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Autore: Be_Yourself    25/03/2023    0 recensioni
(Zelda Breath of the wild)
Honey è una dei più abili combattenti tra le schiere dei cavalieri di Hyrule, anche se un po’ testa calda e casinista. Tutto il contrario di Link, l’altro cavaliere più abile del regno: taciturno, tranquillo e piuttosto solitario.
Nonostante tutto – o forse proprio per la regola secondo cui gli opposti si attraggono – Honey e Link hanno legato moltissimo da quando entrambi sono stati scelti come cavalieri di Hyrule, così tanto da diventare migliori amici, e la loro amicizia si rivelerà provvidenziale quando Link verrà scelto come cavaliere personale della principessa Zelda, di cui è segretamente infatuato.
Un viaggio nelle terre Gerudo per ottenere l’aiuto della Matriarca Urbosa potrebbe essere l’occasione perfetta per far scoccare la scintilla tra la principessa e il suo cavaliere… con un piccolo aiuto e un po’ di fortuna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Link, Nuovo Personaggio, Princess Zelda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
Verso le terre Gerudo


Il sole stava già tramontando all’orizzonte, riempiendo il Canyon Gerudo di una luce rossiccia. Link, Honey e la principessa Zelda cavalcavano cauti nella direzione che li avrebbe condotti al deserto e infine alla cittadella Gerudo.
Erano lì per parlare con la matriarca Urbosa, signora di quelle terre e vecchia amica della madre di Zelda. Normalmente sarebbe stato soltanto Link ad accompagnare la principessa, in quanto suo cavaliere personale, ma l’accesso alla cittadella era vietato agli uomini, così si era resa necessaria la presenza di Honey perché facesse da scorta alla principessa durante il suo incontro con la matriarca.
«Ci conviene fermarci allo stallaggio più avanti per questa notte» disse Honey osservando il cielo farsi sempre più scuro «Viaggiare nel deserto in piena notte non è una buona idea, e poi dobbiamo comunque lasciare i cavalli».
Gli altri due furono ovviamente d’accordo.
Raggiunsero lo stallaggio che si trovava quasi alla fine del canyon quando ormai le stelle già punteggiavano il cielo blu.
Link pensò ai cavalli mentre Honey andava a parlare con il proprietario per chiedere tre letti per quella notte, intanto Zelda sedette accanto al fuoco per scaldarsi. L’aria iniziava a diventare gelida.
La principessa fissava le fiamme con aria assorta, preoccupata e vagamente triste. Sperava davvero che l’idea di usare i colossi sacri per sconfiggere la Calamità Ganon potesse essere d’aiuto, anche perché era la loro sola speranza finché lei non fosse riuscita a risvegliare i propri poteri, cosa che il re suo padre le rinfacciava ogni giorno.
D’altronde, però, neppure la Spada Suprema aveva ancora scelto un eroe, dunque la Calamità non doveva essere così tanto imminente.
«Va tutto bene, principessa?» la voce di Honey la distolse da quei pensieri. Sussultò involontariamente e fissò l’altra ragazza.
Non poteva negare che fosse graziosa, nonostante i modi poco femminili e aggraziati, nonostante i capelli tagliati corti e sempre in disordine, ma c’era qualcosa di particolare in lei, un fascino che andava oltre l’aspetto fisico, oltre quei capelli corvini e gli occhi verdi. Forse era la sua spavalda sicurezza, o il sorriso allegro ed irriverente che aveva sempre sulle labbra.
Magari era quella la ragione per cui aveva conquistato Link, quella sicurezza, quella perenne allegria. Si rese conto con angoscia che lei era tutto l’opposto. Nonostante fosse una principessa, una futura regina, non era minimamente sicura o spavalda, ma spesso timorosa, insicura delle proprie scelte e delle proprie capacità. Link non l’avrebbe mai considerata in nessun altro modo se non come la principessa da proteggere, un dovere da compiere, perché non era il suo tipo.
«Io… Ho solo un po’ freddo» si affrettò a rispondere quando si rese conto di essere rimasta a fissare Honey per un tempo troppo lungo.
«Sì, nel deserto le temperature sono davvero estreme. Troppo caldo di giorno e troppo freddo di notte. Vi prendo una coperta» disse lei con allegria e gentilezza, prendendo una coperta dalla borsa e posandogliela sulle spalle.
«Ti ringrazio» rispose Zelda in tono incolore. Era una cosa stupida, se ne rendeva conto, ma anche un gesto così gentile da parte di quella ragazza l’aveva infastidita. Insomma, non era stato il gesto in sé, e non è che Honey avesse mai fatto qualcosa per rendersi insopportabile ai suoi occhi, ma aveva una relazione con Link, e tanto bastava.
Honey osservò il calderone sul fuoco con aria pensierosa «Sarà meglio cucinare qualcosa di caldo» così detto prese dalla borsa una scatola con dentro alcuni ingredienti che aveva portato per quel viaggio.
Link, che aveva appena finito di sistemare i cavalli nell’apposito recinto, si avvicinò quasi allarmato «Non ti preoccupare, ci penso io» disse e le tirò la scatola di mano.
