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Autore: Iria    11/09/2009    4 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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I т ร υ ฬ α я เ ~Ł เ є ร †ß υ ﻮ เ є

Rivelazione di Gesù Cristo,che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni.
Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo tutto ciò che ha visto.
Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!

Rigenerato dalle fiamme,Lucifero, Sua Maestà Infernale, Signore ed Imperatore dello Stagno Infuocato, generato dalla sua insana passione, si rialzò.
Era nudo, nudo e rivestito solo della sua vergogna, così come Adamo ed Eva lo furono a loro tempo…

Raphael sedeva non visto, in ascolto.
Gli Angeli sanno ascoltare.
Ma ancor meglio, riescono a comprendere.
Se i deliri di quel pover uomo fossero fondati su parole ed argomenti profondamente conosciuti e studiati, questo non seppe mai dirlo; ma indubbiamente rimase affascinato dai gorgheggi biascicati e isterici di quell’ubriaco.
“Disobbedienza!” Esclamò con fare teatrale.
“Arroganza, stupidità, ignoranza!” Articolò quegli aggettivi con le giuste pause, saggiandone il significato con gusto, ad imitazione di un bravo oratore.
“Ci siamo rivestiti di questo, dopo che il Signore Iddio ci spogliò del Sapere Immortale a cui avevamo avuto accesso! Sciocchi furono gli ingenui Adamo ed Eva a saggiare il frutto dell’Albero della Conoscenza! Subdolo fu il Serpente! Ciò che Nostro Signore ci aveva nascosto era solo il Male aldilà dei Confini del Giardino dell’Eden! E peccando, peccando ci siamo ritrovati intrisi di vergogna nella nostra nudità esistenziale: umiliati, siamo in cerca di un Perdono…Che non avremo, con l’Inferno che domina la nostra bella Terra.”
L’Arcangelo sorrise.
Sospirando, socchiuse gli occhi nocciola ambrati nella loro luminosità,poi si sollevò con un movimento fluido, elegante e bellissimo.
Giunse davanti la panchina dove quell’uomo, inibito dall’alcool, era sdraiato.
Prese a fissarlo, studiandolo in religioso silenzio.
Il volto era coperto da un berretto lacero di lavorazione scarsa ed economica, rattoppato in più punti, di un rosso sporco e unto.
Macchie di sudiciume tempestavano gli indumenti dell’uomo strappati o sdruciti in alcuni punti.
Con la punta delle dita, senza quasi sfiorarle, Raphael tracciò il disegno delle palpebre chiuse dell’umano…
E quando l’ubriaco, sentendosi osservare, aprì assonnato e pigro un occhio di un azzurro così splendente da brillare vivacemente nella poca luce del posto, sembrò stesse per pronunciare qualcosa di estremamente strabiliante… O estremamente stupido, per descrivere il giovane che aveva davanti.
Una bellezza che non poteva appartenere a quel dannato mondo.
In tutta risposta Raphael sorrise, zittendo immediatamente l’uomo, ponendogli un dito sulle labbra carnose, rosse, screpolate e spaccate dal freddo e che, nonostante tutto, l’Arcangelo definì splendide.
“Shh… Sogna il Paradiso, continua a maledire l’Inferno, amico mio. La tua ricompensa di luce sarà ben più ghiotta di quanto tu, adesso, creda.”

Belial era immerso nella vasca da bagno marmorea delle sue stanze.
Osservava con noncuranza la densa schiuma che andava diradandosi, leccandosi le labbra, sfiorandole appena con la lingua e chiudeva gli occhi, lasciandosi sopraffare dal profumo d’arancia dell’aroma che stava utilizzando.
Lucifero, a suo dire, perdeva solo tempo prezioso.
E non ne avevano più molto a disposizione.
L’Imperatore sarebbe andato su tutte le furie se fosse venuto a conoscenza delle intenzioni del Traditore del Paradiso.
Ma Lilith, dolce, malefica Lilith, non ne avrebbe fatto parola.
E lui ne era intenzionato ancor meno.
Non che non volesse mettere in guardia il suo sire, questo mai, l’amava troppo; semplicemente voleva attendere e godere di quell’attesa, per poi pranzare ghiottamente coi frutti che ne sarebbero conseguiti.
Ridacchiò lievemente, lasciandosi sprofondare ancora un po’ nell’acqua calda.
Gli occhi verdi brillavano perversi.
Oh, sarebbe stato sublime.

