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Autore: LaTuM    03/11/2022    1 recensioni
“Sei stato bravo oggi...”
“Dimmi qualcosa che già non sappia...”
“Ha ragione Sugawara, sei diventato un artista nell'arte della provocazione.”
“Ho imparato dal migliore.”
“...hai appena detto che sono il migliore?”
“Non lo ripeterò.”
Il Karasuno ha appena vinto contro l'Inarizaki, la Battaglia della Discarica è alle porte e ognuno ha il suo modo di scaricare la tensione.
| KuroTsuki - Nazionali - pre Battaglia della Discarica |
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Nekoma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Gatto e la Luna'
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Il Gatto sul tetto che scotta

Diclaimer: Haikyu! non mi appartiene e da questa storia non ci ricavo neanche uno zellino.

Nelle puntate precedenti de Il Gatto e la Luna:
1. Come il Gatto catturò la Luna

2. E venne la Luna che morse il Gatto


Il Gatto sul tetto che scotta



Tsukishima non si dimentica mai di provocare” lo prende in giro Tanaka dopo l’ennesima rispostaccia strafottente che il biondo ha appena dato a Hinata.

Già, è un vero artista!”

Heilà!”

Kuroo! Allora, ve la state facendo sotto per domani?”

Tsk, siamo prontissimi a schiacciarvi!” risponde il capitano del Nekoma con un sorrisetto strafottente rivolto a Sugawara.

Il tuo kohai sta imparando bene” gli fa notare l’alzatore facendogli l’occhiolino dopo avergli indicato il primino che si è tolto gli occhiali per pulire le lenti sulla maglia.

Ha fatto dei muri interessanti” ammette Kuroo mantenendo il tono più neutrale possibile.

Uhm, sì, anche quello...”

Bella partita Shoyo” dice Kenma avvicinandosi a Hinata, felice come non mai e dall’aria meno stravolta degli altri.

Non vedo l’ora di affrontarvi in campo domani… anche se ora ho solo fame” risponde cercando di trattenere uno sbadiglio che Nishinoya, ancora mezzo addormentato, ha attaccato praticamente a tutta la squadra.

Hey, Tsukki!” dice il moro avvicinandosi a Kei che è in disparte rispetto ai suoi compagni.

Kuroo-san” lo saluta quello rimettendosi gli occhiali.

Tetsturou gli si mette spalla a spalla, dandogli una leggera spintarella, ricevendo in cambio un’occhiataccia piena di intenti omicida. Kei è decisamente stanco, è rimasto fuori dal campo solo per dei brevi momenti e ha saltato e corso come non ricordava di aver mai fatto in nessuna partita o allenamento.

Sei stato bravo oggi...”

Il biondo gli rivolge un sorriso sghembo.

Dimmi qualcosa che già non sappia...”

Ha ragione Sugawara, sei diventato un artista.”

Ho imparato dal migliore.”

Kuroo sbatte le palpebre incredulo.

...hai appena detto che sono il migliore?”

Non lo ripeterò.”

Oramai quelle parole si sono impresse nella mia mente e non le dimenticherò tanto facilmente” ridacchia Tetsurou scoccando un’occhiata ai loro compagni di squadra che stanno parlottando allegramente tra di loro. Circa. Il Karasuno è così esausto che persino Fukunaga sembra un gran chiacchierone.

Ti serve come incoraggiamento per domani?”

Kuroo inclina la testa…

Mi rendi sempre più orgoglioso Tsukki, ma ammetto che vorrei un altro tipo di incoraggiamento” risponde il moro notando un lieve rossore comparire sulle guance di Kei.

Non credo sia il caso.”

Guarda che mi accontento solo di un bacio” gli dice il moro facendogli l’occhiolino.

Kei scosse la testa.

Troppa gente.”
“Mica qui!” risponde l’altro con un tono fintamente offeso “Per chi mi hai preso?” gli domanda dandogli un leggero buffetto sul braccio “Condividimi la posizione della locanda dove alloggiate. Ti raggiungo dopo cena. Voglio solo salutarti e scambiare due chiacchiere. So che sei esausto.”

