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Autore: Huffelglee2599    03/11/2022    0 recensioni
Buongiorno a tutti! Dopo un discreto periodo di attesa sono ritornata con la seconda storia legata al mondo di Harry Potter!
In questo racconto, dal tono quasi transitorio, Santana, Brittany e Quinn, devono affrontare la venuta di una silenziosa minaccia che porterà con sé una considerevole ondata di panico tra le mura del castello di Hogwarts, in particolare nel cuore di Brittany..
Spero vi piaccia e buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Covo Nascosto (Parte 1)


Il sommesso distendere della arcuata schiena di Santana, in un lento e moderato innalzare del suo busto, cedette alle oscure sfumature delle sue iridi una ulteriore occasione di vagliare con rigoroso interesse la gravosa situazione dinnanzi a lei, alla ennesima ricerca del fiorire di una necessaria idea a cui affidare la sua mente.
Tuttavia, la sagacia del suo intelletto non sembrava essere in grado di formulare nemmeno la parte iniziale di una ragionevole congettura, alquanto distratta dal considerevole numero di ragni di cui il melmoso baratro dello stagno era stato testimone della loro interminabile fuoriuscita.
Invero, il limaccioso terriccio, adiacente al sudicio specchio di fanghiglia, vantava la presenza di una cospicua colonia di minuti aracnidi, la stessa tipologia di inconsueta piccolezza a cui lo sguardo della giovane Serpeverde aveva destinato la sua attenzione tra le mura del castello, le cui esigue zampette non facevano altro che punzecchiare la paludosa area circostante, in un graduale espandere del loro calmo e regolare progredire.
Inoltre, la componente genealogica del florido lignaggio degli Argyroneta decantava la consistente partecipazione di una notevole categoria di abnormi ragni, la cui distanza dal suolo, in relazione alla estrema punta del relativo capo, avrebbe potuto raggiungere senza alcuna difficoltà la stessa altezza delle due ragazzine, insinuando un debole barlume di preoccupante tensione nel risentito animo di Santana.
Di conseguenza, mentre la concentrazione della turbata tenebra dei suoi occhi rivolgeva la direzione del suo accennato timore verso la sua sinistra, dove sostava la rannicchiata figura della babbana, le cui azzurre venature erano sospese ad indugiare sulla ostica circostanza di fronte a lei, attraversate dal riflesso di una evidente condizione di angoscia, le dischiuse labbra della Serpeverde fremettero, accarezzate dal tenue abbandono di un fievole sospiro di inquieta apprensione.
Per un fugace attimo, la intimorita ombra del suo sguardo non venne allontanata dal mostrare di un consueto stato di prevedibile paura, a cui un insolito irrigidimento dei lineamenti della Pierce, aveva offerto il suo manifestare, in un vano intento di cogliere, tra la fisionomia del suo volto, il fiorire di una minima parvenza di celato desiderio di ritirare il relativo sussistere dalla presumibile sequenza di dannose ripercussioni, di cui il loro prossimo agire sarebbe stato artefice, prima di riportare le sue oscure iridi ad effettuare un accurato riesame della costante ed articolata ciclica movenza condotta dal gruppo di aracnidi, in maniera tale da elaborare uno scaltro ed avveduto piano, dinnanzi al quale, la precedente dimostrazione delle fortuite competenze, di cui apparentemente disponeva il bacato cervello della babbana, avrebbe trovato una reale ostentazione del significato di intelligenza.
Dal canto suo, il chiarore del celeste nervosismo di Brittany, rimase ancorato ad un futile tentativo di conteggiare il ragguardevole ammontare della elevata cifra di ragni a cui le sudice acque del vasto stagno avevano convenuto il relativo spazio, in una sterile intenzione di ricondurre alla sua inesperta mente un qualche ricordo sulle arcane formule di cui la lezione di Incantesimi era portavoce, così da risultare un valido aiuto dal quale Santana sarebbe stata in grado di attingere un concreto supporto.
Ciò nonostante, malgrado il germogliare del loro dissimile proposito tra le principali file della relativa meditazione, nemmeno il sorgere di una esigua traccia di successo raggiunse lo scopo del rispettivo intento, abbandonando la essenziale riflessione delle due ragazzine in una sorta di incolmabile limbo di incertezza.  
