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Autore: Marlena_Libby    08/04/2023    1 recensioni
Ad uno spettacolo di beneficenza, Zatanna scopre finalmente chi è il misterioso John Smith che ha conosciuto anni prima
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bruce Wayne
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La serata di beneficenza Wayne prometteva enormi guadagni.
Bruce non aveva badato a spese: aveva chiamato come attrattive alcuni dei circhi più famosi del mondo, nove compagnie teatrali direttamente da Broadway e come partecipazione speciale addirittura lo spettacolo di illusionismo della grande Zatanna.
La maga aveva accettato, ponendo anche come condizione che una metà del suo compenso andasse direttamente in beneficenza.
- È stata molto generosa, non trova signor Bruce? - commentò Alfred.
- Lo è sempre stata - sorrise Bruce.
Alfred si accorse di un grosso bouquet di fiori al centro della stanza.
- Devo dedurre che avete sponsorizzato anche il fioraio in questo evento, signor Bruce?
- Molto spiritoso, Alfred!
Al centro del bouquet vi erano dei fiori molto particolari, di colore azzurro.
- Con il dovuto rispetto, signor Bruce, non credo di conoscere questi fiori.
- Non sei l'unico, le orchidee azzurre dell'Himalaya sono estremamente rare. Non le conoscevo nemmeno io prima del mio viaggio in Oriente.
- Perché proprio questi fiori, signor Bruce?
- Il grande Zatara era originario dell'Himalaya e quel fiore era il preferito di sua moglie e di sua figlia. Spero che le piacciano.
Più tardi, quando il bouquet venne recapitato nel camerino di Zatanna, lei guardò i fiori al centro a bocca aperta, leggendo il biglietto di accompagnamento.
- Questa, poi! Come faceva il signor Wayne a sapere che questi sono i miei fiori preferiti?

Lo spettacolo si tenne regolarmente e fu un successo ancora più grande del previsto.
Zatanna aveva preparato per l'occasione alcuni numeri speciali e il pubblico chiese addirittura tre bis. Lei sorrise e per l'ultimo trucco invitò sul palco il generoso benefattore dell'evento: il signor Wayne in persona.
Bruce salì sul palco fingendo un certo imbarazzo, con la mano dietro la nuca e camminando come se avesse inghiottito una scopa: doveva sembrare goffo e impacciato, o c'era il rischio che Zatanna lo riconoscesse.
- Vedo che il nostro benefattore è anche un gran timidone! - esclamò Zatanna. - Fategli un applauso, signore e signori!
Tutti applaudirono.
- Suvvia signor Wayne, il pubblico non la mangia mica! Ci siamo noi prestigiatori per quello! - disse lei tirando fuori dal cilindro un cagnolino con grossi denti, per poi trasformarlo in un mazzo di fiori.
Bruce le baciò la mano ma, non appena le sue dita sfiorarono quelle di Zatanna, la ragazza sussultò: era sicura di aver già provato quella sensazione!
- Tutto bene, signorina? - domandò Bruce preoccupato.
Zatanna si ricompose, sorridendo sia al signor Wayne che al pubblico con ampi cenni della mano, lasciando intendere che era pronta ad esibirsi.
- Se gentilmente il signor Wayne vuole accomodarsi nella scatola magica... - disse mostrando la scatola al centro del palcoscenico.
- N... Non sarà pericoloso, vero?
- Oh suvvia, signor Wayne! Cosa ne sarebbe delle opere benefiche di Gotham senza il suo miliardario preferito?
Dal pubblico si levò una sonora risata.
Zatanna aprì la scatola per far entrare il signor Wayne, ma il tacco della sua scarpa si infilò accidentalmente in una fessura sul palco, facendola scivolare.
Per fortuna, grazie ai suoi riflessi fulminei, Bruce l'afferrò prontamente.
- Attenta, Zanna!
- Come?
- Ehm, volevo dire... Faccia attenzione.
- Sì, grazie... Per un attimo mi ha ricordato qualcuno - balbettò lei confusa.
- Spero qualcuno di affascinante come lei, signorina!
Zatanna chiuse la scatola ed eseguì il suo trucco alla perfezione: Bruce Wayne scomparve per poi riapparire magicamente dall'altra parte della sala, dove ricevette ovazioni e applausi.

Quando lo spettacolo fu terminato, Bruce andò dietro le quinte per ringraziare e complimentarsi con tutti gli artisti che avevano preso parte all'evento.
