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Autore: SatoSerelover    20/12/2022    0 recensioni
C'erano molte cose che Rufy e Uta avevano in comune; l'amore per la musica, ingordigia per la carne, i loro ideali per un mondo libero e pacifico, il loro amore per i bei paesaggi... e le sfide. In particolare vincerle.
Così, quando Uta si presenta con una sfida improvvisa e folle per Rufy, qualcosa che totalmente al di fuori dei suoi normali interessi, i due iniziano a pensare a cosa e quando vale la pena vincere di più.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Mugiwara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota d'autrice:
Ciao a tutti! Mi sono innamorata della ship Rufy x Uta così di punto in bianco, ancor prima di guardare il film Red. Dal momento che vedo una grande mancanza di contenuti nel fandom occidentale per questa coppia, ho pensato di provare a colmarla un po'!
Questa one-shot è ambientata da qualche parte Post-Canon nel manga. Uta si è unita alla ciurma di Rufy e gli eventi del film Red non sono accaduti (se non la loro backstory). O almeno, qualcosa di simile potrebbe esser successo al film ma... non esattamente quello.
Probabilmente aggiungerò qualche sketch per questa fic prima o poi!
Maggiori informazioni sulla fic sono nella nota finale.
Auguro a tutti voi una buona lettura!


 
 

Poteva farcela, non era nulla di enorme, no? Stava solo per chiedere a Rufy di sposarla, o istigarlo a farlo. In ogni caso... quello.

Matrimonio. Lei e Rufy come moglie e marito. Il re dei pirati e la regina della musica. I reali della Nuova Era, proprio come li chiamava la gente.

 

Non si poteva dire che non vi fossero già speculazioni sul fatto che fossero potenzialmente una coppia. Con i loro status, la loro storia fin da bambini e gli ideali comuni, alla gente piaceva supporre e chiacchierare. Molto.

 

E forse, di norma, la cosa l’avrebbe irritata. I pettegolezzi non le erano mai piaciuti, il suo essere famosa e idolatrata come cantante era solo una conseguenza del suo vero scopo: diffondere la sua musica nei cuori delle persone.


Ma in questo caso le persone non si sbagliavano, non era solo un chiacchiericcio infondato. Provava davvero dei sentimenti per il suo amico d'infanzia, un grande miscuglio di platonico e romantico che forse nemmeno lei aveva capito del tutto, ma che già da tempo aveva ammesso a se stessa e anche a lui.

 

Non era sicura che Rufy capisse, o meglio, provasse fino in fondo sentimenti romantici, forse a lui era ancora meno chiaro come si provasse la differenza tra quelli e qualcosa di natura platonica, almeno per quanto riguardasse il loro rapporto. Certamente c’erano entrambi, ma dove oscillasse di più l’ago della bilancia era ignoto.

 

 

"Q-Quello… non sembra ideale…" Uta mantenne le labbra leggermente socchiuse mentre lottava per continuare a respirare.

La sua mano era premuta contro la ferita fresca sul lato del ventre, la perdita di sangue cominciava a rendere tutto intorno a sé confuso.

 

"Stai zitta! Risparmia il fiato!" la rimproverò Rufy mentre cercava di stringerle un panno attorno per rallentare l'emorragia. Il suo tono era pericolosamente severo, si poteva dire che fosse arrabbiato... e spaventato.

 

Avrebbe davvero voluto non doverlo mettere in una posizione del genere, un deja vu del momento in cui Ace gli era stato portato via.

Rufy odiava vedere i suoi amici feriti, specialmente quelli a cui era più vicino, e aveva dovuto sopportare di perderne alcuni. Poteva capire da dove provenisse il piccolo tremolio nella sua voce, era stato terribile e non voleva assolutamente permettere che succedesse di nuovo.

 

Non aveva davvero avuto intenzione di fargli del male, facendo del male a se stessa, ma non le era rimasta altra scelta.

 

Si erano ritrovati nel bel mezzo del campo di battaglia e sebbene non fosse una che amava scendere in campo per combattere, ma più per curare i cuori delle persone, Uta si era impegnata a fare il suo meglio ed aiutare in tutto e per tutto.

Avvicinata la fase finale dello scontro, la ragazza aveva cominciato a indebolirsi di secondo in secondo, con il sonno che aveva cercato di reclamarla.
 

L’unico modo per permettere a Rufy di concentrarsi sul capo dei nemici e sconfiggerlo sarebbe stato tenere impegnati gli altri scagnozzi sul luogo. Lasciare che arrivassero i rinforzi avversari sarebbe stata la fine e con gli altri della ciurma impegnati in battaglie altrettanto impegnative altrove, solo lei e i suoi sottoposti creati cantando potevano guadagnare abbastanza tempo.

Quindi non poteva rendere tutto vano, non quando Luffy aveva bisogno di lei.

 

Uta aveva esaurito le opzioni e l'unico piano che era riuscita ad elaborare in quattro e quattr’otto era stato pugnalarsi il braccio e lasciare che il dolore la tenesse sveglia. Sperando che Chopper avesse potuto aiutarla a guarire per bene.

 

Così, quando la stretta del nemico le aveva raggiunto la spalla e le aveva impedito di mirare al proprio braccio, con la poca forza rimasta, aveva affondato il coltello nella zona più facilmente raggiungibile del suo corpo.

 

Tutto sommato, aveva funzionato. L'adrenalina l’aveva tenuta sveglia, Rufy era riuscito a sconfiggere il nemico e la battaglia era stata vinta. Avevano salvato un sacco di vite e non poteva esserne più grata.

 

Aver evitato gli organi interni all’inizio le era sembrata una buona notizia, ma quando l'adrenalina l’aveva lasciata e la stanchezza era aumentata, la perdita di sangue era peggiore del previsto.

 

Era caduta a terra bruscamente, incapace di muoversi. E aveva provocato a Rufy un bello spavento.

 

Sì, lui non era affatto di buon umore per la vittoria, stava scalpitando di ansia dentro, ma a suo merito, lo stava nascondendo come poteva. "Hai davvero fatto una scemenza!"

 

"P-proprio tu parli… f-fai sempre scemenze..."

 

"È diverso!"

 

"N-Non lo è…"

 

"E smettila di parlare!"

 

"C-Così puoi... continuare a rimproverarmi liberamente?"

 

“Non rimproveri anche me in questi casi?”

 

“...T-Touché…”

 

Finì di trattare la ferita, ma non permise a se stesso ancora di tirare un sospiro di sollievo. Non finché non avesse potuto dire con certezza che sarebbe andato tutto bene. "Gli altri arriveranno presto e Chopper ti curerà..."

 

“Hmm…” mormorò lei assonnata, iniziando a perdere la concentrazione.

 

“Ehi! Non è il momento di andare a dormire!” la rimproverò Rufy, scuotendola un po', preoccupandosi ben poco della sua rudezza. Certo, non voleva farle del male, ma se si fosse addormentata sarebbe stato tutto inutile.

 

“Sai…” Uta cercò di aggrapparsi a tutte le energie che le erano rimaste “Se io-”

 

"No. Non ti azzardare.” La minacciò l’amico "Non ti azzardare ad arrenderti!"

