Film > Shrek
Segui la storia  |      
Autore: ele203_ maggio7918    15/01/2023    0 recensioni
Questa storiella si basa sulla trama del film d'animazione Shrek, ormai noto a tutti come uno dei più grandi capolavori cinematografici della storia. Amo talmente tanto questo cartone che un giorno mi venne da pensare: "perchè non scriverci una storia?". Più che fanfiction, il mio racconto riprende liberamente la stessa ambientazione del film, la stessa trama e gli stessi personaggi, solo che ho variato un pò, ossia il mio personaggio, Eleanor Major, prende il posto di Ciuchino, assente in questo mio racconto. E' un racconto parecchio lungo ( ci ho lavorato su Word per ben 3 mesi, e ho finito col riempire 11.000 parole su 33 pagine di testo, pensate un pò!), ma decisamente avvincente, non vi annoierete. Spero che vi piaccia. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SHREK

 

Di Eleonora Maggiorelli

 

Introduzione

 

Ciò che intendo è: essere ormai adulti non significa abbandonare completamente la propria fantasia o tutto quello che la nostra mente ci porta ad immaginare. Nel mio caso, la penso proprio così. Nonostante il mio ingresso alla maggiore età, ho ancora una fantasia innata e che nel profondo non vorrei mai privarmene. Come mai? La risposta è semplice. Ho una personalità molto “giocherellona”, adoro scrivere tramite computer o penna ciò che immagino per creatività nel tempo libero. Ciò che vorrei raccontare oggi si tratta di una mia fantasticheria riguardo il mio film d’animazione preferito, SHREK, con il quale ci ho trascorso un’infanzia intera e tutt’ora amo riguardare nel tempo libero. Eh sì, mi piacciono ancora molto i cartoni animati! Amo così tanto questo cartone che qualche giorno fa ho pensato: perché non scriverci una storiella? La trama del film dove la narratrice sono io, oltre come un personaggio di supporto. In poche parole, riscrivo la stessa storia dell’orco Shrek ma inserisco me stessa nel film (cosa mai successa nella realtà, ovviamente, eh eh). Tutto dal mio punto di vista. Buona lettura!

 

 

 

 

Ricapitolando, questo lungo racconto da me idato si basa sul film

 

Dreamworks Animation Shrek

 

 

 

 

 

 

 

 

CAST

 

- Eleonor Major, nuovo personaggio mai

stato presente nel film

 

 

- Shrek

 

-Principessa Fiona

 

-Lord Farquaad

 

In questo caso Ciuchino è l’unico personaggio del film assente. Mi inserisco

 

io al suo posto ;)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

America del Nord, XVI secolo

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1 L’incontro

 

Mi trovavo nei pressi di una foresta a bighellonare senza una precisa meta, assorta dai pensieri. Anno, boh. Mese, bah. Da quel che ne so, non hanno ancora inventato il calendario mensile. Era una giornata piuttosto noiosa, non avevo idee di svago e non sapevo come passare il tempo. Da un po' di giorni mi sentivo giù di morale. Nonostante il cielo soleggiato e l’aria di primavera, non riuscivo a trovare la forza di sorridere. Perchè mai, vi chiederete. Bè, inanzitutto, provate voi a sentirvi sereni quando realizzate di non avere più una casa in cui abitare né una famiglia con cui condividere momenti felici. Perchè è esattamente così che mi è andata. Fino ad un paio di settimane fa lavoravo per un contadino su ordine delle autorità locali, dove non facevo altro che lavorare nei campi dalla mattina alla sera. Trainavo carri, trasportavo enormi sacchi di chicchi di grano pesanti un quintale e zappavo campi senza potermi mai concedere una pausa, in questo modo finivo con l’essere stravolta e sporca di terra dalla testa ai piedi. Una sorta di schiavismo, dato che il contadino, un energumeno privo di cuore e cervello, non mi donava neanche un soldo e se osavo ribattere minacciava di prendermi a frustate sui denti. Immaginate cosa si prova, a venire strappati dalla propria famiglia ed allontanati dal proprio nido, costretti a lavorare costantemente senza poter neanche fiatare, se non si vuole rischiare pesanti maltrattamenti. Tutta colpa dei soldati. Loro hanno bussato alla nostra casa di paesani di campagna e senza batter ciglio ci hanno separato da essa, sia me che i miei genitori, con l’ordine che tutti i residenti del paese devono ridursi a sgobbare nei lavori agricoli per poter prosperare, come legge impostata recentemente da un certo signore. Chi sia costui non saprei, ma lo mando lo stesso al diavolo per l’inferno che ho dovuto passare. Mamma e Papà sono stati portati via insieme ad altri adulti della nostra zona abitativa con l’intenzione di farli lavorare nelle fattorie del Nevada, a mille miglia da dove mi trovo adesso. Pure in questo momento non so come cavarmela, dato che le mie condizioni fisiche sono peggiorate a causa dello scarso cibo che mi rifilava quel dannato contadino, dandomi addirittura la colpa per essere di costituzione troppo magra ed affermando che non aveva più bisogno di una schiavetta talmente debole da non riuscire nemmeno a reggersi in piedi. Dopodichè mi ha cacciato senza rincompensarmi per tutto il lavoro sbrigato involontariamente.

Al diavolo pure lui. Per questo ora mi ritrovo a gironzolare sperduta chissà dove in cerca di un posto dove poter chiedere ospitalità. Ho paura, vorrei ritrovare i miei genitori e tornare a casa. Ma la nuova legge richiedeva inoltre, come ci avevano affermato le guardie, che i residenti di campagna non potevano più abitare in quelle zone e perciò la nostra casa era stata abbattuta, così come tutte le altre case vicine.

 

Ormai da giorni mi trovo costretta ad assalire carri di passaggio che trasportano cesti di pane secco. Per dissetarmi,mi accontento di bere dai torrenti pur rischiando un possibile avvelenamento dato che avevo sentito parlare di un presunto inquinamento riguardo all’acqua proveniente dai torrenti.

Ma a preoccuparmi più di tutti è l’assenza di un alloggio. Come può sopravvivere una ragazza senza la sua famiglia? Contando i kilometri che percorro ogni giorno senza mangiare come si deve mi sentivo più gracile che mai. Speravo ardentemente che la fortuna mi potesse dare una mano…

 

Improvvisamente si alza un forte vento che trascina con sé quello che sembra essere un manifesto di cartapecora. Dopo che la folata si arresta raccolgoil foglio che mi si è posato accanto.

 

- “ Ricercate creature delle favole. Ricompensa” - leggo dubbiosa.

 

“Creature fiabesche? Non credo di averne mai viste fin’ora” pensai corrugando la fronte sudata. Eppure sul manifesto c’era disegnata la faccia di un nano. Ma ero sicurissima di non aver visto nani nei paraggi. “Che strano” commentai tra me e me.

 

Ripresi a camminare disinteressandomi di ciò che avevo appena letto. Dopotutto, avevo già altre cose di cui preoccuparmi.

 

Non avevo percorso nemmeno quattro metri che sentii vociare in lontananza. Mi bloccai all’istante. Seguì un lungo gemito straziante. Subito dopo qualcuno riprese ad alzare la voce. Di nuovo un’altro lamento, questa volta più intenso ed agonizzante. Sembrava provenire dai margini della foresta. Per qualche ragione sentii una profonda necessità di andare a vedere cosa stava succedendo. Presi a camminare con passo più svelto. Qualche istante dopo arrivai al punto della foresta da dove era partito tutto quel trambusto.

Spalancai la bocca dallo stupore.

Tutte quei lamenti provenivano dalle bocche di esseri dall’aria vagamente bizzarra.

Sembravano usciti… da un libro di FAVOLE. Massì, non c’era dubbio. Si trattava di personaggi fiabeschi. Proprio come accennava quel manifesto! I miei occhi sgranati ed increduli ora erano impegnati ad osservare elfi, gnomi, nanetti, orsi antropomorfi e folletti che parlavano, camminavano e si atteggiavano come esseri umani. Sbattei forte le palpebre e mi allungai un pizzicotto sulla coscia destra. Sentii male e perciò capii di essere sveglia. Non ero assolutamente a conoscenza dell’esistenza di quelle creature! Ricordo che Mamma mi leggeva spesso delle favole quando ero bambina, ma non credevo che dopo tanti anni le avrei viste dal vivo come se si trattassero di cose reali… o normali.

 

Continuavo a fissare sbalordita quegli esseri continuando a ripetermi che, forse, si trattava soltanto della mia immaginazione. Per calmarmi mi tirai un ceffone e cercai di intuire il motivo del perché prima avevo sentito tutti quei gemiti.

Mi guardai intorno. Dentro quella zona della foresta sembrava esserci una sorta di mercato.

Una frotta di gente sostava in fila indiana davanti ad un tavolino con sopra piccoli sacchi riempiti di monete fino all’orlo. Seduto dietro al bancone c’era un soldato senza l’elmo che contava delle monetine d’argento. Scellini, realizzai.

Notai che gni persona in coda teneva per mano un essere fiabesco ed ognuno di essi appariva piuttosto teso dalla situazione. Formulai in fretta una risposta. Doveva trattarsi di una vendita che riguardava proprio quelle creature. Ma apparentemente doveva essere una crudeltà vera e propria, dato che gli esseri di fronte a me sembravano trovarsi lì contro la propria volontà.

 

“ - Avanti, poche storie!”- gridò un soldato a pochi metri di distanza, spingendo un paio di gnomi dentro un carro che partì al traino un paio di secondi dopo. Dov’era diretto? Che fine avrebbero potuto fare quei poveri ometti?

 

Poco più in là un’altra guardia imprigionò brutalmente dentro una massiccia gabbia d’acciaio un orsetto in lacrime “- Sniff, questa gabbia è troppo piccola!- gemette il cucciolo davanti a due orsi adulti, probabilmente i genitori, anche loro chiusi dentro una gabbia ancora più solida. Li riconobbi: provenivano da una delle mie favole preferite “i tre Orsi”! Di fronte alla sofferenza di quella povera famigliola mi si strinse il cuore. Perchè stava succedendo questo? Dovevo intervenire? Potevo fermare questa crudeltà ingiustificata? Rimasi impalata a scervellarmi nel tentativo di trovare una soluzione efficace per quell’orribile situazione. - “ Ehi tu, ragazzina!-” la mia attenzione si focalizzò su due soldati armati di lance che guardavano in mia direzione. Si avvicinarono cauti, impugnando le loro temibili armi - “ Chi ti ha dato il permesso di entrare in questa zona? Se non hai niente da vendere, non puoi restare qui! Pussa via!- intimò una delle due guardie. Deglutii. Dall’elmo abbassato potevo intravedere il loro sguardo minaccioso e gli occhi infuocati. Sentii le gambe farsi di gelatina. Indietreggiai di un passo”- Emm, sono qui per caso...”- balbettai nervosamente “- N-non sono in cerca di guai. Mi-mi sono persa e vagavo nel bosco in cerca di aiuto. S-s-sapete, vengo dai campi molto lontani e il mio padrone per cui facevo da schiava...”- Mi tappai la bocca nello stesso istante che pronunciavo quella parola. Schiava. Oh, no! Perchè l’ho detto? Dovevo tralasciare qualche dettaglio! Specialmente QUEL dettaglio!

I due soldati si scambiarono un’occhiata vivida di malizia. Poi i loro sguardi caddero nuovamente sul mio viso imperlato di terrore “Visto, Brad? Avevo il sospetto che fosse una schiavetta. Dopotutto, hai visto quanto sono sudici i suoi vestiti?”-

“- Già, proprio una bella schiava. Lord farquaad avrebbe bisogno di una serva per il suo castello perfetto”- sogghignò l’altro – “Tu adesso verrai con noi, ragazzina”- tagliò corto la guardia, agguantandomi il braccio “- No!”- Mi divincolai con tutte le forze e, in preda alla disperazione, allungai una gomitata contro la sua armatura. Nonostante le poche forze che mi rimanevano, riuscii a sgusciare via dalla sua presa grazie a quel tentato colpo, con loro grande sgomento. Presi a correre e mi inoltrai dentro la foresta -” Comandante, ci sta sfuggendo!”- il grido inferocito dei due uomini mi trafisse la schiena mentre udivo decine di cigolii di armature aggiungersi alla corsa. Con il volto completamente fradicio di sudore pregai di non fermarmi, nonostante avessi la lingua a penzoloni. Cominciavo a perdere forza. Potevo sentire le gambe farsi sempre più doloranti ed il battito del cuore pulsarmi nelle orecchie”- Ti prego, un’ultimo sforzo, non lasciare che ti acciuffino”- anaspai, con il fiato mozzato- “ Mi va bene qualsiasi nascondiglio, anche la casa di un orco, purché non mi catturino”. Solo che di case non ne vedevo nemmeno l’ombra, in mezzo alla foresta! Mentre riflettevo sulla mia povera sorte, voltai indietro la testa, nel trentativo di sapere se quei soldati mi stessero alle calcagna o li avessi seminati. Patapunfete! Andai a sbattere contro qualcosa di enorme. Rovinai a terra. Mentre tentavo disperatamente di recuperare le energie, alzai lo sguardo. La bocca si spalancò all’istante. Avvertii il cuore bloccarsi ed il sangue parve congelarsi. In un primo momento non riuscii ad emettere suono.

 

Davanti alla mia figura tremolante si stagliava un’enorme orco. Era alto almeno due metri e mezzo. O forse di più. La sua pelle era di un verde brillante, ed i suoi occhi parevano due armi da fuoco. Il corpo era massiccio, con due mani gigantesche, ed aveva la pancia più tonda e larga che avessi mai visto. Ciò che mi colpì in particolare erano le sue orecchie dalla forma insolita, a trombetta, o che so io. Nonostante il suo aspetto grottesco, notai che l’unico tratto non intimidatorio del suo fisico erano i denti. Non li aveva aguzzi, ma al contrario, una dentatura assai simile alla nostra. Mentre cercavo di riprendermi dallo sciock, sentii i passi dei soldati farsi sempre più vicini. Oh, no! Eccoli! Nel tentativo di salvarmi non ebbi scelta: dovetti rifugiarmi dietro l’enorme orco. Dopo due istanti ecco apparire le guardie-” La ragazza !-” indicò uno dei soldati, intravedendomi. Davanti a loro si fece largo il comandante, l’unico soldato senza elmo: “- Ehi tu, orco!” rispose un po' titubante. Con mia grande sorpresa l’orco non si scompose “- Sì?-” chiese con incredibile calma. La sua voce inspiegabilmente non risuonò profonda, anzi. Piuttosto gioviale. Il comandante, nonostante una punta di insicurezza, tirò fuori una pergamena e continuò a tenere la testa alta verso la creatura mostruosa -” Per ordine di Lord Farquaad, sono autorizzato a trarvi entrambi in arresto, ed a trasportarvi in una struttura di colonizzazione designata…”- l’uomo si fece sempre più intimorito, perché il mostro avanzò verso di lui con affare minaccioso. Ad ogni passo i suoi uomini indietreggiavano cautamente. Finchè non se lo ritrovò completamente di fronte. L’uomo tacque e l’espressione del suo viso si tramutò in apparente timore.

