Dicembre era subentrato a Novembre con piogge torrenziali e già quasi neve nelle algide staffilate che tamburellavano sull’autobus. Timmy e Mac sembrano sacchi di patate messicane con lo sguardo spento e l’umore da letto d’ospedale circondati da compagni e compagne fastidiosamente rumorosi. Non si capisce nemmeno quand’è che scendono loro, mentre i due lo sanno benissimo quand’è che scendono, sotto un odiosa, terribile neve propedeutica che inzuppa e raffredda abiti troppo leggeri. Timmy va incontro all’uscio da cui esce forse troppo calore. I suoi genitori sono là a attenderlo, ma è solo un cartonato. Vicky, la sua babysitter, lo sta aspettando in lingerie. Non ha lo sguardo cattivo che altrimenti la caratterizzerebbe, invece lo guarda con dolcezza, ha un seno enorme e curve tutte nel posto giusto. Sfida quanto lui sia freddo e bagnato e lo bacia sulle labbra sussurrandogli il classico “Torna a letto!” Ma dolcemente, avendo preparato un letto caldo e accogliente. Messosi il pigiama, non appena è pienamente cambiato sente Vicky tornare e la vede coricarsi. Ancora perplesso e mogio Timmy le si accuccia affianco, sentendosi meglio. Vicky lo abbraccia, entrambi dormono per non si sa quanto. Timmy le chiede perché è diventata così dolce. Quando cresci con un mostro come mia madre Nicky diventi un mostro a tua volta. Ma voglio cambiare. Quest’estate tu, mia sorella Tootsie e io andremo in vacanza da soli. Va bene? Va benissimo dice il piccolo con un filo di voce.

Mac trova lo stesso scenario: Blu lo va a abbracciare e gli presenta Berry dicendogli che ora sono fidanzati, e che Frankie lo attende. Frankie è vestita come suo solito ma la sua maglietta con le sculture di Mimmo Paladino era strizzata sulle sue tette voluminose. Sta masticando una Hubba Bubba sfoggiando degli appariscenti orecchini. Ho preparato il miglior pranzo delle vostre vite ragazzi. Chiudete la porta please