 

Vivendo varie tragedie, Rufy era arrivato a capire, almeno quando palesemente evidente, se gli ultimi istanti di qualcuno fossero davvero tali, quindi sapeva dentro di sé che questo non era uno di quei casi.
Lon le avrebbe permesso di pensare diversamente, trascinandosi più vicina a qualcosa che avrebbero potuto evitare.

 

Sentendo la calma discendere nel suo cuore, una sorta di senso di sicurezza, Uta si lasciò di più nella presa salda di Luffy "D-Davvero… t-ti amo veramente tanto, s-stupidotto..." quasi cantilenò con voce flebile.

 

Il ragazzo dai capelli corvini sbatté le palpebre, mentre la sua faccia si bloccò comicamente "Eh?"

 

“I-Io... ti...” le sue palpebre cominciarono a calare “...ti a-amo… ta-tanto…” i suoni non arrivavano più alle sue orecchie “...t-taaaanto...”

 

 

"U-Uh...?"

 

A quanto pare quelle non erano state le sue ultime parole e sicuramente non era morta. Mentre le sue mani accarezzavano il telo leggero del lenzuolo che le copriva il corpo, finalmente i suoi sensi iniziarono a riprendersi.

 

Riconobbe subito l'infermeria della Sunny, era stata lì abbastanza volte a causa dello sforzo delle proprie corde vocali o delle imprudenze di Rufy.

Tuttavia, la pulsazione di dolore al fianco le ricordò che era la prima volta che veniva ferita in quel modo.

 

"È bello vederti sveglia!" La voce di Chopper salutò. Inclinò leggermente la testa, incontrando il sorriso del dottore "Ma non mi muoverei bruscamente se fossi in te, quella era una brutta ferita"

 

“Grazie per le cure” Uta annuì, ancora troppo stordita per fare comunque grandi sforzi “Quanto tempo ho dormito?” chiese mentre il cerbiatto iniziò a ispezionarla.

 

“Cinque giorni” rispose lui, senza perdere la concentrazione.

 

"Cinque!?"

 

Chopper annuì “Sì, hai perso molto sangue e hai fatto uso eccessivo dei tuoi poteri musicali. A dire il vero mi aspettavo che dormissi un po' di più, ma sono contento che ti stia riprendendo in fretta!” Disse, terminando l'ispezione alla ferita.

 

Saltò poi giù dalla sedia, togliendosi il camice da lavoro e camminando verso l'uscita "Inoltre, almeno Rufy smetterà finalmente di essere così lunatico"

 

Alla menzione di quel nome, i codini a forma di fiocco di Uta rizzarono in piedi "Lunatico?"

 

“Sì, passa da stranamente felice a stranamente scontroso nel giro di istanti. Probabilmente non riesce a trovare una via di mezzo. Si è rimpinzato di cibo da quando sei stata medicata.”

 

Era ovvio per tutti, il Capitano in realtà stava solo cercando di tenersi occupato per smettere di preoccuparsi per la sua amica. Il che non aveva portato a grossi risultati, dal momento che continuava a ingoiare sempre più carne ogni giorno che passava.

 

Adesso però Chopper non avrebbe avuto più bisogno di curare una sua eventuale indigestione e l'equipaggio non avrebbe rischiato di rimanere senza scorte di cibo.

 

Uta iniziò a prestare meno attenzione già a metà del discorso, non accorgendosi degli ossequi e che fosse stata lasciata ai suoi pensieri.

 

Anche se si era appena svegliata in quel momento, ricordava abbastanza bene quello che aveva detto a Rufy. Era imbarazzante, ma comunque vero, anche se per molto tempo si era sforzata di fingere che non lo fosse.

Solo quando si era finalmente concessa di ammetterlo, per di più davanti alla sua faccia, era diventata una certezza. Si sentiva molto più leggera ora, il che sembrava sciocco da dire visto che era evidente da tempo che Rufy fosse una delle persone a cui teneva di più, se non la persona in assoluto. Era un dato di fatto.

 

Non era sicura di cosa intendesse effettivamente, del tipo specifico di amore di cui parlava, ma era così forte che aveva dovuto lasciarlo fuoriuscire.

E conoscendo Rufy, avrebbe potuto reagire in ogni modo possibile.

 

“Uta!”

 

Parlando del diavolo...

 

"Ehi Rufy" salutò leggermente, combattendo il leggero rossore sul suo viso.

 

"Ti sei presa il tuo tempo, eh?" Le sorrise scherzosamente, mentre si lasciò cadere sulla sedia accanto al letto della ragazza "Ma sono contento di vedere che stai meglio."

 

Uta ricambiò il sorriso "Sì, ci è mancato un soffio"

 

“Sapevo che non saresti morta, sei forte” sbuffò lui, sollevando le gambe sulla base della seggiola e incrociandole, per poi appoggiarvisi con i gomiti.

 

Più che lo sapesse, Rufy aveva riposto tutte le sue speranze nell'ottimismo. Quando aveva notato che Uta fosse sul punto di spegnersi, il terrore si era fatto davvero concreto.

 

Ma lei lo sapeva, non poteva nasconderglielo "No, eri un piccolo micio spaventato!"

 

"Mi hai giusto preso alla sprovvista quando hai iniziato con tutti i discorsi sdolcinati!" si giustificò il pirata, cercando di nascondere il suo imbarazzo, mentre lei fece lo stesso quando capì che lui ricordava ancora le parole che gli aveva detto.

 

"Comunque... non farlo mai più, ok?"

 

Per un momento, Uta sentì il suo cuore sul punto di sprofondare “Fare cosa? Quello che chiami il discorso sdolcinato o...-"

 

“Farti del male in maniera così stupida. Non mi piace” chiarì, tono fermo e improvvisamente serio. "Nessun membro del mio equipaggio e amico può morire, capito?"

 

Lei sospirò "Ci proverò, ma devi applicarlo anche a te stesso" poi offrì un caloroso sorriso "Dopo tutto, sei un amico prezioso anche per me, no?"

 

"Oh!" L'espressione di Rufy si illuminò all'improvviso, come se qualcosa fosse piombato all'improvviso nel suo cervello "Questo mi ricorda quello che hai detto laggiù, prima che perdessi conoscenza..." i suoi occhi furono stranamente concentrati mentre si avvicinò al suo viso.

 

Spesso erano stati così vicini, ma Uta non poté fare a meno di sentirsi molto agitata in quel momento. Doveva combattere l'impulso di tirarsi indietro e rimanere salda.

 

All'improvviso un enorme sorriso adornò il viso del ragazzo, la sua gioia splendeva come se fosse lui stesso il sole. "Mi ha reso molto felice!"

 

"Eh?" Il cuoricino della ragazza iniziò a sobbalzare.

 

"Sì!" Annuì in conferma “Ti amo tanto tanto anch'io! Quindi mi ha reso felice!

 

Sapeva che probabilmente non lo intendeva con una specifica forma d'amore in mente, ma comunque, sentire quelle parole, mandò la sua anima in un'altra dimensione, come se una canzone con costanti cadenze d’inganno avesse trovato finalmente quella perfetta e l'armonia si fosse conclusa in tutta la sua potenza.

 

"Ehi, Uta?" Rufy iniziò ad agitare la mano davanti al suo viso, confuso sul perché avesse smesso di rispondere. "Oooooi?"

