Non so accettarlo
“E … questo cosa sarebbe?”
“Un regalo”.
Il tono di voce di Arthur già lo avvisa del problema in arrivo. Se c’è una cosa che Paul Verlaine ha capito degli umani, è che quella cosa chiamata anima è il corrispettivo di un virus nel computer; non sai come funziona, non sai come agisce, ma di fatto ad un certo punto li spinge a fare cose senza alcun senso logico e si bloccano. “Quello lo ho capito … ma perché?”
“Beh, è passato un anno da quando sei uscito da quel laboratorio. Dunque possiamo considerarlo il tuo compleanno, no?”
Occhi lucidi, sorriso da idiota. Il tipico passo che invade il suo spazio vitale è la prova definitiva che l’anima abbia di nuovo impallato il cervello del suo collega. “Non capisco …”
E lui odia non capire. Odia non capire perché l’altro ha portato una bottiglia di vino ed un dolce con una candelina sopra, fissandolo con impazienza come se dentro quel pacco dal nastro rosso ci fossero i codici delle banche di tutta la Francia.
“Un compleanno senza un regalo è come un cielo senza luna, Paul. Perché vuol dire che la tua nascita è importante. Che la tua vita ha valore, anche se tu stesso non ci credi”.
Adesso sulla carta dovrebbe essere felice.
Ma non lo è, non funziona.
Non funziona perché non ha quella cazzo di anima, ma solo delle stringhe che accendono e spengono il suo sistema nervoso. E odia quella retorica, perché Arthur parla e parla come se quel pacco possa fargli spuntare un’anima dal nulla.
Dio, quanto odia gli umani.
Dio, quanto odia il sorriso di Arthur.
Ormai ho smesso di sperare che Nomura si svegli di colpo e faccia un anime su KH e sull'Organizzazione, ma spero che la Studio Bones prima che io schiatti mi faccia il favore di animare questa scena in caso decidessero di fare una versione animata di Stormbringer.