Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: genxha    12/11/2022    0 recensioni
La fanfic che state per leggere è il seguito di "you're mu best friend". Questa (anche in questo caso il titolo viene da una canzone) si svolge circa un anno dopo la sua conclusione, ma dovreste poterla leggere anche indipendentemente dall'altra.
Marinette ed Adrien hanno scoperto le rispettive identità segrete ed i sentimenti che provano l'uno per l'altra. Decidono di formare una coppia ma di tenere questo fatto segreto.
Naturalmente continueranno ad essere Ladybug e Chat Noir e combattere contro Papillon, che non ha ancora rinunciato al suo progetto di prendere i loro Miraculous.
Miraculous: le storie di Ladybug e Chat Noir - Zagtoon, Method Animation, Toei Animation, SAMG Animation, De Agostini Editore, Nelvana, Cartoon Network Studios Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La stazione è quasi deserta quando, ciascuna con un bicchiere di carta colmo di caffè fumante in mano, entrano nella galleria dei binari.

Marinette sospira e mette in tasca la chiave della cassetta in cui poco prima ha lasciato la valigia, la stessa in cui il Maestro Fu le lasciò la lettera di addio e il grammofono-nascondiglio. Si asciuga rapidamente una lacrima, sperando che Alya non l’abbia notata.

Il vapore della bevanda si mescola a quello del fiato delle due ragazze mentre Marinette, guardandosi intorno, borbotta “Meno male, nessuno dei paparazzi ficcanaso ci ha seguite”. Alya sbadiglia e commenta “Per forza, sono le sei di mattina del giorno di Natale, non sono mica scemi…” aggiunge, avvicinandosi al tabellone degli orari e girandosi subito dopo verso l’uscita laterale della stazione “andiamo di là, poi possiamo uscire e trasformarci” sussurra a Marinette, che annuisce e segue la rossa, controllando di non essere seguita a sua volta.

Due minuti dopo Ladybug e Volpe Rossa sono sedute sul tetto della Gare du Nord e hanno appena finito di bere. Volpe Rossa si alza, passa le mani sul costume per spolverarlo e allunga una mano verso Ladybug “avanti, il potenziamento, prima che qualcuno ci veda” L’altra la guarda con aria interrogativa, spalancando gli occhi azzurri “Che intendi dire, Alya?” “Che domande! Vengo con te” risponde lei, con il tono di chi afferma una cosa ovvia “Non penserai mica che la tua migliore amica ti lasci andare in Tibet da sola, vero?” Ladybug sbuffa “Alya, non puoi.. la copertura della casa in campagna? E poi a chi affido la Miracle Box?”

Volpe Rossa fa un gesto con la mano per interrompere l’amica “Nessuno sa che ci andiamo, non ci hanno seguite, la casa non è un problema. E nemmeno la Miracle Box, solo degli idioti ti toglierebbero il ruolo di Guardiana, fidati. E i monaci non credo proprio che siano degli idioti”.

“Ma Alya…” protesta Ladybug stringendo i pugni “... Questa è una cosa che riguarda solo me.. io non..” L’altra approfitta della pausa per interrompere di nuovo “Non dire sciocchezze, Marinette, capisco che tu non abbia voluto Adrien per non creargli problemi con la zia ma questa cosa riguarda TE ma anche ME e tutti quelli che ti vogliono bene!” Ladybug fa un passo verso Volpe Rossa “È proprio per questo che devo farlo da sola!” ribatte “Perché se dovessi perdere la memoria tu.. Adrien… le persone che amo soffrirebbero troppo. Quindi meglio che nessuno lo sappia! Lo so com’è” la ragazza tira su col naso, sforzandosi di non piangere “Ero lì quando il Maestro Fu mi ha lasciato il ruolo di guardiana!” Volpe Rossa la guarda spalancando gli occhi “Marinette! Cerca di ragionare… se ti succedesse qualcosa del genere credi che non verremmo comunque a saperlo? Pensi davvero che le persone che ti vogliono bene si accontenterebbero di una lettera e non volerebbero in Tibet o dove ti trovi per aiutarti?” Prende fiato e posa le mani sulle spalle di Ladybug prima di continuare “Dai, piantala con queste sciocchezze e dammi un magicaron, prima che ci veda qualcuno quassù!” Ladybug unisce le mani e le solleva verso il petto, Volpe Rossa le circonda con le proprie "Stai tranquilla, andrà tutto bene, Marinette” le dice stringendole.L’amica abbassa lo sguardo, dopo un lungo istante lo risolleva su Volpe Rossa e la fissa per un istante, sfilando le mani dalla sua stretta.

