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Autore: babastrell    01/10/2022    1 recensioni
Victor ha passato tutta la vita a lavorare come garzone in una bettola di marinai a Tortuga. L’incontro caotico con un giovane pirata ubriaco sconvolgerà completamente la sua vita quasi tranquilla
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: Pirate
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Pirate (pumpAU)

No. parole: 683

 

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IL GARZONE DI TORTUGA

 

Negli anni di servizio come cameriere in una delle tante taverne di pirati nel porto di Tortuga, Victor Nikiforov aveva acquisito una certa esperienza con i marinai ubriachi. Aveva passato la vita ad ascoltare le loro canzoni stonate e i racconti inverosimili, aveva partecipato ad allegri balli scoordinati sui tavoli e a volte aveva anche cacciato dal locale qualche rissoso in cerca di guai. Era sicuro di aver visto ogni lato della follia che si annidava nell'alcol.

Eppure, quando si ritrovò tra le braccia quel pirata, dovette ammettere di essere sorpreso. Era un bel marinaio decisamente sbronzo, fino a un momento prima stava cantando a squarciagola in piedi su una sedia, poi nello scendere qualcuno gli aveva dato una manata sulla schiena e lui era precipitato come un sacco di patate proprio addosso a Victor. Per fortuna non aveva in mano vassoi o boccali di birra.

Il ragazzo rideva come un matto, le guance arrossate e gli occhi lucidi. Serrò le braccia attorno a Victor in un goffo abbraccio.

«Grazie per l’aiuto!» biascicò allegro.

Victor sorrise divertito e tentò di rimetterlo in piedi. «Figuratevi, non c’è prob-».

Non riuscì a finire la frase, la sua bocca si riempì del sapore acre del rum e il suo naso dell’odore della salsedine nei capelli scuri del pirata.

Victor udiva a malapena le grida di incitamento ed euforia dei lupi di mare attorno a loro, era come se riuscisse a percepire con chiarezza solo le sensazioni di quel bacio, le labbra morbide sulle sue, il sapore del liquore, le mani sul suo corpo, l'odore di mare, il tavolo di legno contro cui il peso del ragazzo lo spingeva.

Appena un momento dopo, le loro bocche si separarono e lui venne trascinato via dagli altri pirati e coinvolto in una goffa giga tra i tavoli.

Victor rimase indietro, con il fiato grosso e gli occhi fissi su quel marasma di corpi che si agitavano. Si teneva ancora al tavolo, incerto se le gambe avrebbero retto.

«Victor!» gridò la padrona della taverna. «I piatti!»

Victor inspirò pesantemente e si rimise dritto. «Sì! Arrivo!».

Rientrò in cucina e si mise diligentemente a lavare i piatti.

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Yuri si svegliò la mattina dopo sulla nave, con le tempie che pulsavano e la bocca impastata. Le voci del resto dell’equipaggio erano un ronzio lontano, l’albero maestro era inclinato. O forse era lui a esserlo. Doveva vomitare.

«Signor Katsuki!» tuonò il capitano. «Le vele non si spiegheranno da sole! Muovetevi, ratti di sentina, lasciamo questo porto»

«Sì, Capitano!» biascicò.

Barcollò verso le cime e cercò di manovrarle nonostante gli girasse la testa.

«Vi aiuto io» disse una voce. «Si fa così, giusto?»

Due mani lunghe e affusolate gli presero le funi e le fissarono all’albero con un nodo malfatto.

Yuri girò la testa, cercando di non cadere sul ponte.

«Ma che-». Ammutolì.

Era solo un’immagine sfocata, ma avrebbe riconosciuto quell’azzurro ghiaccio tra centinaia di colori. Gli occhi di Victor, il garzone della taverna, quello su cui Yuri non aveva fatto altro che fantasticare per anni ogni volta che facevano porto. Lo guardava con un sorriso enorme.

Yuri arretrò di scatto e perse quel poco di equilibrio che aveva, finendo lungo disteso supino sul ponte. Dietro di lui udì risate sguaiate e qualche commento beffardo sulla sua incapacità di reggere l’alcol.

Il garzone gli tese la mano. «Le mie scuse». Quel sorriso era così abbagliante che gli faceva male agli occhi.

Yuri gli prese meccanicamente la mano e si lasciò tirare su di peso.

«Signor Katsuki!». La voce del capitano lo fece trasalire. «Dato che da ieri sera sembrate tanto intimi, vi occuperete voi di spiegare al signor Nikiforov come funzionano le cose sulla mia nave, a cominciare da questi pessimi nodi. Mi aspetto che diventi un membro utile della ciurma il prima possibile».

L’uomo tornò ad abbaiare ordini all’equipaggio, lasciandosi alle spalle uno Yuri scioccato e confuso.

«Ieri sera?» mormorò con un filo di voce.

Tornò a guardare Victor, che guardava verso il mare con espressione estatica.

Cosa diavolo era successo la sera prima?

  
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