-“Oh, davvero? Tu e quale esercito?”- rinfacciò l’immenso orco. Mi trattenni ad osservare la fuga dei soldati alla vista dell’orco ravvicinato. Se l’erano data a gambe! Il comandante si voltò di scatto e potè notare gli scudi e le lance poggiate a terra e le orme dei soldati lasciate sul terreno fresco. Infine se la squagliò pure lui, gridando come un forsennato. Ah-Ah! Vittoria! Ero salva! O forse no… Presi ad osservare di nuovo l’orco.

 

Capitolo 2 Un’accoglienza scomoda

Ero scampata dalla cattura per merito suo. Il suo aspetto intimidatorio aveva messo in fuga le guardie e grazie alla sua gigantesca mole aveva permesso a quegli uomini di lasciarmi perdere. Insomma, mi aveva salvato. In qualche modo, sentii che dovevo essergli riconoscente. Forse, non c’era motivo di provare paura per lui, nonostante, ripeto, la sua natura di orco potesse riservare qualcosa di orrendo.

Lo vidi allontanarsi. Mi apprestai a seguirlo. Accennai qualche insicurezza ma decisi di parlargli seriamente-” S-sei stato di grande aiuto. Davvero. Grazie per aver messo in fuga quell’esercito, volevano rendermi schiava… nuovamente. Ti ringrazio”

L’orco si fermò e mi fissò gelido “-Bene, adesso và a festeggiare la libertà con i tuoi amici, io ho ben altro a cui pensare”- si incamminò nuovamente piantandomi in asso. Riflettei-” Io non ce li ho, gli amici. E non mi sogno di tornare là da sola. Cosa dovrei fare? Non ho nessuno che mi possa offrire ospitalità.”- Mi illuminai. L’orco poteva rivelarsi certamente pericoloso, ma almeno avrebbe potuto offrirmi aiuto grazie alla sua forza possente… e al suo aspetto da spietata macchina da guerra verde ”- Ehi, ho una bellissima idea, resterò con te!”- gli gridai dietro e mi rimisi dietro ai suoi passi.

 

L’orco non si scompose e tentò di ignorarmi. Mentre si dirigeva in chissà quale posto, potevo scorgere il suo voltò incredibilmente seccato. I suoi gelidi occhi lottavano per non far caso alla mia presenza, nonostante gli stavo incollata addosso. La mia repulsione verso di lui era calata notevolmente nel giro di pochi minuti! Stentavo a crederci. “ Adesso dove stiamo andando? Hai una casa? Ci stiamo dirigendo lì? Quanti anni hai? Non sembri davvero cattivo, sai?”- le mie domande suonavano alle sue orecchie come fastidiose cantilene ripetitive, a tal punto che sbottò “- Senti ragazzina, si può sapere che cosa vuoi da me? Non ho bisogno di nessuno, io. Non ti fanno paura, gli orchi?” mi chiese. Feci no con la testa “- No, carino. Non ho paura di te. Anzi, m-mi piaci! Io sono Eleanor Major, ma tu puoi chiamarmi solo Ele. Tu come ti chiami? ” L’orco fu sorpreso dalla mia pronta risposta.

“ Emm… mi chiamo Shrek”- disse con una smorfia. Shrek? Che razza di nome!

Però aveva risposto ad una delle mie tante domande. Sentivo una strana sensazione di… fiducia. E… Simpatia? Forse forse….

Cercai di prolungare la chiacchierata “ Bè, sai cosa mi piace di te, Shrek? Hai quell’aria di qualcuno a cui non importano i giudizi e ciò che pensa la gente. Ma sopratutto mi pari un tipo a posto, sul serio. Ho sempre creduto che gli orchi fossero degli esseri abominevoli, raccapriccianti, dall’alito disgustoso! Invece tu pari in qualche modo… l’opposto.”- Mentre gli parlavo notai che continuava a mantenere quel suo atteggiamento duro ed insensibile, ma non mi arresi. Volevo rimanere con lui, ad ogni costo. Giunsimo verso una zona collinare-paludosa. Da ogni parte di quel luogo si alzava un’olezzo di stagno misto a pesce marcio. Arricciai il naso. Che posto ripugnante! Una cosa che mi colpì in particolare fu ciò che si trovava al centro di quel luogo nauseabondo. Una specie di tronco d’albero intagliato da assomigliare ad una casetta. La “casetta” era parzialmente circondata da terreni acquosi simili a stagni. “-Bleah! Perchè ti sei fermato qui? Non mi dirai che ci abiti, in questo posto maleodorante”- “- Esatto”- fece l’orco “- Questo è il posto in cui vivo”- concluse con una punta di orgoglio. “ B-buon per te”- buttai lì, tanto per rallegrare la situazione. Solo che quel luogo ripugnante non appariva abitato, dato che nei dintorni si stagliavano solo alberi e nessun’altra casa. Pareva esserci molta solitudine e un‘inquietante silenzio di tomba. -” Non sei uno molto socievole, vero?” chiesi a Shrek, osservando dei cartelli posti davanti alla sua casupola, raffiguranti il suo viso grottesco dipinto con vernice fresca, con sopra una scritta rosso sangue a grandi caratteri che diceva “ alla larga- attenti all’orco”. “- Per tutta risposta Shrek si avvicinò alla casa sbuffando “- Mi piace la mia intimità”- con tono un po' suscettibile. Fece per varcare la soglia di quella stramba casetta, quando improvvisamente si fermò a scrutarmi “Embè?”- fece lui “- Cos’hai intenzione di fare, adesso?” “Bè…”- cominciai -” Dato che non ho più una casa, mi chiedevo se…ecco...insomma…” sentii la lingua annodarsi e le mani farsi fradice di sudore. Non trovavo il coraggio di chiederglielo. Ma dopotutto, che speranze avevo, se non di sostare da lui? Per il momento, le mie energie si erano ridotte al minimo e dovevo per forza riposarmi alla prima casa che mi sarei imbattuta, come mi ero promessa. E dovevo anche ritrovare i miei genitori! Magari quell’orco conosceva la strada per il Nevada e avrebbe avuto la forza di intraprendere un viaggio per portarmici. In quel momento ero nei guai fino al collo, l’unica cosa che avrei voluto era un letto dove riposare, del buon cibo e un tetto sopra la testa per ripararmi dai temporali. Lui era la mia unica chance , in quel momento. Ma ero certa che di probabilità che l’orco avrebbe consentito alla mia richiesta di ospitarmi sarebbero state scarsissime, dato il suo carattere fino ad ora poco rassicurante. Ma dovevo tentare!

 

“- Insomma ciò che intendo.. è...”- Dai, posso farcela! Ci sono quasi, un’ultimo sforzo! “- Ecco, posso restare con te?”- riuscii infine a domandare. Shrek alzò un sopracciglio ed agrottò la fronte“- Cosa?!”- domandò scortesemente. Rimasi sbigottita, ma cercai di non mordere la lingua “ Ti prego, non ho più una casa, ho bisogno di un’alloggio, solo per poco, devo ritrovare la mia famiglia, ma per il momento non ho forze e ho bisogno di riposare! Se girovago da sola la guardie mi ritroveranno e mi porteranno via! Sono come una ricercata! Davvero, te lo chiedo in ginocchio, non essermi ostile, mi serve aiuto. Sii gentile, fammi entrare in casa, se vuoi ti faccio anche le faccende domestiche, ma devi farmi restare! Ti prego, ti prego!” lo assalii con le lacrime agli occhi. L’orco mi guardò stupfatto, ma incredibilmente, acconsentì”- Umpf, d’accordo! D’accordo. Purchè la pianti di starnazzare. Ma per una notte sola, intesi?”- “- Perfetto! “- esclamai, piombando in casa. “- Davvero niente male. Dov’è che dormo?” chiesi ispezionando l’interno del soggiorno. Shrek s’infuriò “- Là fuoooori!”- gridò, indicando la porta spalancata. Ups. Mi spintonò fuori e sbattè la porta con gran fragore. Rimasi di stucco, ma vidi comunque il bicchiere mezzo pieno “ - Bè, se non altro mi fa restare. E mi darà da mangiare. O almeno lo spero”- come se avesse udito il mio pensiero, Shrek lanciò tre carote, quattro fragole, un cesto di ravanelli e un paio di bacche viola fuori dalla finestra “- Questa è la tua cena. Per il resto arrangiati”- dichiarò l’orco. Tirai un sospiro di sollievo. Finalmente si mangia! Mi riempii lo stomaco finchè di quelle vivande non rimase neppure una briciola. Pian piano sentii riacquistare forza. Per il momento avevo risolto il problema del cibo. Ma che barba essere costretti a dormire sullo “zerbino”!

 

Non potevo farci niente. Dopotutto, lui era un orco. La natura degli orchi porta a questo. L’essere sgarbati. Freddi. Senza cuore. Eppure, mi ripetevo, un giorno, se lo avessi rincontrato, gli avrei ricambiato il favore. Per avermi sfamato e salvato dalla prigione. Non era qualcosa da poco!

 

Però stranamente questo pensiero non mi rallegrava. Per adesso dovevo sopportare il gelo della notte senza coperta né cuscino!

 

 

Capitolo 3- Voci nel buio

 

Mi accucciai sul portico e rimasi ad ascoltare il canto dei grilli. Si era fatto buio in due istanti. Mi sentivo sola come un cane. In più la visione di quella palude al buio metteva i brividi! “- Coraggio”- ripetevo tra me e me “- Andrà tutto bene. Se quell’orco mostrerà un briciolo di compassione, domani lo pregherò di accompagnarmi in Nevada. Altrimenti non ce la farò mai, da sola”- Una folata di vento mi investì la faccia, scompigliandomi i capelli secchi e polverosi. Mi ero dimenticata di quanto fossi sporca e puzzolente, fino a quell’attimo. Magari potevo accontentarmi di lavarmi via quel fango appiccicato sugli abiti, tuffandomi in una di quelle tante acque paludose? Per quanto sia una persona pulita, non me la sentivo proprio di fare un bagno in uno stagno zeppo di microbi o che so altro di anti-igienico. Bleah. Ma almeno mi sarei tolta quell’odoraccio di dosso. Mentre tentavo di decidermi, sentii dei passi. Passi felpati. Poi ancora quei passi farsi più vicini. Provenivano dalla zona dove mi trovavo io “- Chi… Chi va là?”- sussultai. Non altri guai, pregai. Mi guardai intorno, cercando di scorgere qualcuno tra il buio. Ma sembrava non esserci nessuno…

 

Di nuovo altri passi. Chi stava arrivando? Eppure eravamo in un luogo talmente isolato. Chi avrebbe potuto girarvici a quest’ora di notte?

Dopo un po', quei rumori si assentarono.

 

Forse sarà la mia immaginazione? Decisi di disinteressandomene e tentai di fare una bella dormita, nel tentativo di riprendermi da quell’incubo di giornata. Dopo un paio di minuti ronfavo già.

 

Capitolo 4- Qualche ospite non desiderato

(...)

 

 

Non ho idea di quanto abbia dormito, ricordo solo che furono le urla di Shrek a svegliarmi. Mi stropicciai gli occhi indolenziti e mi guardai intorno. Trasalii.

 

Davanti alla casa dell’orco si estendeva un’immensa folla. E non di gente qualsiasi. Osservai meglio. Erano creature delle favole. Massì, dovevano essere gli stessi personaggi che avevo incontrato accidentalmente il giorno prima!

Allora le mie orecchie avevano sentito giusto! Quei passi… erano loro che si inoltravano qui!

Tutti quei personaggi sembravano passarsela comoda e avevano e la maggior parte di loro eranoo provvisti di una tenda da campeggio con tanto di sacco a pelo! Ma che?! Per la miseriaccia, perché erano giunti qui? Che caos! Che confusione!

 

Shrek intanto sbatteva fuori chiunque osava entrare in casa sua. Sembrava non vederci più dalla rabbia. Ma che dico rabbia! Collera vera e propria!

 

“- Cosa ci fate nella mia PALUDE?!”- ruggì improvvisamente l’orco, zittendo tutto il frastuono. Tutti trasalirono e rimasero pietrificati. Dalla paura, ovviamente.

 

Poi si rivolse a me “- Hai qualcosa a che fare con tutto questo?”- mi domandò gelandomi con lo sguardo. “- Non guardare me, non li ho invitati io”- farfugliai. Dalla sua espressione capivo che doveva essere ancora più confuso di me.