Tsukishima annuisce, girandosi di lato in modo da nascondere con il proprio corpo la mano destra che andava a sfiorare quella del capitano del Nekoma.

Ti scrivo quando arriviamo, anche se sai già dove siamo. Credo che il tuo palleggiatore non abbia problemi a dirtelo.”
“Vorrei saperlo da te.”

Kei annuisce di nuovo.

Ora ho bisogno di zuccheri...”

Ti porterò qualcosa di dolce.”

Non stare a perdere tempo, domani sarà una giornata impegnativa per tutti e due.”

Non se posso avere il mio incoraggiamento” lo prende in giro Kuroo stringendogli leggermente le dita con delicatezza prima di allontanarsi in modo tale da poter tornare entrambi dai loro compagni senza che nessuno noti qualcosa… anche se il capitano del Nekoma non è del tutto sicuro che Sugawara non abbia capito più di quanto abbia già dato a vedere.



*



Il rientro del Karasuno presso la locanda è stranamente silenzioso: incredulità e stanchezza fanno da padrone, ancora non gli sembra vero di essere riusciti a battere una delle squadre favorite dei Nazionali (anche se dopo aver battuto lo Shiratorizawa un po’ dovrebbero averci fatto l’abitudine)… per soli due punti, un deuce che si è protratto fino allo sfinimento. Il dubbio di quanto siano stati effettivamente più bravi o la loro sia stata solo fortuna continuava a insidiarsi fastidiosamente nelle loro menti, ma a conti fatti alla fine in campo loro sono sempre i più stanchi e i meno esperti… battere due volte due favorite differenti (tre, se si contava anche l’Aoba Johsai) non può essere solo fortuna. In parte sì, uno sport come la pallavolo prevede una notevole dose di fortuna, ma a volte anche l’intuito e la complicità possono fare la differenza. L’ultimo muro del duo bislacco ne è stata la conferma.

Quella non era stata solo fortuna.

Come non lo è stata la perfetta parallela di Tanaka o l’impressionante – e inaspettato – salvataggio di Hinata che ha fatto punto con un piede.

Un po’, ma non solo.

La prima cosa il coach e il professor Takeda si assicurano è di fargli avere una lauta e rigenerante cena: proteine, carboidrati e verdure in abbondanza. Manca solo qualcosa di dolce e Kei un po’ storce il naso però, in fondo, un po’ ripensa alle parole di Kuroo e non gli dispiacerebbe se davvero il capitano del Nekoma gli portasse qualcosa di dolce. Andrebbe bene anche una caramella (alla fragola). Forse però la presenza del dolce è solo una mera scusa che Kei si ripete per non ammettere che ha voglia di vederlo. L’ultima volta che hanno avuto un po’ di tempo per loro è stato poco dopo il ritiro, quando entrambi hanno dato forfait agli allenamenti del sabato pomeriggio con la scusa di un po’ di influenza. Gli viene da ridere e arrossire a pensarci, così nasconde il viso dietro la ciotola di riso. Questa sera ha un po’ più di fame e riesce persino a finire la sua porzione (che era un terzo rispetto a quella degli altri).

Kuroo gli manca e al tempo stesso si sente tremendamente in imbarazzo al pensiero di quel lontano pomeriggio, ma gli è piaciuto il tempo che ha trascorso insieme al capitano del Nekoma. Si sente andare a fuoco al ricordo di quello che è successo però è un ricordo a cui ama aggrapparsi e rivivere nella sua mente. Ogni giorno. Soprattutto in certi momenti.

A cena terminata possono concedersi il lusso di non dover lavare i piatti e si spostano in quella che è diventata la loro sala riunioni. Si siedono davanti alla televisione, in attesa del notiziario.

Scherzano tra di loro, il cibo gli ha ridato un po’ di energia e l’adrenalina continua a scorrere, ma a breve i loro corpi imploreranno pietà e Kei teme di ritrovarsi senza forze dopo il bagno che tanto agogna.