“Amami”
“Ti amo”
“Odiami.”
“Non posso.”
“Perché?”
“Oh mio Lucifero, sarebbe troppo facile… Non credi?”

“Yurij…Ti senti bene?”
La voce di Lucifero risuonò aggraziata e velata da una -quasi inesistente.-, punta di preoccupazione.
Il Dannato aveva serrato gli occhi cristallini, ma un lieve gemito era nato dalle sue labbra schiuse, prima ancora che avesse avuto la possibilità di tentare di reprimerlo.
“No, d-devo… Sedermi.” Soffiò, lanciando uno sguardo intorno a sé, studiando il parco buio.
Con un movimento aggraziato pochi secondi dopo riapparve seduto su di una fredda panchina non molto distante.
Nel silenzio della notte lo stesso Lucifero si affiancò al rosso.
“Sembri stravolto… Cosa succede?” Gli bisbigliò suadente ad un orecchio.
“Non capiresti…” Rispose a stento l’Angelo.
“Parlamene.” Insisté il Diavolo.
“Non comprenderesti. Non prima che abbia finito.” Ribatté ancora, a denti stretti, il Caduto.
In silenzio, l’Imperatore osservò il profilo del compagno.
I capelli rossi ricadevano davanti il volto imperlato di sudore freddo del giovane, il respiro andava regolarizzandosi, nonostante la fatica che ogni minima boccata d’aria gli costava.
Pareva soffocare, e l’aria quasi sfuggiva al suo ricercarla: una morsa si era stretta intorno al collo perlaceo della Dannata Creatura, provocandogli dei lievi (e subito repressi.) attacchi di tosse.
Oh, che meraviglioso spettacolo.
“Ti stai divertendo?” Gli chiese ironico Yurij, con la voce tremante.
Lucifero si limitò a ghignare, poi disse:
“Dipende da ciò che intendi per divertimento, Angelo mio. Il Diavolo non si limita a trastullarsi degli insulsi peccati degli uomini: io ho bisogno di attrattive maggiori e di migliori orizzonti su cui posare il mio sguardo.” Prese una pausa, fissando con soddisfazione il compagno.
“E credimi, di orizzonti così superbi non ne ho visti mai…” Concluse con una nota di sfrenato divertimento a tingere la sua calda voce.
Il Caduto si limitò a sorridere, sollevando, poi, il volto al cielo nero trapuntato di rarissime e opache stelle.
“Avrei bisogno di redimermi…” Bisbigliò (e il velato sorriso non abbandonò la sua bocca di rosa.), studiando il suono e l’effetto di quelle parole.
Una risata alta e cristallina esplose d’improvviso dalle labbra del Diavolo, causata da quell’assurda ed insensata frase.
“Allora prega, Angelo. Finché vivrai, prega…” Lo prese in giro con malvagio sarcasmo.
“Mentirei a me stesso, peccando ancora. E’ così dannatamente semplice e piacevole fallare.” Ridacchiò con fare innocente, voltandosi a fissare intensamente gli occhi cobalto del suo interlocutore.
“Oh Lucifero, sarebbe a dir poco riprovevole e blasfemo,non trovi?” Chiese accorato, allacciando le braccia intorno al collo del Diavolo.
“Sono un bugiardo della peggior specie, non posso pregare e mentire ,mentire e ancor mentire. E se il mio desiderio di redenzione fosse solo l’ennesima menzogna? Desideravo bugie, Lucifero,ricordi? Fu la mia prima richiesta e divenne ben presto il primo elemento della condanna che sconterò in eterno…”  Bisbigliò quelle parole a pochi centimetri dalle labbra dell’Imperatore.
“Di bugie, imbrogli, inganni…Ne hai tesi ovunque.” Osservò Lucifero, prendendo tra due dita il mento del Caduto.
“Non sono malvagio…” Sussurrò Yurij in risposta, quasi giustificandosi.
Chinò lo sguardo, con fare mortificato.
“No, non lo sei.” Acconsentì silenziosamente l’Imperatore.
Le quattro cicatrici sulla nivea schiena di Yurij s’aprirono, versando così il sangue sporco e mefitico del Dannato.

