Soliloquio
Caffè, non amaro 01. zucchero
Tre cucchiaini di zucchero, prima di Ai. Uno da quando c’è Ai, due quando Ai non è in casa e non può rimproverarlo – ma, mentre mette il secondo, il professore si sente sempre in colpa, e allora uno e mezzo. Una metà per sé stesso, l’altra, quella mancante, per Ai. Ai che ora è Shiho, e il professore ancora non si è abituato. Shiho che è alla sua destra, seduta dove si è sempre seduta, e non lo guarda. Guarda, però, quando dalla porta della cucina entra Shinichi. Ruba una tazza e la riempie di caffè. Un cucchiaino di zucchero. Al secondo, Agasa avverte il presagio di un ammonimento che non arriva mai: Shiho non gliene nega nemmeno un terzo, anzi allunga la mano e ne prende uno per sé. Caffè, non amaro. Una novità. Il professore vorrebbe abbracciarli, tutti e due. Ma non ce la fa, allora prende un terzo cucchiaino di zucchero. Il silenzio si dilata nello spazio tra i loro corpi e accentua le distanze – non era così che se lo immaginavano, il dopo. |