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Autore: EleAB98    06/05/2023    3 recensioni
In amore vince chi inforna, e... Thomas e Jane lo sanno molto bene!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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*In Amore Vince Chi Inforna*
 

Jane non riusciva proprio a smettere di guardarlo. Il modo in cui stava lavorando la pasta per preparare la pizza la ipnotizzava. I muscoli delle spalle – interamente scoperte al pari del busto – risaltavano in tutta la loro maestosità, l'elegante (e appena accennata) curva dei fianchi, le dita che premevano, assieme ai palmi, il morbido impasto con delicatezza e decisione insieme. Insomma, il ritratto della virilità maschile era proprio davanti a lei e, se non fosse stato per le sue condizioni, avrebbe detto addio ai soliti convenevoli e gli sarebbe immediatamente saltata addosso.

«Lo sai che vederti così non mi fa bene, vero?» sottolineò, sempre più affascinata. 

Thomas si voltò di scatto, le mani infarinate e l'espressione concentrata, che si ammorbidì immediatamente. 
«Tesoro! Credevo dormissi ancora. Anzi che dormiste ancora.» Posò con cautela la mano infarinata sul ventre della moglie, un sorriso dolce e gli occhi intrisi di una profonda emozione. Non si era ancora abituato del tutto all'idea che presto Jane avrebbe dato alla luce un bel maschietto, o magari una bellissima bambina. Avevano preferito, per quanto la curiosità continuasse a divorarli giorno dopo giorno, aspettare fino alla fine per conoscerne il sesso. Sarebbe stata una grande sorpresa per entrambi.

«Sai com'è, avevamo un certo languorino», rispose Jane, la mano destra su quella di lui. 

Thomas continuò ad accarezzarla dolcemente, lasciando che la farina si impiastricciasse sulla sua maglietta e si dissolvesse a poco a poco, finendo sul pavimento. 
«Scusami tanto, non ho resistito. Vederti in questo stato mi fa impazzire», le sussurrò, a pochi centimetri dalla sua bocca.
Jane non resistette all'impulso e gli regalò un bacio tenero e non meno ardente, cui lui rispose con altrettanto entusiasmo. Le succhiò avidamente il labbro inferiore, con viva urgenza, mentre lei si abbandonava a un dolce sospiro e lo legava a sé.


«Pensa io, che mi sono ritrovata davanti un bel Bronzo di Riace che impastava la pizza solo per noi», gli disse poi, stringendogli l'altra mano. Staccarsi da lui nel bel mezzo di quelle effusioni non le piaceva affatto, ma era più che necessario.

Thomas sorrise. «Non sono così muscoloso, ma tante grazie del complimento», le rispose, baciandola sulla fronte. «È che fa un caldo bestiale oggi. Quindi ho preferito»

«Shh», fece lei, posandogli l'indice sulle labbra. «A me non dispiace affatto vederti senza canotta, anzi. Direi che è uno spettacolo graditissimo.» Lo trascinò su di sé, quindi lo baciò ancora, prendendo ad accarezzargli la schiena. Non poteva farne a meno. Doveva sentirlo su di sé, allo stesso modo di come sentiva il bambino muoversi dentro di lei.

Thomas provò una sensazione talmente paradisiaca che quasi lo stordì. Pur con grande fatica, si staccò da lei; i suoi occhi, di un azzurro penetrante, incastonati nei suoi. 
«Jane, ti prego... non guardarmi così.»

«Così come?» fece lei, mettendo su un'espressione da finta innocente.

«Lo sai benissimo. Sai quanto effetto mi faccia saperti in dolce attesa. Se per caso pensavi che nel corso della gravidanza potessi sperimentare un calo del desiderio, posso dirti che nel mio caso è successo l'esatto contrario. Questa situazione è dannatamente difficile da gestire
», ammise, continuando ad accarezzarle il ventre, il corpo in fermento.

