Era di nuovo in quella trappola.
Incapace di muoversi, schiacciato dal peso del calore di quei 4 forni a parete che gli penetrava ogni secondo di più nella sua carne, impedendogli di respirare, costringendolo boccini sul pavimento a cercare una qualsiasi fonte di refrigerio, o una via di fuga da quell'inferno.
In quell'incubo di panico e dolore, il pensiero di Raffaello andò a suo padre e ai suoi fratelli, che temeva di non rivedere mai più questa volta...
Specialmente Michelangelo...
"Raf!! Fratello dai svegliati!!".
Strano che in quell'immenso silenzio, e sapendo quanto fosse lontana, potesse sentire la sua voce come se fosse proprio accanto a lui....
"RAFFAELLO!!! SVEGLIATI!!"
Dopo quella che era sembrata un'eternità, la tartaruga riaprì finalmente gli occhi.
Michelangelo sospirò di sollievo.
"Raffaello calmati. È stato solo un incubo. Sei al sicuro", sussurrò gentilmente, prendendogli le mani con un dolce gesto. Stavano tremando per il panico creato dall'incubo che aveva appena avuto, ma dopo un po', a seguito delle sue carezze, il tremito cominciò a diminuire mentre il respiro e il battito cardiaco di Raffaello si stabilizzavano.
"Mi dispiace Miky", furono le prime parole pronunciate dalla tartaruga, "ti ho svegliato... di nuovo". Non era la prima volta che gli capitava di disturbare il sonno del fratello minore, con il quale da qualche giorno condivideva la stanza, a causa dei suoi incubi di quando quella stupida di Karai aveva giocato a fare il boia creativo con tutti loro.
"Non dirlo nemmeno Raffaello", rispose Micky, ricambiando lo sguardo dei verdi occhi del fratello con i suoi azzuro cielo, abbracciandolo lentamente e stringendolo a sè per dargli conforto, "Quella storia ha scosso un pò tutti. Ma ricorda che siamo salvi adesso e che ci saremo sempre qui per te. Io in primis!".
Raffello ricambiò quell'effusione, assorbendo quelle parole di conforto che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere di sua spontanea volontà, ma di cui sapeva aver bisogno.
Così come aveva bisogno della presenza di suo fratello minore accanto a sè; lo rassicurava il sentirlo vicino, poterlo abbracciare, sentirlo parlare lo ancorava alla realtà, una realtà in cui erano tutti vivi, al sicuro.
Si lasciò andare ad un sospiro, prima di sdraiarsi di nuovo, senza mollare l'altro, zittendo ogni sua qualsiasi protesta con un piccolo colpetto con le dita al centro della sua faccia lentigginosa.
"Devo dormire ora, quindi non fare casino, o me la paghi è chiaro?"
Michelangelo finse di fare l'offeso mentre ricambiava l'abbraccio, ma sapeva per certo che quella risposta voleva solo significare che Raf si era finalmente calmato dal suo attacco di panico.
Quando il giorno dopo Splinter andò a svegliarli, li ritrovò ancora l'uno nelle braccia dell'altro, un dolce sorriso su entrambi i loro visi.