 

Il primo a parlare fu un piccolo burattino di legno. Doveva trattarsi di Pinocchio, altra favola che conoscevo a memoria “- Accidenti, non ci ha invitati nessuno. Siamo stati costretti a venire!”- “ Da chi?”- volle sapere l’orco. “- Da Lord Farquaad”- accennò timidamente un porcellino “- Ha soffiato ed… emm, ha firmato incenzione di sfratto”- . Lord Farquaad? Questo nome lo avevo già sentito. Lo aveva nominato ieri anche quel comandante…

 

“- Chi è che sa dirmi questo… Farquaad, dove si trova?” chiese Shrek alla folla. Nessuno parlò. Finchè un lupo vestito da nonna azzardò “- Lo so io! Si trova a Duloc, una città non molto lontana da qui. Dovete attraversare un paio di colline, un fiume, un campo agricolo e siete arrrivati. In poche parole, proseguire dritto, poi voltare a destra, poi due volte a sinistra, di nuovo tutto a dritto e siete arrivati”- Shrek meditò un’istante. Non sembrava del tutto convinto. “- Ebbene, mi servirà aiuto. Non sono un genio con l’orientamento. Mi servirà qualcuno che mi accompagni. Chi si offre volontario? - nessuno si offrì a riguardo. Mi venne un’idea. Un idea geniale. Presi Shrek in disparte e decisi di rivelargli il mio piano -” Senti, se vuoi intraprendere questo lungo cammino, posso servirti d’aiuto. Ovviamente non parlo di forza fisica, perché ne hai già tu come risorsa. Ciò che ti serve è una “spalla”, cioè un aiuto in più. Nemmeno io sono esperta in orientamento, ma una risorsa, come ce l’ hai tu, ne ho una anch’io. La mia memoria di ferro. Dato che non abbiamo una mappa a disposizione, la mia ottima memoria può esserci di grande aiuto, perché, per l’appunto, ho appena memorizzato le informazioni che ci ha fornito quello strambo lupo. La mappa quindi, ce l’ho nella mia testa! E posso ricordarti la via per arrivare a Duloc. Proseguire dritto, poi voltare a destra, poi due volte a sinistra, di nuovo tutto a dritto e siamo arrivati! Forte, no?”- Shrek apparve incredulo “- Accipicchia”- ammise “ Penso proprio che verrai con me”- sentenziò. “- Però, ad una condizione. Ricorda che ti sto ricambiando il favore di ieri per avermi salvata. Perciò, ora io te ne richiedo un’altro, piccolo piccolo. Dopo che ti avrò portato a Duloc, vorrei che tu accompagnasti me in Nevada. E’ lì che sono stati portati i miei genitori. Senza di loro sono finita. Dato che sono scarsa in forza fisica, non riuscirei a cavarmela da sola in un viaggio così lungo e sicuramente pieno zeppo di pericoli. Solo tu saresti in grado di proteggermi da qualunque pericolo. Potresti farmi questo ULTIMISSIMO favore?”- Shrek parve dubbioso, ma, con mia grande gioia acconsentii.

 

Capitolo 5- Che la missione abbia inizio

 

“ D’accordo, va bene. Dopotutto, se hai deciso di darmi una mano...”- Poi si rivolse a gran voce alla folla “- Attenzione voi, cosi delle favole. Non spaparanzatevi! Andrò a trovare questo Farquaad all’istante, dopodichè vi farò sloggiare dalle mie terre e tornare da dove siete venuti!”- dichiarò deciso. Seguì un applauso scrosciante. Capii a pieno la loro gioia di poter tornare nei loro habitat. Erano stati isolati ingiustamente! Chissà per quale motivo…

 

 

 

 

 

Capitolo 6- Un luogo apparentemente… calmo

 

Il mattino seguente arrivammo dopo enormi sforzi, alla misteriosa cittadina. Tutto però, appariva incredibilmente silenzioso. Una città completamente deserta!

Davanti a noi si estendevano case dall’aria vagamente vuota. Per non parlare dei dintorni: tutto era invaso da mura alte come grattacieli. Bianco ovunque. “- Dunque questa dovrebbe essere Duloc”- commentò Shrek “- Eh già”- mormorai. Proprio in quel momento vidi un cartello sulla facciata del castello che si stagliava in mezzo a quelle mura “ -Benvenuti a Duloc, la perfetta città” – lessi. Perfetta o no, quel silenzio di tomba mi inquietava. E non poco. “- Dove sono tutti? Perchè non c’è anima viva?”- chiesi a Shrek “- Di sicuro gli abitanti non sono dei tipi socievoli. Proprio come me, eh eh”- ridacchiò l’orco. Tesi l’orecchio “- Aspetta Shrek, mi pare di aver udito il suono di una trombetta”- dissi dubbiosa. Pareva provenire da oltre l’entrata del castello, a circa 15 metri dal punto dove ci trovavamo. “ Sì, l’ho sentito anch’io. Andiamo a vedere”- disse l’orco. Ci dirigemmo verso il castello. Ed ecco altri suoni di tromba, ora seguiti da applausi.

 

Una voce maschile. Una voce piuttosto...rude. Oltrepassammo un cancello aperto e in men che non si dica ci ritrovammo in una specie di stadio all’aperto, enorme, stracolmo di gente seduta sulle gradinate. Forse non era neppure uno stadio. “ Shrek, ma dove..?”- “Sshh!”- mi zittì lui. Avanzammo cautamente, dato che all’interno di quel luogo si trovavano dei cavalieri armati di tutto punto. Ditti in piedi, ci voltavano le spalle, poiché impegnati ad ascoltare il discorso di un uomo vestito di rosso dal balcone del castello. Grazie alla mia vista acuta, potei scorgere il suo strano aspetto. Aveva un viso piuttosto sproporzionato, con un grande mento sfuggente ricoperto da un’ispida barba. Portava un grosso cappello dello stesso colore del suo abito, e sotto a quel cappello, un’orrendo taglio di capelli corvini lunghi fin quasi alle spalle. Stava parlando a gran voce, e dal suo atteggiamento che sfoggiava appariva orgoglioso di tenere quel discorso di fronte a tutta quella gente “ E dal torneo che si terrà proprio oggi, potremmo stabilire chi sarà il fortunato e valoroso cavaliere a dover intraprendere il duro viaggio per salvare la bellissima principessa Fiona dalle grinfie del temibile drago”- dichiarò l’uomo, sempre più impettito. Nessuno si era ancora accorto della nostra presenza: erano tutti occupati a tenere gli occhi fissi su di lui “- Alcuni di voi potranno morire, ma è un sacrificio che sono pronto a fare”- proclamò l’uomo. Partirono gli applausi.

“- Che il torneo abbia inizio!”- gridò. Ma prima che qualcuno potesse muovere un muscolo, Shrek si fece avanti. Lo seguii intimorita “ Glom, spero che quei soldati non si infurino!” implorai. Di scontri con quei tipi ne avevo già avuto abbastanza!

Vidi il viso dell’uomo tramutarsi in una smorfia di disgusto “ Cos’è quell’affare? E’ rivoltante!” commentò a gran voce, notando Shrek. Tutti i presenti si voltarono ad osservarci, sbalorditi. Alla vista dell’orco si udirono i loro brusii poco lusinghieri sul suo conto “Bè, non siete molto gentili” disse Shrek, in tono offeso. D’un tratto il viso dell’uomo s’illuminò “ Cavalieri, nuovo piano! Colui che ucciderà l’orco, verrà nominato campione! Prendetelo!” urlò quel signore vestito di rosso. Ma chi poteva mai essere? “ Prendete l’orco e quella sua sudicia piccola accompagnatrice!” aggiunse. Ma come si permetteva?!

 

Capitolo 7- 1, 2, 3, caricaaa!

 

Ora i cavalieri che prima ci voltavano le spalle presero a circondarci “ S-Shrek? Ora cosa facciamo?”- sussurrai terrorizzata. “Ti prego, non un’altro scontro!” Troppo tardi: quei soldati ci bloccarono, brandendo le loro armi affilate. “Non preoccuparti, adesso arriva il bello”- mi disse l’orco. “- Si comincia!”- urlò a pieni polmoni. Con il fumo che usciva dalle sue narici, andò a scontrarsi contro cinque soldati a mò di bufalo. Sdeng! Due testate e fuori tre! Gli altri due provarono a colpirlo di spalle, ma Shrek fu più veloce e con due destri li mise al tappeto. Fuori cinque! “Sotto a chi tocca!”- urlò di nuovo l’orco. Sembrava proprio divertirsi. Ed era incredibilmente forte! Bastava un piccolo schiaffetto con la sua enorme mano per far volare decine di soldati in aria! Intanto pure io cercavo di mettermi in salvo, dato che quei cavalieri avevano messo occhi anche su di me. Fortunatamente sono un’asso nel muovermi di scatto, perciò riuscii a schivare ogni colpo che mi sferravano. Intanto potevo gustarmi tutte le mosse di wrestling che utilizzava Shrek nel combattimento: era veramente impressionante! Un orco tanto grosso quanto agile! In un angolo dello “stadio”ci spostammo dentro un piccolo recinto a corde simile ad un ring e da lì iniziammo a collaborare nello sconfiggere quegli uomini: ogni soldato che metteva piede nel “ring” finiva con l’essere schiacciato e sballottato da Shrek, mentre io fungevo da “assistente” e gli passavo la sedia posta all’interno del piccolo ring, che lui usava come arma d’attacco.

Così facendo pestavamo uno ad uno i soldati, finché dopo 10 minuti finimmo nel sconfiggerli tutti e venticinque! Avevamo vinto senza subire neanche un graffio. E come se non bastasse, la folla che un’attimo prima ci lanciava offese ed occhiatacce, ora si alzava in piedi ad applaudirci con tanto di fischi! Io e shrek ci dettimo il cinque,tanto eravamo orgogliosi.” Grazie, sarò qui fino a giovedì, per gli autografi!”- scherzò l’orco rivolto al pubblico. Intanto l’uomo vestito di rosso ci osservava pensieroso. Finché annuncio “- Popolo di Duloc! Il nostro campione!”- la folla applaudì nuovamente “- Congratulazioni, orco. Hai vinto l’onore di imbarcarti in una grande e nobile impresa”- dichiarò l’uomo “- Perdonami, non mi sono presentato: io sono il perfetto capo di questa perfetta città, il mio nome è Lord Farquaad”-

 

Capitolo 8- Una nuova missione

 

Ah-ah! Lo avevamo trovato! Mi era subito apparso come una persona tremendamente ostile e altezzosa.

“Impresa? Sto già affrontando un’impresa! L’impresa di riavere la mia palude!”- esclamò Shrek. Lord farquaad parve confuso “ La tua palude?”- “ Già, la MIA palude, dove VOI avete scaricato le creature delle favole!”- sbraitò l’orco, furibondo.

Lord farquaad tacque per un’istante “- Ah, sì… Bene orco, facciamo un patto. Affronta quest’impresa per me, ed io ti restituisco la tua palude”- “ Esattamente com’era?”- chiese Shrek “ Fino all’ultimo limaccioso fungo ad ombrello”- promise Farquaad. Shrek non era ancora del tutto convinto “ E gli abusivi?”- chiesew ancora “Dissolti nel nulla”- concluse Farquaad. Shrek gli rivolse un’occhiata mista a curiosità “ Che tipo di impresa?”- domandò infine.

 

 

 

 

 

“- Fammi capire bene, Shrek: lotterai contro un drago e salverai la principessa ssolo per farti ridare da Farquaad la tua palude, dove non vivi da solo perché lui te l’ha riempita di fenomeni da baraccone?”- domandai all’orco, dopo che Farquaad ci aveva incaricato di raggiungere un castello a più di cinque kilometri da qui per andare a salvare una certa principessa Fiona intrappolata nel castello sorvegliato da un temibile drago. Queste furono le sue uniche informazioni. Per il resto non avevo idea di chi fosse questa donna, né dove poteva trovarsi precisamente quel dannato castello.

“- Esatto, Eleanor. E’ ciò che ha detto Farquaad. Questi sono i patti. Quale altra scelta avevo?”- mi spiegò Shrek, intento a raccogliere cipolle dall’orto che stavamo oltrepassando. Cercava di accellelare il passo,dato che aveva fretta di compiere questa missione. Ma non dovevamo nemmeno essere ancora a metà strada! Eravamo partiti da soli dodici minuti!

 

“ Ma Shrek, ti ricordo che mi hai già promesso di accompagnarmi in Nevada! Ora che ti è stata imposta una nuova impresa, non significa che devi abbandonare l’altra!-” “ Infatti non ho detto questo. Solo che dovrai avere pazienza, cara mia, non sono di certo un fulmine, ci vorrà un bel po' per compiere la missione di Farquaad, figuriamoci la tua!”- ridacchiò il bestione. Non avevo nessuna intenzione di scherzarci su “ Ah-ah”- feci, tanto per non apparire scorbutica. “ Intanto ti servo d’aiuto anche adesso. Ricordo che farquaad ci ha informato che il castello si trova a più di cinque kilometri da qui. Avrebbe potuto offrirci più dettagli, ma forse non ci sono altri castelli in zona. Ah, ha anche detto che il castello è circondato da lava bollente. Dis icuro questo dettaglio ci servirà più utile. Quanti castelli hai visto fin’ora, con della lava attorno?”

 

Capitolo 9- L’arrivo al castello

 

 

Ci vollero due giorni pieni per arrivare a destinazione. All’alba del terzo giorno, ci trovammo in una zona sepolta dalle rocce, dove non c’era più traccia di un filo d’erba. “ Il nostro castello dovrebbe trovarsi qui vicino”- dissi a Shrek, in preda alla disperazione. Avevamo sudato sette camicie, percorrendo tutti quei kilometri.

Di lì a poco, infatti, scavalcando una zona rocciosa di montagna, ci apparve in lontananza quel maledetto castello. E che castello! Colossale, gigantesco. Di più.

Riuscimmo a notare da enorme distanza l’unica luce proveniente dalla torre più alta, che si stagliava contro il cielo grigio di maltempo. Glom, faceva davvero impressionee! Non la grandezza del castello: la lava che circondava il fosso! Presero a tremarmi le gambe “- S-Shrek, glom, ho una paura da matti!”- L’orco mi rassicurò “- Se mi rimani vicino non ti accadrà nulla di brutto. Attraverseremo la lava con il ponte”- disse indicando un piccolo ponticello con le travi di legno.

Con qualche difficoltà (soffro di vertigini!), riuscimmo ad attraversare il ponte e ci inoltrammo nel castello. Tirava un’aria piuttosto sinistra. Quel luogo era immerso nell’oscurità e le sue uniche presenze erano solo i cadaveri dei cavalieri che presubilmente avevano tentato di combattere il drago. Alla loro vista rabbrividii.

 

Capitolo 10- Pericolo in agguato

 

Avevo una gran paura di ritrovarmi faccia a faccia con il presunto drago menzionato da Farquaad. Non ne avevo mai visto uno dal vivo, al momento. Ma dalle storie che avevo sentito a riguardo, non avevo per nulla voglia di incontrarne uno! “ Bene bene”- cominciò Shrek, raccogliendo l’elmo di un defunto cavaliere e sistemandoselo sull’enorme testone “ La principessa si troverà sicuramente in cima al castello, nella stanza più remota della torre più alta”- analizzò, con uno sguardo da detective “- Glom, Shrek, facciamo in fretta a salvare questa principessa, e andiamocene alla svelta, prima che ci scopra il drago”- suggerii all’orco, quasi in preda al panico. “- Bè, al momento pare non essrci nessun dragone. Se nel caso ci fosse, puoi contare sulla mia forza innata, non c’è da preoccuparsi. Gli faccio un bel sederino rosso, a questo drago”- scherzò lui. Lo fissai ammirevole. Appariva sempre così coraggioso, pieno di orgoglio, senza paura. Proprio un tipo tosto. Cominciavo davvero a voler prendere esempio da lui. “- Bè, hai ragione, Shrek. Con te, non c’è da avere paura! Sei la creatura più forte al mondo, nessuno riuscirebbe a metterti al tappeto, neanche un temibile e imponente...”- Sentii un ringhio alle spalle. Mi voltai. Strabuzzai gli occhi “… DRAGOOOO!”- strillai a pieni polmoni. L’enorme mostro sputafuoco lanciò una fiammata dalle sue orribili fauci e mi mancò per un pelo. Ci riprovò. Scansai per un soffio una seconda fiammata e gridai aiuto a Shrek. Il coraggioso orco non se la dette a gambe e mi stupì nuovamente, quando lo vidi corrergli incontro afferrandogli la lunga coda, che cominciò a stringere saldamente con le sue grosse dita. Il mostro cercò di azzannarlo, ma avendo le braccia troppo corte non riuscì nemmeno a sfiorarlo. Io, che nel frattempo mi ero riparata dietro ad una colonna, mi mordevo le unghie e pregai che quel drago non facesse del male a Shrek. Senza di lui, come avrei potuto sopravvivere?

