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Autore: Aliseia    05/12/2022    1 recensioni
Oscurità intorno, davanti ai suoi occhi, mentre la luce con la nave popolata di elfi era ormai alle sue spalle.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elfi, Sauron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ilwë Lilotëa'
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Fandom: Gli Anelli del Potere
Genere: Slash - Introspettivo - Romantico
Rating: per tutti
Personaggi: Sono gli Elfi della serie TV Rings of Power. Nessuno dei personaggi è canonico tranne ovviamente gli assenti: Galadriel, Annatar-Sauron e Finrod.
I nomi Thondir e Rìan sono del TVverse. Taurion è un nome fanon e Galadhen è una mia invenzione. Per chi fosse interessato agli attori-comparse-stuntmen:
Thondir: Fabian McCallum
Galadhen: Cameron Brown
Rìan: Kip Chapman
Taurion: Carl Van Roon
Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia in gran parte non appartengono a me ma a J.R.R. Tolkien, a Peter Jackson per alcuni elfi, a J. D. Payne e Patrick McKay per la trama de Gli anelli del Potere. E a chi detiene i diritti.

Serie: Ilwë Lilotëa.

Dedica: a Miky e a Abby

 
Shivering Stars
 
Shivering stars drift around in the sky
i lie calm under their watchful eyes
in my heart i can feel it and why

That wherever i go, i´ll find my way home
Where the fair winds and following seas
slowly rush in and put me at ease
i will set sails and follow the breeze

