Kenma prese
un sorso di succo di zucca e spostò il cavallo, il quale
distrusse la regina di Tetsurou.
- Non è
divertente se non ti impegni. – sbuffò, guardando
di sottecchi l’amico. – Scacco matto. –
Tetsurou
alzò le mani a mo’ di scuse, e fece cadere il
proprio re in segno di sconfitta.
Kenma osservò
sovrappensiero la scacchiera che magicamente si ripuliva dai detriti
della partita.
- Allora, vuoi dirmi
perché siamo veramente qui? - si decise a chiedere. Non era
abituato al silenzio di Tetsurou. – Perché di
certo non è per giocare a scacchi. –
Tetsurou
sussultò, prima di aprirsi in un sorriso poco convinto: - Ci
deve essere una ragione per passare del tempo con… -, ma fu
interrotto dall’ennesimo sbuffo di Kenma.
- Per favore, taglia
corto. -
Tetsurou, in evidente
difficoltà, si grattava il capo cercando una maniera per
iniziare il discorso.
Kenma sospirò
di nuovo: - Si tratta per caso di Tsukishima? –
Allarmato, Tetsurou
si guardò intorno per accertarsi che nessuno stesse
origliando la loro conversazione; per sua fortuna, la Sala Grande non
era ancora affollata e solo qualche capannello di studenti sedeva a
distanza di sicurezza, chiacchierando nell’attesa della cena.
- Come fai a saperlo?
– borbottò Tetsurou, adocchiando un gruppetto di Corvonero che
aveva appena varcato la soglia. Falso allarme: erano del primo o
secondo anno.
Kenma alzò
un sopracciglio, scettico – Senti, vuoi dirmi di cosa si
tratta esattamente? –
Tetsurou
spostò finalmente lo sguardo su di lui.
- Non so da dove
cominciare. -
-
Dall’inizio. Per esempio, cos’era quella storia
delle ripetizioni di Trasfigurazione? –
Tetsurou si
lasciò sfuggire una risata. – Ho sentito dire che
Kei ha qualche problema con Trasfigurazione. –
- Da chi
l’hai sentito dire? –
- Da Keiji. –
- Da Keiji, che l’ha saputo
da Bokuto,
il quale ne parlava con Tadashi al tavolo dei Tassorosso? –
Tetsurou sorrise
sornione. – Ogni tanto il tuo acume mi terrorizza. –
Kenma tacque
per un momento senza commentare. - Ebbene? –
Tetsurou prese un
lungo respiro prima di iniziare a raccontare. Ebbene, una settimana
prima, Kei si era inaspettatamente presentato davanti
all’aula di Difesa contro le Arti Oscure quando i Grifondoro e
i Tassorosso del
settimo anno ne stavano uscendo. Koutaro era
rimasto così felicemente sorpreso di vederlo lì
che, se non ci fosse stato Koushi a
trascinarlo di peso verso la lezione successiva, Kei e Tetsurou non
avrebbero avuto alcuna chance di parlare. Nei pochi minuti a
disposizione, con la sua solita aria strafottente che tanto stuzzicava
Tetsurou, Kei gli aveva detto che avrebbe accettato un paio di
ripetizioni di Trasfigurazione, aggiungendo con un sorrisetto arrogante
che lui avrebbe potuto ricambiare con qualche lezioncina di volo. Si
riferiva al fatto accaduto il weekend precedente,
durante la partita Serpeverde contro Grifondoro, quando Atsumu Miya aveva
centrato con un Bolide lo stomaco di Tetsurou, facendolo quasi cadere
dalla scopa. Il Kuroo fanclub aveva
protestato fortissimo a questo atto spudoratamente vile perpetrato
dalla squadra di Serpeverde, ma
l’arbitro non aveva segnalato alcuna infrazione. Tetsurou
aveva incassato bene la frecciatina, accettando le lezioncine di volo a
condizione che Kei riuscisse a trasfigurare la sua coppa senza ombra di
piume. Kei aveva sbuffato, nascondendo male l’aria divertita,
ed era scappato con la scusa di avere Erbologia con
i Serpeverde e
non voleva assolutamente rischiare di sedersi di fianco a Kageyama. Se ne era andato
così velocemente che Tetsurou non aveva avuto nemmeno il
tempo di chiedere la data e il luogo.
