La cabine des
baisers.
As
always, suggerimento musicale per voi qui.
Se
c’era una cosa che
André aveva imparato nella sua breve vita, quella cosa era
che non doveva mai e
poi mai farsi coinvolgere da Alain nelle sue bravate. Eppure, non si
sapeva
spiegare come, ci finiva dentro con tutte le scarpe anche senza volerlo.
Questa volta la
fregatura
era stata a dir poco magistrale e a tratti nemmeno se ne era quasi
accorto. Era
successo di fretta, veloce e indolore come lo strappo di un cerotto.
Era un
tranquillo venerdì mattina e aveva preso posto al suo banco,
come sempre,
tirando fuori il quaderno da cui avrebbe ripetuto. Avevano sempre
più cose da
studiare e memorizzare, quindi ogni minuto era buono per ripetere. Non
aveva
nemmeno fatto in tempo a iniziare a leggere il paragrafo che la sacca
degli
allenamenti di Alain si era materializzata sui suoi appunti.
Un Devi
aiutarmi pronunciato
più come un ordine gli aveva fatto alzare il sopracciglio al
di sopra degli
occhiali. Non se ne parla proprio. Il tutto
accompagnato dal tonfo della
sacca finita malamente per terra mentre la boccaccia di Alain si
spalancava
indignata. André sapeva fin troppo bene cosa sarebbe
successo di lì a pochi
secondi, ma non aveva la forza mentale per poter intraprendere una
conversazione di quel tipo con Alain, quindi lo avrebbe semplicemente
ignorato.
Io sono tuo
amico, gli
amici si vedono nel momento del bisogno… E bla, bla,
bla… Ti
offro la mia merenda quando hai fame, ti do da bere quando hai
sete…
Ma se mi rubi la
merenda
che mi prepara mia nonna ogni volta che puoi?
Pessima mossa,
la lagna
drammatica aveva continuato con più enfasi, con
più mimica. Si era seduto con
fare misero e tapino al suo fianco, investendolo di parole e scenari
apocalittici. Aveva scollegato le sue orecchie dal cervello, ma il
rumore che
il suo amico generava non gli permetteva di concentrarsi adeguatamente.
Esasperato dopo
aver
letto la stessa frase per la sesta volta di fila senza averla compresa
un sospiro
esasperato gli era sfuggito dalle labbra.
Va bene, va
bene. Ho capito,
ti prego, smettila. Ti aiuterò, ma per favore dacci un
taglio.
Così,
lo sventurato
rispose.
Sventurato,
esatto, la
parola corretta era proprio quella, perché in fin dei conti
non aveva capito
perfettamente in che guazzabuglio si stava andando ad impelagare. Erano
passati
diversi giorni dalla drammatica entrata di scena di Alain, e
André era quasi in
procinto di dimenticarsene, quando un giorno la sua sventura
tornò a fargli
visita.
Eccoti qui,
proprio te cercavo!
Vieni, è il tuo turno!
Non aveva fatto
in tempo
a domandare di cosa stessero parlando che si era ritrovato agguantato
per il
braccio e trascinato per i corridoi della scuola.
Ma si
può sapere che cosa
vuoi, Alain?
Ehi, avevi
promesso di
aiutarmi, non puoi mica rimangiarti la parola.
Avevano percorso
alcuni
metri, quando un verso di sgomento era sfuggito dalla bocca del ragazzo
davanti
alla magnifica idea di Alain.
Lo so, sono un
genio.
Stai scherzando
spero.
Un paio di
sopracciglia
aggrottate e il suo broncio solito lo fulminarono. Ehi,
quest’idea ci sta
fruttando un sacco di soldi, cosa che a noi servono, te ne sei
dimenticato? Il club
di scherma è senza un centesimo e dobbiamo autofinanziarci.