E così si conclude la storia del serpente geloso di un gatto!” dice la giornalista in televisione e – quando si rende conto del senso di quella frase - Kei vorrebbe ridere, ma il messaggio di Kuroo lo precede, sembra che perfino i giornalisti vogliano prendere in giro quella serpe di Suguru Daisho che i Gatti hanno battuto alle qualificazioni.


KT: Sono sicuro che quella serpe si stia mangiando le mani… ops, non ce le ha.

TK: Sei proprio un cretino.

KT: Nah, mi gusto la meritata vittoria. Voi?

TK: Stiamo guardando il servizio sulla partite di oggi.


Anche nel secondo set il muro del Karasuno ha fallito nel fermare gli attacchi del centrale avversario Rintaro Suna.”


Hey, ma non è vero, era una strategia!” protesta Tadashi in direzione dello schermo.

Kei è girato di spalle, non sta guardando la televisione, la sua attenzione è troppo concentrata sui messaggi che continuano ad arrivare. Per fortuna ha silenziato tempestivamente le notifiche.


Chiudi la bocca Yamaguchi” gli intima il biondo, anche in fondo non se la sente di dare troppo torto all’amico. Bisogna essere abbastanza stupidi per non essersi accorti che lui murava esattamente come voleva murare, perché bloccare e ricevere non erano due concetti che si escludevano. Più volte era stato tentato di spostare la mano, ma sapeva di non doverlo fare perché quella palla non era destinata a lui. Il suo compito era solo quella di indirizzarla dove volevano che arrivasse.


KT: Avete vinto ma non vi stanno lodando particolarmente.


Tutto nella norma, viene da pensare a Kei.


KT: E fammi indovinare, Lentiggini ha appena protestato dicendo

che era una strategia e gli hai detto di stare zitto.


Kei si guarda in giro per essere certo che Kuroo non abbia assistito alla scena, altrimenti non riesce a spiegarsi come abbia fatto a sapere esattamente cos’era appena successo… O forse ha imparato a conoscerlo troppo bene (e conoscere Tadashi attraverso le sue parole e i suoi messaggi). È inquietante.


TK: Non importa, non l’hanno mai fatto.

Sono troppo basiti per farlo, anche quando abbiamo vinto contro lo Shiratorizawa.


Ci pensa un attimo e poi decide di aggiungere:


TK: Esatto


Kei non può vederlo, ma è sicuro che dall’altra parte dello schermo Kuroo stia sorridendo come un idiota, tutto soddisfatto di aver indovinato.


KT: Allora, mi condividi la posizione?



Tsukki sbuffa e sa che potrebbe pentirsene amaramente, da una parte vorrebbe mandare al diavolo quel felino impertinente, andare a farsi un bagno e crollare sul suo futon, ma d’altra parte, pentirsi amaramente di quello che sta per fare è esattamente quello che vuole.

Vuole pentirsi di aver tacitamente acconsentito alla richiesta del capitano del Nekoma, vuole che l’altro lo derida bonariamente per non aver resistito alla tentazione di vederlo e sì, anche lui vuole un incoraggiamento per domani.

Così apre la funzione per condividere la propria posizione su Line e, senza pensarci troppo, manda il messaggio a Kuroo.


KT: Dammi un’ora e sono lì.


Perfetto, un’ora. Kei si alza e prende le cose per andare a farsi il bagno.

Presto viene disturbato dagli altri del primo anno che lo raggiungono ma, dopo aver quasi affogato quella bomba di energia di Hinata, finisce di lavarsi e va a vestirsi. Deve trovare il modo di uscire senza che nessuno lo veda.



*



Che bastardo!” commenta adirato Yamamoto “Parla come se fossimo un gradino sotto di loro!”

Kuroo storce la bocca. In effetti questi giornalisti riescono a risultare incompetenti e antipatici a qualunque squadra. Ma li hanno visti giocare?

Sono in molti a dare il Karasuno per favorito. Hanno sconfitto molte squadre forti” fa notare Kenma con la sua solita impassibilità.

