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т ร υ ฬ α я เ ~Ł เ є ร †ß υ ﻮ เ є
Rivelazione di Gesù
Cristo,che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono
avvenire
tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo
servo
Giovanni.
Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo
tutto ciò
che ha visto.
Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa
profezia e
fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!
Rigenerato
dalle fiamme,Lucifero, Sua Maestà Infernale, Signore ed Imperatore
dello Stagno
Infuocato, generato dalla sua insana passione, si rialzò.
Era nudo, nudo e rivestito solo della sua vergogna, così come Adamo ed
Eva lo
furono a loro tempo…
Raphael sedeva non visto, in
ascolto.
Gli Angeli sanno ascoltare.
Ma ancor meglio, riescono a comprendere.
Se i deliri di quel pover uomo fossero fondati su parole ed argomenti
profondamente conosciuti e studiati, questo non seppe mai dirlo; ma
indubbiamente rimase affascinato dai gorgheggi biascicati e isterici di
quell’ubriaco.
“Disobbedienza!” Esclamò con fare teatrale.
“Arroganza, stupidità, ignoranza!” Articolò quegli aggettivi
con le
giuste pause, saggiandone il significato con gusto, ad imitazione di un
bravo
oratore.
“Ci siamo rivestiti di questo, dopo che il Signore Iddio ci spogliò
del
Sapere Immortale a cui avevamo avuto accesso! Sciocchi furono gli
ingenui Adamo
ed Eva a saggiare il frutto dell’Albero della Conoscenza! Subdolo fu il
Serpente! Ciò che Nostro Signore ci aveva nascosto era solo il Male
aldilà dei
Confini del Giardino dell’Eden! E peccando, peccando ci siamo ritrovati
intrisi
di vergogna nella nostra nudità esistenziale: umiliati, siamo in cerca
di un
Perdono…Che non avremo, con l’Inferno che domina la nostra bella Terra.”
L’Arcangelo sorrise.
Sospirando, socchiuse gli occhi nocciola ambrati nella loro
luminosità,poi si
sollevò con un movimento fluido, elegante e bellissimo.
Giunse davanti la panchina dove quell’uomo, inibito dall’alcool, era
sdraiato.
Prese a fissarlo, studiandolo in religioso silenzio.
Il volto era coperto da un berretto lacero di lavorazione scarsa ed
economica, rattoppato
in più punti, di un rosso sporco e unto.
Macchie di sudiciume tempestavano gli indumenti dell’uomo strappati o
sdruciti
in alcuni punti.
Con la punta delle dita, senza quasi sfiorarle, Raphael tracciò il
disegno delle
palpebre chiuse dell’umano…
E quando l’ubriaco, sentendosi osservare, aprì assonnato e pigro un
occhio di
un azzurro così splendente da brillare vivacemente nella poca luce del
posto, sembrò
stesse per pronunciare qualcosa di estremamente strabiliante… O
estremamente
stupido, per descrivere il giovane che aveva davanti.
Una bellezza che non poteva appartenere a quel dannato mondo.
In tutta risposta Raphael sorrise, zittendo immediatamente l’uomo,
ponendogli
un dito sulle labbra carnose, rosse, screpolate e spaccate dal freddo e
che, nonostante
tutto, l’Arcangelo definì splendide.
“Shh… Sogna il Paradiso, continua a maledire l’Inferno, amico mio.
La tua
ricompensa di luce sarà ben più ghiotta di quanto tu, adesso, creda.”
Belial era immerso nella vasca
da bagno
marmorea delle sue stanze.
Osservava con noncuranza la
densa schiuma che andava diradandosi, leccandosi le
labbra, sfiorandole appena con la lingua e chiudeva gli occhi,
lasciandosi
sopraffare dal profumo d’arancia dell’aroma che stava utilizzando.
Lucifero, a suo dire,
perdeva solo tempo prezioso.
E non ne avevano più molto
a disposizione.
L’Imperatore sarebbe andato
su tutte le furie se fosse venuto a conoscenza
delle intenzioni del Traditore del Paradiso.
Ma Lilith, dolce, malefica
Lilith, non ne avrebbe fatto parola.
E lui ne era intenzionato
ancor meno.
Non che non volesse mettere
in guardia il suo sire, questo mai, l’amava troppo;
semplicemente voleva attendere e godere di quell’attesa, per poi
pranzare
ghiottamente coi frutti che ne sarebbero conseguiti.
