Il cielo di Varsavia, d'un netto ceruleo, era illuminato dalla luce del sole meridiano e i raggi dell'astro diurno si irradiavano ora sulle nubi,ora sulla città.

Enji e Lidia, a passo lento, percorrevano il centro storico, a poca distanza l'uno dall'altra.

Di tanto in tanto, si fermavano davanti ad un monumento e lei, paziente, gli narrava la storia della Polonia.

L'eroe, silenzioso, ascoltava le spiegazioni della compagna. Quel paese, così lontano dalla sua terra d'origine, si rivelava pieno di storia.

E lui sentiva forti affinità con il popolo polacco, sfortunato, ma indomito.

Fissò lo sguardo sul viso di Lidia. Gli occhi cerulei di lei erano lucidi di emozione, mentre parlava.

Si identificava nella nazione che aveva giurato di proteggere.

E, pur di difendere il suo popolo, non aveva esitato a sfidare il potere di Hehiachi Mishima.

La donna, ad un tratto, si fermò e appoggiò le sue mani su quelle di Enji.

L'uomo si irrigidì e i suoi occhi cerulei si specchiarono nelle iridi simili della donna. Quello sguardo, così limpido, trafiggeva il suo cuore.

Gli ricordava il suo passato di marito e padre indegno.

Come riusciva lei a stargli accanto e a non curarsi delle occhiate del suo popolo?

– Sarai al mio fianco? Percorrerai con me questo cammino, Enji Todoroki? – chiese lei, pacata, risoluta.

Un mezzo sorriso sollevò le labbra sottili dell'uomo.

– Lidia, non sono polacco. A volte, ammetto di non riuscire a capirvi. – replicò.

– Ma non ti sei mai arreso. Come ti ho detto, hai saputo rinascere dalle tue ceneri. Sei rinato come è rinata Varsavia, dopo la seconda guerra mondiale. E io desidero uomini così al mio fianco. – rispose lei. Ben conosceva il passato di Enji e non lo giustificava, ma non poteva non apprezzarne l'adamantina onestà.

Lui non aveva mai cercato scorciatoie morali, quando parlava della sua famiglia.

Anzi, pur di dare loro la serenità, aveva scelto la solitudine in un paese straniero.

Enji sospirò e le lacrime brillarono nei suoi occhi chiari. Lidia era una donna d'un senso dell'onore adamantino e non temeva il confronto.

Tanta stima era per lui fonte di meraviglia.

Ho una nuova occasione. Non la sprecherò., si disse. La sorte era stata benevola con lui.

Non avrebbe commesso con Lidia gli stessi errori che aveva compiuto con Rei.

– Lidia, sarò al tuo fianco, ma ad una condizione. – affermò lui, deciso.

Una ruga di perplessità attraversò la fronte della giovane.

– Di che si tratta? – chiese.

– Le tue parole mi riempiono di gioia, ma... Potresti evitare di parlare come se fossi in tribuna politica? – chiese, cortese. Lei l'aveva paragonato alla capitale del suo paese e tale comparazione, per quanto lusinghiera, gli aveva procurato un forte senso di straniamento.

Lidia aumentò la stretta della sua mano su quella dell'uomo. A modo suo, lui aveva scelto di essere il suo compagno.

Di nuovo, aveva rivelato la sua indole volitiva, che, con il ritiro di All Might, gli aveva permesso di conquistare il titolo di Eroe Numero Uno.

– Certo, Enji. Sono felice di potere percorrere il mio cammino con te. – concluse.

L'eroe le lanciò un lungo sguardo, lucido di gioia, poi ripresero la loro passeggiata.