 

Mentre mi ponevo quest’orribile domanda, vidi quel gigantesco animale oscillare la coda e spazzare Shrek verso il cielo. L’orco gridò e sparì con quel volo. Oh, no! Noooo!

Era la fine. Come avrei potuto mettermi in salvo? Io, da sola, contro un drago lungo 12 metri!

Non seppi cosa fare. Fui colta da un solo pensiero. Filarsela! Presi a muovermi verso l’uscita, ma il bestione intercettò le mie mosse e prese ad inseguirmi. Nonostante il peso, sembrava essere piuttosto fulmineo! Prima che potessi imboccare l’uscita mi balzò di fronte con un salto, lanciando un ruggito immenso che mi mozzò il respiro. Vidi i suoi occhi farsi sempre più rossi mentre studiava i miei possibili scatti di fuga. Mostrò i suoi denti affilatissimi e tentò di allungarmi un morso micidiale, ma fortunatamente riuscii a schivare la sua boccaccia e proseguire verso le scale. Decisi che non dovevo arrendermi, pena la morte. Imboccai le scale che portavano verso la cima del castello. Forse il drago non poteva raggiungermi, dato che aveva attaccato al collo una catena di metallo. Forse potevo ancora salavrmi! Mentre salivo a perdifiato senza neanche voltarmi indietro, potevo udire i ruggiti del drago farsi sempre più lontani, nonostante la loro frequenza di suono facesse accapponare la pelle!

 

Anaspai. Ad ogni gradino salito, il mio fiato si faceva sempre più corto. Sarà stata la forza della disperazione a permettermi di raggiungere l’ultima scalinata. Nel frattempo pregavo riguardo il destino di Shrek. Chissà dov’era finito…

 

I ruggiti del drago presero ad allontanarsi. Incredibilmente, solo per il momento, mi ero messa in salvo. Mi era bastato semplicemente fuggire, senza alzare nemmeno un dito. E sperare nella buona sorte. Proprio come era successo con gli scontri con le guardie. Basta non arrendersi…

 

Capitolo 11- La fuga

 

Mentre mi trovavo in cima alla torre più alta, mi fermai a riprender fiato. Dopo un minuto il battito cardiaco tornò regolare. L’avevo scampata. Almeno per il momento.

Fu allora che andai ad imbattermi in Shrek, che teneva per mano una bellissima donna. La principessa! Tutto in lei splendeva fascino. Aveva i capelli lunghi, color castano ramato, tenuti in una treccia che le scendeva fino alla parte bassa della schiena, grandi occhi azzurri e una figura esile. Sulla sua testa sfoggiava una meravigliosa coroncina d’oro, che si abbinava perfettamente al suo vestito verde smeraldo lungo fino alle caviglie. Calzava un paio di ballerine dello stesso colore del suo abito. Mi diedi un contegno “- Salve, principessa! Mi chiamo Eleanor, sono venuta a salvarti insieme a Shrek e… “- mi voltai verso di lui “- A proposito, che fine avevi fatto, ti ho perso di vista...”- “ Il drago mi ha catapultato dentro la torre dov’era segregata la principessa, Eleanor. Ora non perdiamoci in chiacchiere, dobbiamo fuggire prima che ci ritrovi il drago”- tagliò corto Shrek. La principessa parve stupita “- Come? Non avete ucciso il drago?”- Shrek parve imbarazzato “- Bè, ce l’ho sulla liste delle cose da fare”- tagliò corto di nuovo. Prese per mano anche me e tutti e tre ci precipitammo giù per le scale.

 

Capitolo 12- In salvo

 

Appena varcato l’ingresso, ci attendeva una brutta sorpresa: il drago, come previsto, era di nuovo lì, imbufalito come mai. Glomm!! Ci bloccava l’uscita. Non c’erano altre vie di fuga. Dovevamo uscire per forza da quella parte! “- Shrek, ora che facciamo? Il bestione ci impedisce la fuga. Bisogna allontanarlo!”- gridai disperata. Il viso di Shrek parve illuminarsi “- Mi è venuta un’idea. Imprigionerò la sua catena di metallo con una spada. So già come fare! Voi intanto fuggite! Lo distrarrò io!”- Io e la principessa ci dirigemmo fuori dal castello, dato che l’orco seppe allontanare la bestia sputafuoco. Poco dopo spuntò Shrek “- Scappareeeeee!!!”- urlò lui. Ci catapultammo sul ponticello e lo attraversammo in due secondi netti. Quando fummo sull’altra sponda, improvvisamente le funi che reggevano il ponte si sciolsero e d il ponticello sprofondò nella lava bollente. Rabbrividemmo. Se tardavamo un secondo di più, adesso saremmo noi le vittime del fosso di magma. Ed ecco arrivare il drago, con un ruggito assai più raggelante di prima! “-Aiuto!”- gridai. Ma fortunatamente le previsioni di Shrek erano giuste. Il drago spiccò un salto ma venne trattenuto dalla catena. Proprio perché l’orco lo aveva bloccato prima! Tirammo un sospiro di sollievo. Non riuscii a trattenermi nel notare gli sforzi inutili del drago nel tentativo di liberarsi dalla morsa “- Ah-ah, resterai a digiuno per oggi, brutta bestiaccia!”- gli gridai dietro. Eravamo salvi!

 

 

 

 

Capitolo 13- Shrek rivela la sua identità

 

Quando giunsimo vicino ad un’altra foresta, la principessa cominciò a fare piroette, in preda alla gioia “ -Ce l’avete fatta! Mi avete salvata! Oooh, siete straordinario, siete meraviglioso siete…”- sospirò con’aria sognante. “- Si avvicinò a Shrek cinguettando come una colomba “- Il vostro gesto è grande e il vostro cuore è puro. Vi ringraziò infinitamente per avermi salvata, mio eroe”- Prese a canticchiare, muovendo i piedi a passo di danza. La guardammo straniti. Poi si rivolse nuovamente all’orco”- La battaglia è finita, potete togliervi l’elmo, mio buon cavaliere”-

Io e shrek ci scambiammo un’occhiata perplessa. Tossicchiai “- Scusa, sai che Shrek è un…?”- Shrek mi fermò “- Posso mostrarlo direttamente”- . Detto ciò, si tolse l’elmo. Alla vista della creatura davanti a sé, il viso della donna si tramutò in uno sguardo sorpreso e di visibile ribrezzo. Non solo. Appariva molto delusa. Per un po' non accennò una sola parola. “- S-sei… un’orco”- mormorò infine. Stavo per sprofondare dall’imbarazzo per quella strana situazione “Ah, ti aspettavi che fossi il Principe Azzurro?”- domandò scherzosamente Shrek. Certo che, per essere un mostro, ne aveva parecchio, di senso dell’umorismo!

La principessa parve un tantino imbarazzata dal suo comportamento “- Bè, sì, a dirla tutta”- Improvvisamente si portò le mani alla testa “- Oh, noo… è tutto sbagliato! Tu non dovresti essere un’orco!”- Si allontanò di qualche metro, assorta nei suoi ragionamenti. Tentai di parlarle cordialmente “- Bè, Principessa….”- “- Mi chiamo Fiona, comunque. Grazie”- borbottò lei di rimando “- Va bene, Fiona, Shrek non ha nessuna colpa se è un’orco. Non andiamo contro le leggi della natura...”- Shrek mi lanciò uno sguardo di fuoco “- Lascia parlare me”- disse a denti stretti. Indietreggiai di colpo “- V-va bene”- intanto si era avvicinato a Fiona “-Sono stato mandato a salvarti da un certo Lord Farquaad. E’ lui quello che vuole sposarti”-

“- Ah sì? E perché non è venuto LUI a salvarmi?”

“- Ottima domanda. Dovresti chiederglielo, quando arriviamo al suo castello”

-” No! Io devo essere salvata dal mio vero amore. Non da un’orco e… dalla sua sporca amichetta!

Alla faccia della raffinatezza! Fiona non dava l’aria della classica principessa. Piuttosto un’attaccabrighe. Che sfacciata insolente!

Shrek intanto cercava di rimanere calmo”- Senti principessa, mi stai complicando il lavoro...”- “- Mi rincresce, ma il tuo lavoro non è un mio problema”- sbuffò la donna impertinente “- Puoi dire a Lord Farquaad che se vuole salvarmi come si deve, attenderò il suo arrivo, seduta qui”- proclamò sedendosi su una roccia. A questo punto l’orco perse la pazienza “- Ehi!”- sbottò”- Io non porto messaggi a nessuno, capito? Io faccio le consegne e basta”- La principessa lo fissò freddamente, a mò di sfida “- Non oseresti!”- Shrek non se lo fece ripetere: con uno sguardo vittorioso, afferrò Fiona e se la sistemò sull’enorme spalla “- Andiamo, Eleanor”- lo seguii ubbidiente, mentre la donna gridava e scalciava come un cavallo imbizzarrito “- Mettimi subito giù, o ne pagherai le conseguenze!”- urlò asssestando pugni sulla schiena dell’orco “- Non è dignitoso, mettimi giù! AAAAAAAARRRGGH!!!!”-

 

 

Capitolo 14- Al calar del sole

 

 

 

Dopo un po' cominciavo ad averne le scatole piene, delle sue urla d’ira. Fortunatamente, appena percorso un kilometro, si calmò. Stavamo attraversando un’enorme foresta, che pareva non finire mai. I miei polpacci pulsavano, indolenziti dalla quantità di cammino del giorno. Stava per tramontare il sole. Shrek invece, data la sua massa, non sembrava per nulla affaticato, e continuava a tenersi Fiona sulla spalla “- Allora ecco il piano, tu sconquifferi una donna, ma lei non ti piace, in QUEL modo, come la smonti con gentilezza?”- domandai a Shrek. L’orco fece finta di non udire la mia domanda e proseguì, camminando a testa alta. Fiona, che mi stava davanti, prese a parlare con me “- Parlando del mio sposo, Lord Farquaad, com’è fatto?- domandò con una punta di curiosità. Prima che potessi risponderle, Shrek s’intromise nella chiacchierata “- Bè, chiariamo una cosa, principessa. Di uomini della statura di Farquaad si è “a corto” ormai, eh-eh!” - disse ironicamente, posando giù Fiona “Mmm, non ti credo proprio”- rispose lei, impermalosita “- Già, forse hai ragione tu, prinicipessa. Ma prenderai tu le “misure” quando lo vedrai domani”- scherzai io. La donna guardò il sole che tramontava in lontananza “- Domani?”- chiese preoccupata “-M-ma, ci dovremmo accampare! Il bosco è pericoloso, di notte. Potrebbero assalirci i banditi!”- “- Bè, non vedo il problema. C’è shrek, con noi, i banditi non potranno farci niente, con la sua forza micidiale”- informai Fiona. Lei non sembrava convinta “- Forza principessa, non fare storie, prima si arriva a Duloc, meglio è!”- rispose Shrek. La donna s’infuriò di colpo “- Voglio accamparmi in un rifugio, ADESSO!”- gridò furibonda. Shrek ed io restammo ammutoliti, sorpresi da tale reazione. Ma acconsentimmo lo stesso.

 

 

 

Arrivammo sull’altura di una montagnetta ai margini della foresta, dove Fiona prese ad ispezionare nervosamente la zona “- Perfetto! Lì c’è un rifugio di rocce. Mi sistemerò io lì. Voi potrete dormire fuori”- prese una corteccia d’albero e lo rinchiuse all’interno come porta “Buonanotte e sogni d’oro, a domani!” ci salutò la principessa, coricandosi. “O-ok, buonanotte”- le augurammo, sbalorditi. Quanta fretta e furia! Non aveva nemmeno mangiato. O meglio dire, nessuno di noi tre aveva messo qualcosa sotto ai denti. Speravo di fare un buon pasto, il giorno seguente. Dopo un’ora fu notte. Shrek accese un bel focolare e ci addormentammo accoccolati dal calore del fuoco scoppiettante. Non avevamo più neanche un briciolo di forze, per la lunga e tosta giornata che avevamo passato.

 

 

Capitolo 15- Un comportamento insolito

 

Fu un delizioso odorino di cibo a sollecitarmi il naso e dunque a svegliarmi. Mi stropicciai gli occhi affaticati. Fiona stava riscaldando delle uova dal fuoco che avevamo appiccato ieri sera. Nel frattempo si era svegliato anche Shrek.

La donna posò le tre uova su un grosso sasso, ci guardò un po' imbarazzata “- Io, ecco.. vi ho preparato la colazione. Sapete, siamo partiti con il piede sbagliato ieri, e ci tenevo a scusarmi. Su, mangiate, così iniziate bene la mattina. E’ una giornata splendida, non trovate?”-

 

Mangiammo la nostra colazione con gusto, poi proseguimmo il cammino. Sembrava tirare un’aria migliore, quel giorno. Fiona appariva più serena ed arzilla di quanto non lo fosse ieri. Prometteva già bene! Sembrava essere anche più in sintonia con noi. Scherzava, rideva… ma sopratutto, incredibilmente, non manteneva la distanza da Shrek. Anzi, gli stava praticamente appiccicata addosso! Come mai? Mah…

 

Ci inoltrammo nuovamente in una foresta un po' meno fitta delle precedenti. Faceva molto caldo ed un piccolo raggio d’arcobaleno fece capolino da una splendida nuvola bianca.