And wherever i go, i'll find my way home
 
Breathe - Ásgeir Trausti
 
 
Acque amare dalla gola ai polmoni, mentre gli occhi fino a poco prima dallo sguardo così limpido lacrimavano stanchi, appannati, dolenti. Thondir agitò le braccia per ritrovare il perfetto galleggiamento e lo sguardo si posò sulla linea dell’orizzonte. Terra scura in lontananza ma Galadriel era svanita di fronte a lui. Oscurità intorno, davanti ai suoi occhi, mentre la luce con la nave popolata di elfi era ormai alle sue spalle.
Era solo…
“Oh Valar…” Una voce ben nota proprio dietro di lui. Una voce gentile, soave, un po’ petulante. “Capitano?”
Il giovane elfo voltò di scatto la testa, agitando velocemente braccia e gambe per mantenersi a galla. “Rìan?” Thondir teneva gli occhi fissi nell’acqua scura, non osava sollevare lo sguardo nel timore di vedere la luce. Non sapeva se sarebbe stato abbastanza forte da dire ancora “no”. Lui non era Galadriel. Per lui la priorità non era combattere ma la salvezza di quelli che amava. O che da loro erano amati. Nello specifico proprio lei, impetuosa sorella del suo scomparso signore… Finrod. Il biondo Finrod, più luminoso dell’aria di Valinor…
Con un guizzo d’argento una figura sottomarina riemerse di fronte ai due elfi. Stranamente il nuovo arrivato indossava la corazza, che era un notevole intralcio al suo galleggiare, ma braccia e gambe erano nude e il loro vigore gli consentiva di sfidare la minaccia delle onde. Un sorriso di un giovanile, immacolato fulgore.
“Tu devi essere pazzo…” Thondir scosse la testa. Rìan sollevò gli occhi al cielo poi tornò a posarli, ma senza malizia, su quel giovane seminudo. Bello come una statua, vivace e guizzante come un pesciolino. L’ultimo ad emergere, davanti a tutti loro, portandosi in superficie con ampie e tranquille bracciate fu Taurion il veggente. “Capitano…” annuì con una leggera piega delle labbra che non era ancora un sorriso.
“Taurion! – gridò Thondir – Non è possibile, anche tu…” Il bel guardiano fissò Thondir con i suoi profondi occhi scuri. “Condivido i dubbi di Lady Galadriel… l’oscuro signore non è morto.” rispose Taurion con calma.
“Non dire il suo nome…” mormorò Rìan.
“Anch’io ne sono convinto!” il bel nuotatore in armatura si capovolse nell’acqua come per giocare, ma poi fissò Thondir con occhi ed espressione che diventavano gravi.
“E vi sbagliate.” commentò Thondir con freddezza.
“Nondimeno, mio signore…” azzardò Rìan.
“Nondimeno, Rìan, assunsi l’impegno molti anni fa di proteggere Lady Galadriel. Lo devo… al mio signore Finrod” Thondir abbassò lo sguardo. Taurion sorrise. “Sono al tuo servizio, Thondir” confermò le parole con un breve cenno del capo.
Thondir si riscosse: “Tu sei al mio fianco, Taurion. Non potrei concludere una simile missione senza di te.”
Rìan sbuffò: “E senza di me, che ti seguo in ogni follia” “Silenzio.” intimò Thondir. Rìan soffocò una protesta in una smorfia risentita. Non era incline a invidia e gelosia e amava Taurion come tutti loro. Ma amava anche Thondir, di un altro tipo di amore… e a volte avrebbe voluto che il giovane capitano gli mostrasse almeno un po’ di gratitudine, se proprio non poteva corrispondere i suoi sentimenti. Certo, Taurion era così affascinante…con i corti capelli color cenere incollati alla fronte e la tunica fradicia sulle ampie spalle… Finse di appoggiarsi al biondissimo Rìan come se fosse a corto di fiato. “Senza di te Thondir sarebbe perso” gli sussurrò senza alcuna ironia. Rìan sembrò confortato. Taurion era così. Vedeva, capiva, non giudicava. Non sgomitava mai per un onore ma era il primo a scendere sul campo di battaglia. Era amato e amava tutti, non aveva mai tradito nessuno degli innumerevoli amanti, ognuno dei quali lo aveva rimpianto per secoli senza potergli rimproverare alcunché. Non sembrava avere particolari ambizioni, non cercava il potere né, a quanto pare, il vero amore. Quello che ti fa commettere pazzie, quello che ti fa gettare in mare mentre la tua nave si dirige a Valinor… Eppure era lì, con loro.
Il giovane in armatura, dopo aver sfogato la propria agitazione nuotando intorno a loro come alla ricerca di una direzione, li avvicinò di nuovo. E senza attendere il proprio turno per parlare si lanciò in un ambizioso:”La mia missione è uccidere Sauron!”
Rìan sbuffò di nuovo e Thondir lo zittì ancora. “La tua missione, Galadhen, è obbedire ai miei ordini.” “Ma… Signore…” “Ho detto. – ribadì Thondir gravemente – Non avresti né il potere né la forza di sconfiggere un simile nemico… Ma per fortuna non ne avrai l’occasione.” Sia Thondir che Rìan sorrisero. Taurion rimase serio e avvicinando con vigorose bracciate una tavola galleggiante, certo il relitto di una nave affondata, si issò su di essa senza fatica e quindi allungò la mano affinché salisse il suo capitano. Poi entrambi aiutarono Rìan, che si lasciò stramazzare su quella zattera improvvisata, i biondi capelli sparsi sulle tavole di legno scuro. Galadhen salì agilmente, rifiutando la mano di Taurion e il panno che quegli si era sciolto dai fianchi. C’era nell’elfo più adulto un’attitudine che si sarebbe detta protettiva, e nel più giovane la ribellione scontrosa di chi non vuole mostrare la propria debolezza. Spalancando gli occhi Rìan contemplò il cielo nero punteggiato di stelle lontanissime. “Come semi di alfirin nella terra scura…” sospirò.
“L’Alfirin porta una nuova vita… Nuova vita a dispetto della morte” incrociando le lunghe gambe Galadhen si accovacciò accanto al compagno disteso. Rìan girò a fatica il capo per fissare dal basso all’alto il giovane amico. “Tu non avrai una nuova vita finché resterai legato al ricordo di Annatar”
Una smorfia deformò il bel viso di Galadhen e una coppia di piccole rughe profonde si incise tra i suoi grandi occhi chiari. “Egli non è Annatar. Tutto ciò che ci ha raccontato era illusione e inganno. Egli è…” “Non dire il suo nome.” mormorò Rìan.

 
 
  
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