E allora? Anche noi lo abbiamo fatto, altrimenti non saremmo qui, idiota!” gli risponde a tono Yamamoto.

Certo, riflette Tetsurou, il Karasuno è migliorato ed è diventato una sorpresa per tutti, dopo anni di assoluto silenzio, ma le loro ricezioni fanno ancora schifo e di certo non possono competere veramente con una squadra come la loro. O no?

Hey! Vedi di tirare fuori il tuo di futon, Kenma!” lo rimprovera Kuroo cercando di cambiare argomento.

Già.. però noi riusciremmo a battere Ushiwaka o i gemelli Miya come hanno fatto loro?” continua l’alzatore.

Beh, non possiamo saperlo se non ci proviamo! E poi il sasso vince sempre contro le forbice ma perde miseramente contro la carta.”

Non serve discuterne adesso” gli fa presente Kenma “In fondo domani giocheremo proprio per decidere chi noi è la squadra più forte...”

L’atteggiamento freddo e distaccato di Kenma sembra chetare l’animo di Yamamoto, conscio che domani avrà la possibilità di dimostrare a tutti quanto il Nekoma sia forte e non si farà schiacciare da uno stormo di corvi spennacchiati.

Tetsurou sospira e controlla il cellulare prima di alzarsi. Il navigatore gli dice venti minuti. Venti minuti sono il lasso di tempo che lo separano da Tsukki.

Va a rovistare nel borsone che ha portato con sé. Non ha molti bagagli, in fondo loro vivono tutti più o meno in città, ma per spirito di squadra, coesione tra giocatori e per ridurre al minimo le distrazioni, alloggiano tutti nello stesso residence, così da essere certi di muoversi in gruppo, non fare tardi e farsi forza a vicenda nei momenti di maggiore tensione.

Però, per quanto gli dolga ammetterlo, non è della sua squadra o dei suoi amici che bisogno in questo momento.

Ha bisogno del suo avversario, del suo kohai… ha bisogno di Kei, ha una voglia matta di sentirlo vicino a sé, di strappargli un sorriso e magari anche un bacio di incoraggiamento per domani. Un incoraggiamento per entrambi.


Stai uscendo Kuroo?” domanda Yaku vedendo l’amico avvicinarsi alla porta d’ingresso vicino ai distributori automatici dove passavano il tempo a chiacchierare e allentare un po’ la tensione.

Ho bisogno di fare due passi…”

Agitato per domani?” domanda Kai, con la sua solita pacatezza e quel tono un po’ irriverente, che si può permettere dopo tre anni che si conoscono e in cui hanno condiviso così tanto.

No, si è dato all’ornitologia” lo prende in giro Kenma che lo ha seguito e che ora è fermo davanti al distributore delle bibite.

Strigidi o corvidi?”[1] lo provoca il libero.

E Kuroo non risponde, si limita a nascondere il viso nella sciarpa prima di uscire, maledicendo Yaku e Sugawara (e anche Kenma), che hanno decisamente gli occhi troppo lunghi.

La stazione è vicina e mancano pochi minuti all’arrivo del treno, ma fa in tempo a fermarsi in un kombini e prendere quel dolce che aveva promesso a Kei.

Non ha trovato il suo preferito, ma spera comunque di fargli una sorpresa gradita.


*


Quando Kuroo arriva trova già Kei che lo sta aspettando con aria annoiata nello spiazzo accanto a un albergo alto e dall’aria decisamente lussuosa.

Non credevo alloggiaste qui” domanda Kuroo stupito con nonchalance, giusto per dare inizio alla conversazione.

Infatti dormiamo lì” rispose l’altro indicandogli con un cenno del capo una struttura… beh, non è che sia esattamente fatiscente, la si potrebbe definire modesta.

Sembra...”