 

E quando il rossore si diffuse su tutta la superficie del viso di Uta, Chopper fu costretto a tornare e rassicurare Rufy che l’amica non stesse avendo un'emorragia facciale interna.

 



In effetti, quando lei gli aveva confessato di amarlo molto in termini non esclusivamente romantici, durante un’esperienza che poco piacevolmente ricordava per le circostanze assai quasi letali, lui era sembrato piuttosto contento e soddisfatto. Aveva persino ammesso di amarla molto anche lui, senza altrettante specificazioni.
 

Infatti la loro relazione non era cambiata molto da allora, il prima e il dopo erano molto simili, a parte le dimostrazioni fisiche di affetto aumentate.

Tra le loro prese in giro e le loro competizioni c'erano molti abbracci e appoggiarsi l'uno addosso all'altra, a volte pure prese di mano quando erano soli.
E quelli che potevano definirsi “baci” erano piccoli momenti di labbra delicatamente appoggiate sulla guancia, per lo più da parte di lei, poi trasformati da lui in una specie di arma per farsi dispetti, visto che gran parte finivano in una pernacchia. 

Tutto abbastanza casual e non portava un'etichetta.

 

Anche l'equipaggio probabilmente aveva rinunciato a cercare di capire quale fosse esattamente il loro legame, accettando semplicemente che quei due fossero fatti così.

 

A Uta andava bene, le piaceva quello che aveva con Rufy. Anche se i loro sentimenti non avevano una definizione chiara, era sufficiente sapere che si amavano moltissimo. E anche tutti gli altri intorno ne erano consapevoli.

 

Tuttavia, c'era una voce non così sommessa nella parte posteriore della sua testa che chiedeva... una sorta di conferma che il loro qualcosa fosse unico.

 

Sapeva che il suo Capitano non la vedeva come una sorella, era stato più che chiaro quando glielo aveva chiesto in passato. Le uniche persone che vedeva come fratelli, giustamente, erano Ace e Sabo.

 

Ovviamente Uta sapeva che ciò non era un indicatore di importanza ai suoi occhi. Lui non classificava le persone a cui teneva in base al tipo di legame che aveva con loro, né lei avrebbe voluto che lo facesse. Rufy faceva tesoro incondizionatamente, allo stesso modo, di tutte le persone che conservava nel cuore e lei lo amava anche per questo.

Non oserebbe mai chiedere né desiderare di essere messa a un livello più alto degli altri. E pur provando, non avrebbe portato ad alcun risultato.

 

La ragazza voleva qualcosa che in assenza di un'etichetta potesse rendere... chiara ed eterna la posizione che avevano l'uno per l'altra.

 

Il matrimonio poteva essere la soluzione.

Era una buona idea.

 

Ciò che non era una buona idea era il suo piano molto improvvisato di proposta di matrimonio.

Sapendo che Rufy non fosse molto interessato a certe cose, Uta non aveva la più pallida idea di come chiederglielo semplicemente e allo stesso tempo rivelare quanto fosse importante per lei.

 

Certo, avrebbe potuto provare a spiegare, ma il ragazzo non era tipo da grandi discorsi, era più probabile che risultasse fastidiosa piuttosto che appassionata. Le azioni parlavano più delle parole per lui, era una persona diretta anche quando usava la bocca per esprimersi.

 

Per questo, aveva deciso di seguire l’istinto.

 

Uta abbassò lo sguardo sul dorso della sua mano, in piena vista il logo che Rufy aveva disegnato per lei anni fa.

Era giunto il momento di fare un passo verso un altro tipo di New Era.

 

"Rufy!" Chiamò lei, entrando nella cabina in cima all'albero maestro. Rufy adorava andare a farci un pisolino o mangiare le sue leccornie, almeno quando non si trovava sulla testa della Sunny, ovvero il suo spazio personale.

 

Fortunatamente per lei, perché era troppo ansiosa per attendere a parlargli ed era una regola tacita tra l'equipaggio che il posto speciale del Capitano fosse unicamente suo e inaccessibile ad altri.

 

"Ehi, Uta!" Lui la salutò con entusiasmo, voltandosi un po' e mostrandosi visibilmente impegnato a mangiare dei cosciotti.

 

Classico Rufy, ma se c'era qualcuno che capiva la sua passione per il cibo, la carne in particolare, quella era proprio lei. E lui ne era perfettamente conscio, uno dei motivi per cui era disposto a condividere, a volte, con lei soltanto i suoi preziosi pezzi di carne.

 

"Scommetti che ne mangio dieci più di te?" La sfidò con un sorriso, ignorando il fatto che era destinato a perdere, con lo stomaco pieno della metà di quello che inizialmente conteneva il piatto.

 

"No, perché io ti sfido!" Lei ribatté, con un leggero rossore che le crebbe sulle guance. Cercò  di aggrapparsi a tutta la determinazione che di solito mostrava.

 

L'intenzione non era quella di fargli fare qualcosa contro la sua volontà, ma se c'era qualche possibilità che fosse disposto ad accettare, la giovane donna doveva fare le cose per bene.

 

"Hm? va bene, spara!"

 

E Uta conosceva il modo migliore per rendere la cosa accattivante.

 

"Ti sfido a sposarmi!"

 

Forse la sua voce da cantante si era espressa troppo forte, la prova consistente in una parte dell'equipaggio giù sul ponte che chiaramente non si era persa quella frase esclamata dal nulla.

Ma di questo Uta non era consapevole, né poteva vedere i loro volti sconvolti.

 

Sia Rufy che Uta non parlarono per un po', uno strano silenzio si stabilì tra loro. Rari erano i momenti non rumorosi quando erano insieme. Sia per la personalità generale di Rufy o il canticchiare di Uta, sia per le loro competizioni e piccoli battibecchi.

I momenti tranquilli esistevano ma non erano come quello che stavano vivendo.

 

Il che rendeva ancora più strano il silenzio dell'amico. Rufy era tutt'altro che tranquillo, persino quando dormiva.

 

Poté leggere il suo volto per un istante e non la stupì trovare confusione mista a sorpresa. Era visibilmente perplesso, come se gli avesse appena detto che non le piaceva più la carne.

 

Ciò, tuttavia, non durò a lungo. Quello che si era aspettata seguisse, per quanto potesse dire di conoscerlo, era indifferenza. Invece, il suo viso si trasformò in un'espressione molto incuriosita ma anche composta "Va bene"

 

Il già vasto rossore che le stava invadendo il viso aumentò.

 

Non se l’era aspettato, ad essere sincera si era preparata a sentire un rifiuto, dopotutto la sua richiesta poteva dirsi un’improvvisata pazzia.

 

Trovarlo semplicemente d'accordo come se quello fosse un nulla di ché era estremamente coerente con la persona che era Luffy, ma allo stesso tempo non poteva che sembrarle strano.

 

“…O-Ok?”

 

Rufy annuì in conferma, dando un altro morso al suo cosciotto "Sì, accetto la tua sfida!"

 

"Allora… lo facciamo davvero?"

 

"Sì"

 

“Ok…” Uta annuì, ma la sua mente chiaramente non era connessa.

 

Era davvero successo?

 

Si era immaginata che in un momento come questo, con un simile esito, si sarebbe sentita sollevata e felice.

