Le parole della cameriera risuonano nella mente di Guido.
Una morsa gelida d’angoscia stringe il suo cuore e il suo respiro accelera, sollevando il suo petto.
‒ Non può essere… ‒ mormora, lo sguardo fisso nel vuoto. Elena ha preso il motoscafo e ha portato con sé Anna.
Si passa una mano tra i capelli, angosciato. La disperazione ha portato sua moglie ad una scelta insensata.
Non vuole separarsi dalla loro figlia e, dilaniata dalla paura, ha deciso di andarsene.
Angosciato, percorre la sala da pranzo, apre la porta finestra e si precipita sul balcone.
‒ No… ‒ mormora.
Il cielo è coperto da nubi grigie, livide, e il vento, gelido, sibila e colpisce il mare, sollevando onde sempre più grosse.
Stringe il pugno e si morde le labbra. Elena sa guidare il motoscafo, ma il tempo atmosferico è cupo e non da’ segni di miglioramento.
Barcolla, come se fosse colpito alle gambe da un martello, e si appoggia al muro con la mano. Come ha potuto essere così stupido?
Il dolore per la morte di Bruno ha ubriacato il suo cuore di vendetta e odio.
In Elena ha visto una donna arida, incapace di qualsiasi pietà.
Ma lei è pur sempre la madre di Anna e ha sempre cercato il bene della loro bambina.
Non ha voluto vedere il suo pentimento.
La sua intransigenza lo sta portando alla distruzione della sua famiglia.
Il suo cuore teme altri, crudeli lutti.
D’istinto, si rialza e, a passo rapido, esce dalla villa. No, non può restare immobile.
Consumarsi nell’attesa dell’inevitabile è inutile.
Deve chiamare le capitanerie di porto, ne è ben cosciente.
Forse, è ancora possibile fermare un viaggio verso una morte crudele.