Il Lago di sangue dal quale sorgesti, bevendo e gustando il dolce nettare vitale delle tue vittime, purificò ciò che di malvagio attraversò i tuoi pensieri…
Oh Angelo Nero, i brandelli della tua anima vibrarono, ricercandosi febbrilmente.
Le delicate piume delle tue deboli ali si posarono al suolo con disarmante dolcezza…
Possibile che qualcosa di talmente bello,puro e casto ti appartenesse?
E fu solo una macchia di sangue e deturpare quella candida meraviglia….

Il rado respiro gli trafiggeva i polmoni, rendendo ogni esalazione una lenta ed aspra tortura.
Alzando con lentezza gli occhi, reprimendo i continui conati, osservò ciò che era visibile nella sua prospettiva: un’alta stanza rettangolare dalla semplice ed elegante parvenza.
Le nere arcate d’onice, di cui aveva una completa visione, si slanciavano verso l’alto curvandosi su stesse, assumendo le sembianze di una galleria.
Dai colonnati portanti delle arcate serpeggiavano decori e rilievi che, intrecciandosi in raffinati ghirigori, viaggiavano verso il centro del soffitto della sala, trasformandosi in fantasie floreali là dove pendeva un antico, pesante e spento lampadario.
E solo allora comprese in quale maniera le sue braccia erano state dolorosamente bloccate al nero muro!
Crocefisso.
Aveva i palmi inchiodati contro la parete di fondo della sala, ed in un minimo movimento la carne s'era lacerata dolorosamente.
Gridò.
Lo fece con quanto più fiato avesse in gola, mentre le ferite pulsavano e il sangue cedeva alla forza di gravità.
Tremori violenti lo scossero e i nervi delle braccia tese al limite implorarono pietà.
E poi le gambe…
Se non erano rotte, sicuramente aveva entrambe le caviglie slogate: la pressione di quell’unico chiodo che bloccava i suoi piedi alla parete le aveva piegate in maniera innaturale.
Era spaventato, Yurij; e persino le sue ali erano state rilegate in strisce di cuoio che ne stritolavano l’ossatura.
Con un gemito tentò di liberare queste ultime dalla salda presa a cui erano state sottoposte (con scarsi risultati.), ottenendo unicamente una lancinante fitta di dolore che, per un eterno secondo ,gli oscurò la vista, causandogli la nausea.
Sospirò disperato, inarcandosi ed agitandosi…
Le ferite avevano la meglio sul suo fisico debilitato.
E allora gridava, imprecava e offendeva.
Ma quando il suo sguardo, in uno spasmo di debolezza, si soffermò in basso, Yurij si immobilizzò, impietrito …

Raphael, alle grida di Kei, si sollevò di scatto e, abbandonando il capezzale di Uriel, si diresse con immediatezza all’esterno della tenda.
“Ma cosa succede?” Chiese serio, cercando con lo sguardo il Guerriero, che furibondo aveva preso il volo.
“Il signor Yurij è scomparso. O, per dirla come il signor Kei, è scappato...” Rispose Sachiel, con una punta di acidità nella voce cristallina.
L’Arcangelo si limitò a fissare il compagno, per poi chinarsi al suolo a raccogliere una piuma rossa schizzata d’oro.
Ritrasse subito dopo con un gemito la mano: una piaga si era formata sul suo palmo.
L’essere che del Paradiso custodiva l’Ordine scatenò le fiamme dell’Inferno.

Yurij...
Se gli fosse accaduto qualcosa...
Non ne conosceva le conseguenze, ma sapeva, avvertiva che sarebbero state...
...
Apocalittiche

Non aveva mai visto tanto sangue e ne rimase sconcertato, intimorito.
Se le protuberanze che a stento distingueva sul pavimento fossero stati corpi, non seppe dirlo con certezza, in quell’ istante però riuscì a distinguere giustamente l’odore che gli perforava le narici: odore di morte, di decomposizione reso (in modo così nauseante.) agrodolce dalle fiamme che bruciavano e divoravano le carni di creature che sperava, si augurava, fossero morte.