Difatti, il graduale innalzare di una corposa bolla di assorto raccoglimento, in un tacito forzare di una sostanziale occorrenza a cui non venne concesso neanche il modesto preludio di un suo pervenire, condusse il progressivo sprofondare della loro considerazione a trascinare la accorta percezione del corrispettivo apparato uditivo in un incondizionato stato di alienazione.
Pertanto, il taciturno rumoreggiare di un meccanico stridere di fumanti ingranaggi, ancora coinvolti in un meticoloso rintracciare della celata pianificazione a cui riuscire a conferire il doveroso dipanare della spiacevole circostanza, non riconobbe il possibile sussistere del sopraggiungere di alcun genere di suono, frenando la comune mansione del quotidiano avvertire del loro udito.
Dunque, il tenue sibilare del flemmatico discendere di una bianca ragnatela, il cui antistante vertice, era occupato dalla presenza di un voluminoso aracnide, ricoperto da una corvina peluria, con il capo rivolto in direzione della fanghiglia sottostante e le arcuate zampe anteriori impegnate in una lenta movenza, non convenne nemmeno un mediocre segnale di visibile sentore nelle statiche figure delle due alunne, effetto di una crescente condizione di turbamento ed angoscia che aveva la capacità di estraniare la loro medesima essenza dal luogo in cui sostavano, consentendo ad una delle creature oscure, maggiormente dotate di una elevata percentuale di morte, di soffermare le relative tenaglie ad una sola manciata di centimetri dal candido collo scoperto di Brittany.
Un lieve contrarre del rigido muscolo del braccio destro della giovane Tassorosso, risultato del fiorire di una inattesa percezione a cui il centro della sua spalla era stato soggetto, un tenue ed indistinto sfiorare del morbido tessuto della sua nera mantella, dal quale, il rapido ed improvviso manifestare di una accentuata increspatura della sua cute aveva trovato terreno lungo ogni centimetro del suo arto, indusse il tanto agognato obiettivo della sua effimera memoria, totalmente occupata a cercare di riacquisire un briciolo di qualcheduna nozione di magia, ad allontanare la concentrazione del suo meditabondo cervello dal conseguire la sua doverosa meta, conducendo il persistere della assoluta condizione di silenzioso rimembrare, in cui vigeva il suo assorto pensiero, a troncare il viscerale stato immersivo della bionda ragazzina.
Di conseguenza, il pervenire di un solerte ed inaspettato sbattere di palpebre, accompagnato ad un leggero corrugare delle sue sopracciglia, ricolme di un flebile preludio di confusione, fece da sfondo al velato ed incerto volgere del suo capo in direzione della relativa destra, da dove il sorgere di quella strana sensazione era sopraggiunto.
Il sommesso aggrottare della sua fronte, in un delicato accenno del suo crescente smarrimento, non ebbe altra occasione che enfatizzare la presenza del progressivo levare di una dubbiosa circostanza, di fronte al brusco delineare di una imprevista ombra oscura tra il celeste chiarore delle azzurre iridi di Brittany, derivato da un ignaro sussistere di una ambigua sagoma, a cui la aggravata tenebra della Foresta Proibita, non sembrava concedere alcuna possibilità di cogliere il celato contorno della sua enigmatica fisionomia.
Ciò nonostante, il flemmatico avanzare di una esigua porzione di quella ignota chiazza di rimarcato nero, il cui svogliato procedere, giunse a lambire la soffice stoffa del manto della giovane Tassorosso, esattamente al di sopra della sua spalla destra, cedette alle disorientate sfumature dei suoi occhi la visione di una irsuta zampa corvina, la cui arcuata inclinazione, elargiva alla sporgente clavicola della ragazzina il principio di un dolorante sentore, causato dalla acuminata estremità del suo medesimo arto, una sorta di mastodontico artiglio che ghermiva con ferocia la accovacciata figura di Brittany.
Il debole ergere di un flebile barlume di terrore convenne il limitato fiorire di un indistinto sgranare delle sue iridi, mentre il lento e timoroso ruotare della sua testa scortava le irrequiete venature del suo sguardo ad orientare la loro attenzione nella buia zona retrostante alla sua ricurva schiena.