Ridacchiò lievemente,
lasciandosi sprofondare ancora un po’ nell’acqua calda.
Gli occhi verdi brillavano
perversi.
Oh, sarebbe stato sublime.
“Amami”
“Ti amo”
“Odiami.”
“Non posso.”
“Perché?”
“Oh mio Lucifero, sarebbe troppo facile… Non credi?”
“Yurij…Ti senti bene?”
La voce di Lucifero risuonò
aggraziata e velata da una -quasi inesistente.-, punta
di preoccupazione.
Il Dannato aveva serrato
gli occhi cristallini, ma un lieve gemito era nato
dalle sue labbra schiuse, prima ancora che avesse avuto la possibilità
di
tentare di reprimerlo.
“No, d-devo… Sedermi.” Soffiò, lanciando uno sguardo
intorno a sé, studiando
il parco buio.
Con un movimento aggraziato
pochi secondi dopo riapparve seduto su di una
fredda panchina non molto distante.
Nel silenzio della notte lo
stesso Lucifero si affiancò al rosso.
“Sembri stravolto… Cosa
succede?” Gli bisbigliò
suadente ad un orecchio.
“Non capiresti…” Rispose a stento l’Angelo.
“Parlamene.” Insisté il Diavolo.
“Non comprenderesti. Non prima
che abbia finito.”
Ribatté ancora, a
denti stretti, il Caduto.
In silenzio, l’Imperatore
osservò il profilo del compagno.
I capelli rossi ricadevano
davanti il volto imperlato di sudore freddo del
giovane, il respiro andava regolarizzandosi, nonostante la fatica che
ogni
minima boccata d’aria gli costava.
Pareva soffocare, e l’aria
quasi sfuggiva al suo ricercarla: una morsa si era
stretta intorno al collo perlaceo della Dannata Creatura, provocandogli
dei
lievi (e subito repressi.) attacchi di tosse.
Oh, che meraviglioso spettacolo.
“Ti stai divertendo?” Gli chiese ironico Yurij, con
la voce tremante.
Lucifero si limitò a
ghignare, poi disse:
“Dipende da ciò che intendi
per divertimento, Angelo mio. Il Diavolo non si
limita a trastullarsi degli insulsi peccati degli uomini: io ho bisogno di
attrattive maggiori e di migliori orizzonti su cui posare il mio
sguardo.”
Prese una pausa, fissando con soddisfazione il compagno.
“E credimi, di orizzonti così
superbi non ne ho visti mai…” Concluse con
una nota di sfrenato divertimento a tingere la sua calda voce.
Il Caduto si limitò a
sorridere, sollevando, poi, il volto al cielo nero
trapuntato di rarissime e opache stelle.
“Avrei bisogno di redimermi…” Bisbigliò (e il velato sorriso
non
abbandonò la sua bocca di rosa.), studiando il suono e l’effetto di
quelle
parole.
Una risata alta e
cristallina esplose d’improvviso dalle labbra del Diavolo, causata
da quell’assurda ed insensata frase.
“Allora prega, Angelo. Finché
vivrai, prega…” Lo
prese in giro con
malvagio sarcasmo.
“Mentirei a me stesso,
peccando ancora. E’ così dannatamente semplice e
piacevole fallare.” Ridacchiò
con fare innocente, voltandosi a fissare
intensamente gli occhi cobalto del suo interlocutore.
“Oh Lucifero, sarebbe a dir
poco riprovevole e blasfemo,non trovi?” Chiese
accorato, allacciando le braccia intorno al collo del Diavolo.
“Sono un bugiardo della
peggior specie, non posso pregare e mentire ,mentire
e ancor mentire. E se il mio desiderio di redenzione fosse solo
l’ennesima
menzogna? Desideravo bugie, Lucifero,ricordi? Fu la mia prima richiesta
e
divenne ben presto il primo elemento della condanna che sconterò in
eterno…” Bisbigliò
quelle parole a pochi centimetri
dalle labbra dell’Imperatore.
“Di bugie, imbrogli,
inganni…Ne hai tesi ovunque.” Osservò Lucifero, prendendo
tra due dita il mento del Caduto.
“Non sono malvagio…” Sussurrò Yurij in risposta,
quasi giustificandosi.
Chinò lo sguardo, con fare
mortificato.