Eppure l’unica sensazione che la dominava era solo il proprio intestino che si contorceva con crescente disagio.

 

 

Era tutto come aveva sognato, ma le pareva di vivere l’esatto contrario.

 

Non è che non volesse più sposare Rufy o che si fosse pentita di averglielo chiesto. Ciò di cui si sentiva davvero turbata era il modo in cui gli aveva fatto dire di sì.

I dubbi avevano già invaso la sua mente subito dopo aver ottenuto la risposta, ma certamente la reazione dell'equipaggio non poteva che averli alimentati.

 

“Tu? Luffy? Sposarti?”

 

Non avevano nascosto il loro shock. Non tanto per chi Rufy avrebbe sposato, quello che aveva abbastanza senso ai loro occhi, ma per il semplice fatto che si parlasse in primo luogo del loro Capitano. Rufy piazzato in uno scenario da matrimonio sembrava troppo strano. Faceva solo ciò che gli interessava e non sembrava aver mai pensato a quella roba. Era tutto per la libertà, senza limiti o restrizioni... e un legame matrimoniale per alcuni poteva anche essere interpretato come tale.

 

E per quanto si impegnarono a mettere da parte la loro preoccupazione e confusione, tutto per amore del loro Capitano e la loro compagna di equipaggio, lasciando così spazio ad estrema e genuina felicità, Uta non poté cancellare dal suo cuore la terrificante idea di ferire Rufy con le sue azioni a lungo andare.

 

Lui era lì, in piedi tra i suoi amici mentre si grattava la nuca, con la ciurma di maschietti che lo stuzzicavano, e sembrava davvero sereno.
Eppure non si sentiva meno spaventata.

 

Lo sapeva bene che Rufy teneva molto a lei. Se il suo tentativo di rendere la proposta più intrigante fosse solo risultato in un inganno? Un semplice atto di manipolazione verso una vita che non vorrebbe o in cui non si sentirebbe a suo agio?

 

Quei sentimenti non l’abbandonarono nemmeno un istante. L’accompagnarono con il passare delle ore, oltre il momento in cui tutti si erano ritirati nelle loro stanze per dormire.
E non la lasciava riposare, nemmeno con il dolce rumore delle onde del mare che cullavano la nave e le donavano pace nel cuore prima del sonno.

 

Se questa era una sfida e vincere avrebbe portato a ferire Rufy, non desiderava altro che perdere.

 

Con tale realizzazione e decisione irremovibile Uta si avviò stancamente verso la cabina di Rufy la mattina seguente. Sgusciò via dallo sguardo attento di Chopper, incuriosito dal suo viso pallido e occhiaie che avrebbero fatto invidia a Law. Scappò dagli sguardi preoccupati e sospettosi di Nami e Robin ed evitò le chiacchiere degli altri membri allegri della ciurma.

 

"Oi Uta, oggi non sei scesa a colazione!" Rufy la salutò sorprendendola a metà strada, ma il suo sorriso ingenuo e solare si trasformò subito in un cipiglio. "Uh, hai un aspetto strano, ti stai ammalando o qualcosa del genere?"

 

La risposta tardò ad arrivare, spingendolo solo a continuare “Se non ti senti bene non dovresti andare in giro!”

 

La sua mano si allungò in avanti, toccandole la fronte per testare se fosse più calda del dovuto. Quando sfiorò però la superficie, Uta fece frettolosamente un passo indietro, impedendogli di portare a termine il suo intento, ma permettendo alla frangia di scostarsi quel tanto che bastava per mostrare i suoi occhi stanchi.

 

Nemmeno Rufy sarebbe in grado di non vederli. “Sì, decisamente hai un brutto aspetto.” Disse con totale mancanza di tatto “HEY CHOPPER, UTA NONHMPPH-” iniziò a gridare, cercando di chiamare il medico di bordo, ma un palmo si scaraventò sulla sua bocca e lo fermò piuttosto bruscamente.

 

"Semplicemente non ho dormito bene, non fare tante storie!" La rimproverò lei a malincuore. Apprezzava quel suo modo tutto suo di preoccuparsi, ma era già di suo abbastanza difficile fare quello che stava per fare, non era necessario fare una scenata davanti a tutti gli altri.

 

Rufy incrociò le braccia perplesso. "Allora vai a riposarti!"

 

"Lo farò, prima devo parlarti." Rispose la cantante rapidamente, con urgenza nel tono di voce, anche se cercava di sembrare il più disinvolta possibile. Al cipiglio inarcato di Rufy lei aggiunse "Riguardo a ieri".

 

"Ieri?"

 

Sospirò "A proposito della sfida"

 

Gli occhi del corvino finalmente si spalancarono “Ohhhhh! Quella! Ok, cosa c’è?" inclinò la testa incuriosito.

 

"I-Io…" La ragazza incontrò i suoi occhi mentre si sforzò di pronunciare le sue parole successive "Mi ritiro." E poi cercò di guardare totalmente altrove, tentativo chiaro di evitare di guardare l’espressione di Rufy cambiare.

 

"...Tu cosa?" Il suo tono suonava così innocentemente confuso.

 

"Lasciamo stare la sfida, rinuncio"

 

Anche se avesse rivolto uno sguardo a Rufy, non sarebbe stata in grado di leggere cosa gli passava per la testa. Per molto tempo la sua espressione rimase vuota, probabilmente impegnato a capire le sue parole e il loro senso.

 

Si cacciò un dito nell’orecchio, cercando di stappare qualunque cosa ci potesse essere a confondere l’udito, perché non poteva davvero aver sentito quello che aveva sentito. “Come?”

 

Lei ripeté, alquanto spazientita “Non voglio sposarci, lasciamo stare! Prendila come uno scherzo…”

 

Nah, Uta non era così. Era orgogliosa e odiava perdere tanto quanto lui. "Eh? Ma questo significherebbe che hai perso!"

 

Si aspettò di vedere qualcosa lampeggiare nei suoi occhi, come quando la provocava prima di affrontarsi. Tuttavia non vide nulla di ciò e le parole successive che sentì non lo scioccarono poco "Fa nulla. Tu vinci e io perdo" accompagnate da delle spallucce.

 

Dallo shock, passò all'irritazione e forse anche alla delusione. Ovviamente era anche preoccupato per la sua cara amica, perché non si comportava come se stessa.

Ma quella era anche la ragione principale per cui si sentiva così turbato dal suo atteggiamento. Non era affatto se stessa.

 

Tutto ciò non aveva senso!

 

E proprio perché troppo preso dal suo cervello che stava girando e danzando per cercare di trovare la risposta, si accorse solo troppo tardi che Uta se n'era andata. Nemmeno allungando le sue braccia gommose avrebbe potuto prenderla ormai, senza idea di dove fosse andata.

 

infilando bruscamente le mani nelle tasche dei pantaloncini, Rufy si allontanò, diretto dove portava il suo stomaco.

 

 

Un altro drink, e avrebbe potuto ufficialmente definirsi ubriaca. Ma onestamente a Uta non importava un fico secco.

Era delusa, per la situazione ma soprattutto verso se stessa. Non solo aveva quasi fatto qualcosa di crudele nei confronti di Rufy, ma aveva anche dovuto rimangiarsi tutto improvvisando una maschera di sfacciataggine per nascondere la sua codardia.