Un evidente innalzare delle sue palpebre, in una contraddistinta dilatazione della sua cavità oculare, accostato ad un tenue dischiudere della sua bocca, derivato dal fulmineo ed inatteso accelerare del suo pulsare cardiaco, a causa di cui, la regolare circolazione del relativo ossigeno era stata alquanto compromessa, costringendo il fiato della giovane Tassorosso a trovare la propria fine al centro della sua stessa gola, non poteva fare a meno di caratterizzare il vivido ed inaspettato momento in cui il riverbero del suo ottenebrato turchese ottenne il permesso di riflettere il suo offuscato chiarore tra la levigata e cristallina superfice di un paio di grandi e rotondi occhi scuri.
Per una frazione di secondo, un fugace istante di surreale staticità condusse la già precaria andatura del suo battito ad incrementare la cadenza del corrispettivo ritmo ed il prolungato tempo di arresto del suo respiro ad estendere il conteggio di un crescente periodo di soffocante apnea, dinnanzi alla graduale evoluzione del suo percepire visivo, attraverso il consueto adattamento della sua versatile pupilla alla tenebrosa area circostante, grazie a cui, la natura dei lineamenti della nascosta creatura cominciava a dipanare la sua ombra di segretezza.
In seguito, il risuonare di un acuto grido, sintomo di un sentimento di paura, a cui il turbato animo della ragazzina era stato assoggettato, conseguenza del solerte ed improvviso spalancare di un paio di voluminose tenaglie, indusse la sua stazionaria sagoma ad abbandonare con un terrorizzato scatto la relativa postazione, lasciando al morbido tessuto della sua nera mantella un gravoso strappo da rammendare, in corrispondenza della sua spalla destra.
Il titubante dispiegare della raggrinzita e disorganica superfice del limaccioso strato di fanghiglia, nel tremante e timoroso strusciare della pallida e fredda cute delle sudaticce mani di Brittany sul lurido e melmoso terriccio sottostante, in un intimorito intento di acquisire il sussistere di una essenziale distanza tra la crescente condizione di terrore, a cui il violento increspare della sua pelle continuava a dare credito, ed il lento ed infinito avanzare del grande aracnide nella sua direzione, conseguenza della fluida e silenziosa movenza del suo medesimo corpo, il quale, abbandonando il contatto con il bianco filamento della sua ragnatela, era atterrato sulla acquitrinosa estensione, orientando il suo interesse verso il gustoso ed inebriante odore di carne fresca, venne accompagnato da un risoluto distendere dello stesso stagnante suolo, in una solerte e caotica sequela di impronte, a cui le scure calzature di Santana avevano concesso il loro adito.
Invero, il costante ripiegare delle sue anchilosate gambe era stato costretto a declinare il durevole persistere della rannicchiata disposizione della sua figura, dinnanzi il manifestare di una inaspettata vibrazione, un acuto ed inatteso urlo, a causa del quale, il mitigato apparato uditivo della ragazzina, improvvisamente risvegliato dal suo stato di totale catatonia, derivato da un ricorrente ed assiduo ponderare sulla presunta risoluzione di una irremovibile circostanza, aveva obbligato la mente della Serpeverde a scostare il suo insistente pensiero dalla lontana eventualità di conseguire la rispettiva attuazione, forzando la tenebra del suo sguardo a rivolgere le sfumature delle sue iridi nella limitrofa porzione di spazio, vicino alla sua sinistra.
Così, il sagace collegare delle sinapsi del suo acuto intelletto non aveva indotto il rapido trascorrere del tempo a perdere un ulteriore secondo, prima di cogliere la sgradevole situazione a cui le nervose venature dei suoi occhi erano state assoggettate, cedendo alla doverosa staticità della sua struttura fisica un indesiderato momento di affrettata ed irragionevole azione.
Il ferreo e vigoroso racchiudere della sua mano sinistra attorno alla ruvida estensione di un grinzoso bastone di legno, allontanato con prontezza dalla sudicia poltiglia in cui sostava la viscida terra della Foresta Proibita, riconobbe il fiorire di una basilare esigenza tra le indolenzite dita di Santana, ancora libere dal contatto con la zigrinata superfice della ricavata arma, un urgente bisogno che condusse la arrossata epidermide dei suoi frementi polpastrelli a circondare la parte terminale del precedente ramo, in modo da conferire un verosimile incremento del valore della sua limitata forza al contenuto sistema muscolare delle sue snelle braccia.
