Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Madeleine_Smith_Choppi    03/04/2023    1 recensioni
[Warning: mini oneshot ambientata nella quarta stagione, dopo il ritorno da Marley. ]
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“Ti preferivo quando eri un bastardo suicida e incapace” -. Stringe i denti e poggia la fronte sulle sbarre. Attende una risposta che non arriva – “Rispondimi Cazzo. Non ignorarmi, Eren” –.
Eren lo guarda da sotto i capelli sporchi e lunghi. Non lascia trasparire nessuna emozione. Sembra quasi annoiato da tutto quello che sta accadendo. Poi si alza, sotto lo sguardo lucido di Jean. Lo vede l’odio in quegli occhi marroni. In quel momento nota che ha le occhiaie molto simili a quelle del Capitano Levi.
Poveri compagni di sventura.
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[Eren x Jean] [Missing Moments // Canon verse]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Jean Kirshtein
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Like Animals
 

Warning: mini oneshot ambientata nella quarta stagione, dopo il ritorno da Marley.

 

 
 
 
Eren non lo guarda di striscio. Non sa nemmeno perché è andato da lui, alla fine.
Jean è fermo a pochi passi dalle sbarre. Ha lo stomaco chiuso, la rabbia che gli blocca la gola e l’immagine di Sasha con lo stomaco bucato. Rivede le budella spappolate dal proiettile, rivede Marco nel suo sangue. Rivede ogni compagno e non può che guardare con disprezzo chi ha di fronte senza realmente averlo.
Non riesce nemmeno ad insultarlo, quel bastardo suicida. O forse, bastardo e basta, ora.
Poi la rabbia gli esplode, gli arriva dritta nelle mani quando Marco e Sasha sono sorridenti nei suoi ricordi e gli fanno afferrare le sbarre con un tonfo che fa appena voltare Eren e lui lo guarda per la prima volta da quando è tornato.
“Ti preferivo quando eri un bastardo suicida e incapace” -. Stringe i denti e poggia la fronte sulle sbarre. Attende una risposta che non arriva – “Rispondimi Cazzo. Non ignorarmi, Eren” –.
Eren lo guarda da sotto i capelli sporchi e lunghi. Non lascia trasparire nessuna emozione. Sembra quasi annoiato da tutto quello che sta accadendo. Poi si alza, sotto lo sguardo lucido di Jean. Lo vede l’odio in quegli occhi marroni. In quel momento nota che ha le occhiaie molto simili a quelle del Capitano Levi.
Poveri compagni di sventura.  
“Che vuoi che ti dica?” – poggia le mani sulle sbarre, sembrano volersi picchiare attraverso di esse proprio come quando erano più giovani. Ma ora è tutto molto peggio. Ora non è per lo stupido orgoglio adolescenziale. Non è più solo per una cotta.
“Non ti senti in colpa, Eren? Non ci pensi ai tuoi amici!?” – “Che stai facendo? Cosa cazzo stai facendo?” – Le mani di Jean sono strette così forte da sentire nella pelle l’odore del ferro. Le piegherebbe come burro se potesse e poi gli salterebbe al collo. Eren lo guarda e non vede niente. Non vede niente sul suo volto e non può non pensare che il Capitano abbia fatto bene a prenderlo a calci.
“Tu mi odi” – Sorride quando lo dice. E la rabbia aumenta come un fiume in piena. Jean lo afferra per i capelli e gli fa sbattere il viso dentro le sbarre. Ha le labbra vicine, il suo alito puzza di ratto quanto i suoi capelli – “Sei l’ombra di te stesso, mi fai pena” –
“Ma sei ancora qui” –
Jean stringe di più i suoi capelli, potrebbe strapparglieli quasi – non gli interessa, vuole solo fargli male, male, male. Male quanto ne sta facendo a lui – a tutti loro.
Si guardano come animali. Le unghie stridono sul ferro come artigli.
“Tu lo ami?” – Parla sulle sue labbra. È un tocco sprezzante, le ceneri di qualcosa che lo aveva sempre incuriosito ma che ora sancisce la fine di quell’era – perché le cose non vissute restano e scavano come tarli nel legno.
Eren non risponde, lascia le labbra aperte mentre Jean ci parla sopra.
“Perché io lo amavo, Marco. E volevo bene a Sasha. E a tutti gli altri” – “Forse volevo bene anche a te”
“Sei piuttosto drammatico” E allora Eren gli ride sulle labbra assaporandole per la prima volta. Gli sporca di saliva il mento e gli morde quello che può, quello che riesce. Jean lo odia, ha uno sguardo schifato.
“Io lo amavo, ed è morto.” – Lo ignora. Va avanti come se parlasse da solo, come se non gli stesse macchiando la faccia. Piange anche Jean. Perché non gli resta nient’altro. Perché è l’unica cosa che di umano gli è rimasto dopo quella guerra. “Ho bruciato quello che restava del suo corpo” – “Se lo ami, dovresti proteggerlo”
E lo sanno bene entrambi a chi si riferiscono. Perché quel segreto non era più tale da tanto. Eren si scosta quanto riesce. quello è l'unica cosa che sembra risvegliarlo appena. 
“Lo avrai sulla coscienza e ti ucciderà, molto di più di tutto il resto” – Jean lo lascia e si allontana. Si asciuga le lacrime dal volto e si gira – “Sempre che te ne sia rimasta una”.


 

 
Note dell’autrice:

Ciao a tutt* 😊
Questa mini oneshot mi è venuta in mente a caso in auto, stavo pensando al rapporto strano che hanno sempre avuto Jean e Eren e a tutti gli eventi. Io li ho sempre visti infiammati e con una certa passione inesplosa, ovviamente per me sono solo una side ship. Però mi piaceva l’idea di scrivere qualcosa su di loro ^^
Spero che abbiate gradito, bacini <3
-Madeleine 
   
 
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