“Allora?” chiede la rossa, facendo un passo indietro e allungando una mano “Ecco…” Ladybug esita “...devo fare pipì!” sbotta, prendendo lo yo yo e lanciandosi su un tetto vicino.

“Ma che accidenti…” borbotta Volpe Rossa tra i denti, lanciandosi all’inseguimento dell’amica, che salta tra un tetto e l’altro in direzione della periferia.

Quando finalmente la raggiunge con un’ultima capriola, il fiato corto, Volpe Rossa vede che Ladybug sta inforcando gli occhiali del Miraculous del Cavallo “Ladybug! Ferma!” sbotta, allungandosi e afferrandola per un braccio e facendola voltare verso di lei “Cosa pensi di fare?” alza la voce, sfilandole gli occhiali con l’altra mano, il viso a pochi centimetri dal suo “Non ho intenzione di lasciare la mia migliore amica affrontare ‘sta cosa da sola!”.

Ladybug cerca di divincolarsi, sbatte le palpebre un paio di volte per ricacciare indietro qualche lacrima, poi abbassa di colpo le spalle.

“D’accordo.” dice con un filo di voce, riprendendo gli occhiali “andremo insieme” aggiunge, aprendo lo yo yo per infilarci il Miraculous del cavallo e prendere due magicarons.

Appena presi Ladybug usa il potenziamento di Cosmobug mentre Volpe Rossa diventa Volpe di Fuoco: la parte posteriore del costume si sdoppia, diventando luminescente come una fiamma e il resto del costume prende l’aspetto di una tuta da pilota. Come per l’amica i capelli rimangono fuori da una specie di casco con visiera trasparente, arancione anch’esso, con le orecchie da volpe sulla parte alta. I bordi del costume, normalmente neri, sono luminosi e passano dal giallo al rosso, dando l’idea di una fiamma che va dall’alto in basso, così come gli stivali.

“Wow.. figurati che pensavo a firefox” esclama Alya, guardandosi. “Grazie, Trixx” aggiunge, guardando Cosmobug “Anche tu sei spettacolare.” dandole una scherzosa gomitata nelle costole “Andiamo? Fai strada che non ho idea di dove andare.”

Cosmobug sorride “Io… beh più o meno conosco la direzione, è come se Tikki mi dicesse dove andare… “ spiega “sai, come quando sei in un posto che non conosci ma ‘sai’ che il bagno è in fondo a destra? Stessa cosa.”

Volpe di Fuoco annuisce e Cosmobug si alza in volo “Allora seguimi!”

Le due eroine salgono rapidamente di quota grazie alla magia dei Miraculous, godendosi lo spettacolo del confine tra spazio e atmosfera. Il volo è sorprendentemente breve e le due arrivano in vista del continente asiatico e scendono in direzione delle montagne tibetane, impossibili da non notare anche da quella quota vertiginosa.

Cosmobug scende verso su una specie di piattaforma pianeggiante, su una parete rocciosa affacciata su una piccola valle e subito si trovano sprofondate nella neve fino alle ginocchia “A questo non avevo pensato” borbotta prima di annullare il potenziamento e tornare col consueto costume a pois.

“Per fortuna che non nevica” commenta Volpe Rossa dopo aver annullato il potenziamento a sua volta. “Non portare sfortuna…” commenta Ladybug con un mezzo sorriso. Le due si guardano intorno in cerca di segni del Tempio dei Guardiani dei Miraculous.