Dunque, mentre la acuminata punta delle spropositate zampe del corpulento aracnide proseguiva con il suo graduale ed anelante progredire, attribuendo un inevitabile accentuare alla già irregolare cadenza dello stridente ritmo cardiaco di Brittany, accostato ad una inarrestabile perdita del fievole accenno di un residuo alito, oramai soffocato nel centro della sua inaridita gola, il marcato innalzare del tagliente bastone donava alla corvina peluria del ragno il sorgere di una incombente ombra.  
La consuetudine della silenziosa atmosfera, di cui la fitta boscaglia era stata testimone dal fortuito debutto del loro taciturno viaggio, non ebbe altre opportunità che sospendere il suo solito taciturno sussistere, dinnanzi al giungere dello scandito echeggiare di un sonoro tonfo.
Invero, il violento collidere dello scheggiato vertice della legnosa arma contro il massiccio capo della creatura, elargiva il manifestare di un sistematico rumore, il quale, nonostante il tenue ripercuotere della sua modesta intensità, sembrava essere in grado di assordare la fittizia quiete del circostante ambiente, in un regolare e tenace sbattere a cui era affiancato il sommesso ansimare di un affannato respiro.
Il volitivo digrignare dei suoi denti, in un distinto indurimento della sua mascella, faceva da sfondo al progressivo incrementare di uno sforzo, di cui la scarsa robustezza del suo dolorante tessuto osseo perpetrava nella sua meccanica esecuzione, in un feroce e brutale accanimento sulla oramai divelta scatola cranica del moribondo aracnide, di fronte al quale, il fiorire di una disturbante sensazione di inconscia sofferenza, tra le viscere del turbato animo di Brittany, cedette un sequenziale aggravare del precario stato di insufficiente respirazione della giovane Tassorosso, inducendo la sua dischiusa bocca ad accrescere lo sgomento della sua inquieta espressione.
Difatti, malgrado la innegabile presenza di una evidente bramosia di cruento sterminio a distinguere la costanza del solerte socchiudere e serrare delle acuminate tenaglie del famelico ragno, il fragore del suo incessante martellare sul sanguinoso residuo della sfigurata sagoma della creatura, indusse il chiarore delle azzurre iridi della bionda ragazzina a colmare la celeste gradazione del suo intimorito sguardo con una accennata sfumatura di rossastro sconcerto.
Un leggero strato di viscosa fanghiglia venne insinuato tra il margine esterno delle violacee unghie di Brittany, risultato del tremante affondare delle sue dita nella corposa superfice di putrida melma sulla quale sostava il colore turchese dei suoi jeans, dinnanzi il riverbero di un insistente eco a cui lo spasmodico sussultare del suo corpo non era in grado di arrestare il ribadire di quella stessa cadenza, in un veemente ed incontrollato trasalire, il cui ritmo, sembrava sostenere il celere elevare del suo animato torace.
Al contrario, la struttura uditiva di Santana, pareva essere avvolta dal perenne risuonare di una serie di ingovernabili pulsazioni cardiache, scaturite dal soffocante sovraccarico di una illogica movenza, la cui origine, non risiedeva solamente nella sfera esterna, legata al prevedibile affaticamento fisico della Serpeverde, ma anche nel lontano e sconosciuto settore interno, incatenato ad una caotica ed affollata mente, dalla quale, la ragazzina dai capelli corvini sarebbe soltanto voluta scappare.
Infatti, mentre il ricordo di una analoga situazione sovrastava la concretezza della reale circostanza, a cui le sue annebbiate iridi non riuscivano a conferire la nitidezza di un tangibile divario, lasciando la sua memoria ad affrontare la rievocazione di una famigliare immagine, la necessità di allontanare la sua essenza dal medesimo attimo, in un irrazionale intento di protezione, persuase il meccanico movimento delle sue braccia a frenare il suo consolidato automatismo.
Per un fugace momento, il frastornante riecheggiare del suo affievolito respiro, uno smorzato alitare dal quale il suo dolorante petto era costretto a sopportare la costante afflizione di una sequenza di profonde fitte, concesse la sua compagnia al transitorio stato di immobilità a cui la figura di Santana cedette il suo apparire, una condizione di totale inerzia, di cui il suo vitreo sguardo costituiva la sola eccezione.
