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Autore: Flitwick    30/10/2022    10 recensioni
"Ehi, quest’idea ci sta fruttando un sacco di soldi, cosa che a noi servono, te ne sei dimenticato? Il club di scherma è senza un centesimo e dobbiamo autofinanziarci."
"Prostituendoci?"
"Come sei drammatico."

{ Modern!AU School!AU }
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La cabine des baisers.

 

 

As always, suggerimento musicale per voi qui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se c’era una cosa che André aveva imparato nella sua breve vita, quella cosa era che non doveva mai e poi mai farsi coinvolgere da Alain nelle sue bravate. Eppure, non si sapeva spiegare come, ci finiva dentro con tutte le scarpe anche senza volerlo.

Questa volta la fregatura era stata a dir poco magistrale e a tratti nemmeno se ne era quasi accorto. Era successo di fretta, veloce e indolore come lo strappo di un cerotto. Era un tranquillo venerdì mattina e aveva preso posto al suo banco, come sempre, tirando fuori il quaderno da cui avrebbe ripetuto. Avevano sempre più cose da studiare e memorizzare, quindi ogni minuto era buono per ripetere. Non aveva nemmeno fatto in tempo a iniziare a leggere il paragrafo che la sacca degli allenamenti di Alain si era materializzata sui suoi appunti.

Un Devi aiutarmi pronunciato più come un ordine gli aveva fatto alzare il sopracciglio al di sopra degli occhiali. Non se ne parla proprio. Il tutto accompagnato dal tonfo della sacca finita malamente per terra mentre la boccaccia di Alain si spalancava indignata. André sapeva fin troppo bene cosa sarebbe successo di lì a pochi secondi, ma non aveva la forza mentale per poter intraprendere una conversazione di quel tipo con Alain, quindi lo avrebbe semplicemente ignorato.

Io sono tuo amico, gli amici si vedono nel momento del bisogno… E bla, bla, bla… Ti offro la mia merenda quando hai fame, ti do da bere quando hai sete…

Ma se mi rubi la merenda che mi prepara mia nonna ogni volta che puoi?

Pessima mossa, la lagna drammatica aveva continuato con più enfasi, con più mimica. Si era seduto con fare misero e tapino al suo fianco, investendolo di parole e scenari apocalittici. Aveva scollegato le sue orecchie dal cervello, ma il rumore che il suo amico generava non gli permetteva di concentrarsi adeguatamente.

Esasperato dopo aver letto la stessa frase per la sesta volta di fila senza averla compresa un sospiro esasperato gli era sfuggito dalle labbra.

Va bene, va bene. Ho capito, ti prego, smettila. Ti aiuterò, ma per favore dacci un taglio.

Così, lo sventurato rispose.

 

Sventurato, esatto, la parola corretta era proprio quella, perché in fin dei conti non aveva capito perfettamente in che guazzabuglio si stava andando ad impelagare. Erano passati diversi giorni dalla drammatica entrata di scena di Alain, e André era quasi in procinto di dimenticarsene, quando un giorno la sua sventura tornò a fargli visita.

Eccoti qui, proprio te cercavo! Vieni, è il tuo turno!

Non aveva fatto in tempo a domandare di cosa stessero parlando che si era ritrovato agguantato per il braccio e trascinato per i corridoi della scuola.

Ma si può sapere che cosa vuoi, Alain?

Ehi, avevi promesso di aiutarmi, non puoi mica rimangiarti la parola.

 

Avevano percorso alcuni metri, quando un verso di sgomento era sfuggito dalla bocca del ragazzo davanti alla magnifica idea di Alain.

Lo so, sono un genio.

Stai scherzando spero.

Un paio di sopracciglia aggrottate e il suo broncio solito lo fulminarono. Ehi, quest’idea ci sta fruttando un sacco di soldi, cosa che a noi servono, te ne sei dimenticato? Il club di scherma è senza un centesimo e dobbiamo autofinanziarci.

Prostituendoci? Aveva esclamato al limite della pazienza, indicando il banchetto in legno posto davanti a loro, ma soprattutto lo striscione che candidamente recitava La cabine des baisers

Alain agitò una mano davanti al viso. Come sei drammatico. Non solo ho avuto un’idea strepitosa con poco lavoro da fare e un guadagno stratosferico, ma hai anche il coraggio di lamentarti.

Aveva anche il coraggio di vantarsi, quell’idiota! Da quando era iniziato l’anno scolastico era stato loro comunicato che non c’erano abbastanza fondi per il club di scherma e che se avessero voluto continuare a tirare con la spada avrebbero dovuto guadagnarsi loro il denaro e autofinanziarsi.

Oscar, il loro capitano e sua cara amica (nonché sua cotta dalla tenera età di sette anni), aveva proposto immediatamente di guadagnare soldi attraverso le ripetizioni ai ragazzi più piccoli. Idea che effettivamente avrebbe fruttato un bel gruzzolo, ma a quanto pare Alain non era dello stesso avviso.