“No, non lo sei.” Acconsentì silenziosamente
l’Imperatore.
Le quattro cicatrici sulla
nivea schiena di Yurij s’aprirono, versando così il
sangue sporco e mefitico del Dannato.
Il
Lago di
sangue dal quale sorgesti, bevendo e gustando il dolce nettare vitale
delle tue
vittime, purificò ciò che di malvagio attraversò i tuoi pensieri…
Oh Angelo Nero, i brandelli della tua anima vibrarono, ricercandosi
febbrilmente.
Le delicate piume delle tue deboli ali si posarono al suolo con
disarmante
dolcezza…
Possibile che qualcosa di talmente bello,puro e casto ti appartenesse?
E fu solo una macchia di sangue e deturpare quella candida meraviglia….
Il rado respiro
gli trafiggeva i polmoni, rendendo ogni esalazione una lenta ed aspra
tortura.
Alzando con lentezza gli occhi, reprimendo i continui conati, osservò
ciò che
era visibile nella sua prospettiva: un’alta stanza rettangolare dalla
semplice
ed elegante parvenza.
Le nere arcate d’onice, di cui aveva una completa visione, si
slanciavano verso
l’alto curvandosi su stesse, assumendo le sembianze di una galleria.
Dai colonnati portanti delle arcate serpeggiavano decori e rilievi che,
intrecciandosi
in raffinati ghirigori, viaggiavano verso il centro del soffitto della
sala, trasformandosi
in fantasie floreali là dove pendeva un antico, pesante e spento
lampadario.
E solo allora comprese in quale maniera le sue braccia erano
state
dolorosamente bloccate al nero muro!
Crocefisso.
Aveva i palmi inchiodati contro la parete di fondo della sala, ed in un
minimo
movimento la carne s'era lacerata dolorosamente.
Gridò.
Lo fece con quanto più fiato avesse in gola, mentre le ferite pulsavano
e il
sangue cedeva alla forza di gravità.
Tremori violenti lo scossero e i nervi delle braccia tese al limite
implorarono
pietà.
E poi le gambe…
Se non erano rotte, sicuramente aveva entrambe le caviglie slogate: la
pressione di quell’unico chiodo che bloccava i suoi piedi alla parete
le aveva
piegate in maniera innaturale.
Era spaventato, Yurij; e persino le sue ali erano state rilegate in
strisce di
cuoio che ne stritolavano l’ossatura.
Con un gemito tentò di liberare queste ultime dalla salda presa a cui
erano
state sottoposte (con scarsi risultati.), ottenendo unicamente una
lancinante
fitta di dolore che, per un eterno secondo ,gli oscurò la vista,
causandogli la
nausea.
Sospirò disperato, inarcandosi ed agitandosi…
Le ferite avevano la meglio sul suo fisico debilitato.
E allora gridava, imprecava e offendeva.
Ma quando il suo sguardo, in uno spasmo di debolezza, si soffermò in
basso, Yurij
si immobilizzò, impietrito …
Raphael, alle
grida di Kei, si sollevò di scatto e, abbandonando il capezzale di
Uriel, si
diresse con immediatezza all’esterno della tenda.
“Ma cosa succede?” Chiese serio, cercando con lo sguardo il Guerriero,
che
furibondo aveva preso il volo.
“Il signor Yurij è scomparso. O, per dirla come il signor Kei, è
scappato...” Rispose
Sachiel, con una punta di acidità nella voce cristallina.
L’Arcangelo si limitò a fissare il compagno, per poi chinarsi al suolo
a
raccogliere una piuma rossa schizzata d’oro.
Ritrasse subito dopo con un gemito la mano: una piaga si era formata
sul suo
palmo.
L’essere che del Paradiso custodiva l’Ordine scatenò le fiamme
dell’Inferno.
Yurij...
Se gli fosse accaduto qualcosa...
Non ne conosceva le conseguenze, ma sapeva, avvertiva che sarebbero
state...
...
Apocalittiche
Non
aveva mai
visto tanto sangue e ne rimase sconcertato, intimorito.
Se le protuberanze che a stento distingueva sul pavimento fossero stati
corpi, non
seppe dirlo con certezza, in quell’ istante però riuscì a distinguere
giustamente l’odore che gli perforava le narici: odore di morte, di
decomposizione reso (in modo così nauseante.) agrodolce dalle fiamme
che
bruciavano e divoravano le carni di creature che sperava, si augurava,
fossero
morte.
