schienale della sedia,le gambe tirate su in una posizione sbarazzina, quasi infantile. Aveva addosso la sua divisa, come sempre personalizzata. Sotto era una divisa standard mentre sulle spalle portava una giacca lunga e bianca, con ricami dorati sulle maniche e sulle code in fondo, in testa indossava un basco nero con delle spille colorate, I capelli rosa spiccavano su tutto quel nero. L'uomo puntellò il gomito sul tavolo, appoggiando il mento sulle nocche, la stava fissando nostalgico, con fare sognante, gli occhi socchiusi "Mi sei mancata, stellina..come stai? " Lei sussultò impercettibilmente, le mani erano strette tra di loro, un guizzo nascosto, un'emozione indecifrabile le scivolò dietro agli occhi ,fece una pausa prima di rispondere,sinceramente "siamo andati avanti, io sto bene, me la cavo, sarei una bugiarda se ti dicessi che non mi sei mancato, spero che anche tu stia bene" Gli rispose composta, quasi tirata, ma solo lui sembrò percepito. Lo stregone sorrise, Hoshiko si accostò al suo fianco è gli sfiorò la fronte con la punta delle dita studiando cauta, mentre i demoni la osservarono austeri, stupiti, dato che lui glie lo stava permettendo senza staccarle un braccio o la testa, invece,sembrava sorridere ancora di più a quel contatto "Sto bene,Come sta Gojo? " Lei fece spallucce tornando al suo posto, un po' più accostata a Geto  "Il solito Sato, è un po' incazzato, perché il suo allievo è morto ieri, ma tu già lo sai… " Lo Stregone le sorrise tirando fuori la lingua in modo scherzoso, quel gesto sembrò smuoverla per un istante ed il suo sguardo si addolcì "Chi lo sa..forse sì, forse no, forse ci saranno sorprese..non si sa mai con Sukuna" Giocò divertito, fece spallucce e le diede una carezza pizzicandole la guancia con le nocche, a quel contatto, la ragazza chiuse gli occhi afferrandogli la mano come per trattenere e godere di quel gesto ancora per qualche istante, prima di sorridere giocosa  "Non hai ordinato nulla..tieni, mangia qualcosa" la ragazza gli porse il suo bubble tea e Geto lo accettò , si protese verso di lei prendendolo con leggerezza, le dita si sfiorarono, lui si soffermò, chinandosi sul suo collo per sentire il profumo di lei, prima di tornare a sedere composto. Quando si portò la cannuccia alle labbra, gli bastò un sorso per finire l'intera metà del tè. Tornò ad osservare Hoshiko masticando le perle di tapioca, mentre la ragazza prendeva dalla tasca una sigaretta. Lo stregone soppeso’  la sua espressione, prima di deglutire, leccandosi il labbro superiore con gusto, i suoi occhi neri inchiodati su di lei, gentili "Lo prendi sempre al gusto taro…sei ancora in fissa? " Lei annuì giocherellando coi cerotti colorati che le costellavano le mani bianco latte "Certo, squadra che vince non si cambia, tu piuttosto. La tua squadra non mi sembra un gran che" I demoni si allarmarono, la guardarono torvi chiedendosi non solo come facesse quella ragazza a state lì, giudicarli per giunta?? Come osava quella piccoletta smilza ed arruffata

 

"Ho carte migliori nel mazzo"

"Lo spero, tesoro…lo spero per te…conosci Gojo e conosci me…"

Sospirò lasciandosi cadere addosso a lui, la spalla contro il suo braccio, la testa poggiata sulla sua spalla, sospirò accoccolandosi a lui, Geto osservò la maledizione con la testa di vulcano e lo guardò severamente

"Jogo, sii gentile, accendi la sigaretta alla signorina.."

La maledizione sgranò l'unico occhio che aveva, ferito nell'orgoglio, prese a sbuffare fumo anche dalle orecchie, sembrava un vecchietto ingobbito e burbero al quale avevano appena calpestato tutti i bulbi in giardino

"Come… come osi?? É una stupida ragazzina, potrei ammazzarla"

"Una stupida ragazzina…"

Ripetè tagliente  Geto voltandosi verso l'essere maledetto, lo guardò severo, tanto che la maledizione sembrò farsi piccola, il fumo smise di salire dalla sua testa

"Jogo,cosa ti ho detto prima? "

 

