La Valse
Come sempre suggerimento musicale
per voi qui
(questa
volta ve lo consiglio caldamente)
Piccola
nota: son cosciente che il valzer sia ottocentesco, ma lo sto
volutamente ignorando,
peace and love.
Un, due e tre.
Un, due e tre.
Coraggio
Rosalie, impegnati.
Io mi sto
impegnando!
Erano ormai ore
che ripetevano
lo stesso identico passo e i piedi le iniziavano a far male
prepotentemente. Quel
mattino André si era presentato alla sua porta
preannunciandole che quel giorno
lui le avrebbe dato lezioni.
E Madamigella
Oscar?
Oscar oggi
è impegnata a
palazzo, Rosalie. Faremo lezione insieme, devi prepararti per il ballo
alla
reggia.
Erano ormai
diversi mesi
che viveva a palazzo De Jarjayes e ogni volta il pensiero della reggia
di
Versailles le toglieva il fiato, così grande e imponente che
le risultava
persino difficile immaginarla. Sarebbe stata in grado di non far
sfigurare
madamigella Oscar con il suo comportamento? Al primo ballo a cui era
andata
aveva combinato un bel pasticcio, inimicandosi la contessina Charlotte
de Polignac
tirandole il ventaglio in pieno viso.
Un comportamento
a dir
poco riprovevole che se non avesse avuto la prontezza di rispondere
alle accuse
mendaci della giovane nobile si sarebbe velocemente trasformato in uno
scandalo.
Cosa sarebbe successo altrimenti? L’avrebbero cacciata? E se
l’avessero
smascherata?
Io sono nobile
di nascita.
Mia madre si chiama Martine Gabrielle.
Se lo ripeteva
ogni giorno,
quasi come una litania, un po’ per convincersi, un
po’ per rincuorarsi, ma oltre
questo, doveva impegnarsi al massimo nell’educazione e nei
modi.
Madamigella
Oscar (nonostante
il quasi tentato omicidio di madame de Jarjayes) l’aveva
accolta in casa come
una sorella minore, o una figlia addirittura, e se ne occupava
personalmente.
Rosalie sorrise
ripensando
all’istinto materno di madamigella Oscar, al suo essere
così materna e
apprensiva nonostante l’educazione maschile che le era stata
imposta. Si occupava
di lei e delle sue cose da studiare con attenzione e precisione,
facendo in
modo che ogni giornata potesse essere produttiva per la sua persona.
Lei e André
si dedicavano con devozione a questa “sorellina” o
“figlia” che si erano
ritrovati tra capo e collo da un giorno ad un altro.
Non ti stai
impegnando
abbastanza, sei distratta e la tua testa è altrove.
Era vero, erano
giorni
che le parole di Charlotte le tornavano in mente e la tormentavano,
facendola
sentire inadeguata. Non riusciva a concentrarsi, era persino finita per
terra perdendo
l’equilibrio durante un duello con André.
Mi dispiace, sto
facendo
del mio meglio André, sono molto mortificata.
Le lacrime le
pizzicavano
gli occhi, ma non voleva piangere nuovamente. La nonna la consolava
sempre e le
offriva della cioccolata per tirarla su, ma Oscar e André
rimanevano sempre un
po’ interdetti davanti alle sue lacrime e goffamente la
consolavano.
Non erano
abituati a
poter piangere, ma soprattutto a consolare qualcuno. A nessuno dei due
era permesso
poter esprimere le proprie emozioni e avevano imparato a sopprimerle.
Va bene, non ti
preoccupare. Te lo rispiego e ci riproviamo. È importante
che tu conosca alla
perfezione questo ballo, è il preferito della regina Maria
Antonietta. Non puoi
permetterti alcun tipo di esitazione.
Le aveva fatto
cenno di
avvicinarsi e lei aveva obbedito docilmente mentre lui le indicava i
loro
piedi.
Uno avanti, uno
dietro,
poi destra e di nuovo sinistra. Appena avrai memorizzato andremo avanti.
Appoggiò
le mani su quelle
di André, mentre fissava ancora i loro piedi. Questa cosa
era terribilmente
difficile. Aveva sempre pensato che ballare fosse spontaneo e
divertente, ma
queste lezioni erano veramente tediose e spesso pedanti. Ripetevano lo
stesso
passo per minuti, ore, a volte anche giorni se non riusciva a farlo
perfettamente.
André
era molto più
intransigente di madamigella Oscar, molto più severo e
incline al rimprovero. Per
assurdo lui puntava alla perfezione e non tollerava che si facesse
diversamente. Non se lo sarebbe mai aspettato da lui, lo aveva
immaginato più
tranquillo e disteso, ma al contrario si era dimostrato attento e
perfezionista, a tratti quasi maniacale per certe cose.
