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Autore: 9Pepe4    03/02/2023    0 recensioni
[The Untamed]
Dopo aver avanzato un altro po’ attraverso l’erba alta, Wei Wuxian si fermò sotto un albero che aveva rami bassi, facili da afferrare, e annunciò: «Questo va bene».
Jiang Cheng rivolse un’occhiata dubbiosa verso la cima. «Non è troppo alto?»
Wei Wuxian scosse energicamente la testa. «Con gli alberi troppo bassi non c’è gusto» sentenziò.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prossima volta
 
L’ultima volta che Wei Wuxian era stato in quel boschetto, non si era rivelata un’esperienza piacevole.
Innanzitutto, era notte e lui era terrorizzato alla prospettiva di venir attaccato da un branco di cani selvatici. Poi era scivolato dall’albero su cui si era inerpicato e si era fatto male a una caviglia.
Adesso, però, era tutta un’altra faccenda: era giorno, e il sole dorato e stralci di cielo azzurro brillavano tra le foglie verdi. Wei Wuxian sapeva che non c’erano cani selvatici – e se anche ne avessero incontrato uno, Jiang Cheng l’avrebbe cacciato via – e grazie a Jiang Yanli indossava scarpe della sua misura, quindi arrampicarsi sarebbe stato molto più sicuro.
A dire il vero, Jiang Cheng non sembrava condividere il suo entusiasmo. Pur lasciandosi trascinare senza opporre troppa resistenza, continuava a guardarsi indietro e aveva un’aria molto poco convinta.
Anche lui si era fatto male quella notte, ricordò Wei Wuxian, e gli strinse forte la mano. Stavolta erano insieme! Non avrebbe permesso che A-Cheng si facesse male!
Dopo aver avanzato un altro po’ attraverso l’erba alta, Wei Wuxian si fermò sotto un albero che aveva rami bassi, facili da afferrare, e annunciò: «Questo va bene».
Jiang Cheng rivolse un’occhiata dubbiosa verso la cima. «Non è troppo alto?»
Wei Wuxian scosse energicamente la testa. «Con gli alberi troppo bassi non c’è gusto» sentenziò.
Lasciò la mano di Jiang Cheng – un po’ gli dispiacque, perché era bello tenerlo per mano, ma se dovevano arrampicarsi non si poteva fare altrimenti.
«Non dobbiamo tornare a casa?» chiese Jiang Cheng. C’era qualcosa di piagnucoloso, nel suo tono, che ormai Wei Wuxian conosceva bene: di solito si faceva sentire quando Jiang Cheng era preoccupato che stessero rompendo una qualche regola.
E all’inizio, quando era appena arrivato al Pontile del Loto, Wei Wuxian si era ben guardato dal violare regole, nel timore che venisse presa come una scusa per mandarlo via. Lui non voleva andarsene, gli piaceva il Pontile del Loto e avere un letto caldo e tanto buon cibo! Senza contare lo zio Jiang che lo aveva salvato, e shijie che era così dolce, e ovviamente Jiang Cheng – Wei Wuxian non aveva mai avuto un amico della sua età prima di Jiang Cheng, non aveva mai avuto un fratellino di cui prendersi cura, e non voleva perderlo.
Comunque, a parte il fatto che scalare un albero non era certo proibito, col passare del tempo aveva capito che lo zio Jiang non lo avrebbe mai mandato via, e in generale era molto indulgente verso le sue marachelle. Madama Yu lo era di meno, ma lei lo fissava con spregio che lui si comportasse bene o no, quindi tanto valeva.
«È ancora presto» disse a Jiang Cheng, che continuò a fissarlo con aria tragica. Forse si era svegliato male.
«Guarda» gli dimostrò, avvicinandosi all’albero e trovando i giusti appigli – afferrando i rami più bassi e saggiando col piede destro una rientranza nel tronco, «metti mani e piedi dove li metto io e… su». Si issò sull’albero, e guardò giù verso Jiang Cheng.
Sapeva che c’era la possibilità che Jiang Cheng si intestardisse e iniziasse a lamentarsi che non voleva, che dovevano rientrare, e fu contento di constatare che la sua espressione era cambiata. Era attento, adesso, con due rughette di concentrazione tra le sopracciglia.
Wei Wuxian salì un altro po’ e Jiang Cheng si issò sull’albero a sua volta, seguendolo. Arrivarono circa ad un quarto dell’altezza, e Wei Wuxian si spostò prudentemente di lato, su un ramo, e attese che Jiang Cheng lo raggiungesse.
«Vedi?» gli disse. «Nessun problema!»
Jiang Cheng abbassò la testa con un sorriso che mise in mostra la finestrella che gli avevano lasciato i denti da latte caduti.
«Saliamo ancora» aggiunse Wei Wuxian, e si spinse in piedi per riprendere l’arrampicata.