 

Meritava di annegare nell'alcool e cadere tra le onde, per poi essere trascinata su un'isola deserta dove non avrebbe potuto mangiare altro che ossa scarne, con una platea di lumache e granchi a cui cantare e foglie pruriginose come vestiti.

 

"Dovresti fermarti qui se non vuoi una tremenda sbornia domani" la avvertì una voce femminile, seguita da due figure sedute ciascuna al suo fianco.

 

“Probabilmente.” sospirò Uta, ma senza lasciare la presa sulla grande coppa di vetro.

 

Robin gliela tolse delicatamente dalle mani, spingendola da parte quanto basta perché la ragazza non provasse a riprenderla.

Uta non era una grande bevitrice, sapeva cosa ubriacarsi facesse alle persone. Sebbene fosse una piratessa e bere fosse un marchio di fabbrica, vedere il più delle volte i membri dei Pirati del Rosso dormire sparpagliati per terra dopo essersi ubriacati pesantemente l’aveva predisposta ad una bassa tolleranza verso l'alcol.

 

I suoi amici lo sapevano, quindi non ci era voluto molto affinché Nami e Robin si intromettessero, una volta trovata dopo aver sentito delle voci su di lei e Rufy.

 

“È successo qualcosa tra te e Rufy? Non sembri dell'umore di una futura sposa” chiese la donna dai capelli color carota, cercando di sembrare il più gentile possibile.

 

Un basso borbottio uscì dalla bocca della quasi coetanea, abbastanza forte da essere udito "Non ci sarà nessuna sposa..."

 

Due secondi bastarono a far esplodere il caos. "CHE COSA!?" esclamò Nami con viso sconvolto, mentre realizzò il significato di quelle parole.

 

Quando Uta non specificò nei secondi successivi offerti lei per spiegare, Nami si alzò in piedi, apparentemente pronta a prendere a pugni qualcosa o qualcuno, ma cercando di trattenere l’istinto, con denti e pugno tremanti "Lo legherò in un piscina e lo lascerò lì per una settimana! Come osa scaricarti dopo aver detto di sì!?"

 

"Nami," la chiamò Robin, con tono calmo e paziente "Penso che la verità sia un’altra" poi rivolse lo sguardo a Uta, guardandola dolcemente "Giusto?"

 

Mentre Nami si voltò nella stessa direzione, aspettando una conferma, la ragazza dai capelli bianchi e rossi annuì "Io l'ho scaricato"

 

"Tu hai...?" Nami si sedette “Ma perché? Voglio dire, sì, non tutti vorrebbero sposare Rufy per ovvi motivi, ma a te in primo luogo non è mai importato granché, se no non glielo avresti chiesto!”

 

Uta si sollevò un po', giocherellando un po' con le mani, un sorriso dolce ma addolorato sulle labbra “Gli ho fatto la proposta sfidandolo…” Nami sembrò sul punto di aprire bocca, ma poi si fermò, vedendo che l’amica stava per continuare "Lo facciamo sempre, quindi ho pensato che Rufy sarebbe stato più interessato se l’avessi messa in una prospettiva più intrigante"

 

Riportò lo sguardo al logo sul suo guanto, come aveva fatto prima di chiedergli di sposarla. Forse avrebbe dovuto pensare prima alle implicazioni negative.

 

“Ma poi ho pensato... Rufy tende a buttarsi in situazioni folli che potrebbero anche non piacergli, a patto che venga provocato un po'. E se fosse così anche in questa situazione? Non è mai sembrato interessato al classico modello di famiglia, non ne ha mai parlato. Anche se non penso che cambierebbe molto tra di noi, non voglio che si ritrovi intrappolato in una vita che non vuole o di cui non capisce il senso... Capite?"

 

Sia Robin che Nami annuirono, ascoltando attentamente.

 

"Hai paura di approfittare di questa sua tendenza e di limitarlo"

 

Uta confermò, annuendo silenziosamente e tristemente. Passarono ancora alcuni secondi e nessuno parlò, finché non trovò la voce per aggiungere “Ma adesso non importa, gli ho detto che era solo uno stupido scherzo…”

 

Nami e Robin si scambiarono un lieve sorriso e quest’ultima prese un bicchierino, riempiendolo. Lo scosse leggermente, facendo ruotare il liquido all'interno e infine ne sorseggiò il contenuto.

"Sai," iniziò, appoggiando il bicchiere vuoto "Qualche tempo fa giravano voci sul fatto che il capitano della Kuja fosse innamorato di Rufy."

 

"Che cosa??" Gli occhi di Uta si spalancarono "Davvero?"

 

Entrambe le ragazze ridacchiarono alla sua espressione sorpresa "Nessuno è a conoscenza di come siano andate esattamente le cose, ma il Capitano una volta si è lasciato sfuggire che Boa Hancock voleva sposarlo o qualcosa di simile, e quando Usopp gli ha chiesto come mai abbia rifiutato-"

 

"Ha detto che non era interessato!" Nami concluse per lei, cercando di trattenere la risata, scuotendo la testa. "Come se fosse la cosa più naturale del mondo!"

 

“Eh...? Lo ha fatto? Ma allora…-"

 

"Hai capito cosa implica?" chiese Robin.

 

Notando la confusione di Uta, Nami continuò “Rufy può essere un po' stupido, anche tanto, e forse ha difficoltà a pensare alle cose in modo romantico, ma sa molto bene cosa sia un matrimonio e cosa comporti. Sa un sacco di cose, solo che non è interessato a una buona parte di esse, quindi non si nota."

 

"M-Ma allora-"

 

“Rufy ha molte abitudini peculiari, ma sa leggere estremamente bene le persone e alla fine anche se stesso, in un certo senso. Quindi probabilmente sa che eri genuina riguardo a quella richiesta e altrettanto genuina è stata la sua risposta” spiegò Robin, dando alla ragazza più giovane al suo fianco una leggera carezza sulla schiena.

 

“Robin ha ragione” acconsentì subito la piratessa dai capelli arancioni “Conosco Rufy meglio di chiunque altro in questo equipaggio, ho viaggiato con lui sin dall'inizio e posso assicurarti che lui non accetterà mai di fare qualcosa che non vuole assolutamente fare. Se non gli interessa, non lo farà e te lo dirà in faccia”

 

Questo era un fatto noto a tutti coloro che gli erano abbastanza vicini e anche a chi non lo fosse. Uta potrebbe aver assistito meno a tale atteggiamento perché i loro interessi erano incredibilmente allineati e si conoscevano fin dall'infanzia, non era un segreto che Rufy la trattasse in modo leggermente diverso da come trattava il resto dei suoi amici.

 

Ma lui era esattamente così; una persona piena di pregi ma anche di difetti. Dava un cattivissimo esempio, dimostrava chiaramente di preoccuparsi principalmente solo del proprio interesse. Non avrebbe esitato a rivelare spudoratamente cosa non fosse affar suo e lasciare che gli altri se ne occupassero da soli. C'erano delle eccezioni, ma dipendeva da quanto fosse importante per i suoi amici e da quanto genuino fosse il loro desiderio.