Una catapecchia” gli viene in aiuto Kei e l’altro incassa le spalle, sentendosi un po’ in colpa “Però è pulita” conclude il biondo prima di invitarlo a seguirlo. Si è assicurato che dalle finestre della locanda non si veda quel preciso punto che ha scelto per aspettare Kuroo, però non può essere certo che nessuno esca o faccia qualcosa di strambo e li veda. Prima o poi qualcosa qualcuno capirà e non sapendo quanto potrebbe protrarsi avanti nel tempo questa cosa preferisce che nessuno sappia nulla. Sarà più facile quando le cose andranno male. Anche se una vocina nel cervello non riesce a tirare una riga sul quel quando sostituendolo con un se. Perché non vuole che le cose vadano male, tra lui e Tetsurou. Vuole averlo tra i piedi ancora per un bel po’.

Di sicuro è un posto tranquillo” conviene Kuroo seguendo l’altro ragazzo verso quello che sembra essere una specie di parco ma privo di quelli sono i classici giochi per bambini... è più un angolo erboso con due panchine e un lampione ben distante, come se avessero voluto dare una pennellata di verde in mezzo al grigio del cemento.

Kei ha trovato quell’angolo il primo giorno quando ha seguito i due pazzoidi in bici e aveva subito pensato che gli sarebbe piaciuto fermarsi lì a leggere o ascoltare un po’ di musica, lontano da tutto e da tutti.

Andarci con Kuroo era decisamente meglio andava bene lo stesso.

Si siedono su una panchina – quella più lontana possibile dal lampione – e Kuroo solleva un sacchetto di plastica con dentro due lattine.

Cioccolata calda, mi sembrava adatta.”

Kei annuisce ma vede che Kuroo prende qualcos’altro.

Non ho trovato di meglio, ma spero ci siano comunque abbastanza zuccheri.”

Kei strabuzza gli occhi osservando la vaschetta di plastica dentro la quale è poggiato un muffin alla vaniglia decisamente importante (non che sia un problema, quando si tratta di dolci Kei perde la sua inappetenza cronica) decorato con una glassa rosa, delle praline di zucchero colorate e quella che sembra essere una foglia verde di pasta di zucchero.

Sembrava una fragola” si giustifica Kuroo vedendo però gli occhi di Kei illuminarsi e prendere con delicatezza la vaschetta che gli stava porgendo.

Tu non ne vuoi?”

Solo un morso… se avanza” risponde il moro sorridendo alla vista di Tsukki che addenta avidamente quella bomba di zuccheri e la mastica con gusto.

Buono?”

Decisamente meglio di quanto mi sarei aspettato. Ed è dolce.”

E vorrei ben vedere! C’è più zucchero in quel coso che in una fabbrica di dango!”

Kei sbuffa e stacca un pezzo di muffin, solo la parte alla vaniglia, senza la glassa, e la porge a Kuroo che sorride, per poi chinarsi e prendere il boccone che gli stava porgendo il biondo direttamente dalle sue mani, sfiorandogli le dita con le labbra, in un gesto apparentemente innocente fatto più per praticità che altro, ma che fa arrossire Kei e manda in tilt il moro.

Aprono le lattine di cioccolata da cui esce una piccola striscia di vapore che preannuncia quando sarà piacevole gustarsi quella bevanda in una fredda notte di gennaio.

Te la sei presa per quello che hanno al telegiornale?” domanda Kuroo “Sul muro che non riusciva a bloccare gli attacchi di Suna?”

No, al massimo sono degli incompetenti. Chi ne capisce di pallavolo ha capito costa stavo facendo.”

E l’hai fatto bene. Io non sono sicuro sarei riuscito a resistere così a lungo da non provare a bloccarlo.”

Vorrei dirti che è perché non sei affatto paziente, ma in realtà quando giochi è l’unico momento in cui sei un freddo calcolatore...”

E quando non gioco?”

Hai la pazienza di un cane a cui fanno dondolare davanti dei biscotti.”

Kuroo si avvicina e affonda il viso nei suoi capelli. Kei profuma di buono. Di qualcosa di dolce, ma la cosa non lo stupisce affatto.

Coo-Kei” mormora il moro e Kei gli da un pugno. Però sta sorridendo.