Zatanna approfittò dell'occasione anche per ringraziarlo dei fiori, ma lui sorrise dicendo che era il minimo per un'artista del suo calibro.
- È sicuro che non ci siamo mai conosciuti?
- Non credo. Una donna bella e affascinante come lei non si dimentica facilmente.
Zatanna strinse gli occhi dubbiosa e con una scrollata di spalle disse: - Credo che abbia ragione...
E, mentre Bruce se ne stava andando, aggiunse: - ... Del resto, ci sono così tanti John Smith al mondo, non è vero?
Bruce si bloccò: Zatanna aveva capito tutto!
Lei si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla: - Mio padre era convinto che avresti fatto strada nella vita, ma non avrei mai immaginato una cosa del genere: nobile miliardario di giorno, eroico giustiziere di notte!
- Credimi, non volevo mentirti, ma...
- Non ti scusare, anche i maghi hanno i loro segreti, cosa credi? Certo, avresti dovuto stare più attento: le orchidee, il mio soprannome...
- Lo so, è stato un impulso.
Bruce la osservò: erano passati solo pochi mesi dall'ultima volta che si erano incontrati, ma sembrava ancora più bella e affascinante.
- Ci sono tante cose che vorrei dirti.
- Forse è meglio se ne parliamo in privato, che dici?
Entrambi raggiunsero i camerini, dove poterono parlare liberamente.
- Da dove cominciare?
- Beh, direi che una parte la conosco già. Prova a raccontarmi quello che non so, per esempio da quando hai lasciato la scuola di mio padre e hai cominciato a viaggiare per il mondo. Avevi già in mente di diventare...?
- Sì, l'avevo già deciso prima. Dovevo prepararmi per diventare quello che sono ora, per questo cercavo di imparare il più possibile in ogni parte del mondo. Non ero sicuro che tuo padre mi avrebbe accettato come allievo.
- Per questo motivo non sei rimasto: non potevi legarti. Avevi già fatto la tua scelta prima ancora di conoscermi.
- Mi dispiace di averti ferita, ma...
- Bruce, per favore! - ridacchiò lei. - Ero ancora una ragazzina, sono passati anni! Ci sono rimasta un po' male, ma non significa che ce l'abbia ancora con te! Quello che hai fatto è incredibile e meraviglioso!
- Purtroppo a volte non basta! Ci sono momenti in cui mi sento come se avessi fallito!
Zatanna prese un pezzo di corda, vi agitò sopra le dita e la corda si irrigidì come una specie di bastoncino, per poi afflosciarsi non appena la sfiorò di nuovo.
Poi guardò Bruce negli occhi e disse: - Anche per il trucco più semplice occorrono pazienza e tempo, e non sempre i risultati sono quelli sperati. Un uomo solo non può caricarsi sulle spalle il destino di tutta l'umanità, è folle anche solo pensarlo.
Bruce sospirò: odiava ammetterlo, ma Zatanna aveva ragione; lui pensava che caricarsi di responsabilità fosse un modo per dare ancora più forza al suo desiderio di giustizia, mentre in realtà non faceva altro che crocifiggersi mentalmente, dandosi più colpe di quelle che in realtà aveva.
- Ti confiderò una cosa, Bruce: una volta mio padre stava parlando con una collega, convinto che io non ci fossi. Discutevano di chi dovesse essere il successore del grande Zatara. Ebbene, mio padre disse che non sarei mai stata degna di portare avanti il nome della famiglia, perché non ero assolutamente dotata per questo mestiere! Certo, oggi ci sono le locandine e gli applausi del pubblico, ma se fosse vivo ancora oggi mio padre non cambierebbe idea, e lo sai perché? Perché lui era convinto che io non ce l'avrei mai fatta! Mi ha ferito più di ogni altra cosa al mondo! Sapere che tuo padre non riconosce le tue capacità è peggio di qualsiasi fallimento! Ma poi col tempo ho capito una cosa: nessuno avrebbe potuto superare il grande Zatara, nemmeno io che sono sua figlia. Per questo cerco solo di fare del mio meglio ed è quello che dovresti fare anche tu, Bruce.
- Se ti può consolare, nemmeno io ho soddisfatto le aspirazioni che mio padre aveva per me: era convinto che sarei diventato un uomo importante e di successo, e invece oggi il nome di Bruce Wayne viene associato a quello del playboy sfaticato!
