Mare di Normandia

Le dorate spiagge della Normandia raccolsero le solitarie meditazioni di Oscar, i suoi pensieri erano lo specchio della sua anima che si rifletteva tra quelle chiare acque che brillavano come gemme preziose nel pallido sole di un declinante pomeriggio di primavera. Ecco apparire tra il frangersi dei flutti, due flutti immagini che mormoravano come un sonoro riverbero nella sua anima, la visione di Fersen dai tratti nitidi che si perdeva nelle arcane profondità marina come un'effimera e fallace chimera, fuggevole lusinga che si era impadronita come un bisbiglio del suo cuore di donna e spazzata dal eco del vento che increspava le onde fino a rompersi come fragile vetro sul tenue manto renoso, l' altra l amico fraterno che con quello stizzoso gesto inconsulto le aveva declamato il suo amore immenso come la vastità di quel orizzonte che sconfinava nei recessi più reconditi del infinito universo fino ad espandersi in una miriade di sentieri ricolmi di tenere parole di pura passione. Eccola voltarsi, guardare quelle orme lasciate sul argenteo manto di sabbia scomparire tra la sagoma di quel vecchio relitto che ancora all'arenile le appariva come il segno tangibile del tempo che fu, come quella risacca che si allontana ricolma di candida schiuma. Adesso tutto era chiaro, presto il destino avrebbe segnato la strada che sebbene ancora confusa avrebbe seguito conducendola verso quel approdo sicuro, rifugio del suo cuore in tormento, che l avrebbe portata ad aprire il suo cuore all’amore.