E’ penoso tutto questo, Angelo Mio...
Sono creature rivoltanti,non trovi?
E indovina... Indovina a chi di diritto appartiene l’oneroso compito di riportarle a me!
Sono l’Incubo che raggela le tue notti e riscalda i tuoi respiri: Misero Angelo, la tua Pura Gloria e il Massimo Grado della tua Divina Discendenza non mi spaventano, a suo tempo io ero stato posto ben più in alto di te ed erano le Sue braccia che mi cingevano e le Sue parole che mi guidavano.
Iddio che adesso osservi piangente anche la rovina di questo tuo amato figlio, dì che m’ami, fallo e ribadiscilo finché non sarò sazio del suono della tua voce e di queste parole!
Maledico ciò che di Puro sto per Macchiare.
Oh! E’ il Seme del male che cresce inesorabile...
E la mietitura è prossima.

Deglutì avvertendo quei sussurri che, come mille voci sibilline, gli solleticavano suadentemente l’udito.
La disperazione lo avvolse in sporchi tentacoli.
Le lacrime, silenziose e vane, solcarono il suo volto e l’usura che provava alle mani e ai piedi sembrò sparire.
Socchiuse gli occhi e, chinando il capo, altro sangue gli rigò i lati del mento.
Padre, non abbandonarmi.
“Oh, povero Angelo…” Si riscosse violentemente a quella voce.
Aveva note maliziose, che stupravano la sua dignità.
Nelle fiamme nere che si diradavano intravide gli occhi smeraldini d’un volto conosciuto…
Era Boris.
Il demone lievitava: non possedeva ali e le piante dei suoi piedi gocciolavano sangue.
Con infido garbo, il Messaggero prese il mento dell’Angelo tra due dita, affondandovi le unghie nere.
“Sei tutto sporco di sangue…” Soffiò critico, a pochi centimetri dalla bocca del rosso. “Permettimi di ripulire questo visino.” Aggiunse, poi, in un ghigno, passando il pollice sulle labbra del Guardiano e raccogliendovi la linfa.
La leccò via, stringendo ulteriormente il volto sottile del Custode.
Non… Toccarmi…” Ordinò con immensa fatica Yurij.
Parlò a stento: aveva la bocca impastata dal sangue che vomitò subito dopo, ma nonostante ciò la sua espressione non celava il disgusto che quel contatto gli causava.
“Non sei nelle condizioni di dare ordini, Angelo mio, no, no…”  Lo rimproverò Boris, sollevandogli in tutta risposta il viso.
“Devi sapere, piccolo pennuto, che qui poco importa della tua Discendenza Divina. Sei solo un uccellino spaurito caduto dal nido: i Diavoli non aspettano altro che divorarti e macchiare il candore della tua anima…” Continuò crudele.
Yurij, dal canto suo, faticava sempre più per restare cosciente: gemendo, rovesciava gli occhi verso l’interno della cavità oculare, nel vano tentativo di mantenersi sveglio.
“Mmh… Il viaggio forzato nei bassi fondi deve aver sconvolto il tuo organismo.” Osservò con fare esperto il Demone, schiaffeggiando il Guardiano, evitando che svenisse.
Rabbia.
Così tanta rabbia lo prese…
Come osava?