E’
penoso tutto questo, Angelo Mio...
Sono creature rivoltanti,non trovi?
E indovina... Indovina a chi di diritto appartiene l’oneroso compito di
riportarle a me!
Sono l’Incubo che raggela le tue notti e riscalda i tuoi respiri:
Misero
Angelo, la tua Pura Gloria e il Massimo Grado della tua Divina
Discendenza non
mi spaventano, a suo tempo io ero stato posto ben più in alto di te ed
erano le
Sue braccia che mi cingevano e le Sue parole che mi guidavano.
Iddio che adesso osservi piangente anche la rovina di questo tuo amato
figlio, dì
che m’ami, fallo e ribadiscilo finché non sarò sazio del suono della
tua voce e
di queste parole!
Maledico ciò che di Puro sto per Macchiare.
Oh! E’ il Seme del male che cresce inesorabile...
E la mietitura è prossima.
Deglutì
avvertendo quei sussurri che, come mille voci sibilline, gli
solleticavano
suadentemente l’udito.
La disperazione lo avvolse in sporchi tentacoli.
Le lacrime, silenziose e vane, solcarono il suo volto e l’usura che
provava
alle mani e ai piedi sembrò sparire.
Socchiuse gli occhi e, chinando il capo, altro sangue gli rigò i lati
del
mento.
Padre, non abbandonarmi.
“Oh, povero Angelo…” Si riscosse violentemente a quella voce.
Aveva note maliziose, che stupravano la sua dignità.
Nelle fiamme nere che si diradavano intravide gli occhi smeraldini d’un
volto
conosciuto…
Era Boris.
Il demone lievitava: non possedeva ali e le piante dei suoi piedi
gocciolavano
sangue.
Con infido garbo, il Messaggero prese il mento dell’Angelo tra due
dita, affondandovi
le unghie nere.
“Sei tutto sporco di sangue…” Soffiò critico, a pochi centimetri dalla
bocca
del rosso. “Permettimi di ripulire questo visino.” Aggiunse, poi, in un
ghigno,
passando il pollice sulle labbra del Guardiano e raccogliendovi la
linfa.
La leccò via, stringendo ulteriormente il volto sottile del Custode.
“Non… Toccarmi…” Ordinò con immensa fatica Yurij.
Parlò a stento: aveva la bocca impastata dal sangue che vomitò subito
dopo, ma
nonostante ciò la sua espressione non celava il disgusto che quel
contatto gli
causava.
“Non sei nelle condizioni di dare ordini, Angelo mio, no, no…” Lo rimproverò Boris, sollevandogli in tutta
risposta il viso.
“Devi sapere, piccolo pennuto, che qui poco importa della tua
Discendenza Divina. Sei solo un uccellino spaurito caduto dal nido: i
Diavoli
non aspettano altro che divorarti e macchiare il candore della tua
anima…” Continuò
crudele.
Yurij, dal canto suo, faticava sempre più per restare cosciente:
gemendo, rovesciava
gli occhi verso l’interno della cavità oculare, nel vano tentativo di
mantenersi sveglio.
“Mmh… Il viaggio forzato nei bassi fondi
deve aver sconvolto il tuo organismo.” Osservò con fare esperto il
Demone, schiaffeggiando
il Guardiano, evitando che svenisse.
Rabbia.
Così tanta rabbia lo prese…
Come osava?
Nel tentare di reagire a quell’affronto, il Guardiano si slanciò verso
il
Dannato per mordergli il naso…
Azzardo che gli costò un ennesimo sfregio sui palmi e un grido
straziante di
dolore.
“Uh, passionale..!” Commentò il
Dannato, accompagnando l’affermazione con una risata sguaiata.
Oh, era a un passo dal sollevare quell’inutile tunichetta che
copriva il
corpo dell’indebolito Custode, quando…
“Boris, smettila di prenderti gioco del nostro ospite!” Velato, il
dolce
rimprovero si alzò dallo scempio di sangue che era il pavimento.
Avanzava con movenze lente ed aggraziate, Lucifero: pareva quasi non
toccare la
superficie sanguigna ove era.
I piedi nudi del Diavolo erano macchiati appena dalla porpora
sottostante e, nell’avvicinarsi,
l’Imperatore scacciava via con un colpo annoiato del bastone le mani
viscide che cercavano di afferrargli le
caviglie.