Prostituendoci? Aveva
esclamato al limite della pazienza, indicando il banchetto in legno
posto
davanti a loro, ma soprattutto lo striscione che candidamente recitava La
cabine des baisers
Alain
agitò una mano
davanti al viso. Come sei drammatico. Non solo ho avuto
un’idea strepitosa
con poco lavoro da fare e un guadagno stratosferico, ma hai anche il
coraggio
di lamentarti.
Aveva anche il
coraggio
di vantarsi, quell’idiota! Da quando era iniziato
l’anno scolastico era stato
loro comunicato che non c’erano abbastanza fondi per il club
di scherma e che
se avessero voluto continuare a tirare con la spada avrebbero dovuto
guadagnarsi
loro il denaro e autofinanziarsi.
Oscar, il loro
capitano e
sua cara amica (nonché sua cotta dalla tenera età
di sette anni), aveva
proposto immediatamente di guadagnare soldi attraverso le ripetizioni
ai ragazzi
più piccoli. Idea che effettivamente avrebbe fruttato un bel
gruzzolo, ma a
quanto pare Alain non era dello stesso avviso.
A insaputa di
Oscar lui e
gli altri ragazzi della squadra avevano costruito questo stand,
facendosi pagare
un bacio dalle ragazze (o ragazzi) che decidevano di donare una quota
per la
loro causa.
E quanto avreste
guadagnato, sentiamo.
Alain
frugò nei suoi
pantaloni e tirò fuori soddisfatto un bel po’ di
soldi, sventolandoli con aria
trionfante davanti agli occhi verdi sgranati del ragazzo.
Come vedi, mio
caro
amico, stiamo guadagnando un bel gruzzolo, quindi… Lo
afferrò per le spalle, spingendolo velocemente dietro il
bancone Tu adesso
ti metti qui e ti limoni anche la professoressa DuBarry se necessario.
Una smorfia
disgustata si
dipinse sul viso di André, ma Alain non lo notò,
perché la sua attenzione venne
catturata da una figura che si avvicinava a grandi falcate al loro
stand. Sai,
penso che adesso ci faremo un sacco di soldi… Si
posizionò davanti al
bancone lasciando André perplesso per qualche istante.
Che cosa state
facendo.
La voce decisa
di Oscar
interruppe il flusso di pensieri di André che si era
appoggiato pigramente sul
tavolo. Vide i suoi occhi limpidi e azzurri trapassarlo da parte a
parte e per
un attimo si sentì sprofondare dalla vergogna. Oscar sapeva
essere molto rigida
e inflessibile su certi argomenti, poteva sentire la sua voce
rimbombare nelle
orecchie. Ti fai coinvolgere in queste cose André?
Ti dovresti vergognare! Teneva
troppo al parere di Oscar e sapere che lei disapprovava gli faceva
avvampare le
guance per il disagio.
Buongiorno
capitano, raccogliamo
fondi per la squadra, no? Il sorriso
sornione di Alain davanti
all’espressione seria della ragazza era qualcosa di
straordinario. Riusciva a
tenerle testa e a prenderla in giro come nessuno mai era riuscito a
fare. Lei gli
aveva soffiato per un pelo la carica di capitano dopo un lungo duello
agguerrito e nonostante lui la rispettasse e ammirasse non poteva
cogliere la
palla al balzo ogni qual volta poteva prenderla in giro.
Avevamo
concordato altri
modi, cos’è questa stupidaggine? Si
voltò verso lo stand
André, perché non me lo hai detto?
Il ragazzo si
sentì
morire dentro, sperando di profondare in una voragine al centro della
terra. Averla
delusa lo faceva sentire uno schifo. Si conoscevano da sempre e lei era
una
delle persone più importanti nella sua vita.
Non aveva
nemmeno fatto
in tempo a risponderle che Alain era già partito. No
capitano, André non
sapeva nulla l’ho costretto io. Ci serve uno che ci faccia
fare un sacco di
soldi. Le fece l’occhiolino indicando
l’altro. E Grandier di sicuro ci
farà guadagnare un sacco visto il numero di ammiratrici che
ha.
