Anime & Manga > Fruit Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: leti_0907    02/09/2022    0 recensioni
Sappiamo che Tohru ha potuto incontrare i Sohma, conoscerne la maledizione, legare con tutti loro ed infine innamorarsi di Kyō perché orfana e senza una casa. E se né Katsuya né Kyoko fossero morti, come sarebbe stata la sua vita? Il destino l’avrebbe condotta alla fine del filo rosso che la lega al ragazzo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Kyo Soma, Toru Honda, Yuki Soma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Sveglia, onee-chan! Mamma e papà hanno detto che andiamo a mangiare fuori!»

Stranamente, la ragazza era riuscita ad appisolarsi nel pomeriggio, reduce di una notte di lavoro all’ospedale per pulirne le vetrate ampie. Passandosi una mano sul volto per tirarsi una guancia e svegliarsi, gli occhi castani di Tohru non poterono non posarsi sulla figura minuta della sua sorellina minore, Keita. «K-chan…» la chiamò, prima di chiudere le palpebre e tornare a dormire beatamente, come se l’annuncio della bambina di cinque anni non avesse raggiunto il suo udito.

Indistintamente, avvertì la voce squillante di Keita dire qualcosa, chiamando qualcuno, e neanche cinque minuti dopo, una mano ferma e calda si posò sulla sua spalla, scuotendola. «Forza, Tohru, è ora di svegliarsi.»

Lei riaprì gli occhi e sorrise beata alla figura che le stava sorridendo amorevolmente. «Papà.»

«Ancora non si è svegliata?» un uragano dai capelli arancioni travolse la tranquillità che solo Honda Katsuya, poteva trasmettere, e le dita sottili e lunghe di sua madre, Honda Kyoko, afferrarono le sue per tirarla in piedi. «Forza, Tohru! Tuo padre ci porta fuori a mangiare per festeggiare la promozione!» le annunciò concitata, saltellando sul posto. A volte, ridendo sotto i baffi, Tohru si domandava chi fosse la bambina tra lei e Keita.

«Mamma, stai facendo casino come al solito.» una manata di profilo le colpì la testa, inducendola a mollare le mani di Tohru per portarsele sui capelli e bofonchiare contro il ragazzo alle sue spalle. «Abbiate pietà, Tohru lavora di notte e va a scuola di giorno, sarà stanchissima.»

«Megumi, dorme dalle due di pomeriggio, ed ora sono le sette.» gli fece notare Katsuya, mettendo le mani sui fianchi. «So che vuoi difendere tua sorella, ma un po’ di sonno l’ha recuperato. Inoltre, non faremo tardi, così possiamo andare a letto presto.»

Kyoko prese in braccio Keita dopo averle messo un cappottino. «Forza, ragazzi. Il ristorante ci aspetta.» sorrise ai figli più grandi, i quali annuirono ed andarono a cambiarsi.

Quando uscirono di casa, il freddo penetrò nelle ossa della più grande della progenie degli Honda. Nonostante il cappotto pesante, Tohru si portò le mani attorno al corpo e le mosse per scaldarsi. Camminarono per venti minuti, ridendo e scherzando per smorzare il gelo dell’inverso che incombeva su di loro: Katsuya teneva tra le braccia la piccola di famiglia mentre parlava con Kyoko su dove andare in vacanza per Capodanno, mentre Tohru e Megumi discutevano della scuola, in particolare l’ansia del ragazzo di cominciare il liceo.

Passarono davanti al portone di una villa estesissima, conosciuta come l’entrata della tenuta dei Sohma Proprio in quel momento, le ante si aprirono per far passare tre persone dalle cui espressioni andavano dalla noia all’esasperazione all’allegria. Erano tre ragazzi, uno evidentemente più grande degli altri due vista l’altezza, che stavano parlando tra loro.

Tohru riconobbe il volto di Yuki Sohma, compagno di classe e soprannominato “principe Yuki” per la sua bellezza, e si fermò per salutarlo. «Yuki-kun!» lo chiamò agitando la mano per attirare la sua attenzione.

Quando i loro occhi si incontrarono, il volto del ragazzo si distese e ricambiò il sorriso, avvicinandosi. «Honda-san, che coincidenza. Che ci fai da queste parti?»

Lei gli indicò la sua famiglia, che si era fermata per permetterle di scambiare qualche parole. In particolare, sua madre indicava qualcuno alle spalle di Yuki, per poi precipitarsi ad abbracciarlo. Non capiva ma doveva rispondere alla domanda del compagno di classe. «Stiamo andando fuori a festeggiare. Voi, invece?»

«Siamo appena usciti da una riunione di famiglia. È stata abbastanza noiosa, e stiamo morendo di fame.» Yuki si girò verso un ragazzo dai capelli grigi e gli occhi dello stesso colore. «A proposito, Shigure… chi cucina stasera? »

L’altro si grattò la nuca con fare incerto. «Io devo mettermi a scrivere, mentre è meglio se tu stia lontano dalla cucina. Direi che tocca a Kyo-kun!» sorridendo troppo allegramente, il suo indice si posa sulla figura del ragazzo che sta conversando con sua madre, alzando così tante volte gli occhi al cielo da rischiare che i bulbi si bloccassero.

Chiuso in un cappotto arancione e con lunghi pantaloni color verde militare, colui che Tohru era riuscita ad identificare come Kyo-kun attirò la sua attenzione. Aveva lo stesso colore di capelli di Kyoko, e, quando si voltò -la madre stava probabilmente parlando di lei- ebbe la possibilità di conoscerne gli occhi. Erano arancioni, di un colore particolare che le restò impresso. Le mancò un battito, e non sapeva se fosse perché era il giovane, probabilmente suo coetaneo, più bello che avesse mai visto, o perché sua madre lo stava trascinando da lei con un braccio attorno alle spalle.

Per nascondere il rossore- che sperò potesse essere definito rossore da freddo invernale-, si presentò a Sohma Shigure, il quale si definì il cugino di Yuki e di Kyo. Sembrava un ragazzo spensierato e sempre allegro, il tono canzonatorio e poco adulto che non si adattava alla sua vicinanza ai trent’anni, eppure le parve una bella persona.

«Scricciolo, questa è mia figlia Tohru.» Kyoko la mise davanti al ragazzo dai capelli del colore del cielo al tramonto. «Tohru, lui è Sohma Kyo. L’ho incontrato al parco giochi vicino casa, dove mi fermavo a riposare all’aria aperta e dove lui faceva lo stesso dopo scuola. Ha la tua età e, pensa, si è appena trasferito al tuo liceo!» parlò velocemente, tanto da beccarsi uno sguardo confuso da parte della figlia.

Tohru sorrise al ragazzo. «È un piacere conoscerti, Kyo-kun. Spero di poter andare d’accordo con te.» si chinò leggermente in segno di rispetto, e, come risposta, il ragazzo arrossì vistosamente e bofonchiò un “anche per me”.

Per nascondere l’imbarazzo, Tohru tornò a parlare con Yuki per qualche seconod, scambiandosi qualche frase, per poi salutarsi e ripromettersi di vedersi a scuola l’indomani. Presero due strade diverse, ma, prima di scomparire dietro la curva, al fianco di Megumi, Tohru si voltò verso il trio diretto a casa propria. Più di tutti, guardò la schiena del ragazzo dalla chioma arancio, sperando di poter rivedere anche lui il giorno dopo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fruit Basket / Vai alla pagina dell'autore: leti_0907