C’era così tanta disperazione nell’agire di quelle povere anime! Il
Guardiano
la percepiva come se fosse la sua.
Inerme e con la vista offuscata dal sangue ammirava la composta
passeggiata di
Lucifero.
“Sire…” Lo salutò il Demone, inchinandosi alla presenza del Sovrano,
mugugnando
appena infastidito dall’interruzione.
L’aria parve inchinarsi al procedere dell’antagonista del Signore.
Quale aura avvolgeva l’ammaliante Serafino!
Era una lanterna nell’oscurità latente della grande sala…
Eppure, l’oscurità stessa pareva nascere dal suo spirito.
Magnifiche, spalancò due ali candide raggiungendo il suo caro
prigioniero.
“Boris, sei stato davvero cordiale ad aver intrattenuto il nostro
Angelo… Ma
ora ti prego di andare: abbiamo molto di cui discutere.” Disse
Lucifero, affabile.
Il Dannato si morse la lingua…
Come desiderava rimanere per qualche altro minuto!
Il tempo di poter concedere a Yurij un degno benvenuto… Ma non
poteva
non ubbidire ad un ordine diretto dell’Imperatore.
Con un inchino scomparve tra le fiamme, non prima di aver rivolto un
eloquente
sguardo al Guardiano.
Yurij rabbrividì: viscidi, quegli occhi erano scivolati lungo tutto il
suo
profilo.
“Mi auguro che
l’accoglienza sia stata di tuo gradimento.” Fece pacato il Diavolo,
lisciandosi
le pieghe dell’abito.
Non giunse risposta.
“Oh,sei un tipo difficile da
accontentare, a quanto vedo!” Esclamò Lucifero, portando
il bastone al volto di Yurij.
Le labbra dell’Angelo
bisbigliavano silenziose preghiere.
Serrò gli occhi, immaginando
che non fosse in presenza di Lucifero… Oh,quasi
rimpiangeva la compagnia di quel Demone volgare!
Tentacoli viscidi succhiavano
il sangue dalle ferite sui suoi piedi e
risalivano lungo le belle gambe…
Ma preferiva fingere di non
avvertire nulla.
“Meraviglioso…” Constatò
Lucifero, dopo aver studiato più attentamente il viso
del Guardiano.
La calma del suo atteggiamento
stonava con la tempesta furiosa che si era
scatenata nel blu di quegli occhi; la rabbia antica e spaventosa
lottava contro
la decenza dei movimenti controllati del Diavolo.
“Squallido,
squallido Serafino…
Quanta rabbia!
Quanta corruzione!
Quanto odio!
…Mi ami ancora, Lucifero?”
L’Imperatore
con lentezza lacerò la veste del Guardiano, lasciandone penzolare
alcuni
brandelli che ne ricoprirono a stento le membra.
Se ne avesse avuto la forza ed
il coraggio, Yurij sarebbe fuggito a
quell’umiliazione, anche al costo di strapparsi le ali e lasciare resti
di
carne inchiodati alla parete.
Ma era un vigliacco, l’Angelo.
“Il Signore ha fatto un ottimo
lavoro su di te, non c’è che dire…”
L’asprezza tingeva
orribilmente le parole di Lucifero, il quale impassibile
affondò nel costato di Yurij la punta del suo bastone.
Il Guardiano non gridò.
Era come se la sua voce fosse
stata soffocata da quel dolore che gli dilaniava
il ventre.
Sentiva quell’arma abilmente
mascherata penetrare e ancor penetrare tra i
muscoli, lottando contro l’ostacolo rappresentato dalle sue costole.
“Divorerà
le tue carni, marcirà il tuo organismo e sarai solo la dimora di sudici
scarafaggi!”
“Buona anche la
resistenza. Indubbiamente, sei il suo esperimento più riuscito.” Sentenziò
infine con gusto, sfilando l’arma dal torace dell’Angelo, che si
ritrovò a
versare ancor sangue.
“Ma abbandonando i convenevoli, c’è un motivo per cui questa sala
è
stata scelta come tuo momentaneo alloggio!” Continuò, affiancandosi a
Yurij e
accomodandosi al suo fianco.
Accavallò le gambe, puntando
il bastone macchiato di sangue verso il macabro
lago sottostante.