Scandì le parole con tono greve, mentre Hoshiko rise divertita. Ad un tratto il suo pupazzo, sembrò muoversi, il cane di peluche prese vita e si diresse dietro ad alcuni scaffali, scomparve per un istante, riapparendo subito dopo, raggiungendo la sua padrona ,scodinzolando,con un bubble tea in equilibrio sulla testa. Hoshiko lo prese al volo, usò la cannuccia del vecchio bubble tea, infilo la plastica che lo sigillava, tornando quindi a sorseggiare, la sigaretta tra le dita, messa in direzione di Jogo, che la guardava caustico, il fumo usciva dalla sua testa in segno di sfida, ma lei nemmeno si voltò 

"Forza,hai dato fuoco a tutta questa gente e non sai accendermi la sigaretta? "

Geto sorrise compiaciuto, mostrando I denti perfetti, con uno sbuffo, la maledizione schioccò le dita e la sigaretta si accese di colpo, la ragazza posò il tè e prese un tiro, offrendola poi a Geto, che la prese con due dita e se la portò alle labbra

"Ma dove li hai trovati questi qui? Non sono classificati, vero? "

Lui sospirò appena , decise di deviare il discorso, anche se sapeva che a lei non importava al momento dei suoi piani, era una tipa strana, la più folle dell'Accademia, eppure era delicata come un petalo, gentile come una carezza quando si parlava di animali, quando si parlava di esseri umani restava indifferente, ma aveva accettato di salvare le persone per questioni di morali che lei comunque non comprendeva, era più una promessa fatta a Gojo, anni prima

"Siete rimasti insieme, tu e Gojo?Dopo l'incidente "

Hoshiko riprese la sua sigaretta dalle labbra dell'uomo, si appoggiò a lui su un fianco e prese un tiro

"Certo che si’, non e’ stata colpa sua, ha fatto quello che doveva essere fatto, anche se io…"

la senti’ deglutire a vuoto fino a  scuotersi, rimanendo comunque composta, i muscoli del collo si tesero, la mascella rimase contratta, lo sguardo si corruccio’ mentre Geto cerco’ il suo volto inclinando la testa. Si strinse forte le mani per farle smettere di tremare

“tu lo avresti fatto?”

“no,avrei fatto tutt’altro, ma non posso incolparlo, gia’ ci pensa da solo ed e’ stata una pena abbastanza dura,siamo andati avanti per come si poteva, abbiamo ripreso qualche pezzo di noi, di te e siamo andati avanti, siamo cresciuti ancora un po’, abbiamo un lavoro…e tutto cio’ che segue una vita normale, se possiamo chiamarla tale”

Geto sospirò piano, riprese la sigaretta dalle mani della ragazza e fece una boccata, chinandosi su di lei, il fumo colò dalle labbra a quelle della ragazza, come un bacio, ma non la sfiorò, non ancora

"Siete andati avanti senza di me? "

Lei sorrise e gli prese di nuovo la sigaretta, era diventato quasi in gioco tra i due, che perfino agli occhi delle maledizioni, era chiara una grande attrazione. Ispirò a fondo ed avvicinò le labbra di nuovo a quelle di Geto, per ricambiare quel bacio di fumo denso, dal profumo di menta e tabacco

"Cos'altro dovevamo fare? Abbiamo continuato a vivere, Sato si é ripreso dal trauma ed io ho ricominciato a lavorare, ogni tanto do ripetizioni agli stregoni rimasti indietro e copro le lezioni di Sato quando é in missione …non passa giorno in cui non ti pensiamo, ci manchi, mi manchi… e nonostante tutto quello che é successo, ancora ti amo così tanto…"

I suoi occhi da cerbiatto si trascinarono via da lui, dondolando appena con aria malinconica, si Morse il labbro

 

"Tu mi ami, Suguru? "

 

"Certo che ti amo…"

 

"Sono contenta di sentire la tua voce, non ci speravo piu' ormai"

 

La ragazza sorrise languida, voltandosi di nuovo, passandogli un dito sotto alla mascella dal taglio netto e piacevole, scivolò tra le sue braccia avvolgendolo come un serpente col cerbiatto, i demoni davanti a loro li osservavano cauti, quella ragazza aveva dato loro le spalle come se nulla fosse, chi diavolo era?  "Dopo vado con Sato-kun a prendere un gelato, se vuoi stasera passa da me, mi riporto una vaschetta di gelato al te’ verde  per te e al  miele per me,andiamo in quel locale vicino al centro che ti piaceva tanto, quello coi muri tutti colorati" Geto sembrò rifletterci su per un breve istante, poi inarco’ un sopracciglio interessato, porto’ una mano al mento massaggiandolo piano "Farai i waffles? Ricordo che avevi quella buffa piastra che li faceva a forma di gattino, o era una rana? " lei storse il naso guardando altrove,riflettendo