La stava
palesemente
provocando e André se ne stava rendendo conto. Alain sapeva
del suo amore per
Oscar, eppure per qualche strano motivo la voleva far innervosire, ma
lei non
gli diede corda.
Fate quello che
volete,
basta che non vi ficcate nei guai.
Li
liquidò velocemente,
senza nemmeno salutarli, allontanandosi dallo stand abbastanza in
fretta. Non aveva
voglia di litigare, tantomeno farsi prendere in giro da quel buffone
che si
ritrovava come co-capitano.
Ma come? Vai
via,
capitano? Scortese da parte tua.
André
lo guardò confuso. A
che gioco stava giocando quell’idiota? Erano stati benedetti
che Oscar aveva
deciso di lasciarli fare e di lavarsene le mani, per quale diavolo di
motivo
voleva inimicarsela?
La vide
bloccarsi in
mezzo al corridoio senza voltarsi. Brutto segnale. André
si aggiustò gli
occhiali sul naso fiutando il pericolo. Oscar aveva una pessima
gestione della
rabbia e tendeva ad esplodere come un fiume in piena. Non si calmava
facilmente
e sfogava la sua frustrazione nello sport o spesso a fare a pugni con
il primo
malcapitato che trovava (che puntualmente era sempre André).
Siamo senza un
soldo;
eppure, il nostro capitano non si degna nemmeno di aiutarci. Lo
sappiamo tutti
che sei una ragazzina ricca sfondata, ma non fai nulla per i tuoi
compagni.
Quello che
accadde poco
dopo fu talmente veloce che André non ebbe nemmeno il tempo
di processarlo. Oscar
si era voltata di scatto, piena di rabbia, e in poche falcate aveva
raggiunto
Alain, sbattendo violentemente una mano sul bancone.
Vi avevo detto
di seguire
le mie indicazioni, io sto contribuendo col piano che avevamo
concordato.
E con
così poco vuoi contribuire?
Bel capitano!
L’ultima
frase la fece
spazientire enormemente. Se c’era una cosa che Oscar
detestava era l’essere
classificata come una ragazzina ricca e viziata che non si preoccupava
degli
altri. André conosceva l’anima di Oscar, la sua
generosità e la sua gentilezza
e non aveva idea di dove volesse andare a parare Alain.
La stava
provocando
incessantemente, ma a che pro? Lei tirò fuori una banconota
dal valore superiore
dell’offerta minima e la lanciò sgraziatamente
verso André, ma venne immediatamente
intercettata dalla manona di Alain che la afferrò.
Se la
rigirò fra le mani,
lanciando un fischio.
Bene, bene, bene
capitano.
Questo sì che è un contributo! Ehi, dove stai
andando?
Cos’altro
vuoi, Alain?
La
guardò con teatralità,
indicando poi il ragazzo accanto a lui.
Devi baciarlo
capitano,
no? Non hai capito il gioco? Tu paghi, lui ti bacia, chiaro, no?
André
sgranò gli occhi in
preda al panico. Si sarebbe aspettato di tutto, ma non questo.
Ma che dici,
Alain?
Stai zitto
André. Si
voltò di nuovo verso Oscar che li guardava con aria
perplessa O hai forse
paura?
Lei lo
ignorò,
avvicinandosi al tavolo e guardando André dritto negli occhi.
Va bene.
Coraggio André,
avvicinati.
Cosa? No,
assolutamente
no. Rispose
con foga, forse troppa, perché le sue guance erano diventate
rosse come il
fuoco e le sopracciglia chiare di Oscar si erano incurvate dubbiose
davanti
alla risposta negativa di lui.
Siamo amici,
è solo un
bacio. Così questo impiastro si leva dai piedi. Sentenziò,
lanciando uno sguardo truce ad Alain che ora ammirava la sua banconota
in
controluce ignorandoli bellamente.