Tra gli schizzi rossi un
essere dalle sembianze antropomorfe si fermò a
mezz’aria, lievitando.
La carne cadaverica e marcia
dell’essere era ricoperta di pustole e pieghe ed il
grido senza voce dell’anima fu quanto di più angosciante il cuore di
Yurij
avesse mai udito…
La disperazione si fondeva con
la rabbia… E l’odio brutale divorava affamato
quanto restava dell’umanità dell’effimero dannato.
Gli occhi cavi trasmettevano
una tale pena, la quale era, poi, soprafatta dal
disgusto verso quell’anima.
“Cosa pensi che siano?” Chiese
allora, accattivante, Lucifero.
Yurij scosse piano il capo, in
segno di ignoranza, il ché divertì
particolarmente il Diavolo: il caro Guardiano stava risparmiando le
energie per
sopravvivere.
“Oh tranquillo, non affannarti
nel rispondere. E’ ovvio che tu non
conosca la loro origine.” Fece con un sospiro, portandosi una mano alla
tempie.
“Queste, tesoro mio, sono anime
dannate prelevate da quei cari esserini che sono…” E qui prese una pausa
teatrale. “Gli Angeli
Caduti.” Intonò,
assaporando il suono delle
parole.
Gli Angeli Caduti?
L’espressione di Yurij
devastata dal sangue risultò quasi comica agli occhi del
Diavolo.
“Devi sapere, carissimo che…
Alcuni dei Condannati non accettano la loro
condizione e, anziché godere dei piaceri riservati ai Principi
dell’Inferno, scendono
in terra alla ricerca…” Ma prima che potesse terminare la frase,
scoppiò in una
fragorosa risata. “Oh, ti prego di perdonarmi, ma è assolutamente spassoso.”
Si scusò Lucifero, asciugandosi una nera lacrima di divertimento. Poi si
schiarì la voce. “Dicevo, i miei Angeli Caduti scendono in terra
ricercando una redenzione.” Riprese in un bisbiglio
teatrale, e un con
movimento del bastone fece rivoltare a testa in giù l’anima prelevata
dal
sangue.
“Questi… Esseri schifosi non sono altro che le vittime
della loro caccia
sfrenata: I Caduti sono all’estenuante ricerca dei peccatori e ne
ammazzano il
più alto numero possibile per depurare la razza prescelta dal Signore!
Questi
poveri sciagurati giungono morti tra le braccia dell’Inferno e la loro
essenza
viene condotta qui, ove è nutrita dal sangue degli Angeli Crocifissi. “
Concluse con delicatezza.
L’espressione terrorizzata ed
atterrita di Yurij a quell’ultima affermazione fu
un qualcosa che il Diavolo definì estremamente erotico.
“Inoltre, se l’Angelo sanguina
in tutta la sua purezza, ancor meglio per questi
teneri pargoli!” Sadico, conscio di aver scosso abbastanza il
Guardiano, Lucifero
lasciò ricadere la povera e silenziosa anima ululante nella sua
incubatrice di
sangue.
“Ovviamente, ritengo che la
fatica cui si sottopongono i miei amati figli sia
del tutto vana ed inutile… Ma io sono un Padre ben più comprensivo di
Nostro Signore,
non so se mi spiego.” Sospirò ancora, scuotendo la testa con fare
sconsolato.
“E tu, Yurij, che ne pensi?”
“Che ne
pensi,Lucifero? Che ne pensi degli uomini?”
Orribile.
Inumano.
Sadico.
“Non me ne importa un accidenti del tuo orribile regno e delle sue
disgustose
usanze!” Gridò Yurij frustrato, inarcandosi, per poi piegarsi umilmente
alla
sofferenza che quel movimento gli aveva causato.
Le lacrime scorrevano copiose sul suo viso, lavandolo via dal sangue;
gli occhi
spalancati erano specchi ormai vuoti e profondi.
“Come siamo irascibili!” Commentò stizzito il Diavolo, lievitando
attorno
all’Angelo. “Piuttosto…” Riprese, poi, una volta che ebbe fronteggiando
il
Guardiano.
“Che ne diresti di parlarmi delle tue, di usanze?”
Chiese con un sorriso cortese.
La violenta scarica di divertimento che attraversò le iridi di Yurij
inquietò
per un misero attimo Lucifero.
