01/11/2022
3 recensioniNo, Capitano
Levi entra nella sua stanza senza bussare. Anzi, si potrebbe dire che vi fa irruzione, più che entrare: spalanca la porta con un gran tonfo e si precipita dentro ad ampie falcate, senza neanche prendersi la briga di chiuderla alle sue spalle.
Se Eren fosse stato in grado di dormire, sicuramente tutto quel rumore l’avrebbe svegliato.
Ma Eren non dorme, anche se darebbe qualsiasi cosa per poter riposare un po’. Il suo corpo sbuffa e fuma come un vecchio pentolone mentre le ferite si rimarginano e le appendici ricrescono; ha la fronte sudata e brividi che lo scuotono dalla testa ai… beh, insomma. Che lo scuotono fin dove i suoi arti arrivano al momento.
E fa male. Fa così male che riesce a stento a mascherare i lamenti in deboli sospiri.
E fa male. Fa così male che riesce a stento a mascherare i lamenti in deboli sospiri.
Levi è in piedi accanto al suo letto prima che possa rendersene conto. Non fa in tempo a darsi un contegno, né a coprirsi un po’ di più.
“Che cazzo ti ha fatto Hange stavolta?”
Eren deglutisce rumorosamente. Meno male che la lingua è già ricresciuta, così almeno può dargli una risposta comprensibile.
“I soliti… Ehm,” si schiarisce la gola, cercando di smettere di biascicare. “I soliti esperimenti, Capitano.”
Levi sbuffa un lungo respiro dal naso. Poi prende la sedia della scrivania e la trascina accanto al letto.
Eren stringe forte le palpebre. Lo stridio del legno sulla pietra del pavimento gli fa scoppiare la testa. Si tapperebbe le orecchie se… beh. Se al momento avesse le mani.
La sua patetica vita sarebbe dolorosamente imbarazzante se non fosse già impegnata ad essere così semplicemente dolorosa.
“Eren, è ora di cambiare musica. Anche se Hange è un tuo superiore devi imparare a dire no. Non ti puoi far conciare così ogni volta.” La sua voce è dura, ma il suo sguardo è in qualche modo gentile. Le due cose stridono quasi più del legno contro la pietra; ma è un rumore bello, quasi rassicurante. Eren ne è profondamente grato e annuisce.
“Ogni fottuto giorno non so con quale moncherino avrò a che fare. Non riesco neanche ad addestrarti se ti fai ridurre in questo stato pietoso.”
“Sí Capitano!”
“Ecco appunto.” Levi rotea gli occhi al cielo, “Non hai capito proprio un cazzo di niente come al solito. Mi raccomando, fai così anche con Hange così domani non avrò neanche più una testa a cui parlare.”
Poi tira fuori un fazzoletto dalla tasca della giacca e, con una delicatezza che non c’entra niente con lo sguardo furioso che gli sta rivolgendo, inizia ad asciugare le gocce di sudore che gli imperlano la fronte.
Eren chiude gli occhi. Quel tocco delicato gli riporta alla mente ricordi lontani e tenerezze dimenticate. L’immagine di Carla che gli appare dietro alle palpebre fa più male di tutto il resto. Senza che possa fare niente per impedirlo, le lacrime si accumulano fino a superare la barriera delle ciglia.
Quando ricomincia a parlare, il tono di Levi è in qualche modo meno aspro.
“Ti fa molto male?”
“No, Capitano.”
“Troppo per dormire?”
“No, Capitano.”
“Mi stai dicendo stronzate?”
“No, Capitano.”
Levi sospira. Il fazzoletto si sposta sulla guancia, asciuga via la scia salata delle sue lacrime.
“Vuoi che me ne vada?”
Eren sospira. Riapre gli occhi e li fissa nei suoi.
“…No, Capitano.”
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Grazie drisinil per avermi costretto a partecipare alla challenge. Ammetto che avevo un po' paura che qualcuno mi taggasse perchè ieri non era proprio giornata, ma nonostante tutto sono contenta di aver partecipato e di essere riuscita a scrivere qualcosa sul tuo prompt! 🥰
Grazie come sempre a Snehvide per le fantastiche challenge che organizza!
Grazie drisinil per avermi costretto a partecipare alla challenge. Ammetto che avevo un po' paura che qualcuno mi taggasse perchè ieri non era proprio giornata, ma nonostante tutto sono contenta di aver partecipato e di essere riuscita a scrivere qualcosa sul tuo prompt! 🥰
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