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Autore: ValeAlcazar    02/03/2023    1 recensioni
Una one scritta con Manu Roja per il compleanno di Fersen
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MELODIA DI RICORDI

MELODIA DI RICORDI


Fersen

Castello di Standfunsdt, Stoccolma, Svezia 4 settembre 1794


Fersen attraversò solitario la soglia del padiglione del castello di famiglia, dove si era ritirato a vivere dopo il suo rientro dalla Francia.

Il lungo corridoio che conduceva ai suoi alloggi era silenzioso quasi apparisse popolato da fantasmi, spettri inanimati di ricordi che parevano materializzarsi e prendere corpo dalle spesse pareti, così come i suoi passi che rimbombavano cupi e lenti quasi agonizzanti sul pavimento di pietra. Le enormi vetrate che accompagnavano il suo cammino erano ricolme di schizzi di una pioggerella fine ma continua e riflettevano le scure ombre che incupivano il suo volto stravolto e precocemente invecchiato.

Gli appariva lontano quel periodo della sua vita che aveva trascorso in Francia, ed era proprio in quella Versailles, universo chiuso ed ovattato che il suo cuore aveva aperto le porte all'amore. Ricordava lo stuolo di cortigiani che si prestavano in riverenze al suo passaggio e quel volto di delicata bellezza che emergeva cercandolo tra la folla visione di colei che gli avvolgerà i sensi , quella regina a cui devoto si era inchinato da che gli era entrata nell'anima.

Quel sentimento unico, impossibile vissuto in ostinato mutismo fra incontri fugaci e clandestini, consumati tra abbracci furtivi e palpitanti emozioni negli oscuri e remoti angoli di una reggia dove, enormi fauci erano pronte ad inghiottire ogni minimo sgarro della regina donandolo in pasto ad infamanti e denigratori libelli, scandalo immane quella relazione adultera agli occhi di una corte pronta a gettare fango su ogni minimo ed improprio comportamento della sovrana. Fersen sapeva che avrebbe condotto la regina sull'orlo del baratro, fu per questo che con tutto il suo dispiacere fu costretto a rifiutare il costoso dono che la sovrana gli aveva fatto consegnare quel giorno di settembre, ormai offuscato ma non molto remoto. Vacillante Fersen arrivato nella sua stanza si sprofondò nella poltrona a ridosso della finestra ascoltando perso nei ricordi il monotono e malinconico ticchettio della pioggia, mente un servitore si adoperava ad attizzare il fuoco nel camino. L' inverno in Svezia è precoce e presto i viali ed i giardini del palazzo si sarebbero ricoperti di una spessa coltre di neve.

" Signor Conte, vostra sorella vi invita a scendere, ha preparato un piccolo rinfresco per questa vostra ricorrenza"

" Grazie Gustav ma preferisco restare solo...non sono dell'umore giusto per festeggiare" rispose Fersen appoggiando la mano sulla fronte mentre i suoi occhi si velavano di lacrime era troppo forte sopportare il dolore per la perdita della donna della sua vita aggiunto al rimpianto di aver appreso troppo tardi della scomparsa di Oscar e André.

L' universo che aveva popolato i suoi prolungati soggiorni in terra francese, si era sgretolato in pochi istanti, la sua memoria avrebbe raccolto e rammentato quella ineguagliabile ed unica stagione della sua vita custodendola come un cimelio prezioso.

Fersen era assorto in quel turbinio nostalgico di ricordi, frammenti di quel sentimento che gli era divenuto essenziale per vivere, adesso che la regina era morta per mano della Rivoluzione. Tutti questi pensieri lo distolsero dall'accorgersi che qualcuno era entrato nella stanza, una voce sibillina lo fece trasalire riportandolo alla realtà

" Hans devi smettere di tormentarti, non vorrai farti schiacciare dal fardello del tuo passato...devi dimenticarla...torna a vivere" disse la sorella Sophie con tono perentorio

"Nel salone principale si è riunita la famiglia al completo per festeggiare il tuo anniversario ed il tuo ritorno in Svezia non vorrai astenerti dal partecipare?"

