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Autore: musa07    18/12/2022    3 recensioni
[SakuAtsu][Time!Skip][XMas Fic]
"No ma dai, ma perché il Fato si accaniva così tanto contro di lui ultimamente?
Per la precisione da quando era entrato nei Black Jackals qualche mese prima. E aveva iniziato a condividere giornate e spazi con un certo alzatore biondo...
Kiyoomi era certo gli stesse venendo un’ischemia. O forse l’ictus era già in corso, il suo aver accettato di partecipare al regalo da parte del Babbo Natale segreto che ogni anno la squadra organizzava – aka era stato fondamentalmente obbligato - non poteva che essere motivato da una sostanziale riduzione delle attività celebrali. E siccome il Destino, si sa, ha più fantasia di noi (o sadico senso dell'umorismo) chi, tra tutti i suoi compagni di squadra, doveva estrarre come il destinatario del regalo natalizio segreto? Ma certo! Proprio il succitato biondo[...]
Atsumu, come ogni anno, pregava che la settimana che precedeva il Natale non corresse[...]
C’era un altro motivo nello specifico quell’anno per il quale non voleva che il Natale arrivasse troppo in fretta. Perché non aveva la più pallida idea di che cosa regalare a Sakusa Kiyoomi[...]"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho perso il conto ^///^
dovrebbe essere la nona ff natalizia
(e quinta SakuAtsu natalizia)

Dedicata alle Compagne di Merende
che sempre mi sostengono

Enjoy




 
Non abbiamo bisogno di ricordi*
                                                  
*(motto dell’Inarizaki Volley Club)



No ma dai, ma perché il Fato si accaniva così tanto contro di lui ultimamente? 
Per la precisione da quando era entrato nei Black Jackals qualche mese prima. E aveva iniziato a condividere giornate e spazi con un certo alzatore biondo...
Kiyoomi era certo gli stesse venendo un’ischemia. O forse l’ictus era già in corso, il suo aver accettato di partecipare al regalo da parte del Babbo Natale segreto che ogni anno la squadra organizzava – aka era stato fondamentalmente obbligato - non poteva che essere motivato da una sostanziale riduzione delle attività celebrali. E siccome il Destino, si sa, ha più fantasia di noi (o sadico senso dell'umorismo) chi, tra tutti i suoi compagni di squadra, doveva estrarre come il destinatario del regalo natalizio segreto? Ma certo! Proprio il succitato biondo. 
Ma che cazzo avrebbe mai potuto regalargli? A parere suo, Miya Atsumu possedeva già tutto. E non solo materialmente parlando. E ciò che non possedeva, Kiyoomi era più che convinto che uno come Atsumu – con la sua spavalderia, il suo sorrisetto da sprangate sulle gengive accattivate e ruffiano - se lo potesse prendere.

Atsumu, come ogni anno, pregava che la settimana che precedeva il Natale non corresse. Si entrava con un rush finale nel mood natalizio, che lui non voleva finisse. Non la sapeva spiegare come sensazione, forse veramente erano aree cerebrali che venivano stimolate, ma quello che sapeva è che per lui quel periodo erano scariche di endorfine pure che entravano in circolo. E lo facevano stare bene punto. Poi vabbé, da qualche mese, c’era qualcos’altro che gli procurava scariche di pure endorfine ma questa, per il momento, era un’altra storia. 
C’era un altro motivo nello specifico quell’anno per il quale non voleva che il Natale arrivasse troppo in fretta. Perché non aveva la più pallida idea di che cosa regalare a Sakusa Kiyoomi.

- Samu, secondo te, se mi faccio trovare impacchettato con tanto di nastro rosso nel suo letto dici che Omi-Omi apprezzerà? - aveva chiesto a suo fratello qualche sera prima, quando la sua lista – molto ricca per carità ma con idee che Shoyo e Bokuto avevano gentilmente definito “bizzarre” – era stata depennata del tutto.
°°Sakusa no di certo, ma i tuoi compagni di cella – dopo che sarai stato arrestato per molestie sessuali – di sicuro sì.°°
- Coglione! - aveva sbraitato, dopo aver chiuso in faccia al fratello la conversazione.