Forse per questo
non
amava molto fare lezione con lui, a differenza di Oscar possedeva meno
pazienza
e meno tolleranza, un po’ probabilmente perché non
era abituato a dover
insegnare a qualcuno, mentre Oscar doveva controllare tutti i giorni i
suoi
soldati delle guardie. Nonostante ciò, si era sempre
dimostrato affabile e
disposto a rispettare i suoi tempi di apprendimento. Probabilmente
anche lui
era stato sottoposto allo stesso trattamento quando era bambino e
nessuno si
era dimostrato paziente con il piccolo attendente di madamigella Oscar.
Uno, due, a
destra, poi a
sinistra e…
Ahi!
Sgranò
gli occhi sentendo
il lamento provenire dal povero André, il cui innocente
piede era stato
malamente calpestato dal suo tacco. Si sentì avvampare per
la vergogna, aveva
fatto un errore madornale!
Come avrebbe mai
potuto
fare al ballo? Schiacciare il piede ad un gentiluomo era cosa a dir
poco
inaudita! E tutte le dame se ne sarebbero accorte, sghignazzando dietro
i loro
variopinti dettagli. Cosa avrebbe fatto Oscar? L’avrebbe
ricoperta di imbarazzo
e di vergogna, non avrebbe più avuto il coraggio di
guardarla negli occhi.
Sull’orlo
delle lacrime,
incapace di guardare il ragazzo negli occhi, aveva solo il desiderio di
sprofondare nel pavimento e sparire in quel frangente, ma…
Non piangere
Rosalie, non
è successo nulla di grave.
Lei era
lì. Le sue lacrime si erano bloccate di botto, incredula
davanti a quella
visione. Madamigella Oscar si avvicinava a loro con un sorriso gentile
in abiti
da casa, segno che probabilmente per oggi aveva terminato i suoi doveri
alla
reggia.
Che gioia! Oscar
sarebbe
rimasta con loro! La sua Oscar sarebbe rimasta con lei!
Ah, sei qui
Oscar. Credevo
fossi andata a palazzo.
La regina oggi
era al
Trianon, André.
Lo vide annuire
mentre
lei li raggiungeva in fretta.
In cosa vi
stavate
esercitando?
Nel ballo, il
ricevimento
a corte è fra due settimane e Rosalie deve ancora lavorare
molto sui passi.
Lei
annuì pensierosa,
come se stesse architettando chissà quale stratagemma.
Non riesci a
memorizzarli, Rosalie?
I suoi occhi blu
la
penetrarono da parte a parte e si sentì improvvisamente nuda
mentre lei le
sorrideva gentilmente. Oscar aveva la capacità di essere
bellissima non solo
esteriormente, ma anche interiormente. Una dea dolce e gentile, e non
riusciva
a capacitarsi che un essere tanto perfetto potesse esistere, ma che
soprattutto
avesse scelto lei in mezzo a tante persone. Lei, una ragazzina minuta e
povera
che non aveva niente da offrirle se non il suo immenso amore.
Scosse la testa,
imbarazzata dall’umiliazione di non riuscire a imparare in
fretta, ma Oscar non
sembrava essersene accorta. Fissava un punto indefinito della camicia
di André
mentre stringeva le labbra mordicchiandosele.
Stava
riflettendo, mentre
lui attendeva pazientemente una risposta.
Glieli hai
spiegati?
Più
volte.
Annuì
in silenzio, per
poi guardarla nuovamente.
Bene Rosalie, io
e André
ti mostreremo di nuovo il ballo. Presta attenzione questa volta.
Annuì
con veemenza, forse
persino troppa, e si dispose lungo il muro della stanza.
Vuoi portare tu
Oscar?
No
André, porta tu. Rosalie,
osserva me. Devi emularmi dopo che avremo terminato.
Non aveva mai
visto
madamigella Oscar ballare con qualcuno, tantomeno con André.
Il cuore le
batteva fortissimo e si sentiva testimone di qualcosa di a dir poco
straordinario. Li vide avvicinarsi e posizionarsi come se avessero
fatto questa
cosa una infinità di volte.
O forse lo
avevano fatto
veramente una infinità di volte?
La mano destra
di André poco
sotto il seno di madamigella Oscar, la sua mano sinistra a sorreggerle
la sua,
delicata e affusolata. Il tutto mentre la stringeva a sé.
Li aveva mai
visti
toccarsi? Improvvisamente si sentì quasi di troppo, come se
quel momento fosse
troppo intimo. Fatto di ricordi di infanzia, rimproveri e risate.
Mi raccomando
Rosalie,
ricordati di mantenere una Bibbia di distanza dal tuo cavaliere,
altrimenti
risulterà sconveniente.
André
la prese in giro
vedendo le sue gote rosse per l’imbarazzo mentre Oscar
tratteneva un sorriso
divertito da quella battuta fuori dalle sue solite cordiali corde.
Quando erano
solo loro
tre quei due sembravano due persone totalmente diverse da come
apparivano agli
occhi degli altri. Madamigella Oscar era più sorridente,
distesa e avrebbe
osato dire persino più felice, mentre André da
essere impeccabile e affidabile
si lasciava andare a battute e spesso a punzecchiare Oscar come mai si
sarebbe
immaginata prima d’ora.