Nel tentare di reagire a quell’affronto, il Guardiano si slanciò verso il Dannato per mordergli il naso…
Azzardo che gli costò un ennesimo sfregio sui palmi e un grido straziante di dolore.
“Uh, passionale..!” Commentò il Dannato, accompagnando l’affermazione con una risata sguaiata.
Oh, era a un passo dal sollevare quell’inutile tunichetta che copriva il corpo dell’indebolito Custode, quando…
“Boris, smettila di prenderti gioco del nostro ospite!” Velato, il dolce rimprovero si alzò dallo scempio di sangue che era il pavimento.
Avanzava con movenze lente ed aggraziate, Lucifero: pareva quasi non toccare la superficie sanguigna ove era.
I piedi nudi del Diavolo erano macchiati appena dalla porpora sottostante e, nell’avvicinarsi, l’Imperatore scacciava via con un colpo annoiato del bastone le mani viscide  che cercavano di afferrargli le caviglie.
C’era così tanta disperazione nell’agire di quelle povere anime! Il Guardiano la percepiva come se fosse la sua.
Inerme e con la vista offuscata dal sangue ammirava la composta passeggiata di Lucifero.
“Sire…” Lo salutò il Demone, inchinandosi alla presenza del Sovrano, mugugnando appena infastidito dall’interruzione.
L’aria parve inchinarsi al procedere dell’antagonista del Signore.
Quale aura avvolgeva l’ammaliante Serafino!
Era una lanterna nell’oscurità latente della grande sala…
Eppure, l’oscurità stessa pareva nascere dal suo spirito.
Magnifiche, spalancò due ali candide raggiungendo il suo caro prigioniero.
“Boris, sei stato davvero cordiale ad aver intrattenuto il nostro Angelo… Ma ora ti prego di andare: abbiamo molto di cui discutere.” Disse Lucifero, affabile.
Il Dannato si morse la lingua…
Come desiderava rimanere per qualche altro minuto!
Il tempo di poter concedere a Yurij un degno benvenuto… Ma non poteva non ubbidire ad un ordine diretto dell’Imperatore.
Con un inchino scomparve tra le fiamme, non prima di aver rivolto un eloquente sguardo al Guardiano.
Yurij rabbrividì: viscidi, quegli occhi erano scivolati lungo tutto il suo profilo.

“Mi auguro che l’accoglienza sia stata di tuo gradimento.” Fece pacato il Diavolo, lisciandosi le pieghe dell’abito.
Non giunse risposta.
“Oh,sei un tipo difficile da accontentare, a quanto vedo!” Esclamò Lucifero, portando il bastone al volto di Yurij.
Le labbra dell’Angelo bisbigliavano silenziose preghiere.
Serrò gli occhi, immaginando che non fosse in presenza di Lucifero… Oh,quasi rimpiangeva la compagnia di quel Demone volgare!
Tentacoli viscidi succhiavano il sangue dalle ferite sui suoi piedi e risalivano lungo le belle gambe…
Ma preferiva fingere di non avvertire nulla.
“Meraviglioso…” Constatò Lucifero, dopo aver studiato più attentamente il viso del Guardiano.
La calma del suo atteggiamento stonava con la tempesta furiosa che si era scatenata nel blu di quegli occhi; la rabbia antica e spaventosa lottava contro la decenza dei movimenti controllati del Diavolo.

“Squallido, squallido Serafino…
Quanta rabbia!
Quanta corruzione!
Quanto odio!
…Mi ami ancora, Lucifero?”

L’Imperatore con lentezza lacerò la veste del Guardiano, lasciandone penzolare alcuni brandelli che ne ricoprirono a stento le membra.
Se ne avesse avuto la forza ed il coraggio, Yurij sarebbe fuggito a quell’umiliazione, anche al costo di strapparsi le ali e lasciare resti di carne inchiodati alla parete.
Ma era un vigliacco, l’Angelo.
“Il Signore ha fatto un ottimo lavoro su di te, non c’è che dire…”
L’asprezza tingeva orribilmente le parole di Lucifero, il quale impassibile affondò nel costato di Yurij la punta del suo bastone.
Il Guardiano non gridò.
Era come se la sua voce fosse stata soffocata da quel dolore che gli dilaniava il ventre.
Sentiva quell’arma abilmente mascherata penetrare e ancor penetrare tra i muscoli, lottando contro l’ostacolo rappresentato dalle sue costole.

“Divorerà le tue carni, marcirà il tuo organismo e sarai solo la dimora di sudici scarafaggi!”