L’uovo di Fiona mi era rimasto sullo stomaco e, per quanta strada avessi percorso fino a quel momento, non lo avevo ancora digerito del tutto. A quanto pare Shrek sì. Aprì la bocca e sparò un rutto gigantesco: “Buuurbb!” Divenni rossa come un pomodoro “- Shrek!”- lo rimproverai “- E’ un complimento alla cuoca”- si scusò lui “- Meglio fuori che dentro, dico sempre io”- ridacchiò rivolto a Fiona “- Ma non è il modo davanti ad una principessa!”- gli dissi sottovoce, ancora più imbarazzata. Come risposta, Fiona ruttò “ BBBBUUURBBB!”. Era il rutto più rumoroso e disgustoso che avessi mai sentito! “Aehm, scusate”- ci disse la principessa. Shrek parve divertito “- Lo sai”- disse “- Non sei esattamente come pensavo”- La donna lo guardò fisso “- Bè, forse non dovresti giudicare le persone prima di conoscerle”- Quelle parole stupirono l’orco “Ah...”- parve riflettere. Ammetto che lui non era l’unico ad essersi sorpreso.

 

Capitolo 16- Nemici canterini

 

Fiona ci volse le spalle e intonò una melodia con la sua meravigliosa voce da usignolo. Ci camminava davanti. All’improvviso il suo canto venne interrotto da un grido stonato “- La libertèèèèèèèèèèè- EHI!”-

Un uomo vestito di verde ci catapultò davanti con una liana e arraffò Fiona. Fu troppo svelto per impedirgli ciò.

“ Principessa!”- gridammo allarmati. Lei e l’uomo andarono a posarsi sul ramo di un albero. Lui tentò subito di stringerla a sé. Fiona invece, aveva capito subito le brutte intenzioni di quell’uomo e si divincolò “- Fermo, fermo! Cosa state facendo?”- chiese allontanandolo. Per tutta risposta, quel tale gli rivolse un’ampio sorriso “Calmatevi, Mon Cheriè, perché sono il vostro salvatore! E vi sto salvando da quella verde.... Bestia!”- concluse con quel suo forte accento francese, riempiendo di baci il braccino di Fiona. Io e Shrek li corsimo incontro “Ehi! Quella è la mia principessa! Trovati la tua!”- sbraitò l’orco contro il forestiero. Lo osservai. Fisicamente era un bell’uomo, ma appariva come una sorta di nemico. “- Oh, per favore, Mostro!”- sbuffò quello “- Non vedi che sono un tantino occupato qui?”- quell’ultima frase fece infuriare la donna, a tal punto che gli assestò una manata sulla spalla “- Senti, bello! Non so chi ti credi di essere...”- cominciò a dire lei. Il giovane si portò la mano alla tempia “ Oh, ma certo, che scortese, oh làlàlà, permettetemi di presentarmi”- mise le mani a megafono intorno alla bocca e chiamò qualcuno “-Ohhhh, Amici Mieeeii!”-

“Ma, che?”- pensai, sbalordita. Chi era quel tale? I suoi vestiti avevano un’aria familiare…

 

 

 

Seguii un fruscio di arbusti. Da una fila di cespugli sbucarono sei uomini vestiti anch’essi di verde. Uno di loro reggeva in mano una fisarmonica. Ma cosa stava succedendo? L’uovo di Fiona mi aveva dato alla testa? Fortunatamente no, non era una visione. Quei sei uomini cominciarono a cantare a squarciagola, seguiti dal giovane uomo che poco prima stav inopportunando Fiona. Scese dall’albero ed intonò una canzone a ritmo veloce, mentre noi lo osservavamo increduli “- Io rubo ai ricchi per dare a chi non ha..”- cantò lui, lanciandomi provvisamente una mela in bocca “- ‘A homve ‘i pevmni”- biascicai, sputando il frutto “- Ma come ti permetti?”- risposi questa volta correttamente. L’uomo mi ignorò: era troppo occupato a cantare, fare acrobazie, giravolte. Sembrava matto! Lo stesso i suoi uomini. Danzavano a ritmo di musica, cantando a squarciagola. Il tutto “coreografato” un po' troppo... vivaciamente.

 

“ Io salvo damigelle e le regalo!”- gridava l’uomo. Il coro proseguì “ Che ragazzo! Ah-ah! Monsieur Hood!”- Mi illuminai. Ecco chi era! Robin Hood! Un’altro personaggio delle favole che mi leggeva Mamma ogni sera. Che strano ritrovarselo davanti, comportandosi in maniera così ridicola… Che poi, Robin Hood non era inglese? Come mai parlava con l’accento francese?

 

Capitolo 17- Una principessa fuori dal comune

 

Tutto il mio stupore doveva ancora arrivare. Proprio nel bel mezzo dello “spettacolo”, Robin avanzò cautamente verso Shrek, con in mano un pugnale. “- Il suo cuore con la lama andò ad estrarre. Tutti attenti a me, che sto per cominciaaaaarrr...OUF!!-”

Dalla bocca di Hood volò quel sussulto mentre Fiona gli finiva addosso con uno schianto micidiale. Andò a picchiare la testa contro una roccia. Svenne di colpo. “- IIIIIAAAAHH!”- gridò la donna, lasciando la presa dalla sua liana con un salto mortale. Atterrò perfettamente in piedi, con sorpresa di tutti “Umpf, che seccatura!”- commentò lei, con una smorfia. Io e Shrek la fissavamo senza parole. Eravamo rimasti talmente colpiti da quel suo attacco… Lo stesso non si può dire degli altri sei uomini “ Ah, piccola...”- esclamò uno di loro, da dietro la donna. Scoccò una freccia in sua direzione. Fiona si scansò appena in tempo. La freccia andò a sfiorarmi lo zigomo imperlato di sudore “AAAAAAHH!”- gridai, rifugiandomi in braccio a Shrek. La donna non ignorò quel mancato colpo ed assestò un paio di pugni all’aggressore, che finì a terra. Lo stesso fu per gli altri uomini che, alla vista del loro compagno svenuto, avevano tentato di attaccarla. Alla fine l’intero gruppo venne sgomitato da lei a colpi di kung fu, sferrando destri e calci, senza versare nemmeno una goccia di sudore! Inoltre, non si era procurata neanche un graffio! Non esagero. Non mi ero sbagliata: Fiona non era affatto una copia delle classiche principesse… Era una vera e propria guerriera. Capace di difendersi da sola, affrontare nemici ben più grossi di lei. Di norma, sono le fanciulle a dover essere salvate nelle situazioni di pericolo. Stavolta, invece, era stata lei a mettere in salvo Shrek, sconfiggendo Hood. “- F-Fiona, sei di un’agilità impressionante! Tutti quei calci roteanti, salti a mezz’aria, pugni di scatto… ma come ci sei riuscita?”- le chiesi dopo che lasciammo quegli uomini al loro destino. “- Bè quando vivi per anni segregata in una torre, ti alleni ad imparare certe cose, nel caso tu avessi bisogno di...”- si bloccò, guardando il sedere di Shrek “- Hai una freccia nel didietro!”- esclamò lei, allarmata. Era vero: l’orco non si era accorto di essersi ferito con tale arma! Shrek diede un’occhiata al suo sedere, ma non sembrava minimamente turbato “ Non ti preoccupare, sto benone. Non sento alcun dolore “-

Forse tentava di non farci allarmare e teneva dentro le pene. Forse lo aveva detto per non farci disperare. Chissà.

 

Capitolo 18- Resisti, Shrek!

 

Fiona era così amareggiata “ Oh no, è tutta colpa mia, mi dispiace, scusami tanto...”- Io ero addirittura più disperata di lei “- Oh no! No no no! Shrek è ferito, p-potrebbe morire!- impallidii di brutto “- No no, non voglio che muori, non puoi, non devi! Aiuto! Serve aiuto! Aiutateciiii! Aiutooooooooooooooo!!!!”- Per riuscire a calmarmi Fiona mi assestò un ceffone sulla guancia “AHIA! Perchè?”- pianucolai massaggiandomi la gota bruciante “-Cominciavi a delirare. Era l’unico modo per tranquillizzarti. Ora, se vuoi essere davvero d’aiuto, fammi un favore: corri nel bosco e cercarmi un fiore blu con le spine rosse”- “O-Ok. Vado, allora. E tu Shrek, se vedi una luce, stà lontando da qualsiasi tunnel! Vado e torno subito”- presi a muovermi in fretta e furia. Avvertivo un grande senso d’angoscia, come se temessi per la vita di Shrek. Non che non fosse vero, certo. Ma forse mi preoccupavo eccessivamente, troppo. Dopotutto, Shrek lo conoscevo solo da qualche giorno, non era né un amico né un familiare. Però, dopo aver trascorso così tante peripezie assieme a lui, sentivo quasi il bisogno di doverlo riconoscere come qualcosa di più che ad un semplice compagno di viaggio e guardia del corpo. Dopotutto, fino a quel momento, mi aveva protetto da ogni pericolo. Aveva affrontato il drago nel tentativo di salvarmi. Aveva combattuto contro i cavalieri di Lord Farquaad a costo di proteggermi. Aveva scacciato i soldati che volevano catturarmi il primo giorno che ci siamo conosciuti. E si era perfino offerto per accompagnarmi in Nevada, anziché lasciar perdere tutto. Cavolo! Un’altro orco, molto probabilmente, mi avrebbe lasciato nei guai, senza offrirmi alcun aiuto. Invece, ripensandoci, Shrek appariva ai miei occhi come un’orco assai diverso, da come me lo ero immaginato il primo giorno. E non scherzo. Non mi ero illusa male. Fin da quel giorno, effettivamente, sentivo di fidarmi di lui, e mi dava la sensazione che fosse l’opposto del brutale, famelico orco conosciuto nelle credenze popolari. Mi ero dunque… fatta un’idea giusta su di lui fin dall’inizio? Nonostante avessi notato in lui un tantino di freddezza verso i miei confronti? Provai a rifletterci bene. Se mi aveva salvato per decisione sua o per istinto, tanto valeva esserne grata. Probabilmente Shrek mascherava il suo buon cuore con un’atteggiamento apparentemente indifferente e menefreghista. Poteva davvero importargli della mia sicurezza e della mia vita. Nonostante, ripeto, io e lui non eravamo di certo amici. Ma neppure nemici. In questo viaggio ci stavamo sentendo più uniti. O forse solamente lui e Fiona, come avevo notato prima. Insomma, queste riflessioni mi davano luce su dei dettagli sul suo conto che non avevo fatto caso prima. “La verità, è che Shrek mi è simpatico. Ma non so confermarlo con certezza. Non lo conosco ancora bene, non posso giudicarlo per quel poco che so. Proprio come ha detto prima Fiona. Non giudicare le persone prima di conoscerle. Mmm. Un detto piuttosto saggio… comunque, mi piacerebbe che Shrek si mostri per ciò che è davvero. Se ha altro da nascondere. Con Fiona appare molto gentile. Spero che lo sarà ancor di più con me. Se le nostre strade non si dividano presto...”-

 

 

 

 

Diedi fine al mio rimuginio appena le grida di Shrek mi giunsero alle orecchie. Urla di dolore. Oh no! Stà calmo Shrek! Resisti! Presi ad aumentare di passo, finché arriivai in un angolo della foresta disseminato di fiori azzurri dal fusto ricoperto di spine rosse. Perfetto! I fiori coincidevano con la descrizione suggeritomi da Fiona. Anche se mi chiedevo a che cosa potesse servire un fiore in una situazione così disperata. E poi non avevo gran voglia di pungermi le dita a causa delle spine. “Che faccio? Raccolgo il fiore oppure lascio perdere?”

Seguì un’altro urlo d’agonia. Capii che dovevo agire in fretta. Sospirando, strappai il fiore con tutte e due le mani e feci dietrofront. Corsi a perdifiato fino al punto dove giacevano Fiona e Shrek, uno sopra l’altro. Strabuzzai gli occhi “- Cosa sta succedendo, qui?”- domandai stringendo il fusto del fiore, con il risultato di imbrattarmi il palmo della mano di sangue. Shrek si scusò all’istante “- Emm, non è come sembra! Vedi, Eleonor, Fiona nel tentativo di togliermi la freccia ha tirato troppo forte e dal dolore sono caduto, e lei ha inciampato nei miei piedi, finendomi addosso..”- Non ero del tutto convinta delle sue parole, ma decisi di non darci troppa importanza. Fiona colse l’attimo per strappargli la freccia dal sedere. L’orco ruggì un’urlo potentissimo. Di dolore. Sembrava che nei suoi occhi spuntassero due lacrime “Ahioooo”- gemette Shrek. Cavolo! Un orco grande e grosso come lui, in panchina per una freccetta! Che delicatino, ah-ah!

“Ehi, Eleanor, la tua mano sanguina!” disse Fiona “- Sarà meglio medicarla”- detto ciò raccolse una foglia e me la premette sulla ferita, premurosa come una mamma. Le sorrisi affettuosamente. Riprendemmo il nostro viaggio.

 

 

 

Capitolo 19- Riflessioni

 

Al sorgere del tramonto facemmo sosta in un luogo fuori dalla foresta, nei pressi di un mulino abbandonato.

Nel bel mezzo del prato accesimo un fuoco con sufficiente legna; Shrek si inoltrò nella foresta per procurarci da mangiare. Avevamo tutti una fame da lupo.

Quandò tornò dal bosco scoprii che aveva cacciato dei ratti, uno dei suoi piatti preferiti. Ha aggiunto che andavano arrostiti sul fuoco, così da regalare un sapore ancora più gradevole. Bleah! Piuttosto che toccare quella roba, me ne andai per conto mio nella foresta per procurarmi qualcos’altro. Ne uscii fuori con qualche bacca e delle pesche appena mature. Gnamm! Il tutto sparì nella mia bocca nel giro di tre minuti. Che ci volete fare, quando ho fame sono peggio di un leone.

 

Fiona invece non sembrava avere problemi con i ratti. Anzi, ne riscaldò uno anche lei e se lo mangiò di gusto! Orroreee! Mi venne un conato di vomito.

“- MMM, delizioso, ottimo”- commentò lei, soddisfatta. Lei e Shrek stavano cenando seduti vicini, su un tronco d’albero abbattuto. Nel frattempo parlavano e si scambiavano immense occhiate. Risi sotto i baffi. Com’erano carini quei due, così di fianco.