Ma insomma, ecchecazz! Quella era di sicuro l’idea migliore, non solo per il regalo migliore, ma per far capire a Kiyoomi – e senza possibilità di replica – che per lui provava un interesse. Molto forte. E non solo meramente sessuale. 
Ma la sua splendida idea era stata bocciata da quel coglione di suo fratello che non apprezzava mai. Ed ora, in un pomeriggio gelido e nevoso di quel 24 Dicembre, si trovava ancora con un niente di fatto. E lui ci teneva un sacco a far bella figura con Kiyoomi. Voleva sorprenderlo con un regalo strepitoso con il quale finalmente Sakusa avrebbe iniziato a guardarlo con occhi diversi. Solo non sapeva come!
Il suo Omi-Omi (sì, si portava già avanti. Tutto si poteva dire di Atsumu ma non che non fosse un inguaribile ottimista) non era cambiato di molto rispetto a quando si erano conosciuti anni fa a quel famoso camp della Nazionale giovanile, aka era rimasto imperscrutabile. E se la cosa lo aveva già colpito anni fa, ora che erano compagni di squadra ancora di più.
Ehy, non era mica colpa sua se Kiyoomi, in primis, aveva quei due sexyssimi nei sulla fronte. Dio, cosa avrebbe dato Atsumu per poterci posare le labbra! Per non parlare di scostargli quel ricciolo ribelle che puntualmente si posava sopra proprio a quei due nei. Così come passare le dita tra quei ricci, che Atsumu sospettava dovessero essere morbidissimi…
Sospirò affranto, mentre si concedeva una cioccolata calda al caramello salato.
Si era rivolto anche a Komori, dopo che Suna gli aveva girato il suo numero, ma Motoya si era limitato a ridere fino alle lacrime (ok, il gene dell’allegria l’aveva preso tutto lui in quella famiglia) e non gli era stato di grande aiuto nell’aiutarlo a dargli qualche suggerimento per qualche idea per un regalo.
- Kyo è una persona molto più semplice di quel suo essere apparentemente scostato e freddo, che apprezza le cose semplici ma fatte con il cuore. Sorprendilo. - gli aveva detto Motoya. Sì, come se fosse facile, aveva pensato Atsumu, sorprendere Kiyoomi. Ed ecco perché nella sua testa si era fatta spazio con sempre maggiore insistenza l’idea che donare se stesso all’altro non fosse una così cattiva idea. Di sicuro lo avrebbe sorpreso, ecco…

