Luisa, a passo calmo e deciso, uscì dalla casa e percorse alcuni metri.
La luce della luna, alta in un cielo azzurro, privo di nubi, ricopriva di un velo argenteo il marmo della cava.
Appoggiato ad un blocco, la giovane scorse Guido, le braccia incrociate sul petto e, ai suoi piedi, giaceva una valigia.
Si fermò, il volto velato d’un tenue rossore. Da tanto tempo, si era accorta di provare per il rampollo della famiglia Carani un sentimento d’amore.
Era un uomo meraviglioso e onesto, nonostante il suo titolo e la sua ricchezza.
Scosse la testa e si passò una mano tra i capelli neri. Lei non si sentiva alla sua altezza, eppure lui le aveva detto che le voleva parlare.
Che cosa lo spingeva a interagire con lei?
− Che… Che cosa desidera da me il signor conte? − domandò lei.
Guido, sentendo la voce di lei, alzò la testa e i suoi occhi cerulei si rifletterono nelle iridi scure della giovane.
La giovane sussultò e il suo cuore accelerò i battiti. Il suo sguardo ceruleo brillava d'una luce inconsueta, che non riusciva a decifrare.
Ed era meraviglioso.
Le labbra dell’uomo si sollevarono in un sorriso. Luisa, alla sua prorompente bellezza, univa un carattere gentile e fermo, che ben risplendeva nei suoi occhi neri.
L’imbarazzo non le aveva fatto abbassare lo sguardo.
− Luisa, non c’è bisogno di ricordarmi il mio titolo. Ho un nome. − affermò lui, cortese.
Poi, si chinò, raccolse la valigetta e la consegnò a lei.
− Come mai la date a me? − chiese la donna, perplessa.
Un mezzo sorriso sollevò le labbra di Guido.
− Apritela. Contiene qualcosa che può piacervi. − spiegò lui. 
Lei gli lanciò uno sguardo curioso, poi aprì la valigia e vi guardò dentro.
Due libri, piuttosto grossi, vi erano contenuti.
Gli occhi della donna luccicarono di gioia e, con delicatezza, estrasse i volumi, quasi fossero i reperti di uno scavo archeologico.
Lei se li rigirò tra le mani, estasiata. Sulle copertine, risaltavano splendide immagini di piante e fiori.
Sollevò la testa e i suoi occhi d’onice si fissarono nelle iridi d’acquamarina dell’uomo.
− Sono bellissimi… Ma… Ma perché un simile regalo? E come facevate a sapere che mi piacciono le piante? − domandò.
Il rossore imporporò il viso dell’uomo. Lei, ormai, gli era cara da tanto tempo.
Ma le parole gli si bloccavano in gola.
− Io… Io volevo farvi un regalo per il vostro compleanno. Quanto alla seconda domanda… Beh, ho visto in voi attenzione e cura verso le piante. E i vostri fiori preferiti sono le margherite. − spiegò lui. 
La donna strinse contro di sé i due volumi, quasi cercasse di calmare i palpiti del suo cuore. Quell’uomo, pur silenzioso, aveva saputo osservarla.
E tale riguardo le riempiva l’anima di piacere.
Lui a lei ci teneva e la considerava speciale.
− Vi ringrazio del regalo, Guido. −