La
celebrità è evanescente, la popolarità
un caso, le ricchezze prendono il volo, una sola cosa è
duratura, ed è il carattere (Cit. Horace Greeley)
-Death Mask, ora che siamo amici, ho deciso di farti diventare il mio
nuovo progetto!- chiocciò Aphrodite come se fosse
l’idea più esaltante, altruistica e caritatevole
che ogni essere umano potesse aver mai concepito o fosse in grado di
concepire in qualunque futuro.
-Davvero, non devi farlo…- fu la secca risposta del
Cavaliere del Cancro, che riusciva a pensare solo a quanto fosse lui a
essere altruistico e caritatevole nel suo limitarsi a digrignare i
denti in un forzatissimo sorriso. Piuttosto che impalare il compagno
dei Pesci sulla sua stessa spina dorsale, era un successone.
-Lo so…- gli annuì Fish, mettendogli le mani
sulle spalle e Death Mask per un momento intravide un bagliore di
ragionevolezza oltre le crepe del muro di vanità
-È proprio questo che mi rende tanto gentile!-
Okay, forse lo svedesino avrebbe visto l’alba del giorno dopo
senza essere impalato, ma ci stava andando pericolosamente vicino!
Ricapitolando: si conoscevano da appena un paio di giorni ma
ciò non aveva fermato Aphrodite dal presentarsi alla quarta
Casa, nel cuore della notte, con uno sproposito di flaconcini e
bottigliette e lozioni e cazzi e mazzi disparati di prodotti per la
cura e l’igiene del corpo, prendendosi pure il disturbo di
spiegare a un più che assonnato Death Mask come andasse
utilizzato questo o quell’altro; il padrone di casa era
riuscito a esorcizzarlo ricordandogli come la mancanza di sonno fosse
uno dei nemici principali di una pelle fresca e priva
d’imperfezioni, ma il Cavaliere dei Pesci era più
cocciuto di così e si era ripresentato puntuale il giorno
successivo con maggior cipiglio.
Frasi di circostanza come “chi cazzo ti ha fatto
entrare?” o “se non te ne vai entro due secondi ti
faccio ingoiare i talloni” non erano stati deterrenti
abbastanza. Ed ecco come si era arrivati a quel punto…
Quell’assurdo, esasperante punto.
Di scarpinare fino alla decima Casa con tutto il sonno arretrato che
aveva non se ne parlava nemmeno, per cui Death Mask ne aveva discusso
in lungo e largo con Shura per telefono, e alla luce della loro
conversazione, aveva deciso di ingoiare un ultimo rospo con Aphrodite.
-Solo una domanda: perché?-
Aphrodite lo squadrò con durezza da capo a piedi: il suo
elenco comprendeva testa disordinata che non vedeva una forbice
professionale da anni, vestiario molto clochard con la passione per il
metal, sneakers démodé ingiallite, unghie
sbocconcellate e senza un filo di smalto. Tutto ciò per
tacere della postura ingobbita e delle borse sotto gli occhi! Se non
altro era pulito e non si infilava le dita in alcun orifizio…
-Perché, diciamocelo, nonostante tu sia il caso
più tosto
che abbia mai incontrato- si fece forza inspirando a fondo -Sono
determinato a farcela! Ti renderò popolare!-
-Com’è umano lei…- mormorò
Cancer preda di un’arrendevole e silenziosa disperazione.
Mentre lo trascinava per la strada terribilmente lunga nella
costruzione della popolarità e della migliore versione di se
stesso (una via costellata di negozi e centri estetici in cui il
siciliano si rifece il guardaroba e ci lasciò un capitale),
Aphrodite lo infarcì fino al midollo di nozioni su come
flirtare, come farsi notare e amare dalla gente; ognuna di esse sarebbe
stata beatamente ignorata o passata a uno strettissimo vaglio, ma a
fine giornata, quando venne costretto a indossare i nuovi acquisti e
venne posto davanti a uno specchio, Death Mask stentò a
riconoscersi: la sua barba non era mai stata tanto curata, i suoi
capelli avevano un aspetto così esotico pieni di perline, le
unghie nere tutto sommato gli piacevano e lo stile gotico moderno dei
suoi nuovi vestiti faceva decisamente al caso suo! Dopo tanti
trattamenti di bellezza persino il suo occhio sfregiato aveva acquisito
un suo perché.
Si aggiustò il nodo della cravatta sorridendo fiero ma si
fermò quando scoprì Aphrodite a spiarlo.
-Ma guardati…- sospirò -Sei stupendo!- fece per
spazzolargli con le mani il colletto della lussuosissima giacca di
pelle nera quando Death Mask si scansò brusco raccogliendo
le sue borse alla bell’e meglio.
-Devo andare…- lo salutò prima di precipitarsi
fuori dal negozio senza accorgersi di non aver pagato.
-Prego!- gli urlò dietro il Cavaliere dei Pesci. A un cenno
di protesta da parte del negoziante, si avviò alla cassa
precisando come la giacca la offrisse lui -Lo sa- si vantò
-Anche se sbandiera il suo disinteresse, so che segretamente
apprezzerà la sua nuova popolarità. Ma, certo,
non sarà più popolare di me!-
Tornato alla quarta Casa, Death Mask prese coscienza di quanto
Aphrodite avesse ragione man mano che provava stivali, camice e
qualcuno dei profumi che gli aveva fatto comprare; sentiva per la prima
volta il desiderio concreto di rendere onore a quello che indossava
oltre l’armatura d’oro, e ciò gli
provocava sia un senso di fierezza, sia auto-disgusto perché
avrebbe dovuto ammettere di aver avuto torto, di essere riconoscente
per le consulenze ricevute e le ispirazioni che ne derivavano.
L’orrore.
Abbandonò lo spacchettamento delle restanti compere a un
altro giorno e si gettò sul letto a lamentarsi con Shura in
chat.
-Giuro che lo strozzerò nel sonno, quel damerino
impomatato…- si limitò a scrivergli senza
perdersi in dettagli.
Shura, messo al corrente di tutta la vicenda dal lezioso Aphrodite,
ridacchiò alla notifica del telefono e veloce
spedì la risposta.
-In due anni sicuramente sarete migliori amici, con gioielli abbinati e
tutto il resto!-
Il telefono gli trillò ancora e sullo schermo comparvero sei
esaustive lettere che non fecero che confermare le sue parole.
-Mátate!-
A distanza di anni da quell’episodio, Death Mask aveva fatto
tesoro dell’esperienza, arricchendo il suo look, la sua cura
della persona e trovando qualche ritaglio di tempo per impratichirsi
col suo stile di corteggiamento e/o rimorchio, ma aveva ignorato la
“dialisi” sulla personalità che avrebbe
dovuto rimetterlo al mondo dalla “persona triste”
che era: il suo carattere andava benissimo così
perché non solo l’aveva condotto a stringere un
solido cameratismo con Shura e Aphrodite, ma perché
l’avrebbe portato a sviluppare una relazione unica nel suo
genere con una giovane donna da oltre-dimensione. Ma questa era
un’avvincente trama che ancora doveva cominciare.