Kiyoomi non sapeva veramente da che parte girarsi. Ormai la deadline per la consegna del regalo al destinatario era quasi arrivata. E per fortuna che, visto che praticamente tutti i suoi compagni erano tornati a casa per quelle vacanze, lo scambio dei regali non sarebbe avvenuto in un unico imbarazzante momento di condivisione, con tanto di foto e commenti vari, ma a mano a mano che erano pronti venivano posti sotto al piccolo alberello di Natale che Meian aveva messo in una delle sale comuni. Quindi i regali erano via via spuntati come funghi durante la notte o nei momenti più disparati. 
Si passò una mano guantata tra i riccioli neri, sconsolato. Era così preso dal girare come una trottola per i negozi del centro alla ricerca di una epifania in merito al regalo perfetto per Miya che non si era reso conto di tre cose.
La prima che aveva completamente saltato il pranzo.
La seconda che non aveva ancora ricevuto il suo regalo.
La terza… Beh, la terza è che a lui, Miya Atsumu, piaceva. E tanto anche. (Ma questa terza cosa, se doveva essere onesto con se stesso, dentro di lui l’aveva già capita da un pezzo).
Perfetto! Poteva lanciarsi a volo d’angelo nel canale ghiacciato e sperare di morire per ipotermia. Non era poi una così cattiva morte, ci si addormentava e via. 
Quel cretino di suo cugino, chiamato solo per disperazione, era stato inutile come una pastiglia di antidiarroico quando sei preda di un virus intestinale esotico come Kiyoomi si sarebbe aspettato, e gli aveva chiuso la telefonata in faccia mentre quello scemo tra le sonore risate blaterava qualcosa del tipo “oddio Kyo, questo è proprio destino!”
Sì, certo: Destino, come no! Sospirò sconsolato mentre cercava riparo e calore in una caffetteria che lo aveva attirato per le sue luci soffuse e per l’idea di calore che sprigionava. E la cameriera era stata così gentile ed empatica da provare un moto di compassione nei confronti della sua palese disperazione. 
- Beh, direi che confessare i propri sentimenti sarebbe indubbiamente il regalo migliore. Per non parlare del regalare il nostro tempo a qualcuno. In un mondo dove tutti andiamo sempre di corsa, trovare il tempo per passarlo con qualcuno è davvero un regalo prezioso. – gli aveva suggerito quando lui aveva manifestato la sua evidente difficoltà nel trovare un regalo adatto ad una persona… ok, ok, al diavolo! Non ad una persona qualche, ma alla persona verso la quale provava qualcosa.
Certo, più facile a dirsi che a farsi, aveva pensato Kiyoomi nel momento in cui, tutto impettito – e nervoso! - aveva aperto la porta del proprio appartamentino per dirigersi verso quello di Atsumu (a proposito: perché erano rimasti solo loro due in TUTTO il dormitorio?!) ed invitarlo a passare la sera del 24 Dicembre nel suo appartamento dove aveva allestito tutto per una perfetta cena, e chi si era trovato davanti con le nocche già pronte a bussare sulla sua porta? Già, proprio Miya Atsumu. Tempismo perfetto, non c’era che dire… niente!
- Omi…? -
- Miya?! -
- Io… - avevano iniziato all’unisono sentendo, e vedendo le guance dell’altro, avvampare – No dai, dì prima tu! -
“E, oh mio Dio: ma quanto fottutamente carino non è?!” avevano pensato sempre all’unisono.
- Non mi dire che… -
- … sei tu il mio Babbo Natale segreto? -
- Sì! - eccola di nuovo, la loro sincronicità.
E scoppiarono a ridere all’unisono, anche per scacciare il loro nervosismo, mentre Atsumu si posava una mano sulla nuca, accarezzandola, senza togliere lo sguardo dal volto bellissimo e regale di Kiyoomi. Che stava ridendo, ed era indubbiamente il regalo più bello che Atsumu potesse mai desiderare. 
Perché Kiyoomi aveva ragione, Miya Atsumu aveva la fortuna di aver già tutto, anche a livello professionale, ma c’era qualcosa che gli mancava, qualcosa che lo avrebbe completato ulteriormente. E questo qualcosa era lui. 
- Stavi venendo da me, Omi-Omi? - gli chiese ridacchiando  - Per riscuotere il tuo regalo? -
- Che vedo che non hai… - stette al gioco sarcastico e pungente come sapeva essere, appoggiandosi allo stipite della porta a braccia conserte.
- Come te del resto. - come sempre Atsumu non si fece prendere in contropiede dal sarcasmo pungengte di Kiyoomi.
- Uomo di poca fede, certo che c’è il mio regalo. - ma la sua spavalderia Kiyoomi la perse (un po') nel momento in cui fece apparire, come se si fosse trattato di una magia, quel buono per una cena che però continuava a tenersi saldamente stretto in pugno, ora attanagliato da mille dubbi. Santo Cielo, ma cosa gli era preso? E se Atsumu l’avesse preso per il culo da lì all’eternità? Se avesse tragicamente travisato alcuni segnali di interesse nei suoi confronti che credeva di aver colto da parte dell’alzatore? Certo era che non poteva andare cauto come al suo solito…