Era quello, quindi, l’obbiettivo di Sua Maestà?
Sciocco essere viziato!
“Ahah… Io custodisco il Paradiso, cullo tra le mie braccia la Terra,
sfioro con
lo sguardo l’Inferno. Non faccio altro e, comunque sia, a te non è dato
di
sapere niente di più.” Bisbigliò lentamente, con superiorità, Yurij,
misurando
la fatica.
Era una piccola vittoria…
Ma il Diavolo non apprezzò quell’atteggiamento.
“BUGIE!”
Il suo ruggito risuonò negli antri più remoti dell’Inferno e la Terra
si
spalancò alla furia dell’Imperatore.
Calò la maschera sul suo aspetto magnifico…
E fu solo il mostro che era divenuto a risplendere nei suoi antichi
occhi.
“Signor Kei…” Era
teso, Sachiel.
Tremante, si avvicinò a Kei,
il quale solo da poco aveva riacquistato una relativa
calma.
“Cosa succede?”Erano sangue
colato, gli occhi del Guerriero.
“Si è aperta una falda del
terreno… Un grido spaventoso ha scosso l’atmosfera.”
Deglutì, terrorizzato, l’Arcangelo.
Kei chiuse gli occhi.
“Lucifero è furioso.”
Pronunciò.
Nel ridare vita al suo
sguardo, fu l’oscurità ad avvolgere Sachiel.
“Padre,
cenerò
con la carne e lo spirito più puri che mi hai offerto…”
Fine
tredicesimo capitolo.
Volevo,innanzitutto,mettere
in chiaro che le citazioni dell’Apocalisse di ogni
capitolo non sono in ordine come sul testo. Bensì io mi sono rotta la
schiena
sullo scritto per ricercare lo spezzone adatto ad ogni capitolo ^^.
Questo… “Capitolo” è stato
fatto molto alla cazzo di cane (perdonate il
termine).
Il motivo?
Molto semplice: ‘sta roba
l’avevo scritta da circa quattro mesi,e avevo
anticipato altri due capitoli…
Ma visto che il PC mi si è
ammutinato contro,morendo,nella formattazione non si
è potuto salvare niente.
Perso tutto,ho dovuto
riscrive…
Bhé,siamo
all’Inferno,ormai,e da questo capitolo iniziano le torture ^^.
Mi dispiace non aver
descritto la crocifissione,ma ho preferito apparire meno
blasfema di quanto mi dimostrerò nei capitoli a seguire.
Senza contare che nella
versione originale Yurij era incatenato…Ma visto che mi
è stata data la possibilità di riscrivere,ne ho approfittato,rendendo
tutto
molto,molto più soft di quanto avrei voluto.
Lucifero mi è piaciuto
particolarmente…Bhé,lui ha un ruolo particolare nella
fic.
E come avete letto,ecco
spiegato ciò che Yurij faceva nel primo capitolo ^^!
Inoltre,vorrei farvi notare
che questo capitolo si intitola Itsuwari,Bugie.
Ricordate?
Nel capitolo
scorso,Lucifero aveva chiesto a Yurij cosa desiderasse
e,intelligentemente aggiungerei =.=’,il nostro Custode ha risposto
‘Itsuwari,Osore,Kyoshoku,Urei’ (Bugie,Paura,Vanagloria,Dolore).
Da questo capitolo in
poi,per altri tre quindi,sarà presente ognuna di questa
‘richieste’,a partire dal titolo ^.^!
Dobbiamo accontentare il
caro Yurij,eh ^^!
Visto che il tempo è
denaro,purtroppo non me ne resta più tanto <___<’.
Quindi sono costretta a
salutarvi ad uno ad uno e alla prossima,ve lo
giuro,risponderò alle recensioni,ad ogni richiesta,ad ogni quesito
U_U’’’.
Un grazie,quindi, per il
sostegno continuo a:
-Redeagle86
-Ele Ivanov
-Kurenai88
-DarkHiwatari
-Dreven (Nel capitolo
cinque, Innocent,se leggi attentamente c’è la
risposta alla tua domanda x3!E comunque,se non si capisce,basterà
attendere il
prossimo capitolo ^.-!).
-Padme
-Ben
-Sybelle
E a tutti coloro che
l’hanno inserita nei Preferiti o nei Seguiti ^^!
Un bacio,alla prossima (che
si spera arrivi presto =_=’)