Jane gli sfiorò il collo con la punta delle dita. «Ah sì?» gli domandò, pur provando esattamente le sue stesse sensazioni. Anche lei non aveva mai smesso di desiderarlo, e aver dovuto rinunciare quasi del tutto all'intimità non era stato per niente semplice. A causa del fatto che avesse abortito soltanto qualche anno prima, le era stato infatti tassativamente proibito avere rapporti. Ciononostante, da quando aveva scoperto di essere incinta, la smania continua di fondersi con la sua dolce metà si era fatta sempre più pressante, in barba al fatto che generalmente – nello specifico, come le aveva detto la ginecologa, durante il primo trimestre di gravidanza  nelle donne non fosse poi così presente la voglia di fare l'amore con il proprio compagno. Negli abbracci di Thomas non percepiva soltanto premura, affetto e infinita dolcezza. In quegli abbracci c'era davvero tanta passione, e lei, durante tutti quei mesi, si era sempre sentita al centro dell'attenzione. Avrebbe tanto voluto donarsi a lui, come aveva sempre fatto. Tra l'altro, Thomas non aveva mai smesso di lanciare apprezzamenti fisici su di lei, di farla sentire donna anche soltanto incrociando il suo sguardo. In ogni singola fase della gravidanza, lui l'aveva sempre coccolata, vezzeggiata oltre misura. Le aveva scattato una caterva di foto. Aveva sempre trovato stupefacenti i cambiamenti a cui andava incontro il suo corpo e non mancava, entusiasta, di farglielo notare, al punto tale che, seppur in alcuni momenti Jane non si sentiva proprio al top della forma, per il consorte diventava, invece, sempre più splendida. Adesso che era entrata da poco al sesto mese e la sua pancia era cresciuta ancora di più, non era cambiato proprio per niente. Continuava a farla sentire bellissima, ad abbracciarla con grande intensità; continuava a guardarla con la stessa luce negli occhi che ogni singola volta le causava un fremito, e come se non bastasse quasi tutte le notti, poco prima di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, si concedevano (come gli era capitato di fare spesso durante i primi mesi della loro turbolenta relazione) una sessione di baci piuttosto intensa, che spesso scatenava in entrambi un turbinio di sensazioni piuttosto singolari e non meno emozionanti. Quell'appassionante momento era infatti accompagnato dalle insistenti, quanto dolcissime, carezze di Thomas, che lisciava più e più volte il ventre della consorte con la viva speranza di sentir scalciare il suo bambino. E quando succedeva, all'uomo salivano le lacrime agli occhi, sia per la troppa emozione che per il senso di profonda affezione che provava nei confronti di quella creatura. Una creatura meravigliosa che ormai stava crescendo e che stava imparando ad amare ogni giorno di più, proprio al pari della sua piccola grande donna, dalla quale gli era impossibile staccarsi. «Per me è lo stesso», gli confessò Jane, senza smettere di accarezzarlo. «E conciato così, be'... non mi rendi affatto le cose semplici.»

Thomas sospirò appena. «Recupereremo a dovere tra qualche mese. Promesso», le disse, quindi le baciò la punta del naso. Si abbassò appena, le mani ancora posate sul suo ventre. «E tu? Mi raccomando, non affaticare troppo la mamma. Come dico sempre, noi ti amiamo già moltissimo, ti stiamo aspettando a braccia aperte e non vediamo l'ora di conoscerti. Vuoi anche tu un po' di pizza?» gli chiese poi, accostando l'orecchio. 

Jane sentì gli occhi bruciare. Ogni singola volta che Thomas parlava al bambino, si sentiva esplodere dalla felicità. Non riusciva a definire cosa provasse in quegli istanti, sapeva soltanto che la vita le aveva dato molto più di quanto avesse mai osato sperare. Un marito come Thomas, un bellissimo bambino e una caterva di emozioni che ogni giorno la facevano alzare dal letto con il sorriso, nonostante cominicasse ad accusare un po' più di spossatezza.
«Ieri mattina è stato piuttosto irrequieto. Ho avuto come l'impressione che gli fossero mancate le tue carezze.»