Erano una diade
speciale,
a tratti magica. Non aveva mai visto due persone crescere insieme e
sviluppare
il loro rapporto in quel modo. Neanche lei e Jeanne erano
così affiatate nell’infanzia.
Eppure, Oscar e André possedevano qualcosa di silente e
magico di cui un po’
era profondamente gelosa.
Si sentiva come
i bambini
gelosi dei propri genitori che si manifestano affetto. Trattenne un
risolino,
mentre loro parlavano tra loro, pensando che il concetto di
“genitori”
affiancato ad Oscar e André era la cosa più
assurda che le potesse mai venire
in mente. Quei due erano letteralmente le persone sulla Terra con la
minor probabilità
di diventare genitori. Persino il suo vecchio parroco aveva
più possibilità di
loro due.
Li
osservò partire nel
ballare, ma qualcosa sembrava non andare, facevano lo stesso movimento
in
contemporanea, finendo per scontrarsi.
Oscar, vuoi
guidare tu?
Ho detto di no,
André. Ho
sbagliato. Ripartiamo.
Lei stava
guidando. Lei
che doveva in quel frangente essere guidata. Chissà che
strana sensazione stava
provando, lei che era abituata a comandare su tutto e tutti, ritrovarsi
a dover
farsi guidare come una qualsiasi dama.
Dovevano aver
imparato a
ballare insieme sin dalla tenera età, perché si
sorprese a vedere quello
spettacolo. Lei sapeva ballare come una donna, una dama! Non se lo
sarebbe mai
aspettato. Trattenne una esclamazione, perché una volta che
i suoi occhi si
erano posati su quella visione non riusciva più a staccarli.
Vederli ballare
insieme
era una emozione straordinaria, e a tratti persino imbarazzante. Era
come se in
quella stanza non ci fosse nessun altro se non loro.
Volteggiavano
sapientemente
guardandosi dritto negli occhi, senza un attimo di esitazione o di
panico. I
loro piedi erano come quelli di Mercurio, dotati di magiche ali che li
facevano
librare in aria.
Si
sentì quasi di troppo
in quel momento, ma era come ipnotizzata da quegli esseri bellissimi
che si stavano
prendendo cura di lei. Non poteva che essere grata per quello che aveva
ricevuto,
ma sentiva la gelosia pungerla nel profondo.
Oscar non ti
guarderà mai
come guarda lui.
Era vero,
André era non
solo un pezzo di cuore di madamigella Oscar, ma avrebbe osato dire che
era pure
un pezzo della sua anima immortale. L’immagine di loro
bambini che goffamente
si approcciavano alla danza si sovrappose sfocatamente alla loro danza
di
adulti. Il loro legame era così forte e così
speciale che non c’era verso di
poter cercare di emularlo, ma allo stesso tempo si sentiva stregata e
ammaliata
da questo affetto che li univa.
Li vide
sorridersi a
vicenda, mentre parlavano fra loro, consci che potessero farlo vista la
loro
maestria, raggiunta dopo anni e anni di studio, quando si fermarono
improvvisamente dopo diversi minuti per poi guardarla.
Coraggio
Rosalie, ora
tocca a te.
Lei sorrise, ma
guardandoli si rese conto di una cosa.
Se non
c’era nessuno a
suonare, com’era possibile che la musica che sentiva si fosse
appena
interrotta?
Bene bene bene,
buonasera,
piccola shot,
questa volta nel canone, senza troppe pretese, come sempre.
Avevo
quest’idea di mesi
ormai, e quando mi martellano in quel modo non posso far altro che
cedere alle
loro lusinghe (o intimidazioni).
Ci tengo sempre
a
sottolineare che sono ben conscia che il valzer è un ballo
ottocentesco, ma ho
optato per la teoria dello sticazzi, perché giuro, ho aperto
un video per
vedere i passi del minuetto su youtube, ma ho abbandonato dopo i primi
trenta
secondi. Abbiate pietà di me pls.
Detto
ciò, io ho una
fissazione per Oscar e André che ballano insieme, mi
sciolgono il cuore e avrei
tanto voluto vederli nell’anime. Aggiungo anche che adoro il
loro “coparenting”
come lo definisco io nell’occuparsi di Rosalie.
Hanno ottime
doti per
poter crescere qualcuno alternandosi perfettamente, sarebbero perfetti
anche
come genitori divorziati (ops, spoiler forse?)
A parte le mie
cavolate,
vi saluto, sono di fretta perché domani sarò in
viaggio e volevo lasciarvi
questa cosina ina ina perché probabilmente fino al 23 di
dicembre dovrò sparire,
ma spero di rivedervi per le vacanze natalizie.
Spero che questa
cosina
vi sia piaciuta, e che vi faccia sorridere.
Bacini
Flitwick