 

Ero a circa due metri da loro, non volevo disturbare la loero quiete. Avevo finito la mia cena da subito e non sapevo cosa fare nel frattempo. Mi bastava aspettare che scendesse la notte, per poter andare a dormire. Non avevo neanche un briciolo di sonno. Eppure c’erano state talmente tante di scorribande, quel giorno! Mi sedetti sull’erba soffice e presi a fissare l’orizzonte. Com’era romantica, l’atmosfera del cielo tinto d’arancio, e che tramonto….

Il panorama davanti a me si stendeva dai campi di girasoli fino alla città di Duloc. Il colossale castello di Farquaad si notava da lontano un miglio. Ma non doveva esserci ancora parecchia strada da percorrere. Chissà quale sarebbe stata la reazione della principessa alla vista della bruttezza di Farquaad. La sua bassa statura, il suo mento prominente, il suo orrendo taglio di capelli…

 

Un momento. Fino ad allora Fiona non aveva provato repulsione verso Shrek da non potersi neanche avvicinare. Solo perché lo aveva conosciuto e ci aveva parlato. Ciò stava a significare che poteva fare così anche il resto della gente. Magari avrei potuto convincere i cittadin i che Shrek non era un malintenzionato come sembra.

Conoscendo una persona, poi ci appare diversamente da come ci si immagina. Stessa cosa era accaduto a noi riguardo a Fiona. Sia io che Shrek ci aspettavamo la classica donzella raffinata, colta, dai modi femminili… E invece eccola: maschiaccio, dai modi rozzi, che rutta e divora topi. Allora è proprio vero quel che dice il classico detto “l’apparenza inganna”. Perchè è davvero così. Pure Fiona doveva essersi posta un’opinione negativa verso Shrek. Adesso invece si comportano come se fossero buoni amici. Ci scherza volentieri, con lui. Stessa cosa potevo fare io. Dopotutto, se si trovava bene con fiona, non vedevo il perché non potesse fare lo stesso anche con me.

 

Capitolo 20- L’orco si confida

 

“Ups, si è fatto tardi. Devo andare a dormire”- sentenziò la donna. Si guardò attorno con aria sbrigativa “- Andrò a riposare dentro il mulino, dato che sembra non abitarci nessuno”- detto ciò si alzò ed entro dentro l’abitazione. Calò la notte, e con lei il sole. Mi ponevo la stessa domanda del giorno prima. Come mai Fiona aveva così fretta di scomparire, ogni volta che tramontava il sole? Aveva la stessa espressione dipinta in volto del giorno prima. Come se avesse timore per qualcosa. Ma cosa, di preciso?

Non era l’unica a comportarsi in modo strambo, quella notte. Vidi Shrek aggirarsi nel prato con aria tesa. Strascicando i piedi nell’erba, mi avvicinai a lui. “- Ciao. Che succede? Hai l’aria preoccupata”-

“- Uh? Oh, sei tu, Eleanor. No, no, nulla. Sono solo un po’ stanco e nervoso. Non ho idea di quantoo ci vorrà ancora per raggiungere Duloc. Questo viaggio mi ha molto stressato. Camminiamo da giorni interi, ormai. Una missione faticosissima. Sono distrutto. Ho le gambe a pezzi. Per non parlare di quella dannata freccia sul fonoschiena. Mi è difficile pure sedermi, ora”- continuai a fissarlo, senza rispondere. Lo stavo studiando. Non lo avevo mai visto così distrutto.

“- Insomma, ho solo molta fretta di riavere la mia palude, la mia privacy, la mia vita. Questa missione di Farquaad si è rivelata solo una grande perdita di tempo. A quest’ora starei sguazzando nel mio fango, con la mia solitudine e la mia pace. A mangiare lumaconi ed erbacce, la mia specialità! Io, e la mia tranquillità! Sgrunt!”- prese a borbottare, arricciando il naso. Tentai di rassicurarlo “ Suvvia, calmati! Che ti prende? Vedrai che domani arriveremo a Duloc, e poi, niente più Fiona. Mi auguro che sia felice assieme a Farquaad, anche se non vorrei essere al suo posto, eh-eh! Per il resto non preoccuparti, riavrai indietro la tua palude, ne sono sicurissima, una promessa è una promessa. Non credo che Lord Farquaad si sia rimangiato la parola, sai...”-

“Non hai afferrato il mio discorso, Eleanor. Non è la promessa di Farquaad, a preoccuparmi. Io sono stufo dei giudizi, delle persone, delle critiche continue. Vorrei solo una vita in totale solitudine, almeno non sarei offeso da nessuno, Le persone mi guardano in faccia e fanno “ Aahhh, aiuto, scappate! Un grosso, stupido, orrendo orco!”- affranto, abbassò il tono di voce “- Mi giudicano prima ancora di conoscermi. Per questo mi trovo meglio da solo”-

Ascoltai tuttoil suo discorso con il cuore in gola. Avevo appena scoperto un altro lato di Shrek che prima di allora mi era ignaro. Le sue parole, le sue emozioni, il modo in cui le aveva tirate fuori, mi avevano seriamente colpito. Perfino in un orco duro come lui, potevano nascondersi dolori ed insicurezze. Perchè una sola cosa è certa: le persone hanno sentimenti, non sempre si riesce ad accettare una critica o un giudizio. Specialmente se quell aperson aha un cuore ultrasensibile ede un’anima gentile. E sopratutto se quel giudizio è negativo. Dopotutto, anche per me era sempre stato difficile affrontare le cattiverie in generale, la crudeltà e lo sfruttamento, come purtroppo, non ho dovuto subire soltanto io. Quel suo sfogo mi aveva cambiato opinione, a suo riguardo. Ed era bastato solamente parlarci. Insomma, mi dispiaceva per lui, poiché il suo è un problema attualmente diffuso e che ci sarà sempre. L’unica cosa che mi rimaneva da fare, oltre a ricacciare in gola le lacrime, era di dargli un suggerimento. E così feci “ Ascolta, Shrek. Non sei l’unico ad avere questo tipo di problema. E’ un dilemma altamente diffuso, che però, non potrà mai essere abolito. Lo so perché anch’io ho passato questa fase, le stesse paure, le stesse angoscie, le stesse emozioni. Ma dopo un po' che vivi queste situazioni, impari a fregartene. Non ci fai più caso. Basta solo un po' di tempo, e tanta forza. Come diceva sempre mia nonna: quando si cade, bisogna avere il coraggio di rialzarsi. Perchè la vita non finisce davanti ad un problema, o da una situazione spiacevole. La strada verso la pace c’è, ma non è semplice da raggiungere. Per questo motivo, bisogna lottare sempre, se si vuole raggiungere questo obiettivo. E’ faticoso, lo so. Ma da queste esperienze si impara a diventare sempre più forti, mentalmente e caratterialmente. S’impara, inoltre, a sentirsi più liberi dalle preoccupazioni, sciogliere insicurezze e godersi la vita. Purtroppo, le cattiverie e le persone che giudicano le troverai sempre, perché è la natura umana e che non si può fermare. Ma, ripeto, un giorno non sarà più un ostacolo. Perchè ti ci abitui ed impari a vedere quell’ostacolo come una cosuccia innocua.”-

 

Capitolo 21- Dove sei, Fiona?

 

Shrek ascoltò con serio interesse tutto il mio discorso. Un discorso pienamente sincero e saggio. Perchè il mio solo scopo in quel momento era aiutarlo. Ormai lo avrete capito, che sono una ragazza dal cuore d’oro. Proprio come ripetevano sempre i miei genitori. Ulp. I miei genitori! Dovevo essere sicura se mi avrebbe riaccompagnato da loro, come mi aveva promesso. Solo che da come si era sfogato mi pareva indeciso su intraprendere un’altra missione. “- Shrek, a proposito, dovremmo parlare di...”- Ma non ne ebbi la possibilità, dato che improvvisamente l’orco si rizzò in piedi e si allontanò verso i campi di girasole “- Scusa tanto, Eleanor, ma adesso ho da riflettere un po'. Ti ringrazio per i tuoi preziosi consigli, ne farò buon uso”- la sua risposta mi aveva un po' sbigottito. Pazienza, glielo avrei domandato l’indomani, dato che non eravamo ancora arrivati a Duloc. Di strda da fare ce n’era ancora un bel po'. Mi alzai mi ripulii i calzoni sporchi d’erba. Purtroppo nemmeno da quelle parti si trovava un fiumiciattolo o un laghetto. La mia igiene era totalmente peggiorata. Non toccavo una saponetta da almeno tre settimane. Avvertii un prurito alla testa. Forse mi erano saltati in testa dei pidocchi. Bleah! “Magari potessi essere avere dei capelli belli e puliti come quelli di Fiona”. A proposito, mi ero dimenticata di lei. Volevo sapere il perché delle sue scomparse al calar del sole.

 

 

Bussai alla porta del mulino “- Emm, Fiona? Ci sei? Sono Eleanor. Hai paura? Se vuoi ti faccio compagnia… sai, amo parlare!”- Silenzio. Non arrivò nessuna risposta. “- Ok, allora entro”- spinsi la porta con la mano. Si aprì con un cigolio inquietante.

Mi affacciai nell’ingresso. Le travi di legno del pavimento erano disseminate di polvere. In alto si stagliavano ragnatele grosse come lenzuoli. Tutto l’interno del mulino era divorato dal buio. Filtrava solamente la luce della luna piena da una finestrella sopra un pozzo posto al centro dell’ingresso. Nonostante l’esterno fosse grande, quel mulino appariva molto piccolo dentro. E silenzio ovunque. “- F-F-Fiona? “- cominciavo ad avere paura. Nessuna risposta. Di nuovo. “- D-DOVE TI SEI CACCIATA?”- gridai, nel tentativo che mi sentisse. Nulla. Silenzio totale. Mi stavano salendo i nervi “- Insomma, perché non mi rispondi? Ti è successo qualcosa?...Oh, dei cerini”- la scrsa luce che filtrava mi consentì di intravedere dei piccoli fiammiferi posti sul bordo del pozzo. Ne afferrai uno e lo sfregai. Si accese una fiamma “- Dai Fiona, mi stai facendo preoccupare. Esci fuori, che ti prende? Oppure stai… dormendo?”- un rumore alle mie spalle mi fece sussultare. Mi voltai “- Fiona, sei tu?”- sentii scricchiolare le assi del pavimento. Dato che ero immobile nella stanza, dovevano essere per forza i passi di Fiona “- Vieni fuori, non ti mangtio mica”- ridacchiai. Anche se non avevo nessuna voglia di scherzare. Di nuovo assenza di passi. Allora decisi di muovermi, impugnando il cerino “- non ho nessuna intenzione di giocare a nascondino. Avanti, ti vorrei parlare. Solo questo. Poi me ne vado a dormire. Fuori di qui. Però ora fatti vedere, d’accordo?”- Improvvisamente udii nuovamente quei passi frettolosi. Seguiti da un tonfo. E da una nuvola di polvere bianca. “- Ma, che?..”- mi voltai. Davanti a me si era rovesviato un sacco pieno di farina. E qulcosa di enorme ed alto si stagliava di fronte a me. Pretese le braccia avanti, come se tentasse di acchiapparmi. Cacciai un urlo e dal sussulto il fiammifero mi sfuggì di mano, andando a finire dentro il pozzo. Splash! La cosa davanti a me si sporse di fronte all’unica luce che filtrava. Rimasi di stucco. Non era Fiona. Era un’orchessa! E indossava gli stessi vestiti suoi vestiti. Forse si era divorata la principessa, e per comodità si era messa i suoi abiti? Presi ad strillare come un poppante “ AAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!! La principessa è stata mangiataaa!! E adesso vuole divorare anche meee! AIUTOOOO!!!”- feci per scappare, ma la creatura mi agguantò per un braccio “- Calmati, Eleanor, sono io, F-”- AIUTOOO!!! SHREEE-”- Mi tappò la bocca con l’enorme mano “- Non sono pericolosa, sono Fiona, la principessa. Calma, adesso”- Non credevo alle mie orecchie. Aveva proprio detto “FIONA”? “- Ma, principessa, com’è possibile? Sta-stai indossando un costume, non è vero?”- le tirai un lembo di pelle “- Ahi! No, non indosso un costume, Eleanor. Lo so che non ci crederai, ma questa sono davvero io”- disse lei, con un sospiro. Ero basita “- Ma, Fiona, se sei davvero tu, come mai ora sei così? Insomma, credevo che tu fossi un’umana, proprio come me...”-

“- Infatti, io sono una persona in carne ed ossa. Ma solo di giorno. Quando tramonta il sole, divento un’orchessa.”-

Ero stra confusa “- Puoi spiegarti meglio?”- le suggerii.

 

Capitolo 22- Un crudele destino

 

Lei sospirò nuovamente, avvicinandosi davanti ad una botte colma d’acqua. Si specchiò e continuò “- Di notte in un modo, di giorno in un’altro. Questa sarà la norma. Finchè non riceverai il primo bacio d’amore. Allora avrai dell’amore la forma”- parlò con estremo dolore, come se stesse recitando le parole di un testamento

“-E’ un incantesimo. Quando ero piccolina, una strega mi ha maledetto. Ogni notte, dopo ogni tramonto, mi tramuto in una bestia. In questa orribile, orrenda bestia”- spiegò, con una punta di rabbia. La guardai tristemente. Nel suo volto leggevo una grande sofferenza. Un dolore mai visto prima. Ero incredula da ciò che mi aveva imformato, ma mi dipiaceva moltissimo per lei. Volevo aiutarla. Tentai di darle conforto “- Bè, guarda il lato positivo, tu sei così oer diciamo, nove-dieci ore a notte. Shrek è orrendo ventiquattro ore su ventiquattro ogni giorno. Tu almeno sei stupenda, per il resto. Eccetto che di notte.”

“- Ma Eleanor, io sono una principessa, e non è così che una principessa dovrebbe essere”- disse Fiona, mettendosi a piangere. Mi si strinse il cuore “ E se, mettiamo.. non sposassi Farquaad, domani?”-

“- Ma io devo farlo, solo il mio vero amore potrà spezzarmi dall’incantesimo, e dunque salvarmi”

“- Ma Fiona, ragiona: tu Farquaad non lo conosci nemmeno, non potresti in alcun modo innamorarti di lui! Invece, pensaci. Shrek ti conosce, si trova bene con te. E, guarda caso, Shrek è un orco, proprio come lo sei da una parte tu”-

Fiona fece tanto d’occhi “ - Shrek?”-

“- Sì. Lui ti accetterebbe, così come sei. Ho visto come ti guardava, prima. Ti

apprezza, lui. Gli piaci, Fiona. Fidati”-

“ Tu credi?”

