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Autore: yellow_weirdo    04/03/2023    1 recensioni
Una piccola one shot nata per caso, ascoltando "Ferma a guardare" mentre la pioggia scendeva fitta.
Racconta della relazione tra tra Gray e Juvia, nata per caso e distrutta per errore.
È scritta dal punto di vista introspettivo di Gray.
«Quando Juvia era entrata nella sua vita non lo aveva fatto in modo convenzionale. Era stata, letteralmente, una tempesta, una di quelle che non avrebbe mai potuto dimenticare.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spedisco lettere ai tuoi occhi blu
«Mi hai chiesto: 'Credi all'amore?' o se avessi dei desideri
Che pensassi del futuro e se avessi amici veri
Eri ubriaca, ma riempivi entrambi i nostri pensieri»
#Ferma a guardare

Non aveva mai cercato una relazione, non aveva mai cercato l’amore. Lo aveva provato, ma ogni volta qualcosa, o qualcuno, se l’erano portato via. Si era chiuso in se stesso e nel suo ghiaccio. Era meglio stare da soli, non soffrire inutilmente.

Quando Juvia era entrata nella sua vita non lo aveva fatto in modo convenzionale. Era stata, letteralmente, una tempesta, una di quelle che non avrebbe mai potuto dimenticare.

Non poteva contraccambiare i sentimenti della ragazza, non li provava e temeva che mai lo avrebbe fatto. Credeva che non ci fosse spazio per l’amore nella sua via.

In realtà il suo cuore era nelle mani di una donna che non lo ricambiava, forse di cui neppure sapeva di essere innamorato.

Ultear era una presenza tanto discontinua quanto perennemente presente,  non solo nella sua mente, ma pure in quel sentimento che lui rifiutava di accettare.

Purtroppo anche lei se n’era andata, portata via dal tempo tiranno.

Dopo qualche tempo, però, era successo qualcosa; lentamente Juvia era diventata una costante, quel punto fermo in mezzo al ritmo incalzante delle giornate che si susseguivano le une con le altre.

Era successo per caso.

Una sera qualsiasi di un giorno qualsiasi, anonimo, erano rimasti da soli e dopo aver bevuto qualche bicchiere in più ogni maschera era caduta.

Juvia era diventata pericolosamente seria parlando sinceramente dei suoi sentimenti, in un modo così puro, ma allo stesso così semplice da spaventarlo.

Non solo, gli aveva letto dentro con la stessa facilità con cui si leggeva un libro, con quella leggerezza d’animo che a lui, invece, mancava completamente.

Gli aveva parlato di un futuro in cui lui, in fondo, riusciva perfettamente a vedersi, a immaginarsi.

Da quel momento le cose avevano iniziato come a vorticare. Era come in balìa delle onde che lo portavano lontano dalla riva e da quella terraferma a cui si era sempre aggrappato con disperata ostinazione.

La razionalità aveva lasciato spazio a qualcosa di diverso, di impossibile da governare, ma con lei al suo fianco gli sembrava di poter controllare quella paura che gli aveva sempre attanagliato il cuore.

La paura, però, per quanto possa sembrare domabile, quando meno te l’aspetti, si prende gioco di te.

Esattamente come la loro storia era iniziata era finita. E la colpa era solo sua.

Un bicchiere di troppo l’aveva fatta iniziare e un bicchiere di troppo l’aveva fatta finire.

Aveva bevuto con un’altra donna, aveva amato il corpo di un’altra donna e così facendo aveva rovinato due relazioni, quattro vite.

Non riusciva a cancellare dalla sua mente il ricordo dei suoi occhi azzurri colmi di lacrime. Lui ne era l’artefice, suo era il peccato che le aveva create.

Era come se i suoi pensieri fossero infestati da ciò che aveva fatto, quello che aveva distrutto con le sue stesse mani. Tutto il dolore che aveva causato.

Avrebbe di nuovo tentato di parlarle, di scalfire quella corazza che, per colpa sua, si era innalzata attorno al cuore di Juvia.

La guardava. Lei in alto sul pianerottolo del suo appartamento, lui in fondo alle scale. In mano un mazzo di gigli bianchi e negli occhi l’imbarazzo e il rimorso dei suoi sbagli.

Era così bella e così triste e lui così stupido da averla ferita in quel modo.

Con un paio di balzi l’aveva raggiunta. Le iridi azzurre di Juvia incastonate nelle sue blu notte, uno sguardo che valeva più di mille parole.

Il tempo sembrava essersi fermato, ma lui era pronto a farlo ripartire, a guardare al futuro, forse di nuovo con lei al suo fianco.

Entrarono in casa.

Parlarono.

Il futuro iniziò.





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• Nota dell'autrice:
Benvenut* in questa piccola one shot nata veramente per caso mentre guidavo sotto una pioggia assurda ed è partita "Ferma a guardare" di Ernia (ft. Pinguini Tattici Nucleari). La storia è nata in modo spontaneo nella mia testa, anche se poi ci è voluto un attimo per metterla per iscritto tra ispirazioni varie, più riascolti e ricontrolli del testo infiniti.
Spero vivamente che vi piaccia!
- Jo

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