Thomas si rialzò e tornò sul suo viso. Anche lui aveva gli occhi lucidi. «Dici davvero?»

«Sì. Quando non sei con me fa i capricci», ridacchiò lei. «Non appena rientri dal lavoro si calma di colpo. Scalcia molto meno. E non credo sia un caso.»

«Be', a me piace tanto sentirlo scalciare. Dev'essere una sensazione meravigliosa averlo dentro di te. Un po' ti invidio, sai?» le disse, senza smettere di sorriderle.

Jane ridacchiò. «Sta' attento ad invidiarmi, anche perché questo pargoletto comincia a pesare parecchio. E ti assicuro che la mia schiena, proprio come le spalle e parte del collo, sta cominciando a risentirne.» 


«Se vuoi, dopo la pizza posso provare a farti qualche massaggio. Certo, non hai la fortuna di avere per le mani un fisioterapista, però» 

Jane gli diede un bacio a fior di labbra. «Ti adoro», gli disse. «Non avrei potuto desiderare un marito migliore di te al mio fianco. Sono sicura che sarai un ottimo papà.»

Lui si commosse. «Anche tu sarai un'ottima mamma. Ne sono certo. Come sono altrettanto certo che ti risposerei altre mille volte.»

«Quindi... quindi sarai sempre disposto ad assecondare le mie voglie?» gli chiese lei, le dita intrecciate a quelle di lui. «Sai, adesso vorrei tanto mangiare del cioccolato.»

L'uomo si allontanò per un momento, quindi trafficò su uno scaffale della cucina e vi estrasse un barattolo. «Eccoti accontentata», le disse, porgendoglielo. Jane lo aprì seduta stante e vi intinse un paio di dita. Quando se le portò in bocca, mugolò di piacere chiudendo gli occhi per un istante. «Dio, è davvero buonissima! Ma dove l'hai presa?»

Per tutta risposta, Thomas incollò le labbra alle sue. Ancora una volta, si sentì stravolgere i sensi e le strinse i fianchi con decisione, attratto come una falena da quella situazione tanto intrigante quanto deliziosa. Jane posò il barattolino sul tavolo della cucina e si aggrappò al marito, percorrendo con tenerezza ogni singolo anfratto della sua schiena. Thomas saggiò quelle labbra al gusto cioccolato per cinque minuti buoni, tentando disperatamente di domare il fuoco di quella passione che spesso gli esplodeva all'improvviso. «Hai ragione, è davvero squisita», biascicò, tra un bacio e l'altro. Si staccò da lei, il fiato corto, le pupille dilatate. «Ma sarà meglio che adesso riprenda a impastare la pizza, prima che
»

Jane gli diede un ultimo bacio e lo lasciò andare. «Non chiedermi di tornare al letto, però. Adoro troppo vedere all'opera il mio maritino sexy.»

«Be', come dice il nostro panettiere di fiducia, in amore vince chi inforna, no? E noi, pizza a parte, abbiamo già infornato parecchio, mi sembra», le disse, accennando a un sorriso vagamente malizioso.


Jane capì al volo e, abbassando lo sguardo, riprese ad accarezzarsi il ventre. «L'hai sentito il tuo papà, sì?» esclamò, rivolgendosi al pargoletto. «Ricordati di dare la colpa a lui quando mi rivolgerai la fatidica domanda "Come nascono i bambini?" Intesi?» Rise di gusto e Thomas la seguì a ruota. «A parte gli scherzi», proseguì lei, «sarà meglio che ti sbrighi a infornare questa pizza, ché abbiamo una fame da lupi!»

Thomas le fece l'occhiolino e tornò subito al suo impasto, un perenne sorriso stampato sulle labbra. Se cucinare solo per Jane gli faceva tremare il cuore, cucinare per due lo riempiva di un'assoluta, incomparabile felicità.
   
 
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