 

“Ma questo non cambia il fatto che probabilmente ha accettato solo per la scommessa e se non è interessato al matrimonio, e sappiamo che probabilmente non lo è, allora…” Uta cercò di controbattere freneticamente, ma mettendo insieme i pezzi del puzzle si trovò da sola in un vicolo cieco.

 

La donna dai capelli neri scosse la testa negativamente, mantenendo il suo tocco confortante "Deve avere le sue ragioni per cui ha deciso di accettare qualcosa a lungo termine come quello"

 

“Ma quali siano di sicuro non possiamo saperlo. Anche se il suo modo di pensare è molto semplicistico, Rufy rimane spesso un mistero difficile da capire. Anch'io sono curiosa a dire il vero di questa situazione, ci deve essere un motivo per cui ha fatto un'eccezione” Nami scrollò le spalle, ammettendo che nessuno riusciva effettivamente a capire cosa passasse per la testa del Capitano. 

 

Ma era certo, Uta e la sua proposta avevano qualcosa che lo interessava.

 

"Rufy non agisce mai senza mettere tutto se stesso nelle cose che fa." Quando Robin si alzò, offrì una mano a Uta "E ogni preoccupazione può ancora essere chiarita con lui, una volta che starai bene e ti sarai riposata"

 

Di fronte all’esitazione di Uta, la donna più matura alzò un sopracciglio "Ti fidi di Rufy, vero?"

 

Senza esitazione, la cantante annuì "Più di chiunque altro al mondo"

 

Finalmente un sorriso sincero tornò sulle labbra della giovane, ricambiato da quella delle amiche. 

 

“Quindi Rufy in questo momento è sicuramente mooolto arrabbiato con te” aggiunse Nami, ridacchiando maliziosamente.

Robin le lanciò una piccola occhiata di disapprovazione, non riuscendo però a mentire “Possibile” Sicuro “Ma anche quello può attendere. Se devi fronteggiare Rufy devi farlo nelle tue migliori condizioni, giusto?”

Sì, Uta non aveva problemi ad affrontare l’amico quando di cattivo umore, ma decisamente, lo avrebbe fatto meglio da sobria. 

 

“Giusto”

 

 

Coerente con le parole di Nami, Rufy era piuttosto incazzato. Così incazzato che anche lì, in cucina circondato dalla carne, e molto affamato, non se la sentiva di mettersi a mangiare.

 

La situazione era così strana che tutti i membri maschi dell'equipaggio erano stati chiamati per fornire aiuto. Ma nessuno dei tentativi di Usopp o le ricette appena sfornate da Sanji potevano risanare il loro amico dal suo stato. Anche consultare Chopper non aveva portato a risultati, poteva essere un medico fenomenale ma poteva fare così tanto per qualcosa che era principalmente emotivo.

 

Potevano però simpatizzare lo shock e la frustrazione del ragazzo. Per quanto fosse sorprendente in primo luogo che Uta gli avesse chiesto di sposarlo, era ancora più strano che si fosse fatta indietro.

 

“Le donne sono strane Rufy, era ora che anche tu ne avessi una prova concreta” mormorò Zoro da un angolo lontano, poco interessato alla faccenda se non per il benessere dei suoi amici. Jinbe era seduto non lontano da lui.

 

Beh, Rufy aveva avuto modo di sperimentare le lune storte a cui le donne possono essere soggette, ma qui si parlava di tutt’altra questione "Sei così deluso dal fatto che Miss Uta abbia ritrattato?" Brook ha chiesto con attenzione.

 

"Certo che lo sono!" Rufy borbottò "Prima mi sfida e poi si tira indietro?"

 

I suoi amici erano piuttosto incerti su come procedere.

 

“Allora davvero non vedevi l'ora di sposarla? Sai a cosa porterebbe dire di sì?” Chiese ancora Usopp, a nome dell'intero gruppo.

 

Rufy sbuffò, guardandoli come se a ognuno di loro fosse cresciuta una seconda testa "Certo che so cos'è un matrimonio!"

 

"E il suo significato?"

 

"Anche quello!"

 

Usopp inclinò leggermente la testa, divertito e confuso "Ma non sei mai sembrato interessato ad innamorarti, trovare una moglie sembrava l'ultima delle tue preoccupazioni!"

 

"Hmmmmm..." Rufy incrociò le braccia, pensando per un momento "Sì, esattamente"

 

“Allora perché volevi sposare Uta? Non è qualcosa che si fa e basta, anche qualcuno come te non dovrebbe. Se sai cosa significa allora non puoi prenderlo così alla leggera!"

 

Il Capitano non è sembrato davvero infastidito dalle sue parole, in quanto credesse fermamente nel suo approccio sull’argomento. Ciò che lo irritava era semmai che non capissero una questione così semplice! "So che non sposi chiunque, scegli la persona giusta!" Prima che qualcuno potesse ribattere, continuò: “E Uta non è chiunque. Lei è la persona giusta per un sacco di cose, quindi va bene anche per questo"

 

Il suo concetto di "giusto" era abbastanza semplice.
Per lui era la persona giusta per essere la Regina della Musica, per raggiungere il cuore delle persone con le sue canzoni.
Era la persona giusta per aiutare a creare una Nuova Era. Era la persona giusta con cui divertirsi, giusta per offrirgli una vera sfida.

Era la persona giusta con cui condividere la sua carne, ma così giusta anche che quasi sempre rifiutava e gliela lasciava, mangiando un piatto tutto suo. Che fosse per cortesia o per la sua stessa fame.
Era la persona giusta con cui fare scherzi a chi non andava loro a genio, chi compiva ingiustizie, e poi prenderli a calci in culo.

 

Allora perché non doveva essere giusto come moglie? Era semplice.

 

E il suo ragionamento aveva lasciato tutti sbigottiti.

 

"Conosco Uta e la amo molto, come amo Shanks, Sabo, Ace o tutti voi..."

 

"Ma coloro che sposi non li ami come ami i tuoi fratelli, i tuoi genitori o tutti gli altri amici!" Ricordò Sanji, sull'orlo dell'esasperazione. "Sposeresti qualcuno di noi se te lo chiedessimo?"

 

"Nahhhh, certo che no!" Rufy schernì tirando fuori la lingua "Ma Uta va bene"

 

"Allora la ami in modo diverso!"

 

Il Capitano dai capelli corvini scrollò le spalle. "Forse. Quello che è… è."

 

La sua visione era piuttosto... singolare, ma il resto dell'equipaggio non ebbe più energia per chiedersi come funzionasse il suo cervello, tanto meno come si connettesse al suo cuore.

 

"Allora..." provò Chopper, appoggiandosi stancamente al bancone "Cosa ci guadagni?" A quel punto le sopracciglia di Rufy si inarcarono "Non sei interessato al matrimonio, quindi perché lo fai?"

 

"Voglio vincere quella sfida" la risposta arrivò facile e veloce. Voleva davvero vincere, amava vincere.

 

"Questo è tutto? Lo stai facendo perché Uta ti ha sfidato a farlo?" Domandò Franky.

 

"Hmm, sì." Le spalle di tutti caddero, ma poi si tirarono su quando Rufy aggiunse “Vincere mi rende felice, quindi voglio portare a casa quella sfida. E Uta non fa le cose per niente, quindi se vuole farlo e questo la renderà felice, allora siamo entrambi vincitori. Giusto?" concluse con un sorriso.