Quello che al contempo stava pensando Atsumu era che lì davvero se la stava giocando in tutto e per tutto. Doveva andare diretto al punto, magari non entrando a gamba tesa ecco, ma essendo chiaro. E se gli fosse andata male, beh: poteva sempre assumere l’identità di Osamu o, in alternativa, cambiare paese. Intanto propose per sfoderare il suo miglior sorrisetto insolente, la sua arma di battaglia, sopratutto quando era nervoso.
- Il mio regalo, Omi-Omi. - e tese la mano in avanti, con il palmo rivolto verso l’alto.
Però Kiyoomi era bravo a dribblare.
- Finché non apparirà anche il mio. - proferì incrociando nuovamente le braccia al petto.
- Omi, stavi aspettando qualcuno? - Atsumu cambiò completamente registro rendendosi conto del profumino che stava aleggiando nell’aria, dell’appartamentino perfettamente decorato a tema natalizio con tanto di candele accese e musichette di Natale in sottofondo. E sentendo una fitta dolorosissima al petto. Cazzo, qualcuno lo aveva alla fine preceduto? D’altra parte già si stupiva del fatto che uno come Kiyoomi non avesse nessun*
E Kiyoomi si sentì colto in fallo.
- Sarebbe il tuo reg… Ahhhh! Tieni qui! - e gli schiaffò in mano la busta con malagrazia, tanto era imbarazzato. E fece uno sforzo di stoicismo per tenere lo sguardo sul volto di Atsumu, perché stava letteralmente andando a fuoco.
Atsumu che non capì che cosa stesse succedendo, fissandolo in evidente confusione per poi spostare lentamente gli occhi alla busta che si era trovata schiaffata sul petto. Kiyoomi non era mai nervoso con lui, o a disagio, il loro rapporto si basava più su punzecchiature continue (e Atsumu andava fiero ed orgoglioso del fatto che Kiyoomi quel genere di rapporto ce l’avesse solo con lui. Ok, ok: non era un masochista, non è che ci tenesse a farsi insultare o peggio: a farsi minare l’autostima ma quel rapporto esclusivo che aveva con Kiyoomi lo faceva sentire in un rapporto speciale con lui).
- Aprila Miya, muoviti! Prima che me la riprenda indietro. - lo incalzò lo schiacciatore e, oh mio Dio: i suoi occhi color ossidiana brillavano più del solito, per non parlare del rossore che si era diffuso sulle guance. Atsumu si perse un lungo istante a bere, e a far proprio, ogni singolo dettaglio del volto dell’altro. Come se non lo facesse da anni! Ma poi temette che Kiyoomi avrebbe potuto realizzare la sua minaccia e quindi si affrettò ad aprire la busta e a trovare l’elegante bigliettino, scritto nella elegante grafia di Kiyoomi.
E Kiyoomi avrebbe voluto lanciarsi dalla finestra. Non che non fosse tipo da cose romantiche, lo era eccome ma c’era un piccolo particolare. Lui e Atsumu non stavano mica insieme, tanto da poter giustificare il tutto. Peggio, non gli aveva neanche mai detto, o fatto intuire, che provava dell’interesse nei suoi confronti. Quindi, Santo Cielo!, Kiyoomi si chiedeva come caspita Atsumu avrebbe potuto interpretare quell’invito a cena. Forse come il fatto che voleva assassinarlo e lo stava attirando nella sua “tana” come il pagliaccio di It.
- Omi… - proferì solamente Atsumu, con un filo di voce, ancora con gli occhi sbarrati a fissare quelle parole.
- Non sei obbligato ad accettare e tranquillo che c’è il regalo vero… - e stava quasi per sbattergli la porta in faccia, troppo in imbarazzo, ma Atsumu fu indubbiamente più veloce e mise una mano sulla porta, forse capendo le sue intenzioni.
- Sarebbe bellissimo Omi, se sarei onorato. E felice. - pensò bene di aggiungere con uno sguardo e una espressione che Kiyoomi non gli aveva mai visto in volto.
– E questo… questo è il più bel regalo che mi potessi fare, Omi. -
No, fermi tutti! Miya Atsumu era forse…
- …sei veramente arrossito, Miya? - chiese tra l’incredulo e il sarcastico Kiyoomi, anche buttando fuori l’aria che aveva nervosamente trattenuto fino ad un istante prima.
- Ahhh, non essere stronzo Omi-Omi. - tentò di difendersi l’altro ridacchiando.
- È la mia specialità. - replicò Kiyoomi, stringendosi sulle spalle.