Forse per lei
era solo un
bacio, lui sapeva cosa provava. Non sapeva dire con precisione quando
si era
innamorato di lei, o se lo era sempre stato. Il suo cuore batteva forte
ogni
qual volta lei lo toccasse, bramava sempre più tempo con lei
e i suoi sogni
erano popolati dai suoi lunghissimi capelli biondi e dai suoi magnifici
occhi
azzurri. Non aveva un carattere facile, non lo aveva mai avuto, ma
aveva delle
doti che pochi potevano vantare. Prima fra tutti la sua
onestà e franchezza d’animo,
ma avrebbe potuto elencarne altre mille, ai suoi occhi lei era sempre
perfetta,
nonostante i difetti.
Annuì
leggermente,
sporgendosi verso di lei e chiudendo gli occhi. Non aveva mai baciato
nessuno
prima, ma non avrebbe mai potuto confessarlo ad Alain, sarebbe stato
come costruirsi
da solo la propria fossa. Non aveva idea di cosa fare, o meglio,
teoricamente
lo sapeva, nello spogliatoio i ragazzi parlavano solo di questo o di
cose più
spinte, facendolo sentire un povero sfigato, ma praticamente non ne
aveva idea.
Non fece in
tempo a crogiolarsi
nei suoi pensieri che qualcosa di tiepido e morbido si posò
sulla sua bocca. Fu
come una scarica di brividi lungo tutta la schiena, il profumo di Oscar
così
intenso e senza nemmeno accorgersene inclinò leggermente il
capo mentre lei
seguiva il suo esempio. Le sue labbra erano morbidissime,
più di come le aveva
sempre immaginate, e si muovevano con le sue come se si conoscessero da
sempre.
Tutti dicevano
che il
primo bacio avrebbe fatto schifo, ma allora perché lui si
sentiva così leggero
ed euforico? Non seppe quantificare quanto tempo era passato. Secondi?
Minuti? Non
ne aveva idea. La sentì allontanarsi da lui e quel freddo
improvviso lo riportò
di botto alla realtà come una secchiata d’acqua
gelata. Aprì gli occhi e la
vide davanti a sé, a poca distanza dal suo viso. Il viso
leggermente colorato
di un tenue porpora, e gli occhi azzurri così brillanti e
grandi con una
espressione che non aveva mai visto prima.
Bene capitano,
direi che
io posso andare, il mio lavoro qua è concluso. Annunciò
Alain, ricordando ad entrambi la sua presenza. Si voltarono
all’unisono mentre
lui se la rideva sotto i baffi. Quei due erano veramente due stupidi
innamorati, possibile che fossero così ciechi? Si era fatta
incastrare con così
poco e si era pure prestata pensando di uscirne indenne. Possibile che
lei
fosse così tonta?
Alla fine, era
solo un
bacio, no?
Alain
sghignazzò
allontanandosi, pensando che quello, molto probabilmente, sarebbe stato
il
primo di una lunga serie.
Ciao a tutt*!
Buon Halloween e
buon
ponte a chi se lo può godere. Avevo questa ideuccia da
diverso tempo, ma non
avevo mai un finale che mi soddisfacesse.
Ovviamente
è tutto molto
AU e molto OOC, ma ormai mi conoscete, same old me, ma vi
stupirò dicendovi che
sto lavorando su una shot ambientata nel canon. Shock. (Lo so, ha
scioccato
anche me).
In ogni caso,
spero che
questa piccola AU vi sia piaciuta, io ho un debole per quelle a scuola,
quindi
ammetto che mi piace proprio l’idea che Oscar e
André provassero il loro primo
bacio alla tenera età di diciassette anni.
Vi ringrazio se
avete
letto fin qui e come sempre se avete qualche commento o critica io vi
ascolto
volentieri.
Un bacino
Flitwick