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Autore: Doux_Ange    31/12/2022    0 recensioni
Un anno che finisce, un altro che inizia. 365 passati e altrettanti da scoprire.
Ma prima, il countdown.
Buon 2023 da Vocina e Grillo!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Olivieri, Marco Nardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New Year’s Eve

È quasi mezzanotte.
Tra poco meno di un minuto la lancetta più lunga dell’orologio raggiungerà la sua compagna più corta sul 12.
Un altro anno sta volgendo al termine e, come sempre, mi ritrovo a fare il resoconto di quanto capitato nel corso degli ultimi 365 giorni, mentre tutti, attorno a me, si lanciano nel countdown finale….

10

La consapevolezza che tutto inizia e tutto prima o poi finisce. E che il risultato non può sempre essere positivo o come vorremmo. Non importa quanto investi in una storia, se non è destinata a funzionare non puoi farci nulla. Ho messo tutta me stessa nella storia con l’uomo che mi ha quasi mandato al creatore. Ho fatto lo sforzo di perdonarlo, ho deciso di aspettarlo. Ho deciso di farmi male volontariamente, sebbene tutti mi avessero avvisato di fare attenzione. Ho imparato che a volte è necessario anche cadere per poter proseguire la corsa. Che non c’è nulla di male nei fallimenti. Perché non saranno mai tali, se impari a trasformarli in nuove possibilità.

9

L’incertezza di cosa ti attende nella vita e lo stupore di ricevere nuove possibilità. Come un’offerta di lavoro, di quelle che possono cambiarti la carriera. Di quelle che possono darti uno slancio verso nuovi orizzonti. Di quelle che se te le lasci scappare – per la seconda volta – possono ‘condannarti’ a una realtà che non hai mai sognato, ma che forse, inconsciamente, hai imparato a desiderare. Perché l’orizzonte si sposta sempre un po’ più avanti mentre continui la tua corsa e mentre lo rincorri può essere che la tua meta finale cambi.
 
8

La presa di coscienza che gli errori non sono quasi mai solo il frutto delle azioni di una singola persona. Che, spesso, si sbaglia – come si cambia – in due. Che ci sono più colpevoli quando le cose in una coppia vanno male. Ma, al contempo, significa anche che ci sono più persone che possono porre rimedio a quegli errori.

7

La piacevole scoperta di capire che la vita è come una partita di tennis. Fatta di game, set e match. Di dritti e rovesci. Di volée, smash, lob e dropshot. Di colpi ad effetto, imprevedibili, insomma. Di quelli che non ti aspetti. Che possono sorprenderti, oppure no. Ma soprattutto la piacevole scoperta che la vita è una partita di tennis, sì, ma è un doppio. Nel mio caso, un doppio misto. Ed è bello giocare un match di tennis doppio misto.

6

La realizzazione che un gelato al cioccolato può sapere di sale. Non ho mai creduto alle parole della canzone di Pupo, finché non l’ho sperimentato in prima persona, sulla mia pelle. Letteralmente. Quando leccandomi un dito il sapore del gelato si è mescolato a quello delle mie lacrime. Il gelato consola, il gelato ti coccola. Ho pianto altre volte davanti a una vaschetta di gelato. Ma i sapori non si erano mai mescolati. Perché le lacrime cadute erano sempre rivolte a qualcosa che non poteva più ripararsi. Quella volta no. Si poteva riparare la situazione. Bastava bussare a quella porta. Invece avevo scelto di andarmene.

5

La scoperta che le strade di Spoleto sono strettissime. Ancora di più se guidi una Rolls Royce non tua e vuoi evitare di ammaccarla. Peggio ancora se mentre la guidi hai alle spalle un uomo buono, ma rompiscatole, che non perde occasione di dirti cosa fare o non fare. Un uomo buono che ti ha insegnato che la strada che stai percorrendo non è senso unico, ma a doppio senso di marcia. Che non è nemmeno una strada senza uscita quella su cui ti trovi. Anzi. Per quanto stretta sembri, prima o dopo, c’è spazio per fare inversione a U. E allora che fai, non svolti se il GPS ti dice che la tua destinazione è vicina?

4

L’idea che il destino non è mai inciso nella pietra, che c’è sempre una seconda possibilità, e ancora un’alternativa se l’occasione si è persa. Che si può sempre cambiare direzione, tornare indietro e sui propri passi, intraprendere un percorso nuovo o ripercorrere una strada che ormai si credeva battuta e che invece ha mostrato chilometri e chilometri ancora tutti da scoprire.

3

La presa di coscienza che siamo estremamente piccoli rispetto al mondo. E anche rispetto a piazza Duomo. Che la paura di questa cosa può paralizzarti, come darti la spinta a rischiare. Perché l’alternativa è vivere per sempre con la paura addosso che il passato non si può cancellare e che il futuro sarà un eterno presente, un eterno limbo da cui si può uscire, se solo lo si desidera fortemente. E allora ti lasci andare, lasci fluire i tuoi pensieri come James Joyce nei suoi stream of consciousness. E speri che il destinatario di quel discorso pieno di dubbi, paure e speranze recepisca il messaggio, aprendo le sue braccia a te. Accogliendoti, come il tepore in una fredda giornata autunnale, quando apri la porta di casa a tarda sera.
E se accade, ti accorgi anche che tu sei estremamente piccola tra le sue braccia e lui è estremamente grande rispetto a te, ma è proprio per questo che vi incastrate perfettamente come le ultime tessere del puzzle nel più grande schema della vostra vita.  

2

La riscoperta che l’area di un cerchio è data da r²π, ossia dal quadrato del raggio per Pi Greco. Capita quando ti soffermi a osservare il gioiello che fin da bambina sogni un giorno di indossare all’anulare, anche se non hai mai voluto ammetterlo ad alta voce. Ho avuto modo di riscoprirlo – ahimé – più volte nella vita. Ma questa volta ho anche cercato la risposta alla domanda. La formula per calcolare quello spazio delimitato dalla circonferenza dorata.
Ora la so a memoria la formula. L’area di quel cerchio, è data dal risultato che si ottiene moltiplicando il quadrato di me stessa al Pi Greco, la costante della mia vita, che è lui. Perché con lui sono più di me stessa. E insieme a lui, voglio giocare per il resto della mia vita. Per sempre, all’infinito, come infiniti sono i numeri dopo la virgola della costante che è il Pi Greco.

1

La certezza che ogni anno nuovo non è mai uguale a quello precedente, ma al temporale stesso, per certi versi, invece può esserlo. Perché tutto è relativo. Dipende dal punto di vista da cui si osserva il mondo.
E io voglio osservarlo sempre dallo stesso punto, ma rimanere sorpresa dalle novità che mi attendono. Che ci attendono.
Perché voglio iniziare ogni anno tra le sue braccia, contando i secondi che ci separano dalle nuove avventure che la vita ha in serbo per noi e celebrarne l’avvento con un bacio a capodanno, come tradizione vuole.

BUON ANNO!

 
   
 
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