Invero, il leggero dislocare delle sue oscure iridi, dal deturpato avanzo di aracnide, a cui la spietata successione dei suoi colpi aveva dato adito, in direzione della babbana, il cui volto, ancora ricolmo di un innegabile sentore di indefinita paura, trapelata dal sofferente animo di Brittany, a causa della consapevolezza che il germogliare di quella sensazione non fosse esclusivamente connesso alla sua ravvicinata dipartita, ebbe la possibilità di riconoscere alla lieve patina di inganno, traboccante nella sua orbita oculare, la propria assoluta decadenza.
Così, intanto che il solerte sbattere delle sue palpebre restituiva il raziocinio della Serpeverde alla perduta concezione del circondante realismo, conducendo la sua ragione a contemplare in maniera effettiva le conseguenze del suo impulsivo agire, il violento ed inconsueto tumulto del suo organo cardiaco, accostato alla crescente ed anomala mancanza di ossigeno dentro ai suoi inariditi polmoni, non ottenne alcuna occasione di perseguire la sua condizione di irrequietezza, riconsegnando alla controllata anima della ragazzina una ordinaria parvenza di illusoria quiete.
-“Bè..”-
Il distinto accarezzare delle sue dischiuse labbra, risultato del greve rilasciare di un pesante sospiro, venne accompagnato dal noncurante abbandonare delle sue umide dita del suo legnoso bastone, la cui diretta ed irruenta caduta, fece disperdere un considerevole ammontare di fangoso terriccio, in una sequela di incontrollati schizzi che accentuarono la depravazione del suo, oramai inguardabile, abbigliamento.
-“..è stato più semplice del previsto..”-
Il rettilineo lineamento del dritto baricentro di Santana assunse le sembianze di una arcuata postura, un ripiegato portamento, il quale, indusse il suo busto a reclinare la sua posizione, fino a consentire alla tenebra dei suoi occhi di avvicinare la relativa concentrazione ad una delle zampe posteriori del defunto ragno, in modo da acquisirne una.
Difatti, era alquanto essenziale recapitare un componente della creatura al reparto infermieristico, così da ricavare dal deceduto arto la corretta dose di sangue, attraverso la quale, la sezione medica sarebbe stata in grado di curare gli studenti di Hogwarts.
Con una certa mole di vigore, il palmo della sua mano sinistra avvolse la parte iniziale di una irsuta gamba corvina, mentre il manifestato calore nei suoi destrorsi polpastrelli poggiava la loro pressione sulla zona retrostante del carapace, in maniera tale da favorire la rimozione della sua inerte zampa.
Solamente, un paio di robuste ed energiche strattonate furono in grado di privare il deturpato ragno di una sua fondamentale componente, in una netta e pulita estirpazione, dinnanzi a cui, il sommesso elevare degli angoli della sua bocca rivelava le celate conseguenze della sua sconsiderata condotta.
Infatti, la totale assenza di un cospicuo fluire di nemmeno una singola goccia di sangue, nonostante la feroce lacerazione provocata dalla inattesa ondata di forza, a cui i muscoli della ragazzina avevano concesso la loro dimostrazione, sospinse il suo sagace intelletto a considerare il presunto avvenire di una alquanto ignorata notizia, secondo cui, la conquista di ogni costitutivo interno di una qualsiasi creatura avrebbe potuto ottenere un successo maggiore tramite il non utilizzo della usuale magia, abbondantemente artefice di una completa ed involontaria sottrazione della medesima essenza del soggetto, travolto dalla formula di un offensivo incanto, fonte di una inconscia rinuncia alla bramata peculiarità dello stesso individuo.
Pertanto, il rossastro fluido doveva essere interamente contenuto all’interno della sua zampa.
Il formare di una boriosa smorfia di pura arroganza condusse la bocca della Serpeverde a contorcere la sua lineare fisionomia, mentre il precedente inclinare in avanti della sua figura veniva rimpiazzato  da un lento dispiegare delle ricurve vertebre della sua schiena, in un sommo ritornare alla sua reale altezza che sottolineava il suo smanioso desiderio di allontanare la sua presenza da quella fastidiosa e spiacevole circostanza.    
Tuttavia, il ricercato soddisfare della sua anelata intenzione non ebbe alcuna possibilità di giungere a nessuna condizione di agognante accoglienza, strappata al suo ansioso pervenire dal sorgere di un distinto rumore, la cui adiacente provenienza, esattamente a ridosso del lato destro di Santana, non avrebbe mai potuto avanzare altro motivo che la loro probabile identificazione.