A insaputa di Oscar lui e gli altri ragazzi della squadra avevano costruito questo stand, facendosi pagare un bacio dalle ragazze (o ragazzi) che decidevano di donare una quota per la loro causa.

E quanto avreste guadagnato, sentiamo.

Alain frugò nei suoi pantaloni e tirò fuori soddisfatto un bel po’ di soldi, sventolandoli con aria trionfante davanti agli occhi verdi sgranati del ragazzo.

Come vedi, mio caro amico, stiamo guadagnando un bel gruzzolo, quindi… Lo afferrò per le spalle, spingendolo velocemente dietro il bancone Tu adesso ti metti qui e ti limoni anche la professoressa DuBarry se necessario.

Una smorfia disgustata si dipinse sul viso di André, ma Alain non lo notò, perché la sua attenzione venne catturata da una figura che si avvicinava a grandi falcate al loro stand. Sai, penso che adesso ci faremo un sacco di soldi… Si posizionò davanti al bancone lasciando André perplesso per qualche istante.

Che cosa state facendo.

La voce decisa di Oscar interruppe il flusso di pensieri di André che si era appoggiato pigramente sul tavolo. Vide i suoi occhi limpidi e azzurri trapassarlo da parte a parte e per un attimo si sentì sprofondare dalla vergogna. Oscar sapeva essere molto rigida e inflessibile su certi argomenti, poteva sentire la sua voce rimbombare nelle orecchie. Ti fai coinvolgere in queste cose André? Ti dovresti vergognare! Teneva troppo al parere di Oscar e sapere che lei disapprovava gli faceva avvampare le guance per il disagio.

Buongiorno capitano, raccogliamo fondi per la squadra, no? Il sorriso sornione di Alain davanti all’espressione seria della ragazza era qualcosa di straordinario. Riusciva a tenerle testa e a prenderla in giro come nessuno mai era riuscito a fare. Lei gli aveva soffiato per un pelo la carica di capitano dopo un lungo duello agguerrito e nonostante lui la rispettasse e ammirasse non poteva cogliere la palla al balzo ogni qual volta poteva prenderla in giro.

Avevamo concordato altri modi, cos’è questa stupidaggine? Si voltò verso lo stand André, perché non me lo hai detto?

Il ragazzo si sentì morire dentro, sperando di profondare in una voragine al centro della terra. Averla delusa lo faceva sentire uno schifo. Si conoscevano da sempre e lei era una delle persone più importanti nella sua vita.

Non aveva nemmeno fatto in tempo a risponderle che Alain era già partito. No capitano, André non sapeva nulla l’ho costretto io. Ci serve uno che ci faccia fare un sacco di soldi. Le fece l’occhiolino indicando l’altro. E Grandier di sicuro ci farà guadagnare un sacco visto il numero di ammiratrici che ha.

La stava palesemente provocando e André se ne stava rendendo conto. Alain sapeva del suo amore per Oscar, eppure per qualche strano motivo la voleva far innervosire, ma lei non gli diede corda.

Fate quello che volete, basta che non vi ficcate nei guai.

Li liquidò velocemente, senza nemmeno salutarli, allontanandosi dallo stand abbastanza in fretta. Non aveva voglia di litigare, tantomeno farsi prendere in giro da quel buffone che si ritrovava come co-capitano.

Ma come? Vai via, capitano? Scortese da parte tua.

André lo guardò confuso. A che gioco stava giocando quell’idiota? Erano stati benedetti che Oscar aveva deciso di lasciarli fare e di lavarsene le mani, per quale diavolo di motivo voleva inimicarsela?

La vide bloccarsi in mezzo al corridoio senza voltarsi. Brutto segnale. André si aggiustò gli occhiali sul naso fiutando il pericolo. Oscar aveva una pessima gestione della rabbia e tendeva ad esplodere come un fiume in piena. Non si calmava facilmente e sfogava la sua frustrazione nello sport o spesso a fare a pugni con il primo malcapitato che trovava (che puntualmente era sempre André).

Siamo senza un soldo; eppure, il nostro capitano non si degna nemmeno di aiutarci. Lo sappiamo tutti che sei una ragazzina ricca sfondata, ma non fai nulla per i tuoi compagni.

Quello che accadde poco dopo fu talmente veloce che André non ebbe nemmeno il tempo di processarlo. Oscar si era voltata di scatto, piena di rabbia, e in poche falcate aveva raggiunto Alain, sbattendo violentemente una mano sul bancone.

Vi avevo detto di seguire le mie indicazioni, io sto contribuendo col piano che avevamo concordato.

E con così poco vuoi contribuire? Bel capitano!

L’ultima frase la fece spazientire enormemente. Se c’era una cosa che Oscar detestava era l’essere classificata come una ragazzina ricca e viziata che non si preoccupava degli altri. André conosceva l’anima di Oscar, la sua generosità e la sua gentilezza e non aveva idea di dove volesse andare a parare Alain.

