Fandom:
Haikyu
Tipo:
one shot
Personaggi:
Atsumu e Osamu Miya
Rating:
PG-13, verde
Avvertimenti:
Slice of life
PoV: terza
persona
Spoiler:
sì, sull’ultimo film e libro di Harry Potter se qualcuno non lo ha ancora letto
o visto!
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi
Furudate. I personaggi e
gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Un solo cuore, una sola anima
Sbadigliò
sistemandosi semisdraiato sul divano, lanciò un’occhiata annoiata al
televisore, quindi spostò l’attenzione sul fratello che fissava lo schermo
senza quasi battere ciglio.
Osamu non amava particolarmente la saga di Harry Potter,
aveva visto i film, trascinato al cinema da Atsumu che era invece un fan
sfegatato, aveva letto i libri più volte, l’ultimo capitolo lo aveva divorato
in una notte.
“Hanno messo tutti i
film on demand facciamo una maratona” propose con gli occhi brillanti, e lui
non riuscì proprio a dirgli di no, e così ogni sera dopo gli allenamenti
guardavano un film.
Osamu si appisolava di tanto in tanto troppo stanco e poco
interessano.
Un suono lo ridestò
dal suo torpore, sbatté un paio di volte gli occhi, mise a fuoco Atsumu che
singhiozzava.
Si mise a sedere di
scatto posandogli una mano sulla spalla.
“Ehi” lo chiamò
guardando lo schermo dove si susseguivano le scene della battaglia.
“È morto Fred”
Osamu si era commosso fino alle lacrime quando erano andati
a vedere Coco, ma quelli erano singhiozzi disperati e incontrollati gli pareva
una reazione eccessiva. Quando avevano visto “Una tomba per le lucciole” aveva
pianto senza ritegno ed era stato male per giorni, ma non Harry Potter.
Prese il telecomando
e spense la TV nel silenzio che calò i singhiozzi erano ancora più forti.
Un senso di
inquietudine pervase Osamu che attirò Atsumu verso di
sé avvolgendolo in un caldo e rassicurante abbraccio.
“Ehi mi sembra un po’
esagerata come reazione. È solo un film. Lo hai visto mille volte, lo sai che
succede. Conosci le battute a memoria”
Atsumu strinse la
forte la sua maglietta scura, ma i suoi singhiozzi non si placarono.
Pazientemente attese
che si quietasse, ed intanto si arrovellava sul perché di quella assurda
reazione.
Era morto Fred uno
dei gemelli Weasley che, di tutti i personaggi erano quelli che gli stavano
pure più simpatici. Trattenne il fiato folgorato, i gemelli, come loro.
“Sono qui Tsumu, non vado da nessuna parte” mormorò sui suoi capelli.
Lo sentì irrigidirsi: aveva fatto centro.
Gli prese il viso tra
le mani guardandolo negli occhi.
“Vedendo la scena”
spiegò “Ho pensato che se succedesse a me, di perderti, non… non…”
Osamu lo abbracciò ancora, anche i suoi occhi erano lucidi,
quando Atsumu stava male come in quel momento lui empatizzava
provando quasi le stesse emozioni e viceversa era sempre stato così da che
aveva memoria.
Avevano un legame
viscerale che non erano mai riusciti a spiegare, che nessuno riusciva a
comprendere.
Anche se a volte
discutevamo litigavano, una volta erano arrivati addirittura a picchiarsi, ma
poi tornavano sempre l’uno dall’altro. Si riavvicinavamo sempre occhi bassi,
pugni serrati; troppo orgogliosi per cedere per primi, finiva che si parlavano
sopra dicendo le stesse cose, poi scoppiavano a ridere e si abbracciavano.
Erano dei momenti bellissimi.
“Se tu morissi io
non…”
“Ehi, smettila! Non
farti influenzare da uno stupido film” lo rimproverò afferrandolo per le spalle
scuotendolo un po’, voleva che l’angoscia che gli aveva trasmesso si dissipasse
dal suo stomaco.
Ma Atsumu era ancora agitato
ed addolorato i suoi occhi erano pieni di lacrime, se lo strinse addosso.
“Tu cosa faresti?”
Osamu si irrigidì, non voleva neanche pensarci ad una
eventualità del genere. Erano giovani e sani si impedì di pensare ad altri
scenari.
“Tremi” bisbigliò Atsumu
dolente.
Era vero, respirò a
fondo cercando di calmarsi. Doveva essere una serata leggera e si erano
ritrovati tremanti ed in lacrime. Abbracciati sul divano come capitava
raramente.
Atsumu era una parte
della sua anima e del suo cuore sarebbe stato sempre così anche quando
sarebbero cresciuti ed inevitabilmente la vita li avrebbe portati a percorrere
strade diverse, ma non avrebbe mai scisso il legame che esisteva tra loro.
“Andrei avanti”
iniziò con voce contratta “Perché il mondo deve avere almeno uno dei gemelli Miya”
Deglutì a vuoto era
una bugia e Atsumu lo sapeva non poteva ingannarlo, quello bravo a raccontar
balle era lui.
Sarebbe morto di
dolore, ecco la verità, perché non si può vivere senza metà anima, senza metà
cuore.
Si rendeva conto che chi
non aveva un gemello non poteva capire, ma non gli importava. Comprendeva il
turbamento profondo del fratello, perché provava gli stessi sentimenti.
“Andiamo a dormire”
propose non si stupì affatto quando Atsumu si infilò nel suo letto, anche lui
non voleva stargli distante, nonostante dividessero comunque la stanza, ma
quella cosa li aveva turbati profondamente più di quanto entrambi volessero
ammettere a voce alta.
“La prossima volta
scelgo io che maratona fare, va bene?” mormorò nell’oscurità condividendo il calore
con il gemello.
“Forse è meglio” mormorò
assonnato.
“Atsumu” lo chiamò
dopo un po’, un mugugno fu quello che ottenne come risposta.
“Ti voglio bene”
disse piano, sembrava sempre una cosa scontata, ma sentirselo dire a volte leniva
le ferite.
“Ti voglio bene anche
io” rispose sbadigliando “Ora mi lasci dormire?”
“Certo, notte”
sorrise chiudendo gli occhi, Atsumu era più tranquillo, ora, anche lui aveva
smesso di tremare, si lasciò cullare dal respiro quieto del gemello e poco dopo
dormiva profondamente.
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Note dell’autrice
Mi dispiace non avevo
altre storie pronte su di loro e questa langue nel mio pc da un po’ di tempo. Quindi
gliela dedico per il compleanno.
Grazie a chi è
arrivato fino a qui e a voglia di dire la sua.
Alla prossima
Un Kiss
Bombay