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Autore: Marlena_Libby    08/04/2023    1 recensioni
Poison Ivy rischia di morire perché la sua parte umana sta rigettando quella vegetale. Batman le offre un antidoto, che però le farà perdere tutti i suoi poteri. Cosa deciderà la donna?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Wayne, Poison Ivy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ivy aprì lentamente gli occhi e vide che si trovava all'interno di una vasca cilindrica trasparente completamente immersa in uno strano liquido.
D'istinto ebbe paura, temeva di annegare, ma si accorse con stupore che invece riusciva a respirare.
Si guardò intorno, ma non riconobbe l'ambiente circostante: era in una caverna piena di pipistrelli e in un angolo, davanti a un enorme computer, c'era Batman.
- TU! - esclamò furiosa. - Cosa mi hai fatto?! Perché mi hai messa qua dentro?! Parla!
- Non agitarti - rispose lui voltandosi verso di lei. - Il tuo corpo ha appena iniziato a rispondere positivamente, ma sei ancora debole.
- Di cosa stai parlando? La maschera ti ha forse scombinato il cervello?
Batman provò a spiegarle con calma la situazione: per quanto il suo sistema immunitario a base vegetale fosse forte, il suo corpo restava sempre quello di un essere umano, la cui base organica stava adesso rigettando quella vegetale, rischiando di ucciderla. Lui l'aveva trovata quasi in fin di vita e, non potendo portarla in ospedale, l'aveva portata nell'unico posto dove poteva tentare di salvarle la vita.
- Stai dicendo un mare di sciocchezze! Io sono immune a ogni sostanza tossica e cancerogena, lo sono sempre stata, non posso...
- Sei libera di credermi o no, ma in questo momento sei stabile solo grazie a quel liquido nella vasca. È da due giorni che sto cercando una soluzione per salvarti la vita.
- E per quale motivo dovresti salvarmi la vita?! Non ti capisco, Batman! Dopo tutto quello che ti ho fatto, dovresti augurarti che io muoia!
Batman prese una fiala piena di un liquido verde e disse: - Proverò a spiegartelo ancora una volta: la tossina vegetale all'interno del tuo corpo ti sta uccidendo. Anche la vasca di rianimazione non può salvarti per sempre. Nelle ultime quarantotto ore sono riuscito a sintetizzare un antidoto a quella tossina: se te lo inietto, tornerai in salute nel giro di breve tempo, ma... perderai le tue facoltà vegetali.
- Sei pazzo! - rispose lei. - Non rinuncerò mai a essere quella che sono! Puoi scordartelo!
- Calmati, non ho intenzione di costringerti. Ma senza l'antidoto, non dovremmo fare altro che aspettare e morirai lentamente nelle prossime ore. La scelta è tua, io ho fatto quello che potevo. Decidi con calma.
Ivy si morse il labbro per il disappunto.
Detestava ammetterlo, ma il pipistrello non mentiva: per quanto si vantasse di essere immune alla natura umana, non poteva certo rinnegarla; era un fatto che il suo corpo umano non era in grado di sopportare la capacità immuno-vegetale.
Poteva rifiutare l'aiuto di Batman e lasciarsi morire lentamente e dolorosamente, oppure accettare di farsi somministrare l'antidoto e ricominciare così una vita completamente diversa.
- Batman, dimmi la verità: cosa ne sarà di me se accetto di farmi somministrare l'antidoto?
- Ti sentirai strana, perderai la tua capacità immuno-venefica e dovrai abituarti poco per volta a riscoprire il modo di vivere umano. Ma ti prometto che non sarai sola, ti seguirò durante tutto il percorso.
Lei non capiva: perché Batman stava facendo tutto questo solo per salvarle la vita? Non aveva senso!
- Togliere la vita è facile. Salvare la vita è il destino che mi sono tracciato - spiegò Batman intuendo i suoi pensieri.
Osservando la fiala sul tavolo, Ivy fece la sua scelta.