- Oh, Bruce! - ridacchiò lei. - Ti sei esercitato così tanto nell'illusionismo e non hai imparato la regola più importante? È solo un trucco! Ognuno di noi ha i suoi trucchi, il tuo è quello dell'identità che ti sei costruito. Ma nel tuo cuore sei sempre l'allievo del grande Zatara. Sai come far apparire le cose rispetto a quello che sono in realtà.
Bruce sorrise: non l'aveva mai vista sotto questo aspetto ed era grato a Zatanna per averglielo ricordato.
- Mi riterresti sfacciato se ti invitassi a cena?
- Mi chiedevo solo quando l'avresti fatto!

La conversazione proseguì in uno dei ristoranti più esclusivi di Gotham.
Zatanna si era tolta i vestiti di scena per indossare un lungo e sobrio abito da sera, ma era comunque la donna più affascinante nella sala.
Tra un calice di vino e una portata, potevano sentire entrambi le occhiate di ammirazione e di invidia rivolte al loro tavolo.
- Pensi che si ricorderanno di mangiare la loro cena? - si domandò Zatanna.
- Pensavo che fossi abituata a essere osservata! - scherzò Bruce.
- Beh, sul palcoscenico è diverso - rispose lei giocherellando col bicchiere. - Lo sai, stando alle voci sul tuo conto, mi sarei aspettata un altro tipo di conversazione!
- Per esempio?
- Beh, del tipo che si fanno tra due vecchi amici esperti di illusionismo, oppure...
- Oppure?
Zatanna incrociò le mani sul tavolo, appoggiando il mento sulle dita con aria maliziosa e fissò Bruce diritto negli occhi.
- Bruce Wayne, devi fare tu la prima mossa, o lasci che faccia tutto io?
La cena andò avanti tra frecciatine, giochi di parole, velate allusioni fino all'inevitabile proposta per un dopocena intimo.
Quando ebbero terminato, invece di riaccompagnarla nella sua stanza in albero, Bruce portò Zatanna a Villa Wayne per proseguire la loro conversazione davanti alla calda e accogliente fiamma del caminetto acceso.
Zatanna ricordava con nostalgia la sua infanzia tra i monti dell'Himalaya, quando la sera lei e sua madre si ritrovavano davanti al fuoco ad osservare i trucchi del padre Zatara oppure ad ascoltare storie e leggende affascinanti.
- Ne parli come se fosse passato molto tempo.
- Beh, sai, viaggiando in giro per i teatri non posso certo avere una casa e godermi la quiete del focolare domestico.
Bruce allungò una mano per accarezzarle i capelli, sfiorandole dolcemente la spalla. Le sue dita indugiarono sulla sua pelle nuda, facendola sussultare.
Se fossero andati avanti, la situazione si sarebbe fatta ben più calda del fuoco scoppiettante dentro al camino.
Quando erano ragazzi lei aveva sempre fantasticato su questo momento, ma adesso erano un uomo e una donna ed era tutto molto diverso rispetto ad allora.
Ciononostante entrambi sentivano una profonda e sincera attrazione reciproca.
Bruce si avvicinò ancora di più a lei, scostandole una ciocca di capelli dagli occhi e le accarezzò la fronte con dolcezza. Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi al piacere del tatto, lasciando che fosse lui a prendere l'iniziativa.
Ben presto Bruce non poté fare a meno di ridurre la distanza che lo separava dalle sue morbide labbra.
Il bacio che si scambiarono riscosse improvvisamente Zatanna dal torpore. Bruce comprese il suo disagio e la cinse amorevolmente da dietro la schiena, sfiorandole piano le spalle e il collo con le labbra.
Le sue dita indugiarono sulla chiusura dell'abito da sera e, dato che non indossava biancheria intima sotto, quando la stoffa cadde a terra, Zatanna si coprì istintivamente il seno con le mani.
Bruce accarezzò i palmi delle sue mani, costringendola dolcemente ad allentare la presa e, mentre le mani di lui massaggiavano insistentemente la pienezza del suo seno florido, lei si abbandonò al calore e alla passione dei sensi.
Le loro labbra si incontrarono nuovamente e stavolta il bacio fu molto più intenso, risvegliando un amore a lungo sopito, finché l'unico suono nella stanza fu il crepitio scoppiettante delle braci nel caminetto, mentre lingue di fuoco delineavano i corpi dei due amanti sul pavimento.
   
 
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