L’amica lo guardò offesa «Ti comporti come se io potessi tentare di avvelenare la principessa».
«No, è solo che penso di conoscere un po’ meglio i gusti della principessa, e poi non voglio darti troppo lavoro da fare» farfugliò, non volendo screditare Honey davanti alla principessa dicendo che raramente i suoi piatti potevano definirsi commestibili e che, se anche non avessero avvelenato nessuno, comunque non sarebbero stati gradevoli da mangiare.
Iniziò a preparare una zuppa con carne, carote ed erba di Hyrule, ignorando completamente le spezie Goron che l’altra aveva portato, che bruciavano quanto la lava del Monte Morte.
Honey, dopo aver guardato Link con aria imbronciata per un po’, decise di pensare ad altro.
«Volete che vi insegni qualche parola nella lingua Gerudo?» domandò rivolta agli altri due.
La principessa la guardò sinceramente sorpresa «Conosci la lingua Gerudo?».
«Sì, prima di diventare cavaliere ho vissuto qui per alcuni anni. Infatti conosco bene queste terre e, ovviamente, anche la lingua che si parla qui».
Zelda non avrebbe voluto darle così tanta importanza, ma era curiosa, sia di conoscere qualche parola nella lingua Gerudo, sia di sapere qualcosa in più della sua permanenza nella cittadella.
«Mi piacerebbe sapere qualcosa, sì».
L’altra assunse un’aria particolarmente fiera «D’accordo, la cosa principale da sapere sono i saluti. Sav’otta significa buongiorno, per augurare buona giornata invece si una sav’aaq, mentre arrivederci si dice sav’orq, buonasera è sav’saaba, se vi salutano dicendo vasaaq allora vi stanno augurando il benvenuto» disse scandendo accuratamene le parole in modo da farle comprendere bene agli altri due «Altre parole importanti da conoscere sono vay, ragazza, e voy, ragazzo. Poi c’è vehvi che significa bambina o figlia».
La principessa ascoltava con estrema attenzione, poi sorrise «Credo di aver capito».
«Beh, comunque ci sarò io con voi, quindi non dovete preoccuparvi» rispose l’altra con un sorriso, poi la sua espressione divenne pensierosa «Chissà se avremo tempo per fare un salto al bar della cittadella. Voglio proprio assaggiare il famoso vay meets voy».
«Honey!» sbottò Link in tono di rimprovero «Sei in missione, devi pensare a proteggere la principessa, non a bere».
«Non ho mica detto di voler trascurare il mio dovere!» ribatté lei, guadagnandosi uno sguardo truce dall’altro.
«Se dovesse accadere qualcosa alla principessa…».
«Link, tranquillo» intervenne Zelda, posandogli una mano sul braccio, in volto aveva un’espressione divertita e le gote leggermente rosse. Era stato bello vedere Link così preoccupato per lei «Non può succedermi nulla mentre sono nella cittadella, Urbosa era amica di mia madre, nessuno lì potrebbe mai farmi del male».
«Questo non lo metto in dubbio, principessa, ma la prudenza non è mai troppa» rispose lui in tono serio «Se qualcuno attaccasse la cittadella, le guardie di Urbosa difenderebbero prima di tutto la loro matriarca, non penserebbero a voi, per questo è necessario che Honey sia costantemente vigile e non si lasci distrarre da niente» detto ciò lanciò un’altra occhiata ammonitrice all’amica.
«Sai che quando si tratta dei miei doveri niente mi distrae. Tengo al mio ruolo di cavaliere tanto quanto te!».
Per la prima volta Zelda vide la solita irriverente allegria svanire dallo sguardo della ragazza. Era seria, fin troppo, e sembrava essersi davvero offesa per le parole di Link, ma fu solo un istante.
«Cerca di stare tranquillo, farò in modo che alla tua principessa non capiti nulla» lo disse in un tono così allusivo che sia Zelda che Link si ritrovarono ad arrossire ed evitarono accuratamente di guardarsi negli occhi.
Lui finì di cucinare e mise la zuppa in tre ciotole. Honey prese la sua, mangiò in fretta e poi si alzò «Faccio io il primo turno di guardia stasera, voi due riposate» disse e, senza dare loro il tempo di ribattere, si allontanò verso il recinto dei cavalli, sedette su una delle travi e cominciò ad accarezzare Shadow, il suo destriero nero come la notte.
Zelda aggrottò la fronte «Non siamo al sicuro qui allo stallaggio? Perché c’è bisogno che Honey faccia la guardia?».
«Beh, voi siete una principessa, è sempre meglio essere prudenti. Se uno di noi resta di guardia potrà rapidamente agire e dare l’allarme nel caso notasse qualcosa di sospetto».
«Non deve essere per niente un lavoro facile quello del cavaliere. Fate così tanto per me, per il regno, e rischiate così tanto ogni giorno».
«Principessa, per noi è un onore, ve lo assicuro».
Zelda gli sorrise, ma era un sorriso velato di tristezza. Quei cavalieri rischiavano così tanto per il regno, e lei non era capace di fare la sola cosa che le era richiesta: risvegliare quel potere necessario a sigillare la calamità, necessario a proteggerli tutti.
  
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