- Ti decidi a farmi entrare o no? - lo piccò divertito Atsumu, che aveva la sorprendete capacità di riprendersi nel giro di un attimo, notando come l’altro gli impedisse il passaggio (e anche di quanto fottutamente fosse sexy fosse con quei pantaloni neri della tuta).
- Il mio regalo. - gli ricordò malefico Kiyoomi, che stava cercando in qualche modo di guadagnare tempo per prepararsi l’incipit migliore del discorso quando sarebbe arrivata l’inevitabile domanda in merito al perché di quell’invito a cena. E non aveva nessuna intenzione di mentire.
- Ah sì, giusto… - Atsumu spostò lo sguardo in giro per il ballatoio deserto e Kiyoomi sorrise internamente di quelle guanciotte che si erano imporporate, di quel labbro inferiore che veniva in qualche modo torturato dai denti.
- Sono io il tuo regalo, Omi. - Kami Sama! Atsumu ringraziò che suo fratello o Suna non fossero presenti in quel momento. Al suo suicidio sociale.
- E-eh? - chiese Kiyoomi, comprensibilmente interdetto e confuso, mentre lasciava cadere le braccia lungo i fianchi, fissandolo stranito. Quel ragazzo era sempre, sempre!, in grado di spiazzarlo in qualche modo. 
E Atsumu si fece spazio all’interno dell’entrata dell’appartamentino di Kiyoomi, perfettamente organizzato e in ordine. Spazio così come se l’era fatto nei pensieri, nel cuore, nell’animo di Kiyoomi.
- È inutile che io cerchi di farti capire l’interesse che provo per te facendo il minchione come al mio solito, senza mai essere chiaro. Forse per paura, chissà… - ridacchiò nervosamente, piantandosi davanti all’altro, fiero e ardito come Kiyoomi non lo aveva visto mai. E in quel momento lo vide semplicemente bellissimo.
- Guardami Kiyoomi (da che Kiyoomi ne avesse memoria, Atsumu non lo aveva mai chiamato con il suo nome intero, senza storpiarlo con inutili – quanto fastidiosi – nomignoli) e dimmi che cosa vedi. Ma ti assicuro che non hai ancora visto il meglio di me. Ciò che io posso dare. Darti. -
E Kiyoomi sentì un brivido attraversargli la schiena. Era rimasto senza parole. 
Quello che Atsumu vide fu l’altro che lo avvicinò a sé dopo averlo attirato per il colletto della camicia (sì, Atsumu si era vestito bene per andare da lui), i suoi occhi neri penetrarlo nel suo Io più profondo come solo Kiyoomi sapeva fare e poi… e poi le sentì. Le labbra di Kiyoomi posate sulle sue.
Erano morbide. Calde. Vive. E che lo fecero sentire vivo. E… amato? Poteva dirlo? Sì… 
Il cervello di entrambi era in cortocircuito, ma il corpo agì e si mosse per loro. Una mano di Kiyoomi sul volto di Atsumu, le dita di Atsumu tra i capelli di Kiyoomi.
Il bacio, il loro primo bacio, fu fugace e leggero, mentre le dita di Atsumu indugiavano tra i ricci di Kiyoomi, e le dita di Kiyoomi si persero a disegnare dei piccoli cerchietti sul volto di Atsumu.
Si staccarono con un piccolo sospiro da parte di entrambi, mentre Kiyoomi appoggiava la fronte su quella di Atsumu. Che parlò. 
- Omi, io non ho che da offrirti il mio cuore e… e queste mie mani vuote. - bisbigliò l’alzatore, con una umiltà e una semplicità che raramente gli si vedeva, mostrandogli i palmi delle mani.
- Ora non più. - sussurrò a sua volta Kiyoomi, sorridendo dolcemente, dopo avergli preso le sue mani tra le sue e stringendole, con lo stesso sguardo traboccante d’amore.
- Per fortuna che siamo già nel tuo appartamento, Omi. -
- Sei il solito idiota Miya! -
Ma Kiyoomi stava indubbiamente ridendo.

E poche ore dopo, nel cuore della notte, mentre Kiyoomi stava disegnando con la punta delle dita il profilo del volto addormentato di Atsumu nel suo letto, beatamente stretto a lui, Kiyoomi pensò che quella era indubbiamente stata la sua miglior Vigilia di Natale.
La prima di una lunga serie. 
Da lì a per sempre.



FINE




Ok, non dite niente sul finale. È così terribilmente smielato, lo so AHAHAH
Io ODIO il “per sempre felici e contenti” delle fiabe, ma con le mie ship lo adotto sempre AHAHAH mi faccio pena da sola^/////^
   
 
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