 

Apparentemente quel pensiero fu apprezzato dai suoi amici. Sebbene stesse ancora facendo le cose guidato della sua stranamente piccola ma egoistica soddisfazione, le stava facendo anche per lei.

 

Non gli importava del matrimonio, dipendesse da lui probabilmente non lo avrebbe mai chiesto. Non cambiava nulla del suo modo di vedere Uta.

L'amava adesso e l'avrebbe amata allo stesso modo dopo, fare un gran clamore per una cosa così non era proprio nelle sue intenzioni.

Era interessato a vincere ed era interessato alla sua felicità.

 

E proprio per questo, era così insensato che lei si fosse tirata indietro.

 

"MA ALLORA PERCHÉ HA RINUNCIATO!?" Ancora una volta, dal nulla, la sua frustrazione esplose, i suoi pugni sparati in aria.

 

Perché si stava arrendendo? Vincere così non aveva alcun senso! Sfidare Uta era divertente perché lei gli permetteva di non tirarsi indietro, perché sapeva che lei non si sarebbe arresa tanto quanto lui.

 

Trascorrere del tempo insieme e vincere era qualcosa che piaceva a entrambi. E aveva pensato che il motivo per cui gli avesse lanciato la sfida fosse perché significasse che lei lo voleva davvero, ne era sicuro! Quindi perché voler essere una perdente quando entrambi potrebbero diventare vincitori?

 

Sanji si schiarì la voce, rompendo i mormorii confusi della ciurma e il costante ringhio di Rufy "Se posso, penso di sapere il motivo"

 

“Cosa ha da dire il nostro casanova al riguardo?” domandò Zoro, provocandolo leggermente. Non era il miglior esempio di esperto d'amore dopotutto.

 

Sanji resistette all'impulso di contrattaccare, concentrandosi sul compito a portata di mano "Forse Uta pensava che non ne fossi sicuro"

 

“Eh? Io?"

 

Brook schioccò le dita ossute, la realizzazione lo colpì “Oh, deve essere così! Sicuramente pensava la stessa cosa di noi, che tu non fossi il tipo da convogliare a nozze, quindi temeva che saresti disposto a fare una cosa che eventualmente ti rendesse infelice solo per vincere una sfida!”

 

Chopper annuì, aderendo al punto di vista dei compari e aiutando a spiegare a Rufy, il quale si limitava ad ascoltare in silenzio "In gran parte dei casi ti lanci a capofitto nelle cose senza pensarci due volte, a lei importa di te abbastanza da non volere che tu faccia qualcosa di cui ti pentirai, anche se deve rinunciarci"

 

"Uta finge di essere forte e sfacciata con te per la maggior parte del tempo, ma solo un cieco non capirebbe che ci tiene molto" Anche Jinbe offrì, ricevendo un cenno unanime di approvazione.

 

Rufy rimase in silenzio, i suoi occhi guardavano da qualche parte in un punto non preciso. Era un segno che stava meditando.

 

Usopp gli mise una mano sulla spalla, intimando il suo migliore amico ad alzare lo sguardo “Fai come sempre: vai. Segui il tuo istinto!"

 

Sanji ridacchiò, annuendo “Se ti turba così tanto che si sia tirata indietro risolvi a modo tuo”

 

Non ci volle molto perché il ragazzo annuisse con determinazione, un sorriso luminoso sul suo volto “Yosh! Grazie ragazzi, ora posso mangiare in pace!”

 

Diede giusto loro il tempo di scuotere la testa, prima di sbattere con decisione le mani sul bancone “Ma prima devo portare a termine ciò che è in sospeso! Vado e poi torno alla mia carne!”

 

Saltando giù dalla sedia e precipitandosi fuori dall'uscita, i membri dell'equipaggio non poterono che rimanere a bocca aperta e sorridere davanti alla sua risoluzione. Sì, aveva messo in chiaro le sue priorità e il cibo era probabilmente in uno dei suoi livelli più alti.

Ma non lasciava mai le cose aperte, si buttava subito in ciò che poteva affrontare faccia a faccia.

 

Ecco chi era il loro Capitano.

 

 

Uta si era tirata indietro? Bene, l’avrebbe sfidata lui!

 

"Utaaa!" Chiamò ad alta voce, cercando in giro sulla nave.

 

Non si fermò nemmeno per pensare a dove potesse essere la ragazza, scrutando ogni centimetro degli interni della Sunny.

Ciò, tuttavia, non fece che renderlo ancora più impaziente. Corse all’esterno e afferrando la cima dell'albero principale con le mani, lasciò che il suo corpo elastico fosse trascinato verso l’alto.

 

Una volta appostato strizzò gli occhi, scrutando la superficie della nave. 

 

“Dove finirà, questa canzone per la quale sono stata il vascello?”

 

E per sua fortuna eccola lì! Sul ponte principale, con lo sguardo sull'oceano e apparentemente impegnata a canticchiare una canzone. 

 

“Guardo dentro me stessa, sapendo che troverò le risposte anche per conto mio…”

 

Quella canzone.

 

“Allora remiamo verso il mare aperto, più lontano che possiamo…”
 

Tempismo e luogo perfetti, sapeva dove avrebbero potuto parlare!

 

Rufy si diede una spinta, dondolando avanti e indietro e lasciò andare e saltò nel vuoto, atterrando con i piedi perfettamente sulla testa di Sunny. 

 

“...Verso l’ignoto…”

 

"Uta!!"

 

Il suono dell'impatto e il richiamo improvviso dovevano averla colta di sorpresa, facendola sobbalzare e girare la testa nella sua direzione.

 

"Rufy!? Che diavolo!?"

 

"Dobbiamo parlare!" Annunciò lui.

 

Il viso della ragazza esprimeva cautela. Era ancora visibilmente stanca, talmente tanto che non era riuscita ad andare a dormire, ma sembrava anche meno tesa.

 

"Proprio adesso?"

 

"Proprio adesso!" Confermò Rufy, allungando le braccia in avanti e avvolgendole attorno al corpo di lei in una stretta.

 

La preda strillò quando i suoi piedi si staccarono da terra e fu portata verso l’alto. "Rufy!?" squittì dimenandosi un po'.

 

Di solito si sentiva al sicuro nella presa di Rufy, lui non l'avrebbe lasciata cadere, per niente al mondo. Ma il modo in cui penzolava nell'aria sopra di lui la faceva sentire un insaccato volante e la testa della Sunny non era un luogo sicuro per un utilizzatore di frutti del diavolo che doveva preoccuparsi di non cadere in mare, destinato solo ad affondare.

 

Quando il suo corpo incontrò il "terreno" espirò sollevata "Ma cosa ti era saltato in mente?"

 

"Te l'ho detto, siamo qui per parlare!"

 

"E se non volessi?" Lei ribatté, però senza sincerità. Uta non sapeva come sarebbe andata la conversazione, ma sapeva che prima o poi sarebbe dovuta succedere. In realtà lei stessa voleva chiarire le cose.

 

Inoltre, anche se non avesse voluto, di certo non sarebbe riuscita a scendere da lì. Era troppo stanca per usare i poteri e Rufy era troppo testardo per lasciarla andare.