Fersen non rispose non aveva granché voglia di festeggiare chiuso nel suo dolore seduto sulla poltrona del salottino adiacente camera sua se ne stava con lo sguardo perso nel vuoto come il suo cuore straziato.

Notò che la sorella se ne stava ancora lì in attesa che lui si alzasse e si decidesse a seguirla nel salone di sotto.

"Sophie non insistere te ne prego, trova una scusa qualsiasi da dire agli ospiti. Lasciami solo non ho voglia di vedere nessuno men che meno di festeggiare."

La sorella rassegnata uscì dagli alloggi del fratello.

Fersen si alzò dalla poltrona e si avvicinò alla grande vetrata che dava sull'ingresso principale del castello.

Vagando tra i suoi ricordi accennò un sorriso.

Stava ricordando uno dei suoi tanti genetliaci trascorsi in Francia tra cui uno.

Aveva trascorso quel pomeriggio del 4 Settembre del 1786 con la sua amata e dopo essersi congedato da lei fece visita, come spesso accadeva, dai suoi amici Oscar e André per passare le poche ore che mancavano alla cena tra un duello con la spada e chiacchiere con un calice di buon vino in mano. Avevano smesso di sfidarsi l'uno contro l'altro e Oscar lo aveva invitato a fermarsi anche a cena da loro per poter continuare a chiacchierare tutti insieme piacevolmente. Aveva, in un primo tempo rifiutato ma poi, sotto le insistenze di André e Oscar si era convinto a rimanere. Stavano trascorrendo una piacevole serata allietati dalle leccornie che Nanny aveva preparato per cena, da una gustosissima zuppa seguito da un'arrosto e un fagiano, finendo con la torta di mele di cui André andava ghiotto. All'arrivo del dolce ad André gli si erano illuminati gli occhi, già pregustava quella prelibatezza fatte dalle mani della sua cara nonna. Oscar si era accorta dello sguardo di André all'arrivo del dolce in tavola ed inizio a canzonarlo sotto lo sguardo divertito di Fersen.

I due si punzecchiavano a vicenda e una cosa saltò all'occhio di Fersen gli sguardi d'intesa che i due si scambiavano. Era evidente ai suoi occhi che tra i due c'era qualcosa che andava al di là della semplice amicizia.

Gli occhi dei due brillavano quando s'incontravano e le loro risate, all'infinito punzecchiarsi, era un balsamo per il suo cuore che sanguinava per quell'amore che gli dava sia gioia, perché corrisposto, ma anche tanta sofferenza perché tenuto nascosto quando lui avrebbe voluto gridarlo ai quattro venti quell'amore. Lo aveva visto sbocciare quell'amore tra Oscar e André e ne era felice.

Già! Oscar e André. Loro erano morti a breve distanza l'uno dall'altra e li immaginava felici insieme.

Calde lacrime scendevano adesso dai suoi occhi, quanto avrebbe voluto che i suoi amici fossero sopravvissuti e che l'avessero aiutato a salvare la sua donna, anche se erano di idee opposte a quelle che i Sovrani avevano in quel momento. La sua Maria Antonietta...era sua. Aveva tentato il tutto e per tutto per portarla in salvo, avrebbe rinunciato a lei con la speranza di rincontrarla un giorno, forse chissà, ma almeno saperla in vita. Invece era tutto finito. Era quasi un anno che lei non c'era più. Non si capacitava del perché nonostante il suo cuore fosse dilaniato dal dolore del suo ricordo battesse ancora tenendolo in vita.

"Quanto vorrei morire in questo istante e raggiungerti amor mio, vorrei tanto rivedere i tuoi occhi, il tuo splendido sorriso respirare il dolce profumo ed inebriarmene fino ad ubriacarmi. Attendo con impazienza quel giorno e allora sarà dolce la morte quando verrà, perché potrò rivederti finalmente e starti accanto."

   
 
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