Videogiochi > Ratchet & Clank
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Autore: StagTree    13/10/2022    1 recensioni
Scritta per il Writober 2022.
#12 orgoglio: Fa un commento sulla temperatura e alza la visiera per non farla appannare – “Fa un freddo fottuto,” dice, in ultimum.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clank, Ratchet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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accogliendo i miei interessi di bimba e ricordandomi di momenti senza consapevole sofferenza

 

https://www.fanwriter.it/writober-2022/

 

 

 

 

 

  1. orgoglio

 

 

Si sfrega le mani con quel poco di riluttanza che lo dipinge ancora giovane; l’ingenuità di bimbo sperduto l’ha ingoiata da tempo, necessariamente. Fa un commento sulla temperatura e alza la visiera per non farla appannare – “Fa un freddo fottuto,” dice, in ultimum. Ed è vero: Clank non lo sente, perché non può sentirlo, ma per una serie di analisi e calcoli e impulsi elettrici che non capisce, non per davvero, può attestare il fatto, e il fatto è, l’universo vuole, che fa freddo.

“Hai ragione, Ratchet,” gli dice, e fa per porgere una manina all’aria come per testarla e misurarla, ma Clank non è stato creato per essere completo, e il suo è un gesto istintivo, puramente, “Ci sono sette gradi e mezzo sotto zero.”

E poi – e la nebbia lo espande – il silenzio di un pensiero precario, indissolubile: “Ratchet,” ripete con rinnovata urgenza, e lo guarda, farsi calore alle braccia con le mani nei guanti, “I miei dati sulla tua razza non sono completi, ma non penso questa sia la temperatura adatta…”

“Oh, grazie tante,” Ratchet gira gli occhi, “Non ci sarei mai arrivato da solo.”

E’ viscida – la riluttanza, e il bruciore di una giovinezza impregnata nel fuoco – la preoccupazione, l’impotenza, perché se Ratchet non vuole collaborare per l’orgoglio d’esser forte da solo, così com’è, allora viscida rimane, la sensazione di breve panico e paura. Clank ribadisce il suo nome con paternalismo – e magari non lo comprende, non ancora del tutto, come il tono della sua voce crei le più disparate delle reazioni, e nessuna di queste è positiva, non in questo caso – e gli si avvicina con cautela.

Ratchet chiede, “Mi stai scannerizzando?” e sembra quasi incredulo; e Clank risponde, “Non esattamente,” fisso e in piedi, “Sto determinando la tua temperatura corporea.”

“Oh, meno male, adesso sì che non è per niente inquietante.”

“Ratchet,” ancora, “Dovremmo andarcene. La mancanza di equipaggiamento adatto rende la missione fallimentare.”

“E’ della missione che ti preoccupi, eh?”

Riluttanza, “No,” e l’orgoglio giovane che brucia irrecuperabile; “La neve permea nella tua tuta, e rischi l’ipotermia. Torniamo indietro.”

“No,” gli viene detto, e Ratchet si alza, “Muoverò le dita così non mi si congelano, okay? Contento? Non possiamo tornare indietro a mani vuote.”

“Nessuno penserà che sei un codardo, Ratchet.”

Giovinezza, nascosta nell’ombra delle responsabilità e del giudizio. L’ha mandata giù – da tempo, Clank lo sa – ma è sempre lì, e brilla, a volte, e la luce nei suoi occhi lo dimostra. Ci mette un attimo a rispondere: Ratchet si gratta con un dito lo spazio tra il naso e la bocca, e non lo guarda negli occhi quando parla. Semplicemente gli dice, “Andiamo,” e Clank si affida al suo istinto di sopravvivenza; congelare vivi non è il metodo più indolore per uccidersi, di questo è sicuro.

 

  
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