Ancora una volta, la districata zigrinatura di morbida gomma, di cui era rivestita la lurida suola delle loro calzature, fu costretta a solcare, con un significativo sentore di crescente frenesia a contornare ogni secondo del relativo procedere, il fraudolento ed insidioso terreno della Foresta Proibita.
Invero, il distinguibile eco di un solerte calpestare, a cui la melmosa superfice sottostante donava la sua continua partecipazione, attraverso il modellare della sua medesima estensione in una sequela di disgiunte impronte, accostato al vivido clamore di un incontrollato affanno, conseguenza di una evidente mancanza di controllo sulla violenta sopraffazione dal quale era assoggettato il correlativo battito cardiaco, cedeva la conferma del preludio di una spasmodica ricerca di salvezza.
Di nuovo, il regolare sbatacchiare del turchese elastico di Brittany, obbligato strumento di essenziale conservazione della sua intricata capigliatura, di cui le bionde ciocche della giovane Tassorosso non erano in grado di fare a meno, venne indotto ad interrompere la costanza del suo celere ritmo, dato il ricorrente rivolgere della sua attenzione verso il nebuloso sentiero alle sue spalle, la cui silenziosa essenza, riscontrava nel convulso progredire di un indistinto numero di mastodontici aracnidi la sua stessa fine.
La rifrazione di una oscura ombra di nitido terrore racchiuse il timore del suo azzurro sguardo in una accennata spirale di intensa preoccupazione, dinnanzi la delirante condizione di avanzamento delle loro irrequiete zampe, sintomo di una irrefrenabile urgenza che vedeva nella necessaria estinzione di uno spiccato senso di ingordigia la sua unica occasione di arrestare la discesa di un viscoso liquido giallastro dalla occulta apertura delle loro bocche.
Per un breve istante, il velo di turbamento, a cui le sfumature delle sue iridi avevano ceduto la totale interezza della relativa cavità oculare, rimase ancorato ad osservare il ravvicinato sopraggiungere di una verosimile opportunità di imminente morte, gradualmente accentuata dal perenne e misterioso comparire di un ragguardevole quantitativo di fameliche creature, la cui disposizione, non confluiva soltanto sulla sterrata stradina, oramai battuta dal tempo, ma favoriva anche il sostegno del robusto tronco delle grandi querce, in un cosciente principio di accerchiamento che elargiva alla irregolare  respirazione di Brittany una ulteriore sensazione di fatale soffocamento.
In seguito, la marcata patina di angoscia, in cui le atterrite venature dei suoi occhi avevano immerso il loro profondo stato di inquietudine, ricondusse la direzione del suo capo ad orientare il rispettivo interesse sul contorto itinerario davanti a lei, soffermando la cristallina afflizione del suo sofferente sguardo sulla ottenebrata figura di Santana, leggermente ubicata alla sua sinistra, alla ricerca di una testimonianza sulla speranzosa individuazione di una qualche strategia di salvifico aiuto.
Tuttavia, la sola immagine, di cui la celeste striatura delle sue fiduciose iridi riusciva a colmare la sua angustiata mente, martoriata dal progressivo germogliare di una asfissiante consapevolezza, la cui sostanza, verteva sulla totale inesattezza del suo operato, conseguenza di un doveroso ed accecante bisogno di agire che aveva cancellato ogni razionale momento di obbligata meditazione, trascinando la loro medesima essenza in un doloroso turbinio di incombente morte, era strettamente legata alla dinamica movenza delle corvine punte della sua sciolta chioma, indice di una febbrile andatura, dalla quale, sembrava solamente emergere un irrefrenabile desiderio di sbrigativo distacco dalla alquanto funesta situazione retrostante.
Dunque, la concentrazione della giovane Tassorosso, totalmente sprovvista di un qualunque genere di indizio, da cui avrebbe potuto attingere il preludio di una auspicata soluzione, non convenne altra possibilità che restituire il fiorire di una accentuata gradazione del suo rossastro terrore al temibile tumulto dietro di lei, domandando alla sua distratta sagacia la maniera in cui la conclusione del loro destino avrebbe trovato il suo compimento.