Era eccitato di aver coinvolto Jiang Cheng nel gioco. Non arrivarono proprio sino in cima all’albero, ma abbastanza da provare un certo senso di vertigine e da graffiarsi i palmi delle mani contro la corteccia, e fecero anche un po’ gli stupidi con Wei Wuxian che fingeva di tirare calci in testa a Jiang Cheng, che da parte sua gli diede un piccolo strattone alla caviglia con un mezzo risolino.
Wei Wuxian sentì un’ondata di soddisfazione. Jiang Cheng era quasi sempre serio e truce, e lui aveva deciso che il suo obiettivo era farlo ridere il più possibile.
Iniziarono a scendere, e fu lì che andò storto qualcosa. Wei Wuxian era concentrato sul trovare l’appiglio successivo quindi non vide bene cosa successe. Forse Jiang Cheng mise male un piede, o una mano, fatto sta che ci fu un guaito sorpreso e poi un gran capitombolo.
Wei Wuxian lo vide cadere da sopra la propria spalla, e al suo tonfo sul terreno fu come se gli si fermasse il cuore.
«Jiang Cheng!»
Per un momento, Jiang Cheng rimase disteso a terra là in basso senza muoversi, e Wei Wuxian era così spaventato da non riuscire a spostarsi nemmeno un po’. Non respirò finché Jiang Cheng non si mise a sedere, scuotendo piano la testa con aria stordita.
A quel punto, Wei Wuxian recuperò il controllo dei propri muscoli e riprese freneticamente la propria discesa. Ad un certo momento gli si impigliò l’abito in una sporgenza nel tronco e ci fu un piccolo strappo, ma lui non vi badò.
Quando balzò a terra, Jiang Cheng era ancora seduto, e si teneva un polso. Era paonazzo in viso e stringeva i denti, e delle lacrime luccicavano all’angolo dei suoi occhi scuri.
«Stai bene?» Wei Wuxian si inginocchiò accanto a lui.
Jiang Cheng emise un mugolio, sollevando appena il polso sinistro come per mostrarglielo… e poi un paio di singhiozzi strangolati si fecero strada tra le sue labbra prima che lui le serrasse di nuovo.
Wei Wuxian si sentì trapassare il cuore. Destava sentirlo piangere. Era sicuro che in tutta Yunmeng – no, in tutto il mondo – non esistesse suono peggiore del dolore di Jiang Cheng.
Per un momento, avrebbe voluto piangere anche lui. Si era detto che non avrebbe permesso che A-Cheng si facesse male, e invece era successo!
«Ce… ce la fai ad alzarti?» balbettò.
Jiang Cheng tirò su col naso e fece segno di sì con la testa. Poi, però, non si mosse; restò seduto a terra, stringendosi il polso al petto. Wei Wuxian si protese verso di lui, e inaspettatamente Jiang Cheng usò la mano incolume per afferrarlo per il davanti dei vestiti e attirarlo a sé. Incastrò la testa sotto il suo mento – Wei Wuxian si ritrovò i suoi capelli in bocca, e sputò per liberarsene – e rimase fermo così.
Senza sapere cosa fare, Wei Wuxian gli cinse la schiena calda con un braccio.
«Dobbiamo andare a casa» disse, inquieto. «Far visitare il tuo polso».
Jiang Cheng parve schiacciarsi ulteriormente contro di lui. Wei Wuxian non capiva cosa stesse facendo, ma per un po’ aspettò che gli passasse.
Proprio quando cominciava a pensare che fosse il caso di trascinarlo via di peso, Jiang Cheng si staccò da lui e alzò la testa.
Sembrava stare meglio. Aveva gli occhi arrossati, ma non più pieni di lacrime, e il suo colorito era più normale.
«Secondo me non è rotto» borbottò.
Sollevato nel sentirlo formulare una frase, Wei Wuxian lanciò un’occhiata al suo polso. «Non sei un medico» obiettò, «cosa ne sai».
Il labbro inferiore di Jiang Cheng tremò pericolosamente. «Non è rotto» si impuntò lui.
Wei Wuxian si alzò e tirò in piedi anche Jiang Cheng. «Questo ce lo diranno in infermieria».
Jiang Cheng mise su un certo cipiglio – nonostante le sue ciglia appiccicaticce e le sue guance bagnate, riuscì ad apparire incredibilmente truce. «Prima chiediamo a jiejie».
Era un compromesso accettabile, decise Wei Wuxian dopo un momento. Lei era brava a capire queste cose.
«Va bene, ma se lei dice che è rotto andiamo in infermeria».
Jiang Cheng emise un mugugno d’assenso e diede una piccola testata contro la guancia di Wei Wuxian. Lui respirò a fondo. Era contento che avesse smesso di piangere. Non voleva sentire quel suono mai più.
La prossima volta avrebbe fatto meglio, si disse, mentre si incamminavano verso casa. La prossima volta – e tutte quelle dopo – avrebbe evitato sul serio che Jiang Cheng si facesse male.
  
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