Il paesaggio è montuoso, a pochi metri alcuni bassi arbusti circondano delle rocce che subito diventano una parete di pietra grigia. Le ragazze sono su un piccolo tratto pianeggiante, quasi una piattaforma che dal lato opposto alle rocce si affaccia su una ripida discesa coperta di neve che diventa un vero e proprio dirupo dopo qualche metro. Sul fondo, un piccolo torrente con le sponde coperte di neve. Non ci sono altre impronte a parte le loro e il silenzio è totale.

La piattaforma si restringe di fronte a loro in una specie di sentiero e, coperte di neve, si intravedono le forme di una lanterna di pietra scolpita simile a un tourou giapponese. Volpe Rossa la indica dicendo “Guarda quella.. credo che sia da quella parte…”; Ladybug si avvicina alla scultura e scosta la neve con la mano, scoprendone la parte superiore, rivelando così lo stesso simbolo intarsiato sulla Miracle Box del Maestro Fu “Direi proprio di sì” commenta, imboccando a fatica verso il sentiero, dove per loro fortuna c’è un pò meno neve.

Le due ragazze arrancano faticosamente per almeno quindici minuti nella neve alta, cercando altre tracce di costruzioni ed individuano un’altra lanterna poco prima di una curva. Il sentiero segue la parete di roccia che dopo la curva diventa più incombente, una specie di tetto. Libero dalla neve, il sentiero è scolpito nella roccia della parete, con tracce di muschio e umidità. Non c’è alcun segno di passaggio di persone e gli unici suoni, a parte i passi di Ladybug e Volpe Rossa, sono il fischio del vento e il gorgogliare del torrente a qualche decina di metri sotto di loro.

Ladybug guarda la parete e nota un’altro simbolo scolpito “Credo che lo troveremo alla fine di questo sentiero” dice a Volpe Rossa, guardando la stretta stradina inerpicarsi su per la parete e sparire dietro una nuova curva “Allora andiamo avanti” concorda l’altra, sfregandosi le braccia “Freschino…” commenta, seguendo con circospezione l’amica. Subito dopo la curva il sentiero prosegue salendo a zig zag, e scompare nella nebbia al secondo tornante “Ci mancava pure la nebbia” commenta Volpe Rossa “cerchiamo di fare in fretta, prima che sia troppo buio”. “Giusto” concorda Ladybug, arricciando il naso mentre riflette sul da farsi, continuando a salire “Potremmo usare un Lucky Charm se la cosa diventa troppo lunga, per ora proseguiamo così” e allunga il passo, seguita da Volpe Rossa che borbotta “Sei piccola, Mari, ma è dura starti dietro”.

Passano venti minuti e le due ragazze continuano a percorrere il sentiero che sale a zig zag, con curve sempre più strette man mano che la parete diventa più ripida. La nebbia sempre più densa rende veramente difficile vedere dove andare, tanto che Ladybug deve procedere sfiorando la parete, che a intervalli riporta gli ormai noti simboli scolpiti. Continuano a camminare e dopo pochi passi il sentiero termina, restringendosi fino a scomparire nella parete di roccia grigia.

“Oh cavolo…. A questo punto credo che ci serva un po’ di fortuna” esclama Ladybug fermandosi per passarsi la mano sulla fronte sudata, poi declama “Lucky Charm!”. Stupefatta prende al volo un martello di legno con la testa cilindrica, con l’immancabile colorazione rossa a pois neri, che riporta sulla parte piatta lo stesso simbolo che si vede sulle rocce “E con questo che cosa dovremmo farci?” sbotta, mentre Volpe Rossa si avvicina per osservare l’oggetto.

Ladybug si gratta una tempia e inizia a guardarsi attorno in cerca di un’idea, poi finalmente nota che il disegno sulla testa del martello è esattamente grande come quello inciso sulla parete. “Aspetta, e se…” borbotta sottovoce, prendendo il martello e dando un colpetto sull’ultimo simbolo prima della fine del sentiero.