“Buona anche la resistenza. Indubbiamente, sei il suo esperimento più riuscito.” Sentenziò infine con gusto, sfilando l’arma dal torace dell’Angelo, che si ritrovò a versare ancor sangue.
“Ma abbandonando i convenevoli, c’è un motivo per cui questa sala è stata scelta come tuo momentaneo alloggio!” Continuò, affiancandosi a Yurij e accomodandosi al suo fianco.
Accavallò le gambe, puntando il bastone macchiato di sangue verso il macabro lago sottostante.
Tra gli schizzi rossi un essere dalle sembianze antropomorfe si fermò a mezz’aria, lievitando.
La carne cadaverica e marcia dell’essere era ricoperta di pustole e pieghe ed il grido senza voce dell’anima fu quanto di più angosciante il cuore di Yurij avesse mai udito…
La disperazione si fondeva con la rabbia… E l’odio brutale divorava affamato quanto restava dell’umanità dell’effimero dannato.
Gli occhi cavi trasmettevano una tale pena, la quale era, poi, soprafatta dal disgusto verso quell’anima.
“Cosa pensi che siano?” Chiese allora, accattivante, Lucifero.
Yurij scosse piano il capo, in segno di ignoranza, il ché divertì particolarmente il Diavolo: il caro Guardiano stava risparmiando le energie per sopravvivere.
“Oh tranquillo, non affannarti nel rispondere. E’ ovvio che tu non conosca la loro origine.” Fece con un sospiro, portandosi una mano alla tempie.
“Queste, tesoro mio, sono anime dannate prelevate da quei cari esserini che sono…” E qui prese una pausa teatrale. “Gli Angeli Caduti.” Intonò, assaporando il suono delle parole.
Gli Angeli Caduti?
L’espressione di Yurij devastata dal sangue risultò quasi comica agli occhi del Diavolo.
“Devi sapere, carissimo che… Alcuni dei Condannati non accettano la loro condizione e, anziché godere dei piaceri riservati ai Principi dell’Inferno, scendono in terra alla ricerca…” Ma prima che potesse terminare la frase, scoppiò in una fragorosa risata. “Oh, ti prego di perdonarmi, ma è assolutamente spassoso.” Si scusò Lucifero, asciugandosi una nera lacrima di divertimento. Poi si schiarì la voce. “Dicevo, i miei Angeli Caduti scendono in terra ricercando una redenzione.” Riprese in un bisbiglio teatrale, e un con movimento del bastone fece rivoltare a testa in giù l’anima prelevata dal sangue.
“Questi… Esseri schifosi non sono altro che le vittime della loro caccia sfrenata: I Caduti sono all’estenuante ricerca dei peccatori e ne ammazzano il più alto numero possibile per depurare la razza prescelta dal Signore! Questi poveri sciagurati giungono morti tra le braccia dell’Inferno e la loro essenza viene condotta qui, ove è nutrita dal sangue degli Angeli Crocifissi. “ Concluse con delicatezza.
L’espressione terrorizzata ed atterrita di Yurij a quell’ultima affermazione fu un qualcosa che il Diavolo definì estremamente erotico.
“Inoltre, se l’Angelo sanguina in tutta la sua purezza, ancor meglio per questi teneri pargoli!” Sadico, conscio di aver scosso abbastanza il Guardiano, Lucifero lasciò ricadere la povera e silenziosa anima ululante nella sua incubatrice di sangue.
“Ovviamente, ritengo che la fatica cui si sottopongono i miei amati figli sia del tutto vana ed inutile… Ma io sono un Padre ben più comprensivo di Nostro Signore, non so se mi spiego.” Sospirò ancora, scuotendo la testa con fare sconsolato.
“E tu, Yurij, che ne pensi?”

“Che ne pensi,Lucifero? Che ne pensi degli uomini?”

Orribile.
Inumano.
Sadico.

“Non me ne importa un accidenti del tuo orribile regno e delle sue disgustose usanze!” Gridò Yurij frustrato, inarcandosi, per poi piegarsi umilmente alla sofferenza che quel movimento gli aveva causato.
Le lacrime scorrevano copiose sul suo viso, lavandolo via dal sangue; gli occhi spalancati erano specchi ormai vuoti e profondi.
“Come siamo irascibili!” Commentò stizzito il Diavolo, lievitando attorno all’Angelo. “Piuttosto…” Riprese, poi, una volta che ebbe fronteggiando il Guardiano.
“Che ne diresti di parlarmi delle tue, di usanze?”  Chiese con un sorriso cortese.
La violenta scarica di divertimento che attraversò le iridi di Yurij inquietò per un misero attimo Lucifero.
Era quello, quindi, l’obbiettivo di Sua Maestà?
Sciocco essere viziato!