“- Sicuro”-

“- Ma Eleanor, come puoi crederlo? Voglio dire, mi hai visto? Sono orribile. Chi potrebbe mai amare una bestia così rivoltante e disgustosa?

“- Non essere così pessimista. Se gli spiegassi la tua situazione, capirebbe di certo. Ci ho parlato prima con Shrek, lui non è un tipo scortese, anche se può sembrarlo. Ma quando lo conosci, tendi a vederlo in un’altra maniera.”

“- Non mi convinci, Eleanor. Magari gli piaccio come umana. Vorrebbe la me del giorno. Non la me della notte. Insomma, sono sicura che se mi vedesse così, come sono ora, in forma d’orchessa, non mi apprezzerebbe affatto”-

 

 

“- D’accordo, se sei convinta così. Ma almeno, lascia che vada a riferirgli dell’incantesimo..”-

 

Fiona si alzò di scatto “- No, no! Non dirgli niente, ti prego. Nessun’altro deve saperlo, oltre a te. Perfavore, promettimi di non riverarglielo. Dovrà essere il nostro piccolo segreto. Me lo prometti?”- mi fissò con un’espressione talmente impaurita, che mi lasciai convincere.

 

“Ok, te lo prometto”-

La principessa mi guardò negli occhi “ Croce sul cuore”-

“Umpf, ok. Croce sul cuore. Ora però, mantieni la calma. Stà tranquilla. Farò come dici tu. Non fiaterò. Il tuo segreto rimarrà al sicuro.”-

“ Benissimo. Domani tenterò la buona sorte sposando Farquaad. E’la mia unica possibilità. Non voglio sprecarla. E adesso, buonanotte, si è fatto tardi”-

Feci il mio ultimo tentativo di dissuaderla “- Ma Fiona, tu non lo conosci. Noi lo abbiamo visto. Io e Shrek. Farquaad è un mostro, cattivo, senza cuore, ripugnante! Voleva uccidere Shrek e fare prigioniera me, quando siamo andati a “trovarlo”. Come credi che possa reagire, vedendoti...”-

“ Ho detto, Buonanotte! E ricorda questo: “non giudicare le persone prima di conoscerle davvero”-

“ Ma, io...”-

“ Buonanotte! E fuori di qui, grazie”- concluse la principessa, invitandomi ad uscire.

Con il morale a terra, tornai sul prato, Dopodichè, mi addormentai di colpo.

 

Capitolo 23- Un’enorme equivoco

 

 

Mi svegliai alle prime luci dell’alba. Non avevo dormito a sufficienza, per colpa delle angoscie della sera prima. Avvertivo come una morsa allo stomaco. Appena mi alzai, vidi Shrek che faceva il suo ritorno dal campo di girasoli. Quando fu abbastanza vicino, gli chiesi “- Dormito bene, ieri?”- “ Non adesso, Eleanor. Ho da sistemare qualcuno”- “- Che? Ma..” mi piantò in asso prima che potessi concludere il mio stupore. Dopodichè, spuntò fuori Fiona. Era di nuovo umana. Appena vide Shrek si affrettò a sorridergli “- Emm, ciao. Allora, cosa vorresti per colazione? Potrei cuocervi un’altro uovo o..”- “No grazie, sto benissimo così”- bofonchiò lui. Fiona parve un tantino rattristita “- Ok… allora, partiamo? Ci attende ancora molto da camminare...”- Shrek la guardò con occhi feroci “- Io non ti porto da nessuna parte. Tanto non te ne importa niente, di me. Come hai detto tu, ieri sera: chi potrebbe mai amare una bestia tanto rivoltante e disgustosa!”- Al suono di quella frase, il viso di Fiona avvampò “- Ma Shrek, i-io...”- mi guardò di sfuggita, nel tentativo di un aiuto. Ma avevo promesso di non rivelare niente. Ma la tentazione era forte. Dopotutto, mantenere i segreti non è il mio forte. Dovetti mordermi il labbro, con tanta ferocia che mi procurai una ferita “- Bè, non hai da temere, principessa. Ho già chiamato i rinforzi”- poclamò l’orco. Un istante dopo apparve Farquaad a cavallo, con il suo esercito.

 

Capitolo 24- Il gruppo si separa

 

Come? Shrek era andato di notte ad avvertire il mostro della presenza di Fiona nei dintorni di Duloc? Ma perché questo? Come mai credeva che quelle parole pronunciate da Fiona si riferissero a lui?

 

Alla vista di tutti quei soldati mi rintanai dietro Shrek. Ormai mi era presa la paura da quel primo famoso scontro.

 

Farquaad raggiunse Fiona con il suo splendido cavallo bianco “- Principessa Fiona”- disse, ammirato. “- Come promesso”- sottolineò Shrek “- ora consegnatemelo”- intimò. Farquaad sbuffò “- D’accordo, orco, eccoti l’atto di proprietà della tua palude. Prendilo e sparisci. Prima che io cambi idea, magari!”- poi si rivolse dolcemente a Fiona, “- Perdono Principessa, se vi ho fatto sussultare, ma voi avete fatto sussultare me. Non avevo mai visto una tale radiosa bellezza, prima d’ora. Io, sono Lord Farquaad”- dichiarò, presentandosi. La donna, che ora lo guardava esterefatta, si lasciò sfuggire una finta sorpresa “- Lord Farquaad? Oh, no, perdonatemi voi, signore, non vi ho posto i miei più servigi...”- s’interruppe, notando l’uomo scendere dal cavallo con l’aiuto di un soldato “… saluti”- riprese, un tantino imbarazzata. Farquaad era incantato dalla sua apparente bontà d’animo “ Oh, siete così dolce, non dovete sprecare tempo con l’orco. Quello non ha sentimenti”- commentò, infastidio dalla presenza di Shrek. Fiona diede un’occhiata all’orco, girato di spalle. “- No”- disse lei, adirata “- Avete ragione. Quello non ne ha”- Per tutta risposta, Far quaad le si avvicinò, ammirato “- Principessa Fiona, bella, fulgida, meravigliosa Fiona, io chiedo la vostra mano. “- dichiarò, stringendo delicatamente la fragile mano della fanciulla “- Sarete la sposa perfetta, per lo sposo perfetto?”- le domandò, con voce sognante.

Che scena nauseante.

Fiona tacque. I suoi occhi osservavano Shrek, sempre girato di spalle. Poi d’improvviso, si accigliò “- Lord Farquaad, io accetto. Nulla potreb...”- “- Eccellente! Darò inizio ai preparativi, domani ci sposiamo!”- annuncio lui, a gran voce “- N-no”- lo fermò lei “ Perchè attendere. Sposiamoci oggi, prima che cali il sole”-

Farquaad parve entusiasta all’idea “- Oh, siamo ansiose, eh? Avete ragione, però, prima è meglio è “- commentò, risalendo sul cavallo. Fiona fece lo stesso. “- Uomini, riprendiamo la strada, c’è molto da fare: la torta, il vestito ricamato, gli ospiti, i festeggiamenti! Non c’è un minuto da perdere”- Detto ciò, si allomtanarono.

Fiona parve soddisfatta, con un sorrisetto furbo stampato sul viso “ Addio, orco!”-

proclamò, di rimando. Shrek la ignorò, lasciando quel luogo a passo veloce. Avevo osservato l’intera scena ammutolita, credendo che Fiona avesse potuto risolvere la situazione. Ma non aveva detto la verità a Shrek. Non gli aveva rivelato nulla di ciò che aveva invece rivelato a me. E se non avessi giurato una promessa, avrei IO spifferato tutto. Sarebbe stato risolto tutto… forse. Sentivo che parlarne con Shrek sarebbe stata la soluzione adatta al momento “Ehi, aspetta!”- gli corsi dietro “- Vorresti lasciarla andare? Così, senza insistenza? “- Erano questi, i patti, Eleanor”- borbottò lui “- Sarà meglio per tutti e due se non ci vediamo più. Se lei non ha opposto resistenza con Farquaad, significa che per lei va già bene lui”- Ma Shrek, perché sei arrabbiato con lei? Ho sentito il vostro dialogo di prima. Pensi che lei ti abbia sparlato alle spalle? Non è così, insomma, lei...”- “ Va bene così!”- sbottò lui, d’improvviso “- Non mi interessa più nulla, di lei. Hai visto la sua faccia quando è salita sul cavallo di Farquaad. Un sorriso che andava da un’orecchio all’altro. Felice con quel nano. Non ha bisogno di me. Mi ha detto addio, perciò mi è già chiaro. Dovrei fare altettanto anch’io. La lascio andare”- “- Ma vi ho visti andare così d’accordo in questi giorni. Soperfettamente che la tua missione non era fare colpo su di lei, ma ho comunque notato la vostra sintonia quando chiacchieravate a cena ieri sera. E io ieri notte… insomma, ne ho discusso con lei...”- Shrek mi guardò fisso negli occhi, con uno sguardo che appariva incredibilmente frustrato”- Benissimo, vi siete parlate! Siete buone amiche, giusto? Allora, stacci tu con lei, visto che andate così tanto d’accordo!”-

“- Non fingere di non capire, Shrek….”-

“- Capisco benissimo, invece! Ah, e a proposito: tu a casa mia non ci torni con me. Io non ti porto da nessuna parte. Ti arrangi da sola”-

“- Che cosa? I patti erano patti, Shrek. Tu mi hai promesso solennemente che mi avresti accompagnato dai miei genitori e…”

“- Solennemente? Ah-ah! Non stavo dicendo la verità. Ti ho fatto credere che avrei fatto questo sacrificio per te solo perché mi serviva uno stupido che mi aiutasse nella missione di Farquaad! Per il resto, non mi servi a nulla. Te l’ho già detto pure ieri sera, io ho bisogno della MIA privacy, del MIO spazio, e sopratutto della MIA palude!”-

Rimasi a fissarlo a bocca aperta, con gli occhi annebbiati di lacrime. L’orco non si intenerì affatto “- Sai una cosa?”- concluse andandosene “- Hai preso un granchio!”

 

Detto questo, mi lasciò sola.

 

Capitolo 25- Un tentativo di pace

 

 

Fu solo molte ore dopo che raggiunsi la palude dell’orco. Non abbiate domande a riguardo, non potrete mai capirne lo sforzo.

In tutte quelle ore di viaggio non mi ero imbattuta in pericoli, ma avevo il cuore addolorato da tutto ciò che mi aveva riferito Shrek, dalla prima all’ultima parola. L’idea che mi avesse tradita, mi lasciava l’anima distrutta. L’idea di essere stata usata, di essere stata imbrogliata. Per tutta la strada ho riflettuto sulle sue parole, ma avevo anche ideato una strategia su come convincerlo a fargli cambiare idea. Provare a farlo ragionare. Questa volta, infrangendo la promessa di Fiona. Mi dispiaceva farlo, ma sarebbe stata l’unica soluzione necessaria. Non potevo arrendermi. Di tutte le persone in cui mi ero imbattuta nel viaggio tra Duloc ed il castello, mi erano parsi tutti degli egoisti ostili. Lui era l’unico che avrebbe potuto aiutarmi. Lo pensavo nuovamente. Ne ero sicura. Certo, me ne aveva dette, di cattiverie. Ma forse, lo aveva fatto solo per rabbia, non aveva usato la mente. Solo un’attacco di frustrazione. Dopotutto c’era da aspettarselo: quando ci si arrabbia, spesso finiamo nel dire brutte cose. Anzi, cose davvero orribili. Capitava frequenytemente pure a me, nonostante il mio animo così affettuoso e gentile. Effettvamente, un aragione per lui c’era. Si era comportato freddamente pure con Fiona, quella mattina. E le aveva detto il motivo: aveva sentito la donna parlare amle di lui. Com’era la frase? Chi potrebbe mai amare una bestia tanti rivoltante e disgustosa? Sì, esatto. Quella era la frase. Ma lui non sapeva nemmeno la verità. Fiona non si stava riferendo a lui, anzi! Proprio a se stessa. Detta così...umilmente. Ma non le aveva concesso l’opportunità di spiegarsi. L’aveva consegnata subito a quel nanuncolo. Povera Fiona. E lei giustamente, lo aveva ripagato andandosene con Farquaad, dichirandogli il suo addio. Ma le cose potevano essere ancora risolte, giusto? Era per quel motivo che ero tornata dall’orco, nonostante la sua orribile sfuriata. E poi, c’era un’altro motivo, più personale. Durante quel viaggio mi ero aperta con lui, e sì, insomma, mi ci ero pian piano affezionata. Ci tenevo ad istaurarci un’amicizia, dato che di amici non ne avevo più da tempo.