Appena il legno tocca la pietra, si sente un click e il martello rimane saldamente bloccato contro la roccia. Ladybug alza un sopracciglio e tenta di staccarlo tirando, senza risultato, poi lo ruota come fosse una maniglia e, sotto lo sguardo attonito delle ragazze, una parte circolare della roccia, accanto al simbolo, si sposta verso l’interno della parete, diventando rapidamente luminescente come i portali del Viaggio e mostrando l’immagine un po’ offuscata di un giardino zen. Il martello si stacca dal muro e Ladybug lo riprende. “Mi sa che ci siamo” commenta Ladybug, stringendo all’imrpovviso l’amica in un abbraccio “Scusa Alya, mi sbagliavo. Sono felice che tu sia qui con me!”. “Non ti libererai facilmente della tua migliore amica, lo sai!” risponde l’altra ricambiando l’abbraccio “Andiamo?”.

Ladybug la lascia andare e poi con circospezione entra nel portale, subito seguita dall’amica. Una volta all’interno lancia in aria il Lucky Charm e il portale alle loro spalle si chiude.

 

Adrien ed Amelie arrivano alla casa di quest’ultima, nel quartiere un tempo occupato dai docks londinesi, sostituiti negli anni da loft alla moda e appartamenti eleganti. Amelie e Felix vivono proprio in uno di questi appartamenti molto spaziosi, anche se piccolo e spartano in confronto alla villa degli Agreste a Parigi. Il cugino di Adrien però è in Australia per frequentare le scuole superiori, quindi al momento la casa è occupata solo da Amelie e da una tata, la signorina Rose, che al momento è in vacanza per Natale.

Adrien si sistema nella stanza degli ospiti, aiutato dalla zia e dal Gorilla che li ha accompagnati in treno. Prevedendo di rimanere pochi giorni, il bagaglio di Adrien è una semplice valigia non particolarmente grande e in pochi minuti si è sistemato ed è rimasto solo nella stanza, seduto sul letto a guardare dalla finestra il Tamigi illuminato dalle luci natalizie.. Plagg esce dalla borsa a tracolla e fa un rapido giro per la stanza, minuscola rispetto a quella a cui è abituato “Ma non è troppo piccola questa stanza? L’ho già girata tutta e sono passati due secondi”.

“Non cominciare, Plagg” risponde Adrien “e poi sarà solo per qualche giorno.” si blocca, colto da un dubbio “Spero. Chissà a casa cosa succederà… non credo mi lasceranno rimanere da solo, qualcuno dovrà occuparsi di me e non penso che la zia potrà farlo. E nemmeno Nathalie. Tutto dipende da cosa decideranno di fare quando troveranno..”

Mentre Adrien parla, Plagg passa attraverso una parete e lui si zittisce di colpo, spalancando gli occhi. Il Kwami riappare pochi secondi dopo “Non c’è niente di interessante nell’altra stanza, dev’essere quella di quell’antipatico di tuo cugino. Non lo sopporto! Ha rovinato tutto il mio adorato camembert quando ti è venuto a trovare…” borbotta. Adrien balza in piedi e lo acchiappa, sibilando “Plagg… Non dobbiamo farci scoprire, come ti viene in mente di andare in giro così?”

“Ma Adrien, è tutto così noioso.. a proposito, Leccato ha un sacco di coppe e trofei anche lui, e tanto non c’è” si lamenta il kwami nero, sfilandosi dalle mani di Adrien e svolazzando nella borsa a tracolla posata sul letto, uscendone con uno spicchio di Camembert che fa immediatamente sparire inghiottendolo al volo. “Devo cancellare il ricordo di cosa ha fatto quella volta!” dice, con aria melodrammatica. Adrien non riesce a trattenere una risata e ha già dimenticato il comportamento indisponente del suo amico Kwami. “Leccato? Mio cugino si chiama Félix” “Lo so benissimo” risponde Plagg con aria offesa “... Ma l’hai guardato bene? Con quella pettinatura?”

