Ti rimpiango per l'ennesima volta, mentre l'orizzonte inghiotte il sole, mentre sfumo come polvere: la tua assenza si fa viva, qualunque strada io imbocchi - mi assesta un pugno nello stomaco, e marcisce a ridosso della gola. Nell'aria c'è il profumo di una sera autunnale, anche se là fuori la Primavera infuria: sogno qualcosa che non può esistere, e di colpo torno a respirare tutto il fiato che mi hai tolto, quello che mi bruciava l'anima, prima che la ustionasse il gelo; crollo davanti alle tue iridi scure, nelle quali adoravo affogare, crollo e vorrei trascinarti qui, nel mio piccolo Inferno personale. Sei la perpetua nostalgia di un futuro mai esistito, di una pagina sgualcita, uno di quei sogni evanescenti, irrorati da un tepore puro, i cui brandelli al risveglio si dissolvono nel nulla. Se questo non è amore, allora cos'è? Lascia che io intrappoli la mente nel passato - in un passato che mi fa bene, che mi fa male, perché per noi un domani non ci sarà.