Kuroo ride prima di bere un altro sorso di cioccolata e ripensare a quanto hanno detto al telegiornale, sul fatto che il Karasuno possa essere uno dei favoriti e la vittoria del Nekoma non più una cosa data per certa. Certo, il Nekoma è forte, però è da tanto che non riesce a far parlare di sé, sono veramente due colossi decaduti tornati alla ribalta. La partita di domani sarà una battaglia di cui si parlerà nei libri di storia.

O magari solo nell’annuario della loro scuola, ma per loro che la vivranno, sarà qualcosa di epico.

Sarà una giornata impegnativa per tutti e due e ci sarà un solo vincitore.

Per uno dei due domani sarà la fine dei Nazionali e nessuno dei due vuole che accada. Ma inesorabilmente sarà cosi.

Sei preoccupato per domani?” domanda il moro, portando un braccio oltre le spalle di Kei, in modo molto prevedibile ma, inaspettatamente anche gradito dal biondo, che non accenna a scostarsi. Non è mai del tutto certo quanto possa veramente osare con lui, ma forse, semplicemente, deve smettere di chiederselo e fare e basta. Kei non sembra aver mai veramente disdegnato nessuna delle sue iniziative, anche le più assurde. A cominciare da quel ridicolo bacio che gli aveva dato dietro la palestra dello Shinzen.

Kei si avvicina un po’ di più al corpo di Kuroo mentre sembra riflettere sulla domanda che l’altro gli ha posto. Non saprebbe dargli una risposta, la sua squadra ha stupito tutti, loro giocatori in primis. Nessuno avrebbe mai scommesso sulla loro vittoria, eppure eccoli lì a Tokyo a rappresentare la prefettura di Miyagi, a occupare il ruolo che era da anni stato dello Shiratorizawa.

Sì e no. Abbiamo sicuramente ribaltato le previsioni che erano state fatte. Dovessi scommettere su qualcuno, come esterno, non avrei idea.”

Scommettiamo tra di noi’”

Non avrebbe senso.”

Non intendo scommettere chi vince ma tipo… mettiamo in palio qualcosa.”

Kei alza un sopracciglio perplesso finendo di masticare per bene l’ultimo boccone di quel fantastico muffin che sembra avergli riportato il buon umore (o qualcosa del genere) e lavato via la stanchezza. Che fosse merito del muffin o di Kuroo non avrebbe saputo (o voluto) dirlo.

Guarda Kuroo cercando di capire cosa gli stia passando per il cervello, ma alla fine decide che non importa, quando è con lui sente che può concedersi il lusso di lasciarsi andare un po’ e non farsi troppi problemi.

Se vinciamo noi?”

Ti regalo la mia seconda divisa.”

E se vincete voi?” domanda Kei alzando un sopracciglio, ricevendo in cambio quell’adorabile insopportabile sorriso strafottente di Kuroo.

La indossi.”

Sei un cretino...” gli risponde il biondo, ma non c’è davvero rancore o stizza nelle sue parole, anzi. Kuroo potrebbe persino definirlo affetto. O tenerezza.

Sicuramente qualcosa che Kei sente e prova per lui. Altrimenti non si farebbe ancora più vicino, rifugiandosi in quell’abbraccio caldo, socchiudendo gli occhi e ritrovandosi a pensare che in quel momento potrebbe restare così per sempre e sarebbe comunque felice. O forse è solo la stanchezza a fargli abbassare le difese e renderlo così sentimentale.

Devi essere proprio stanco per dire una cosa del genere.”

Kei smette per un secondo di respirare. Non credeva fosse possibile, pensava fosse solo una cosa che la gente è solita scrivere nei romanzi per costringere il protagonista scontroso (lui, in questo caso) a confessare i propri sentimenti all’altro protagonista molto più affascinante, carismatico, sicuro di sé e dei propri sentimenti (Kuroo, per l’appunto). Eppure è caduto nella trappola di pensare a voce alta.