“Ahah… Io custodisco il Paradiso, cullo tra le mie braccia la Terra, sfioro con lo sguardo l’Inferno. Non faccio altro e, comunque sia, a te non è dato di sapere niente di più.” Bisbigliò lentamente, con superiorità, Yurij, misurando la fatica.
Era una piccola vittoria…
Ma il Diavolo non apprezzò quell’atteggiamento.
“BUGIE!”
Il suo ruggito risuonò negli antri più remoti dell’Inferno e la Terra si spalancò alla furia dell’Imperatore.
Calò la maschera sul suo aspetto magnifico…
E fu solo il mostro che era divenuto a risplendere nei suoi antichi occhi.

“Signor Kei…” Era teso, Sachiel.
Tremante, si avvicinò a Kei, il quale solo da poco aveva riacquistato una relativa calma.
“Cosa succede?”Erano sangue colato, gli occhi del Guerriero.
“Si è aperta una falda del terreno… Un grido spaventoso ha scosso l’atmosfera.” Deglutì, terrorizzato, l’Arcangelo.
Kei chiuse gli occhi.
“Lucifero è furioso.” Pronunciò.
Nel ridare vita al suo sguardo, fu l’oscurità ad avvolgere Sachiel.

“Padre, cenerò con la carne e lo spirito più puri che mi hai offerto…”

Fine tredicesimo capitolo.
Volevo,innanzitutto,mettere in chiaro che le citazioni dell’Apocalisse di ogni capitolo non sono in ordine come sul testo. Bensì io mi sono rotta la schiena sullo scritto per ricercare lo spezzone adatto ad ogni capitolo ^^.
Questo… “Capitolo” è stato fatto molto alla cazzo di cane (perdonate il termine).
Il motivo?
Molto semplice: ‘sta roba l’avevo scritta da circa quattro mesi,e avevo anticipato altri due capitoli…
Ma visto che il PC mi si è ammutinato contro,morendo,nella formattazione non si è potuto salvare niente.
Perso tutto,ho dovuto riscrive…
Bhé,siamo all’Inferno,ormai,e da questo capitolo iniziano le torture ^^.
Mi dispiace non aver descritto la crocifissione,ma ho preferito apparire meno blasfema di quanto mi dimostrerò nei capitoli a seguire.
Senza contare che nella versione originale Yurij era incatenato…Ma visto che mi è stata data la possibilità di riscrivere,ne ho approfittato,rendendo tutto molto,molto più soft di quanto avrei voluto.
Lucifero mi è piaciuto particolarmente…Bhé,lui ha un ruolo particolare nella fic.
E come avete letto,ecco spiegato ciò che Yurij faceva nel primo capitolo ^^!
Inoltre,vorrei farvi notare che questo capitolo si intitola Itsuwari,Bugie.
Ricordate?
Nel capitolo scorso,Lucifero aveva chiesto a Yurij cosa desiderasse e,intelligentemente aggiungerei =.=’,il nostro Custode ha risposto ‘Itsuwari,Osore,Kyoshoku,Urei’ (Bugie,Paura,Vanagloria,Dolore).
Da questo capitolo in poi,per altri tre quindi,sarà presente ognuna di questa ‘richieste’,a partire dal titolo ^.^!
Dobbiamo accontentare il caro Yurij,eh ^^!
Visto che il tempo è denaro,purtroppo non me ne resta più tanto <___<’.
Quindi sono costretta a salutarvi ad uno ad uno e alla prossima,ve lo giuro,risponderò alle recensioni,ad ogni richiesta,ad ogni quesito U_U’’’.
Un grazie,quindi, per il sostegno continuo a:
-Redeagle86
-Ele Ivanov
-Kurenai88
-DarkHiwatari
-Dreven
(Nel capitolo cinque, Innocent,se leggi attentamente c’è la risposta alla tua domanda x3!E comunque,se non si capisce,basterà attendere il prossimo capitolo ^.-!).
-Padme
-Ben
-Sybelle

E a tutti coloro che l’hanno inserita nei Preferiti o nei Seguiti ^^!
Un bacio,alla prossima (che si spera arrivi presto =_=’)

   
 
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