La stava provocando incessantemente, ma a che pro? Lei tirò fuori una banconota dal valore superiore dell’offerta minima e la lanciò sgraziatamente verso André, ma venne immediatamente intercettata dalla manona di Alain che la afferrò.

Se la rigirò fra le mani, lanciando un fischio.

Bene, bene, bene capitano. Questo sì che è un contributo! Ehi, dove stai andando?

Cos’altro vuoi, Alain?

La guardò con teatralità, indicando poi il ragazzo accanto a lui.

Devi baciarlo capitano, no? Non hai capito il gioco? Tu paghi, lui ti bacia, chiaro, no?

André sgranò gli occhi in preda al panico. Si sarebbe aspettato di tutto, ma non questo.

Ma che dici, Alain?

Stai zitto André. Si voltò di nuovo verso Oscar che li guardava con aria perplessa O hai forse paura?

Lei lo ignorò, avvicinandosi al tavolo e guardando André dritto negli occhi.

Va bene. Coraggio André, avvicinati.

Cosa? No, assolutamente no. Rispose con foga, forse troppa, perché le sue guance erano diventate rosse come il fuoco e le sopracciglia chiare di Oscar si erano incurvate dubbiose davanti alla risposta negativa di lui.

Siamo amici, è solo un bacio. Così questo impiastro si leva dai piedi. Sentenziò, lanciando uno sguardo truce ad Alain che ora ammirava la sua banconota in controluce ignorandoli bellamente.

Forse per lei era solo un bacio, lui sapeva cosa provava. Non sapeva dire con precisione quando si era innamorato di lei, o se lo era sempre stato. Il suo cuore batteva forte ogni qual volta lei lo toccasse, bramava sempre più tempo con lei e i suoi sogni erano popolati dai suoi lunghissimi capelli biondi e dai suoi magnifici occhi azzurri. Non aveva un carattere facile, non lo aveva mai avuto, ma aveva delle doti che pochi potevano vantare. Prima fra tutti la sua onestà e franchezza d’animo, ma avrebbe potuto elencarne altre mille, ai suoi occhi lei era sempre perfetta, nonostante i difetti.

Annuì leggermente, sporgendosi verso di lei e chiudendo gli occhi. Non aveva mai baciato nessuno prima, ma non avrebbe mai potuto confessarlo ad Alain, sarebbe stato come costruirsi da solo la propria fossa. Non aveva idea di cosa fare, o meglio, teoricamente lo sapeva, nello spogliatoio i ragazzi parlavano solo di questo o di cose più spinte, facendolo sentire un povero sfigato, ma praticamente non ne aveva idea.

Non fece in tempo a crogiolarsi nei suoi pensieri che qualcosa di tiepido e morbido si posò sulla sua bocca. Fu come una scarica di brividi lungo tutta la schiena, il profumo di Oscar così intenso e senza nemmeno accorgersene inclinò leggermente il capo mentre lei seguiva il suo esempio. Le sue labbra erano morbidissime, più di come le aveva sempre immaginate, e si muovevano con le sue come se si conoscessero da sempre.

Tutti dicevano che il primo bacio avrebbe fatto schifo, ma allora perché lui si sentiva così leggero ed euforico? Non seppe quantificare quanto tempo era passato. Secondi? Minuti? Non ne aveva idea. La sentì allontanarsi da lui e quel freddo improvviso lo riportò di botto alla realtà come una secchiata d’acqua gelata. Aprì gli occhi e la vide davanti a sé, a poca distanza dal suo viso. Il viso leggermente colorato di un tenue porpora, e gli occhi azzurri così brillanti e grandi con una espressione che non aveva mai visto prima.

Bene capitano, direi che io posso andare, il mio lavoro qua è concluso. Annunciò Alain, ricordando ad entrambi la sua presenza. Si voltarono all’unisono mentre lui se la rideva sotto i baffi. Quei due erano veramente due stupidi innamorati, possibile che fossero così ciechi? Si era fatta incastrare con così poco e si era pure prestata pensando di uscirne indenne. Possibile che lei fosse così tonta?  

Alla fine, era solo un bacio, no?

Alain sghignazzò allontanandosi, pensando che quello, molto probabilmente, sarebbe stato il primo di una lunga serie.

 

 

 

 

 

Ciao a tutt*!

Buon Halloween e buon ponte a chi se lo può godere. Avevo questa ideuccia da diverso tempo, ma non avevo mai un finale che mi soddisfacesse.

Ovviamente è tutto molto AU e molto OOC, ma ormai mi conoscete, same old me, ma vi stupirò dicendovi che sto lavorando su una shot ambientata nel canon. Shock. (Lo so, ha scioccato anche me).

In ogni caso, spero che questa piccola AU vi sia piaciuta, io ho un debole per quelle a scuola, quindi ammetto che mi piace proprio l’idea che Oscar e André provassero il loro primo bacio alla tenera età di diciassette anni.

Vi ringrazio se avete letto fin qui e come sempre se avete qualche commento o critica io vi ascolto volentieri.

Un bacino

Flitwick

 

 

 

  
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