Sono esausto” ammette il biondo con un sospiro, anche se alla fine decide che era oramai inutile negare i suoi pensieri “...ma è vero” aggiunge abbassando lo sguardo e nascondendo il viso nell’incavo del collo di Kuroo, coperto da una morbida e calda sciarpa (rossa, ovviamente). Tra le fibre riesce a percepire il fresco e morbido aroma del detersivo e quello più fragrante del profumo che usa il moro... le poche volte che è riuscito a sentirlo quando si sono incontrati al di fuori di un campo da pallavolo, dove l’unico odore che sentivano era quello del bagnoschiuma (quando erano fortunati) o di sudore (nella maggior parte dei casi).

Kuroo lo stringe, rendendo l’abbraccio più caldo, abbassando leggermente il viso verso quello di Tsukki. Gli occhi del biondo sono lucidi dalla stanchezza ma, al tempo stesso, Tetsurou riesce a vederci anche un pizzico di felicità e impazienza. Così, senza aspettare chissà quale invito (o segno dal cielo) si china di quei pochi centimetri per raggiungere le labbra di Kei.

È un bacio morbido e dolce, le labbra di Tsukki sono secche e zuccherate, la sua bocca calda e altrettanto dolce per via della cioccolata appena bevuta. Kuroo passerebbe le ore a baciarlo così: senza fretta, senza l’impazienza che è solita caratterizzare i loro fugaci incontri. Si sono visti in quei giorni, ma non si sono mai neanche sfiorati, solo guardati. Eppure quel bacio è languido e innocente, ha il sapore di un bentornato a casa. Non c’è tempo o modo di concedersi di più. Non è il momento e non è il giorno. Hanno una partita importante domani.


Ci vediamo in campo” sussurra Kuroo all’orecchio di Kei quando, dopo parecchi minuti trascorsi sulla panchina al parco, hanno deciso che era ora di tornare e ora Tetsurou deve andare a prendere il treno che lo porterà di nuovo al residence, a tre fermate verso nord.

Ti aspetterò dall’altra parte della rete” risponde Tsukishima con un tono di sfida, ma sfiorandogli leggermente la mano con la punta delle dita.

Il moro stringe leggermente quelle lunghe dita, fredde e delicate ma anche forti, prima di salutarlo con un cenno del capo e sparire oltre i tornelli.

Si vedranno anche domani, con una rete in mezzo al campo a separarli ed entrambi non vedono l’ora (anche se Kei non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce).


*


Ti eri perso, Tsukki?”

Kei raggela. È appena tornato alla locanda e ad aspettarlo, poco distante dall’ingresso, c’è Sugawara che lo guarda con… non capisce se quella luce che vede nei suoi occhi è curiosità o una voglia matta di rimproverarlo per essere rimasto fuori così a lungo senza dire niente a nessuno la sera prima di una partita così importante (lo sono state tutte, ma quella contro il Nekoma è davvero la più importante… o quella che indubbiamente aspettano di più).

Sono andato a prendermi qualcosa di dolce” si limita a rispondere Kei con la sua solita aria austera, sistemandosi gli occhiali sul naso, come è solito fare quando vuole dimostrare di essere superiore agli altri (o è in imbarazzo per qualcosa, ma questo non lo capisce solo Yamaguchi).

Spero tu abbia trovato qualcosa di buono” commenta enigmatico l’altro.

Era decente.”

Menomale. Ne è valsa la pena, quindi?”

Direi di sì.”

Sei tranquillo per domani?”

Tranquillissimo”

Non sarà un problema?”

Kei si rende conto che, pur con tutti i giri di parole e la tentazione di negare, è inutile fare lo gnorri. Sono entrambi troppo intelligenti per questi giochetti.

Voglio vincere.”

Allora non mi serve sapere altro.”



Note dell’autrice:

[1] i gufi appartengono alla famiglia degli strigidi mentre i corvi, inaspettatamente, a quella dei corvidi XD


E’ scritta al presente perché avevo preso gli appunti al presente e mi sono resa conto che risulta molto più incisiva così.

Il tutto è partito dallo scambio di battute tra Suga e Tanaka per perculano Tsukki.

   
 
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