Dunque, Tetsurou
aveva aspettato diligentemente la cena nella Sala Grande e, dopo uno
scambio di bigliettini incantati, che avevano rischiato più
volte di essere intercettati dalle grinfie curiose di Ryuunosuke e Shouyou, si erano accordati per
vedersi la sera seguente nella Sala dei Trofei alle nove di sera.
Kenma alzò
un sopracciglio, scettico: - Perché nella Sala dei Trofei? -
Tetsurou lo
fissò seriamente e rispose: - Non potevo certo invitarlo
nella Sala Comune dei Grifondoro! Non oso pensare alla
punizione che Daichi mi
avrebbe rifilato se non mi avesse trovato a letto, ma davanti al
caminetto a trasfigurare animali con un Corvonero. –
rabbrividì. – E poi, nessuno va più
nella Sala dei Trofei da quell’incidente. -
Kenma dovette
dargli ragione. L’anno precedente, Tora e Ryuunosuke, ubriachi di Whiskey
Incendiario, si erano introdotti di notte scortati da Tetsurou, nella
Sala dei Trofei per rubare la Coppa di Quidditch da
poco assegnata ai Serpeverde. Poco stabili sulle
gambe, avevano finito col fare un chiasso tremendo urtando contro
mobili e ferraglia, richiamando sul posto il custode notturno. Tetsurou
li aveva salvati all’ultimo, rinchiudendoli
all’interno di un paio di armature medioevali e facendoli
fluttuare minacciosamente verso il povero custode, il quale se
l’era data a gambe impaurito. Il giorno seguente,
né Tora, né Ryuunosuke avevano
alcuna memoria dell’accaduto, ma in tutta la scuola si
mormorava già che nella Stanza dei Trofei si annidassero due
entità maligne.
- Ok, vai al punto.
Cos’è successo la sera dell’incontro?
– chiese Kenma, sbuffando.
- Cosa vuoi che sia
successo? – borbottò Tetsurou.
Durante la cena,
quella sera, Tetsurou aveva dovuto pagare Tora con dieci Cioccorane perché
distraesse Daichi dando
fuoco alla tovaglia. Con questo diversivo, era sgattaiolato verso
l’uscita, dove si era imbattuto in Koutaro. Per fortuna, questi non
gli aveva prestato troppa attenzione, immerso com’era in una
fitta conversazione di strategia di gioco con Asahi e Noya. Aveva dunque raggiunto il
terzo piano, dove Kei lo stava aspettando con gufo in spalla,
indispettito dal suo leggero ritardo. Dopo aver ribattuto qualcosa
– “Non è forse vero che
l’attesa del piacere è essa stessa il
piacere?”, “No.” -, Tetsurou aveva
proceduto col fraternizzare con il gufo di Kei, un esemplare piccolo,
di un bruno scuro e dagli occhi dorati. Aveva scherzato sul fatto che
Kei ed il gufo si assomigliassero per via dell’espressione
imbronciata, al che si era beccato una doppia occhiata truce. Si era
poi esibito in una chiara dimostrazione delle sue capacità
trasfigurando vari oggetti nella stanza nei più disparati
uccelli, dal fenicottero al pavone al tacchino –
“Ah, è questo che intendevi quando dicevi di
essere un esperto di Trasfigurazione di uccelli.”
–, ma ben presto aveva dovuto farli tornare della loro forma
originaria per via del crescente numero di piume e starnazzi. Quindi,
fattosi più serio, Tetsurou aveva mostrato
l’incantesimo di Feraverto, trasformando il gufo
di Kei in un’elegante coppa dal bordo basso e ampio. Tetsurou
omise di raccontare a Kenma che,
fra un tentativo e l’altro, Kei gli aveva chiesto con una
certa strafottenza se quello fosse il luogo in cui portava le ragazze
del fanclub per fare colpo.
- No.- aveva risposto
Tetsurou, correggendogli la posizione della mano. – Questo
posto è un po’ troppo tetro per fare colpo.
Preferisco un luogo un po’ più caloroso,
diciamo, più accogliente. Tipo
lo spogliatoio della squadra. –
Era stata una
spacconata esagerata: nello spogliatoio, ci aveva portato una sola
ragazza, al quarto anno, e mentre era impegnato in un alquanto umido
bacio era stato beccato in flagrante dai compagni. Insomma, non proprio
il momento più splendido della sua adolescenza.
- Le vuoi
praticamente prendere per asfissia. – aveva commentato acido
l’altro.
- Il testosterone
funziona sempre. – aveva ammiccato Tetsurou e
all’improvviso, con un colpo secco di bacchetta, Kei aveva
trasfigurato il gufo in un perfetto calice alto.