"Dipende dai punti di vista”

 

"Per me,era una rana"

 

La ragazza incroció le braccia al petto pensosa, a quel punto Geto alzò un dito al cielo, spiegando con tono saccente ma gentile

 

"Immagina,se metti la glassa di cioccolato sulle orecchie, sono gli occhi,la bocca la fai più grande ed ecco la rana! "

 

"Cazzo se è vero!! Sei geniale! "

 

Hoshiko sobbalzò con gli occhi sbarrati, la sigaretta stava finendo quasi per bruciare le dita, ma Geto la prese e la spense , in mezzo ad un mucchietto di cenere che un tempo era una persona

 

"Senti, non é che quando passi mi riporti quelle sigarette elettroniche di Harajuku? Quelle allo zucchero filato, Sato-kun non vuole vedermi fumare, ma quelle sono buone e con pochissima nicotina" La ragazza si stese sulle sue gambe e lui prese a carezzarle i capelli lunghi e setosi, osservandola con dolcezza, mentre le maledizioni ormai si erano messe con la faccia, o quello che insomma doveva rappresentare la loro estremità superiore, sul tavolo, annoiati, lamentosi, ma nessuno di loro osava disturbarli. Hoshiko allungò una mano giocando coi capelli di Geto, mentre attorcigliava qualche ciocca Corvina tra le dita affusolate, gli sorrise di riflesso  

"Va bene, stellina…come va l'occhio? "

"Tutto bene, grazie…ha fatto male solo quando me lo hai messo"

"Ti sta benissimo"

Lei arrossì e gli strizzo’ la mano

"Grazie, Suguru…ora però devo andare da Sato, se decide di ammazzare i capi dell'Accademia dovrò dargli una mano"

"Va bene, stellina,allora,ci vediamo stasera?"

 

La ragazza annuì, prese poi dalla tasca un pennarello, lo stappò coi denti e prese la mano dell'uomo, scrivendo dei numeri sul suo palmo

 

"Ho h-a-ia-o nu-e-o,hi-a-a-i"

 

 Che in lingua umana stava a significare: ho cambiato numero, chiamami

 

Disse con tono incomprensibile, avendo ancora il tappo tra i denti, Geto sorrise guardandosi poi il palmo per memorizzare quel numero di telefono, poi guardò la ragazza tornare a sedere, sempre in modo bizzarro, scomposto, l'aria quasi assonnata, gli occhi eterocromatici fissi su di lui come gioielli che brillavano di luce propria, soprattutto quello rosso. Si piegò verso Geto, stampandogli un bacio sulla guancia, poi peró lui le prese il volto con una mano, schiantando un bacio sulle sue  labbra che durò più del dovuto

 

"Cazzo,vieni qui"


Sussurrò la ragazza ,prendendolo per la nuca e tirandoselo contro, fino a che le labbra non collisero di nuovo. Le lingue si salutarono, si abbracciarono, danzano, poi di nuovo, i due ripresero fiato, le braccia di lei ancora appoggiate attorno alle spalle di Geto , le dita scorrevano tra i capelli, un filo di saliva li legava ancora mentre gli occhi di lei trafiggevano quelli dello stregone

 

"A stasera, Sugu-pi,bentornato.."

 

Con una mano le puli’  una goccia di saliva dalle labbra

 

"A stasera… "

 

Quando la ragazza se ne andò con lo zaino in spalla e di nuovo il peluche in braccio, le maledizioni tornarono a fissare esterrefatti un Geto sognante, ancora fisso sulla porta da dove lei era appena uscita, scavalcando cadaveri carbonizzati come se nulla fosse, le cuffie alle orecchie, canticchiando una canzone. Il demone con un occhio solo sussultò,guardando il compagno privo di occhi, con delle corna che uscivano dai buchi dove sarebbero dovuti stare i bulbi oculari, il tipo che sembrava invece un polipo era rimasto in silenzio, sconcertato, si guardarono tra di loro

 

"Ma cosa…cosa cazzo é appena successo"

 

"Non voglio saperlo…  "

 

"Nemmeno io, andiamocene,quel che e' detto e' detto, io vado a fare quel che mi pare e piace..."

 

Geto  ridacchiò alzandosi in piedi, senza aggiungere nulla e a sua volta, uscì dall'edificio con eleganza, seguito dalle maledizioni con cui era entrato e dalla cenere delle vittime che avevano cercato di scappare


 
  
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