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Autore: _p_ttl_    02/10/2022    2 recensioni
(Piccolissima OS, AU)
Merlin e Arthur sanno che affrontare la vita con l'appoggio di qualcuno è più facile, ma lo scoprono in modo opposto: l'uno grazie all'amore di sua madre, l'altro a causa della sua assenza. Entrambi scopriranno nello stesso momento che questo appoggio può venire anche da qualcun altro.
Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.
La parola scelta è Kanyirninpa, della lingua Pintupi (lingua aborigena), che indica l’abbraccio protettivo e salutare. L’abbraccio non trasmette solo affetto, ma infonde salute fisica e mentale. È la protezione della famiglia verso un nuovo nato. Per gli adulti il significato cambia: non cercano più l’abbraccio della madre ma quello degli altri uomini.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunith, Igraine, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP. La parola scelta è Kanyirninpa, della lingua Pintupi (lingua aborigena), che indica l’abbraccio protettivo e salutare. L’abbraccio non trasmette solo affetto, ma infonde salute fisica e mentale. È la protezione della famiglia verso un nuovo nato. Per gli adulti il significato cambia: non cercano più l’abbraccio della madre ma quello degli altri uomini.
 
Tutto l’amore del mondo

Quando Merlin era venuto al mondo, sua madre Hunith, posando per la prima volta lo sguardo su di lui, aveva pensato che fosse la cosa più bella che avesse mai visto. Per nove mesi l’aveva portato in grembo e aveva più volte cercato di immaginarsi come sarebbe stato, se gli occhi sarebbero stati i suoi o quelli di Balinor, i capelli chiari o scuri, le guance paffute, i piedini piccoli piccoli. Aveva speso giornate intere a cercare di immaginare i suoi primi mesi di vita, a interrogarsi su quale sarebbe stata la sua prima parola, a chiedersi se gli sarebbe piaciuto il nome che lei e suo padre avevano scelto per lui. Aveva cercato di immaginare il suo piccolo volto centinaia di volte, ma appena lo vide capì che la sua immaginazione non avrebbe mai potuto competere con la bellezza e la tenerezza di quella piccola creatura, coi suoi occhi del colore del mare e le sue orecchie insolitamente grandi, ma così adorabili. Il giorno della nascita del piccolo Merlin, Hunith lo strinse al petto con la consapevolezza che la sua vita sarebbe cambiata per sempre e che avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere per proteggere suo figlio.
Merlin aveva conosciuto l’amore di sua madre e il suo abbraccio protettivo e ristoratore. Quante volte quelle braccia lo avevano stretto così forte da rimettere insieme i pezzi della sua anima in frantumi durante i periodi bui della sua crescita! In quegli abbracci era racchiuso tutto l’amore del mondo, così tanto amore da raddrizzare la sua anima incrinata e distendere le pieghe della sua mente.
Crescendo, Merlin aveva continuato a beneficiare di quegli abbracci speciali, che sapevano di casa, e quando per la prima volta, dopo essersi trasferito in un’altra città per studiare medicina, si era trovato ad affrontare il primo esame andato male e a perdere il suo migliore amico nello stesso momento, non aveva trovato le braccia di sua madre, di cui tanto avrebbe avuto bisogno per sentirsi meno un fallimento. Aveva passato un’intera serata seduto alla scrivania della sua stanza in affitto, a fissare la parete bianca illuminata solo dall’abatjour sul comodino accanto al suo letto, chiedendosi se avrebbe mai trovato lo stesso conforto nell’abbraccio di qualcun altro.

Quando Arthur era venuto al mondo, sua madre Ygraine non poté vederlo. Insieme a Uther, aveva passato nove mesi a fantasticare su come suo figlio sarebbe stato, se avrebbe avuto gli occhi chiari, i suoi capelli biondi o quelli più scuri di suo padre, lo sguardo fiero, le manine piccole piccole. Aveva passato giornate intere a emozionarsi al pensiero di come sarebbe stato vederlo per la prima volta. Ma quando, mentre spingeva per dare alla luce il piccolo Arthur, sentì le forze abbandonarla e il respiro strozzarsi in gola capì che non lo avrebbe mai visto. Che non avrebbe mai saputo di che colore avesse gli occhi o i capelli, che non avrebbe mai sentito la sua voce né la sua prima parola, sicuramente non “mamma” a questo punto. Mente Ygraine dava la vita a suo figlio, sentiva spegnersi la sua, con la consapevolezza che non avrebbe mai potuto proteggerlo dalla cattiveria del mondo.
Arthur non aveva conosciuto l’amore di una madre, né il suo caldo abbraccio. Tutte le tate che si erano susseguite negli anni della sua crescita non avevano mai potuto rimettere insieme i pezzi della sua anima in frantumi. Nessun abbraccio, men che meno quello di suo padre, gli aveva fatto conoscere l’amore del mondo e aveva sempre dovuto raddrizzare da solo la sua anima incrinata e distendere da solo le pieghe della sua mente.
Crescendo, aveva imparato ad affrontare la realtà a muso duro, ma quando aveva trovato il coraggio di lasciare la facoltà di economia, che suo padre aveva scelto per lui, per iscriversi a legge, avrebbe tanto voluto un abbraccio in cui sparire. Era una colpa così grande voler seguire il proprio cuore? Suo padre non gli parlava da mesi, viveva nella sua stessa casa ma era un fantasma.Un giorno, sfiancato da quel clima di guerra fredda, Arthur aveva passato un’intera serata seduto alla scrivania della sua bella e lussuosa stanza, a fissare la parete bianca illuminata solo dall’abatjour sul comodino accanto al suo letto, chiedendosi se avrebbe mai trovato conforto nell’abbraccio di qualcuno.

Quando Merlin e Arthur si incontrarono per la prima volta nella piccola caffetteria dell’università, capirono istantaneamente che quella che avevano davanti era una persona speciale. Arthur chiese a Merlin se poteva sedersi al suo tavolo, dato che tutti gli altri erano occupati da gruppi di studenti. Merlin aveva risposto di sì con un sorriso gentile ed erano finiti col restare a chiacchierare tutta la mattina, saltando entrambi le lezioni.

Quando Arthur e Merlin si abbracciarono per la prima volta fu un momento magico.
Merlin capì che l’aveva trovato. Aveva trovato quella persona nel cui abbraccio poteva sentire tutto l’amore del mondo, solo per lui. Nell’abbraccio di Arthur, Merlin aveva ritrovato la sua casa e giurò a sé stesso che non avrebbe mai abbandonato quell’abbraccio, per nulla al mondo.
Arthur capì che l’aveva trovato. Aveva trovato quella persona nel cui abbraccio aveva conosciuto per la prima volta tutto l’amore del mondo, solo per lui. Nell’abbraccio di Merlin, Arthur aveva finalmente trovato una casa e giurò a sé stesso che non avrebbe mai abbandonato quell’abbraccio, per nulla al mondo.
  
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