Adrien sta per ribattere quando vengono interrotti da qualcuno che bussa alla porta. Il ragazzo sussurra “Nasconditi” a Plagg, che passa attraverso l'anta di un mobile, scomparendo all'interno e poi risponde “Sì?”

La porta si apre e Amelie si affaccia alla soglia: “Adrien, è l’ora del tè, ti aspetto di là, mi fai compagnia, vero?” “Certo zia, arrivo subito” accetta lui, alzandosi ed infilando in tasca il cellulare.

In soggiorno, Amelie aveva preparato per due. “Dov’è il go… ehm Gaston?” chiede Adrien “non ha voluto il té ma è andato a comprare qualcosa per la cena, la tata non c’è fino a dopodomani ma ho trovato una sostituta, arriverà più tardi” “Ah bene” commenta Adrien, versando una tazza di té alla zia ed riempiendo quella davanti a sé.

I due rimangono in silenzio per diversi minuti, poi Adrien dice a mezza voce “Tu non sospettavi di nulla, vero zia?”

La donna abbassa gli occhi fissando la bevanda “No. Non avevo idea che Gabriel potesse essere Papillon. Non ho nemmeno idea del perché stesse cercando i Miraculous. Immagino sia una sorpresa anche per te”

Adrien apre la bocca per dire qualcosa, ma si ferma a riflettere “Se le dicessi che cosa ha detto nelle catacombe rischierei di svelare di essere Chat Noir” “Adrien?” la voce di Amelie lo riscuote dai suoi pensieri. Adrien sussulta leggermente e poi spiega “Hm. Non sospettavo nulla. Da quando mamma non c’è più, lui si è chiuso nel suo lavoro. O era quello che credevo io. Chissà quante volte mentre posavo per quelle foto lui era nascosto chissà dove a creare quelle maledette Akuma. E Nathalie lo ha aiutato! Mi sembra tutto così assurdo..” fa una pausa poi “Anche se… quando tu e Felix siete venuti, al primo anniversario.. Mio padre sembrava volesse dirmi qualcosa, e io, che pensavo riguardasse lui e Nathalie gliel’ho detto, facendolo infuriare. E da lì, beh sembrava quasi peggio.”

Amelie, leggermente a disagio, guarda il nipote, poi distoglie lo sguardo, si guarda la mano destra, poi riporta lo sguardo su Adrien che prosegue a parlare “Quel giorno poi Felix mi ha messo nei guai coi miei amici con uno dei suoi scherzi di cattivo gusto e.. e poi le Akuma e… “ La zia lo interrompe “Adrien, a questo proposito, ecco” fa una pausa “Quel giorno eravamo venuti a prendere una cosa che appartiene da quando ne abbiamo memoria alla famiglia Graham de Vanilly, un anello che mia sorella, secondo una nostra usanza, aveva dato a Gabriel.” dice, senza guardare Adrien e sfilandosi un semplice anello d'argento dalla mano destra “Credo che sia meglio che lo tenga tu” aggiunge, porgendoglielo con un sospiro, senza alzare lo sguardo. Adrien osserva l’anello poi nota che la zia non lo sta guardando “Ah… Va bene. Era della mamma? Perché è così importante?” chiede

“Sì, era di Emilie. Ma preferisco che ora lo tenga tu, vista la situazione di.. Gabriel. Importante.. in realtà ha un grande valore affettivo perché è tramandato nella nostra famiglia.” risponde la donna, riportando finalmente gli occhi su Adrien.

Il ragazzo sta per chiedere qualcos’altro su quell’anello la cui storia lo incuriosisce quando qualcuno bussa alla porta del soggiorno “È aperto, Gaston” risponde Amelie. La porta si apre ed entra il Gorilla, seminascosto da un sacco di carta pieno fino all’orlo di provviste varie. La padrona di casa lo guarda “Forse per quattro giorni hai un po’ esagerato, ma vedremo quando arriverà la sostituta di Rose. L’omone scuote la testa alla prima parte della frase, poi sorride mentre attraversa la stanza e si dirige in cucina.

Mentre distrattamente si infila l’anello al dito, accanto al Miraculous, Adrien si accorge che quella è una delle pochissime volte in cui ha visto Gaston sorridere.