Ci vollero molti giorni perché Ivy si abituasse alla sua nuova condizione.
Dopo una settimana dall'assunzione dell'antidoto stava recuperando le forze, ma stava anche diventando completamente umana.
Come promesso, Batman fu molto buono con lei, assistendola personalmente durante tutto il periodo di convalescenza.
La Batcaverna era attrezzata con stanze confortevoli e letti comodi, ma era comunque una prigione sotterranea priva di luce.
Ivy era grata a Batman per quello che stava facendo, ma desiderava fortemente rivedere il sole e gli chiese se fosse possibile.
Batman rifletté: facendola uscire dalla Batcaverna, poteva compromettere il segreto della sua identità; tuttavia, anche se nemica, in quella circostanza Ivy non era una prigioniera e qualche ora di luce all'aperto non poteva che aiutarla a rimettersi più in fretta.
- È possibile, ma devi promettermi che non farai parola con nessuno di ciò che vedrai una volta che saremo all'esterno.
Ivy capì cosa intendeva e giurò di ripagare il suo debito di gratitudine rispettando il suo segreto.
Batman la fece salire sull'ascensore che collegava la Batcaverna a Villa Wayne e poco dopo Ivy si ritrovò a guardare la luce del sole attraverso la grande vetrata nel salone.
- Per quanto tempo sono stata sotto terra?
- Circa due settimane.
- Mi sembra che sia passato un secolo - sospirò lei.
Batman aprì la finestra e, sorreggendola dolcemente per il braccio, l'accompagnò fuori sulla terrazza.
La percezione del sole sulla pelle era molto diversa rispetto a prima, quando nelle sue vene scorreva clorofilla: il suo corpo non era più soggetto alla fotosintesi clorofilliana, ma ugualmente traeva benessere dai raggi caldi del sole come qualunque essere umano.

Nei giorni seguenti Ivy, non più prigioniera, visse con tutti i riguardi come un'ospite di Villa Wayne.
Alfred, il maggiordomo, era sempre gentile e disponibile e, per quanto ormai le fosse chiaro che Batman conduceva uno stile di vita da miliardario, si era sempre astenuta dal fare domande o indagare sulla sua vita privata per mantenere la promessa.
D'altro canto, Batman ebbe modo di controllare i suoi progressi e i profondi cambiamenti nel suo atteggiamento.
Ivy trascorreva molte ore nel giardino della villa condividendo briciole di pane con gli uccellini del parco, mostrando una tenerezza che Batman ignorava quasi completamente.
I suoi gesti erano delicati, i suoi modi dolci e sensibili, tanto che stentava a riconoscere in lei la spietata ecoterrorista che era stata in passato.
- Buongiorno Batman - lo salutò non appena si accorse della sua presenza alle sue spalle.
- Non volevo disturbarti.
- Nessun disturbo, è pur sempre casa tua - rispose lei sorridendo.
- Lo sai che con quello che hai appreso qui negli ultimi giorni, ne sai abbastanza per tenermi in pugno? Potresti rivelare la mia identità segreta e pareggiare i conti.
Lei osservò un attimo in silenzio gli uccellini che tornavano al loro nido, poi disse: - Hai visto? È incredibile come delle creature così piccole possano creare tanto splendore senza pretendere nulla dalla vita: solo un po' di pane per mangiare e un po' di paglia per farsi il nido. Non trovi anche tu Batman?
- Che cosa intendi?
- Voglio dire che dovremmo imparare di più dalle creature più piccole, perché ci insegnano a vivere la vita senza odio e rancori. Tu dici che avevo una scelta quando mi hai offerto l'antidoto, ma ce l'avevi anche tu: potevi scegliere di lasciarmi morire e non l'hai fatto. Adesso la mia vita è cambiata, Batman: non sono più quella di prima e non credo che potrò mai tornare a esserlo. Sono anch'io un'umana tra gli umani.
- Puoi andartene quando vuoi. Non voglio tenerti prigioniera, non sarebbe giusto.
- C'è solo una cosa che vorrei chiederti. Una cosa che per me ha lo stesso valore della vita che tu hai salvato.
- Di che si tratta?
Ivy si avvicinò lentamente, gli sfiorò la guancia con la mano e accostò le labbra alle sue, guardandolo intensamente negli occhi.
- È da molto tempo che non ricordo più un bacio che non sappia di morte. Vorrei ricordarmi che cosa si prova.
E lo baciò: un bacio lungo, intenso, dolcissimo. Niente tossine o spore velenose, solo le labbra morbide e carnose di una fanciulla che stava riscoprendo il sapore della vita.
- Mi piacerebbe restare qui.
- Temevo che non me l'avresti mai chiesto - rispose lui sorridendo e baciandola a sua volta.
   
 
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