– E niente,
– tagliò corto Tetsurou – quando
l’incantesimo gli è riuscito, se
l’è filata con la scusa di avere una lezione di
Divinazione molto presto, e se ne è andato a dormire.
–
Kenma lo
fissò prima di sospirare pesantemente, mentre il ricordo
della suddetta sera si affacciava alla sua mente. Quando tutti erano
già a letto, Kenma si
era sistemato sul divano della Sala Comune, nascosto sotto ad una
montagna di cuscini, a giocare con la sua Switch – artefatto
Babbano che non aveva potuto abbandonare – e
all’improvviso Kei si era palesato con passi pesanti e
imprecazioni borbottate a fior di labbra. Con un gesto violento della
bacchetta aveva spento il fuoco che ancora scoppiettava nel camino per
poi dirigersi verso il Dormitorio. Sul momento non si era fatto troppe
domande, ma tutto cominciava ad avere un senso.
- Mi dreni di tutte
le forze, Kuro.
– borbottò Kenma.
Tetsurou lo
fissò irritato in attesa che continuasse.
- Mi sembra che tu
non sia onesto con te stesso. Perché non hai fatto la prima
mossa? –
Tetsurou, punto sul
vivo, si drizzò sulla panca. – È
che…-
Kenma gli
fece cenno di continuare ad elaborare con la mano.
–
È che non so come si fa, con i ragazzi. – lo disse
senza guardare Kenma in
faccia. Loro non parlavano mai di quelle cose. Forse Tetsurou aveva
menzionato un paio di ragazze in passato, ma non era mai sceso nei
dettagli; Kenma,
da parte sua, non si era mai espresso in merito ad un interesse
romantico per qualsivoglia essere umano. Il fatto che Kenma fosse
a conoscenza dell’interesse di Tetsurou per Kei era un
effetto collaterale della faccenda delle finte lettere, ma non ne
avevano mai parlato apertamente. Non prima di allora.
- E quale
sarà mai questa gran differenza? –
sbuffò Kenma.
- Non so come si
flirta con un ragazzo! – sibilò fra i denti
Tetsurou, controllando ancora una volta che nessuno fosse abbastanza
vicino da sentirli.
- Flirta come se
fosse una ragazza. –
Tetsurou
alzò gli occhi al cielo: la faceva facile, lui. –
Ok, mettiamo che io ci provi normalmente, che io faccia lo spavaldo. Di
solito riesco a capire se una ragazza ci sta da come risponde ai miei
flirt. –
- Per esempio?
– lo interruppe Kenma.
- Per esempio, se la
ragazza s’imbarazza o arrossisce … -
- Tsukishima si
sistemerebbe gli occhiali. –
- O se ride in
maniera esagerata a quello che dico… -
- Tsukishima ti
risponderebbe con una battuta acida per stuzzicarti. –
Tetsurou
guardò l’amico con gli occhi sbarrati, cercando di
computare quello gli era appena stato detto.
Kenma si
alzò dalla panca e, impacchettando la sua scacchiera,
pacatamente disse: - Smettila di cercare scuse. –
Tetsurou stava ancora
fissando le venature del tavolo quando la voce di Kenma lo
riscosse dai suoi pensieri: - Tsukishima è
il primo della classe in Trasfigurazione, sta pure seguendo il corso
per diventare Animagus.
La cosa delle piume, gli è successa una volta sola, al terzo
anno se non ricordo male. Quello che ha qualche difficoltà
con l’Incantesimo è Tadashi. –
Tetsurou
sgranò gli occhi.
- Non serve un Serpeverde per
ingannarti. – sbuffò Kenma allontanandosi
dal tavolo di Grifondoro per
andare a sedersi a quello di Corvonero, vicino a Keiji.
Anche se, ragionava Kenma, se Keiji e
Kei non fossero stati così intelligenti, sarebbero
sicuramente finiti in Serpeverde.
***
Ciao a tutti/e!
Non ho resistito
all’idea di ampliare un po’ la one-shot che avevo
scritto e, ahimè, mi sono imbarcata in una mini-long
(sperando che rimanga mini).
Piccolo appunto sulla
Sala dei Trofei: sinceramente non mi ricordo se effettivamente le coppe
di Quidditch vengano
tenute lì, ma facciamo che è così.
Spero che questo
capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio ancora moltissimo chi ha recensito
la storia, apprezzo molto il vostro supporto.
Alla prossima
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