Al contrario, nonostante la naturale ostentazione di una consueta preminenza alla congenita indole di una innata ricerca della sopravvivenza, il vigile intelletto di Santana fremeva, in una frettolosa ed informe esamina del tenebroso ambiente circostante, in un taciuto intento di cogliere il necessario sussistere di una singola forma di supporto.
Il vigore della incessante pressione attorno alla inerme zampa del defunto aracnide venne costretto a subire il lieve incrementare della premura, con la quale, le dita della sua mano sinistra ghermivano il pesante arto, dinnanzi il frenetico divagare del suo sgranato sguardo, inabissato in una caotica ed infinita corsa, il cui agognato termine, non avrebbe mai riscontrato la sua ambita meta.
Un tenue dischiudere delle sue violacee labbra, accompagnato dal feroce contrarre delle viscere del suo stomaco, risultato del crescente manifestare di un asfissiante sentore di inquietudine, diede il suo adito al tonante abbandonare di un greve ed affannato respiro, segno del consolidato attecchire di un intrinseco senso di ardente preoccupazione, a cui venne affiancato il rapido diffondere di una inevitabile sensazione di doverosa collera.
Invero, mentre il dolorante corpo della giovane Serpeverde cominciava a rivolgere la concentrazione del suo acuto patimento tra il tessuto muscolare delle sue concitate gambe, in una serie di brusche ed improvvise fitte che trasformarono la solerzia del suo procedere nella legittima conseguenza di una silenziosa condanna, derivata dal pervenire di una anomala debolezza nel suo freddo animo, il levare di una adirata considerazione nella disorganica mente della ragazzina indusse il suo pensiero ad attribuire la responsabilità della sua prematura dipartita ad un singolo individuo.
Per una frazione di secondo, la vivida ombra di irritazione, oramai univoca protagonista delle oscure sfumature delle sue iridi, cedette la sottomissione della sua aurea di fervente rancore alla ordinaria esigenza di Santana di rendere consapevole la causa del proprio male del suo medesimo operato, in un accennato rivolgere del suo inasprito sguardo in direzione della relativa destra.
Ciò nonostante, il principio della sua connaturata intenzione non ebbe alcuna occasione di giungere alla sua concretezza, ostacolato dalla radicata percezione di un indomito timore, di fronte alla quale, il giudizioso intelletto della Serpeverde convenne il necessario rifiuto del suo consueto bisogno, così da mantenere ignota la effettiva gravità della situazione.
Inoltre, il tollerante udito della ragazzina non desiderava affatto conferire un volto al fievole lamento da cui le sue elitarie orecchie erano asservite, un sommesso piagnucolio che riscontrava nel patetico carattere della babbana la sua unica fonte di esistenza.
Pertanto, il nitido velo di risentimento nella tenebra dei suoi occhi non venne mai allontanato dalla fangosa distesa davanti a lei, alla continua ricerca di un aiuto.
Ancora, un centinaio di acquitrinoso terreno dovette essere attraversato dalla lurida superfice della logorata suola delle loro scarpe, in un interminabile tragitto di rimarcato affanno, prima di restituire un cenno di totale immobilità alla delirante ispezione del nervoso sguardo di Santana.
Invero, la zelante costanza della sua scrupolosa perlustrazione aveva condotto la irrequieta tenebra delle sue iridi ad arrestare il suo minuzioso sopralluogo, trattenendo la ritrovata attenzione dei suoi occhi su di una singolare estensione, caratterizzata dalla presenza di una particolare concatenazione di insoliti alberi, il cui affusolato tronco, associato ad una estrema compattezza della loro inconsueta disposizione, avrebbe potuto costituire un valido intralcio alla smaniosa avanzata della famigliola di aracnidi, concedendo un momento di essenziale tregua alla spasmodica corsa delle due ragazzine.
Di conseguenza, mentre il fervido nero della sua accorta pupilla non poteva fare a meno di sostenere la evidente logica della brillante congettura formulata dal suo perspicace intuito, lasciando indugiare la sua concentrazione sulla ipotizzata via di salvezza, una leggera distensione del braccio destro della giovane Serpeverde diede alle umide dita della sua mano la possibilità di afferrare la morbida stoffa del turchese maglione della Pierce, esattamente in prossimità del suo gomito, in un deciso e violento strattone.
-“Vieni..”-
   
 
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