 

Ora ero lì, in piedi, davanti alla sua lugubre palude. Inspirai a fondo. Shrek doveva trovarsio dentro casa da un pezzo, ormai. Per attirare la sua attenzione, raccolsi un sasso e lo scagliai contro di essa. Subito dopo, dalla finestra, spuntò la faccia rabbuiata dell’orco “- Ancora tu!”- ruggì, spalancando la porta con gran fragore “- Mi hai gìà disturbato abbastanza, non credo che avrò ancora pazienza con te...”- “- La chiami pazienza quella sfuriata di prima, eh? Mi hai trattato malissimo, Shrek. Io... vorrei aggiustare le cose. Capisco la tua rabbia nei confronti di Fiona, ma.. “- Ti ho già detto che non voglio più sentir nominare quel nome, grazie. Se ti ho trattato così male, perché sei tornata da me, eh?”- “- Perchè gli amici fanno così, Shrek. Si perdonano, l’un l’altro! E anche se credi che non lo siamo, possiamo esserlo. Non devi sfogare al tua rabbia in questo modo. Io vorrei aiutarti a capire, come vorrei che tu aiutassi me. Io ho mantenuto comun que la mia parola sul tuo conto. Ti ho aiutato a salvare la principessa, ho fatto metà del lavoro, e perciò mi spetta un favore in cambio”- “- Ma io ti ho avevo già aiutato con quelle guardie. Non ho bisogno di ricambiarti altro. Come ho già spiegato, voglio stare in pace, solo con me stesso. Non voglio te e nessun’altro, hai capito?”- Cosi dicendo, si chiuse all’interno di un gabinetto ccostruito con travi di legno, posto a due passi da casa sua. Cominciai a spazientirmi “- Ascolta, cipollino, quello che sto per dirti è la pura verità: tu a lei piacevi davvero, e se non lo credi, io posso confermartelo, perché lo ha riferito a me”- “- Mi amava? E allora come spiegheresti quello che mi ha detto?”-

“- Non si stava riferendo a te, sciocco. Cercavo di fartelo capire già da prima. Si riferiva a… qualcun’altro.”- Un attimo di silenzio. La porta del gabinetto chimico si spalancò fievolmente. L’orco fece capolino “- Non si riferiva… a me?”- mormorò imbarazzato, guardando per terra “- Esatto. Cosa pensi di fare ora, con lei?”- “ Bè… anch’io avrei da dire qualcosa sul suo conto. Bè, ecco...”- Deglutì, sempre più imbarazzato. Ebbi l’impressione che la sua pellaccia verde divenne improvvisamente rossa come il fuoco “- Mi sono innamorato di lei”- ammise “- Per questo ero così addolorato, quando credevo che mi avesse offeso. Insomma, ho sbagliato a rivolgermi così con te. E non è vero quello che ti ho detto, Eleanor. Non ho problemi ad accompagnarti dai tuoi. Ero solo molto arrabbiato e non ho rifletutto bene su ciò che ti ho detto. Certo che ti devo un favore, e anche bello grande”- mi sorrise, sollevato. Anch’io mi sentivo sollevata. Allungai una mano all’orco “- Amici?”- gli proposi, attendendo una sì. L’orco mi sorrise nuovamente, e mi strinse la mano “Amici”- il cuore mi esplose di gioia. Lo abbracciai “- Oh bè, ora non esagerare, però”- tossicchiò Shrek, imbarazzato. All’improvviso si battè una mano sulla fronte “ Il matrimonio! Me n’ero scordato! Eleanor, Fiona si sta per sposare con Farquaad!”- Sobbalzai”- Oh, è vero! In questo momento si trova a Duloc, dobbiamo raggiungerla!”- Guardai in alto: il sole picchiava ancora, ma dedussi che doveva essere più o meno pomeriggio. Non c’era un minuto da perdere! Ricordai esattamente cosa aveva suggerito Fiona a Farquaad, sul matrimonio: “sposiamoci oggi, prima che cali il sole”. Oh mio Dio!

 

Capitolo 26- Non c’è un minuto da perdere

 

“- Shrek, dobbiamo affrettarci, la principessa e Farquaad hanno intenzione di sposarsi prima del tramonto! Duloc è lontanissima, quando arriveremo a destinazione, sarà già notte fonda! Non ce la faremo mai!”-

“ Dobbiamo inentarci qualcosa”- disse Shrek, cercando di mantenere la calma. All’improvviso un ruggito strinò il cielo, ed ecco comparire una figura gigantesca: il Dragone del castello!

“- Oh no, ci ha seguiti! Aiutooooo! Nascondiamoci dentro casa!”- gridai, allarmata.

Ma il drago si posò dolcemente dvanti a noi. Notai che aveva ancora intorno al collo la catena di ferro, che ora appariva spezzata. Ma non sembrava avere brutte intenzioni. “- Shrek, ma che..?”-

“- Credo che… voglia aiutarci! Massì, ci sta invitando a salire su di lui! Possiamo chiedergli di volare fino a Duloc, così arriviamo in tempo!”- Il nostro piano era ormai ben chiaro: bisognava impedire il matrimonio di Fiona con Farquaad.

Un po' titubante, notai che Shrek aveva ragione. Il drago, ora, ci sorrideva e, facendo un cenno con il capo, ci stava invitando a salire in groppa a lui. Incredibile!

E così allora fecimo. Salimmo sulla sua enorme schiena, e dopo qualche battito d’ali ci ritrovammo a volare nel cielo, talmente in alto da sfiorare le nuvole bianche come la neve. Uau! Il drago non aveva intenzione di divorarci. Ci stava solo dando un passaggio gratis!

 

Capitolo 27- Una situazione disperata

 

 

L’animale atterrò davanti ad una chiesa poco distante dal castello dell’odioso nano. Nel mentre di ciò, numerose guardie poste davanti alla struttura scapparono a gambe levate, alla vista del dragone. Io e Shrek lo ringraziammo di cuore, scendemmo dalla sua schiena e ci precipitammo davanti all’entrata della chiesa. Schiacciamo i nostri nasi sulla vetrata e potemmo vedere cosa stava accadendo. L’interno dell’edificio era stracolmo di gente appolaiata sulle panche, mentre sull’altare un sacerdote stava pronunciando qualcosa davanti a due sposi. E quei due erano proprio Farquaad e Fiona! “- Forza Shrek, è il momento! Prima che sia troppo tardi!”- L’orco non se lo fece ripetere: insieme spalancammo il portone e ci fiondammo dentro, gridando a squarciagola “- Noi ci opponiamo!”- Il sacerdote si bloccò, stupito. I due sposi ci lanciarono un’occhiata sorpresa e alquanto seccata. Tutti i presenti si girarono a scrutarci, perplessi. “Oh, bè, emm, ciao a tutti. Siamo qui per..”- balbettò Shrek, imbarazzato. Fiona lo guardò di sbieco “- Che cosa ci fai tu, qui?”- “- Esatto”- aggiunse Farquaad, visibilmente irritato “- E’ già da maleducato essere in vita quando nessuno ti vuole, ma presentarsi non autorizzato ad un matrimonio...”- Shrek non gli consentì di continuare “- Fiona, devo parlare con te”- La principessa lo osservò con disprezzo “- Ah, ora vuoi parlare? E’ un pochino tardi per farlo, perciò, se vuoi scusarmi”- fece per baciare Farquaad, ma l’orco la tratenne per un braccio “- Ma non puoi sposare lui”- Fiona si divincolò “- E perché no?”- la sua espressione si trasformò in visibile irritazione “- Perchè… perché vuole sposarti solo per diventare re”- balbettò Shrek. Farquaad s’infuriò “- Oltraggioso! Fiona, non ascoltatelo”- Shrek non si arrese “- Lui non è il tuo vero amore”- “ E tu che cosa ne sai del vero amore?” replicò lei. Shrek tacque per un istante. “-Dai forza! Cosa aspetti a dirglielo?”- lo incoraggiai “- Dirmi cosa?”- domandò Fiona, accigliata “- Bè, ecco, io… Insomma”- balbettò, non trovando coraggio. Fiona non sembrava capire. Farquaad invece sì “- Oh, questo è esilarante”- ridacchiò “- L’orco si è innamorato della principessa”- gridò “- Oh, buon Dio!”- la folla scoppiò a ridere, indicando Shrek. Farquaad era il più divertito di tutti “- Un’orco e una principessa!”- gracchiò, ridendo istericamente. Si stava letteramente piegando in due, come se avesse appena sentito la battuta più divertente del mondo. Shrek piegò le orecchie in basso, affranto. Mi si strinse il cuore.

 

Capitolo 28- Il segreto rivelato

 

Fiona, finalmente intenerita, gli parlò dolcemente “- Shrek… è vero?”- L’orco la fissò intensamente, colmo di speranza “- Che importa!”- tuonò Farquaad, furrioso “- E’ una pagliacciata!”- si rivolse a Fiona, prendendole la mano “- Fiona, amore mio, manca un bacio e potremmo vivere sempre felici e contenti. Ora baciatemi”- le disse, ponendo le labbra in posizione. Fiona fece una smorfia. Poi il suo sguardò cadde sulla vetrata, dove il bagliore del tramonto stava illuminando l’altare “- Di notte in un modo, di giorno in un altro”- mormorò, mogia. Si allontanò da Farquaad “- Volevo mostrartelo prima”- disse a Shrek. Tutti la fissammo silenziosi.

La donna si fermò al centro dell’altare, chiudendo gli occhi. Improvvisamente, una luce intensa l’avvolse. Vidi delle scintille avvolgerla, mentre la luce si faceva sempre più accecante. Poco dopo, lì sull’altare non si trovava più la donna di un’attimo prima. Bensì, un’orchessa! Fiona si era ritrasformata davanti agli occhi dei presenti che, vedendola, quasi svennero dallo stupore e dalla paura. Ma il più sorpreso di tutti era Shrek. Sicuramente non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi davanti un suo simile. “- Bè”- commentò “- Questo spiega tante cose”-

Fiona parve sollevata dalle sue parole.

 

Capitolo 29- Addio Lord Farquaad

 

“- Ugh, è disgustoso!”- il grido di Farquaad eccheggiò per tutta la chiesa. La sua faccia venne increspata da un’espressione di totale ribrezzo.

“- Guardie, guardie!”- urlò furibondo “- Vi ordino di togliermi quella cosa dalla mia vista. No, anzi, prendeteli, tutti e tre!”- ordinò. Una ventina di soldati si sparpagliò per tutta l’altare. Sei di loro si scagliarono su Fiona, dodici su Shrek, e due su di me! Scalciai e mi divincolai con tutte le forze, ma quei soldati avevano una presa di ferro. Mi serrarono i polsi con tanta foga che quasi avvertii le ossa spezzarsi.

Anche Shrek e Fiona se la passavano male: Shrek affrontava i soldati con la sua forza da elefante, ma ogni volta che ne abbatteva uno, ne arrivavano degli altri, sempre più resistenti. Fiona invece, gridava aiuto come una forsennata, mentre i soldati l’assalivano “- Il matrimonio è valido e questo fa di me un re!” ruggì Farquaad posizionandosi la corona in testa, sfoggiandola con visiva arroganza. Nel frattempo lanciava frasi irripetibili contro di noi, come se fossimo degli autentici mostri!

“- NO! AIUTOOO! SHREEEKK!!”- gridava Fiona, sul punto di piangere. L’orribile Farquaad le puntò un pugnale alla gola “- E riguardo a te, moglie mia, ti farò rinchiudere di nuovo in quella torre, per il resto dei tuoi giorni!”- Le sue urla rabbiose divvennero ancora più assordanti “- Sono il re! Esigerò l’ordine, esigerò la peerfezione, esigerò...”-

Quando tutto sembrava perduto, a Shrek venne un’idea. Lanciò un fischio, che si prolungò per tutta la struttura. Dopo pochi istanti, apparve la figura del drago, che distrusse la vetrata della chiesa, diretto verso Farquaad a fauci spalancate. L’uomo fece appena in tempo a gridare d’orrore. Dopodichè, l’animale lo divorò, ingurgitandolo di colpo. Il tutto avvenne in così poco tempo! Tirammo un lunghissimo sospiro di sollievo. Il drago risputò soltanto la corona, con un sonoro rutto. Farquaad era morto. Non c’era più. Eravamo salvi. Quel dragone spaventoso ci aveva salvato la viat! Lo stesso drago che giorni prima aveva come unico scopo mangiarci! Quasi non ci potevo credere.L’avevamo scampata grazie a Shrek, perché a LUI venne l’idea di chimare in soccorso il drago con il fischio! “- Sei un’eroe, Shrek”- gli dissi, commossa. Altro che mostro, quell’orco era un beniamino dal cuore d’oro.

 

Capitolo 30- Dichiarazione d’amore

 

Sembravano tutti sollevati dalla morte del nanetto, persino le guardie! Infatti, ci lasciarono andare in men che non si dica. Sorrisi al mio nuvo amico “- Coraggio, Shrek”- L’orco ricambiò il mio sorriso. Si diresse verso Fiona “- Fiona, i-io.. “- comicniò piano “- Si?”- “- ...io ti amo”- annunciò infine. Alla donna s’illuminarono gli occhi “- Davvero?”- Shrel le sorrise “- Davvero, davvero”- “- Bè, ti amo anch’io”- mormorò lei, arrosendo di colpo. Il mio cuore parve gonfiarsi a dismisura: ero così felice, per loro! “- Sai, ormai il sole è tramontato, non posso più ritrasformarmi in una principessa bellissima, se mi baci adesso”- lo informò Fiona. Shrek non esitò un’istante “- Ma tu sei già bellissima. Anzi, ti preferisco così come sei ora”-

Nel sentire quelle parole, il sorriso di Fiona si allrgò ancora di più. Finalmente aveva trovato il suo vero amore. Cokui che non riusciva a vedere il suo orrendo aspetto. Abnzi, l’accettava ugualmente. Allora è proprio vero che l’amore è cieco. Ed è anche vero che la bellezza è soggettiva, presente solo negli occhi di chi ama!

Felici e contenti, i due orchi si scambiarono un lungo, appasionante bacio.

 

Capitolo 31- Tutto è bene quel che finisce bene

 

 

Il matrimonio di Shrek e Fiona, svoltosi il giorno seguente, riuscì bene. Erano stati invitati alla cerimonia oltre a me, tutti gli ex soldati di Farquaad e i personaggi delle favole che avevano occupato la palude dell’orco molti giorni prima! Festeggiammo felici, e nessuno si preoccupava più dell’aspetto dei due sposi. Nessuno era più disgustato, né inorridito. Eravamo tutti allegri, e sopratutto, orgogliosi di loro. A proposito, volete sapere come finì con me? Uscì fuori che i miei genitori erano stati portati via dalle nostre terre sotto ordine di Fraquaad, che aveva postato una legge nel rendere schiavi tutti gli abitanti che non fossero della sua perfetta città. Fortunatamente, ora che il nano non c’era più, i suoi ex soldati lavoravano per Shrek, e obbedirono alla sua richiesta di liberare tutti quei campagnoli (compresi i miei genitori) resi ingiustamente schiavi, restituendoli alle proprie terre. Una notizia entusiasmante per me! E, come ultima richiesta, un soldato si offrì di accompagnarmi a casa, dover i miei genitori erano già stati riportati. Mi stavano aspettando! E io li avrei riabbracciati con gioia! Ringrazia di cuore il mio amico, e gli augurai immensa felicità riguardo alla sua luna di miele. Lui e Fiona sarebbero partiti pochi minuti dopo, con la loro carrozza bianca a forma di cipolla, trainata da due cavalli. Proprio come nella favola di Cenerentola!

 

Capitolo 32- Arrivedeci!

 

Ed eccoli partire. Dopo aver lanciato il bouquet, Fiona partì gioiosamente con il suo sposo. Mi sbracciai per salutarli, mente la folla di invitati si scatenava nei balli più stravaganti. Insomma, era andato tutto a meraviglia. Fiona sarebbe rimasta per sempre un’orchessa, ma orgogliosamente fiera di esserlo. Shrek, invece, non sarebbe stato mai più l’orco di prima, scontroso, gelido, solitario, senza amici. Aveva finalmente ottenuto il suo lieto fine.

 

Ed io avevo ottenuto altrettanto.

 

 

 

 

 

 

The End

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Shrek / Vai alla pagina dell'autore: ele203_ maggio7918