 

"Ti sfido!"

 

L'espressione di Uta si fece confusa. "Che cosa?"

 

"Ti sfido a sposarmi!"

 

Di nuovo… cosa?

 

"Tu… ma…?" Non c'erano errori, aveva sentito bene, e non c'era alcun elemento in lui che esprimesse esitazione.

Poteva anche essere confusa, ma non avrebbe potuto non percepire quella convinzione. Rufy era molto consapevole di quello che stava facendo.

 

"Non è giusto! Prima lanci il guanto di sfida e poi rimangi tutto? Non è così che funziona!" la accusò, puntandole il dito contro "Non è permesso, non scappi via solamente perché vincerei di sicuro anch'io e supererei il tuo punteggio!"

 

Uta sbuffò, cercando di nascondere un sorriso "Non sei molto bravo a tenere i conti, quindi ti ricordo che non sei neanche lontanamente vicino al mio punteggio" lo assecondò parlando dell’argomento "Ma alla fine non hai perso, hai vinto"

 

"Non voglio una vittoria facile! Voglio quella vera!"

 

"La vuoi, eh…?" sussurrò dolcemente.

La cantante continuò a fissare il broncio del suo Capitano, sembrava così infantile ma si capiva che era serio.

 

Non era tipo da molte parole, ma le sue azioni parlavano sempre più che bene.

 

E fu proprio allora che finalmente la realizzazione la colpì, semplicemente prestando maggiore attenzione a quello che stava facendo piuttosto che solo a quello che stava dicendo.

 

Le stava facendo una proposta molto importante in un posto altrettanto speciale.

Non erano in un luogo qualunque, si trovavano sulla testa della Sunny, il posto di Luffy.

Quello su cui nessuno dell'equipaggio osava mettere piede, lo spazio personale del Capitano.


E non solo le aveva permesso di farne parte, l’aveva trascina letteralmente lì lui stesso.

 

La diceva lunga su quanto intendesse le sue parole. Offrendole il suo posto d'onore, condividendolo insieme, sfidandola a perseguire ciò che lei voleva davvero...

Un gesto così semplice ma estremamente simbolico.

 

Tutto era così chiaro, aveva di fronte l’indissolubile realtà che lui era davvero coinvolto al cento per cento, nulla l’avrebbe convinta del contrario.
Dato che a lei importava, anche a lui importava e questo era uno dei più esemplare atto di fede che il ragazzo potesse rivolgerle.

 

Credeva in Rufy e così come sempre doveva credere anche nei suoi sentimenti, qualunque essi fossero.

 

"Quindi?" la voce del ragazzo la riportò indietro "Accetti o sei una perdente?!" Si chinò un po' in avanti, le mani ai lati del viso che imitavano un segno di afferramento.

 

Le aveva rubato il marchio di fabbrica.
E stava funzionando.

 

Uta sospirò, e poi una sonora risata le sfuggì dalla bocca. Rufy la fissò confuso mentre si reggeva lo stomaco "Beh, ho dato l'idea iniziale quindi sarebbe piuttosto deludente da parte mia rifiutare, eh?"

 

Il sorriso che tirò fuori quando la sua testa si alzò e le risate si placarono fu forse uno dei più brillanti che Rufy avesse mai visto sul suo volto.

 

Alla fin fine non aveva avuto torto, entrambi avrebbero vinto e non poteva essere più soddisfatto della sua decisione. Ancora una volta, il suo istinto non lo aveva tradito.

 

“Accetto la sfida” La ragazza gli rivolse un sorrisetto, alzando un pugno.

 

Lui ricambiò con un ghigno, alzando il proprio per incontrare quello di lei "Non mi aspettavo niente di meno"

 

Passò solo un secondo.

 

“Però… hai davvero una brutta cera! Vai a dormire!”

 

“...”


 



Nota d'autrice:

Ciao di nuovo!
Allora... devo essere onesta. Sono una novellina per quanto riguardi il marchio di One Piece. Ho smesso di leggere questo manga tra il capitolo 200 e il capitolo 300 anni fa, avendo i miei interessi focalizzati su altre cose, e ho finito per dimenticare gran parte di ciò che è accaduto, se non tutto. Ciò che so, è per lo più dovuto ai vari spoiler in cui mi sono incappata. 
Ho sempre pensato di recuperare prima o poi e se tutto andrà bene sarà a breve!
Ciò che ha acceso di nuovo il mio interesse è stato in realtà il trailer di One Piece Red. Ero affascinata da Uta, perché dagli spoiler in giro mi sembrava il genere di personaggio che mi sarebbe piaciuto, dalle canzoni di Ado e dal rapporto tra Rufy e Uta nelle fanart, quindi sono diventata sempre più curiosa finché non ho visto gli episodi speciali dell'anime sul film e mi sono innamorata del loro legame.
Sono riuscita ad andare all'anteprima di One Piece Red a LuccaComics e finalmente ho potuto assaporare tutti i loro momenti.
So che il film è tutt'altro che perfetto e l'opinione di qualcuno che conosce a malapena il brand probabilmente non sarà molto attendibile... 
Tuttavia, da "esterna" mi è piaciuto e ho amato sempre di più Rufy e Uta, finché non ho iniziato a fare fanart per loro e a leggere tutto quello che trovavo in giro.

Inizialmente avevo pianificato di pubblicare questa fic come fumetto, e forse lo farò quando avrò il tempo di lavorarci, ma essendo un po' piena di progetti al momento ho pensato di scrivere ciò che immaginavo. È iniziato come una piccola gag, un'idea divertente per una proposta di matrimonio Luuta, ed è finita per allungarsi.

MA...! A rendere tutto possibile è stata la mia amica Sara Eustass, anche mia musa ispiratrice e bibbia di One Piece. Nonostante gli interessi diversi, mi ha assistita nel controllare che Rufy fosse più IC possibile, viste le mie lacune enormi, se non colossali. Questa è, dopotutto, una fanfiction scritta da una che praticamente non ha letto né guardato nulla, se ci basiamo su ciò che mi ricordo di quando l'ho fatto. XD

Nonostante ciò, ho probabilmente cannato qualche personaggio. Spero che siano però almeno semi-realistici, per quanto possibile!

Nella fic ho cercato di accennare come vedo Rufy e Uta in una relazione e in un eventuale matrimonio. Personalmente penso, realisticamente, che Rufy non si sposerebbe, non penso sia minimamente interesso, per lo meno per come è attualmente (Ho guardato le scene tra lui e Hancock), ma penso anche che forzando un pò la mano si possa arrivare a qualcosa di fattibile, in determinate circostanze. 
E considerando i personaggi, ho ritenuto che Uta si avvicinasse molto al "fattibile". Anche se il rapporto di Rufy e Uta canonicamente non è specificato e tantomeno è definito o implicato come romantico, penso una loro relazione, basandosi sui caratteri sia possibile. Inoltre, che si veda come rapporto platonico d'amicizia, fraterno o romantico, ritengo abbiano un legame molto forte e che possa essere reso unico. 

Detto questo, spero che questo mio esperimento vi sia piaciuto! 
Ringrazio ancora la carissima Sara per il costante aiuto e supporto <3 Vi consiglio caldamente di leggere le sue bellissime fic! 


 

   
 
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