Il biondino riporta poi lo sguardo sulla tavola, bevendo finalmente il tè.

Mezzora dopo vengono raggiunti dalla tata ed Adrien torna nella camera degli ospiti. Rimasto solo sfila l’anello e lo posa sul tavolo, sospirando e osservandolo attentamente. “Plagg?” chiama, subito raggiunto dal kwami, che osserva anche lui l’anello volandogli attorno “Non ti sembra familiare?” gli chiede subito dopo “Mi pare che mio padre ne portasse uno identico” i due stanno guardando un semplice anello in metallo argentato, piuttosto leggero per essere in argento e senza segni o incisioni all’esterno o all’interno. “Non lo so, Adrien, non ci sono stato molto attento, ma adesso che mi ci fai pensare, tuo padre portava un anello di questo colore, ma non so dirti se era uguale a questo” risponde il Kwami allargando le zampe. “Hmmm… Beh glielo chiederò! Mi … ci deve un sacco di spiegazioni” commenta Adrien sfilando da sotto la maglietta una catenina d’argento con il Kwagatama di Plagg e infilando l’anello accanto al piccolo ciondolo oblungo. “Per adesso, visto che era della mamma e tenendolo al dito rischierei di perderlo, lo metterò qui”. conclude, indossando di nuovo la catenina.

 

Ladybug e Volpe Rossa si fermano nel perfetto giardino Zen dall’altra parte del portale. Si trovano all’interno di un cortile abbastanza ampio, di una decina di metri di lato. Dietro di loro un muro di mattoni, sormontato da uno stretto tetto di tegole rosse, coperte di neve. Esattamente dietro il portale da cui sono entrate c’è quello che dovrebbe essere il portone d’ingresso, ma al posto delle doppie porte c’è un muro solido, come il resto. Sugli altri tre lati del cortile, rialzato da alcuni piccoli pilastri in legno, c’è una specie di stretto portico su cui si affacciano gli edifici veri e propri, in pietra rosa. Sul terreno, sabbia finissima attentamente rastrellata disegna delle curve, e una serie di sassi piatti posati sulla sabbia formano una specie di sentiero per la porta principale del tempio, una doppia porta di legno laccato di rosso e nero, su cui campeggia il simbolo che ormai le ragazze conoscono bene. Ai lati, simmetriche, due finestre circolari con delle sbarre di legno formano dei motivi di quadrati.

Il cortile è perfettamente sgombro dalla neve e Volpe Rossa, guardandosi in giro commenta in un sussurro “Wow. Ma è totalmente deserto e… ehi, sbaglio o fa anche più caldo?”

“Sembra anche a me..” concorda Ladybug guardandosi intorno “Meglio, perché devo far ricaricare Tikki…. Detrasformazione”.

Marinette riappare al posto del suo alter ego e rabbrividisce porgendo un Macaron a Tikki, che guarda “Grazie, ma non sono affatto stanca, Marinette, all’interno del tempio i Kwami non hanno bisogno di mangiare.” spiega, poi dopo una pausa ”Entriamo nel Tempio, adesso, visto che è deserto, è meglio andare direttamente alla biblioteca, nell’ala di sinistra”. “Bene.. buono a sapersi, perché nonostante tutto fa freddo e se rimaniamo qui a lungo i superpoteri ci saranno utili” risponde Marinette con un sorriso.

Volpe Rossa nel frattempo ha attraversato il cortile e sta camminando in silenzio lungo il portico, sbirciando dentro una delle finestre rotonde. “Tikki ha ragione, non c’è nessuno, è tutto buio dentro. Entriamo?”

Nota dell’Autore

Non sono sparito! Scusate tantissimissimo ma ho passato un’estate terribile e ho avuto altro a cui pensare. Mi sentivo in colpa per non aver pubblicato niente per tutti questi mesi, perciò anche se il capitolo è breve, ho deciso di pubblicare qualcosa lo stesso. Spero vi piaccia.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: genxha