Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: curlywriter    07/05/2023    0 recensioni
Edoardo e Alice sono due poli opposti che iniziano con il piede sbagliato, ma quando Alice dovrà allontanare un ex fidanzato morboso e assillante troverà una spalla in Edoardo che non solo si fingerà il suo nuovo fidanzato ma per forza di cose diverrà anche il suo coinquilino. E si sa tra odio e amore, tra finzione e realtà la line è sottile, molto sottile!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alice




Prologo 

...Un mese prima...







Guidare una mini 4x4 enorme per Milano era qualcosa da pazzi che non pensavo sarei mai riuscita a fare quando rientrai in anticipo a settembre per lasciare il mio fidanzato, dopo averne trovato finalmente coraggio, ne tantomeno avrei pensato di riguidarla al posto della mia 500 color puffo una seconda volta, visto che odiavo le auto di grandi dimensioni, ma Rebecca la mia coinquilina aveva insistito a farmela prendere visto che ultimamente, Amedeo il mio ormai ex ragazzo era tornato ad essere insistente a causa della nostra rottura. Era capitato che in passato mi seguisse e Rebs, la proprietaria di quest'auto da 150 cavalli, era più tranquilla se avessi usato la sua macchina più brillante e scattante, ogni volta che mi dovevo spostare in campagna dai miei nonni; peccato però che io non sono per niente una guidatrice provetta come lei che invece ama andare in giro e anche guidare i go cart. Sono appena stata dai miei nonni (Remo e Lucilla) per la nostra consueta cena del giovedì sera. Loro mi hanno cresciuta, sono stati dei veri e propri genitori, a differenza di mia madre che oltre a non sapere chi fosse mio padre si è assolutamente scordata di me una volta che imparai a camminare e parlare. Mia madre, Emma, è una hostess di volo perciò non ho idea se mio padre possa essere un collega, un pilota o un aitante uomo incontrato in qualche parte del mondo dato che il suo grande vizio è il genere maschile, o forse il membro maschile; la vedo una volta ogni due o tre mesi, quando mi concede il lusso di incontrarci, e i miei nonni insieme ai miei amici sono la mia unica famiglia. 

Beh di grandi amici non ne ho molti: c'è Rebecca che è più che un'amica, è la mia spalla oltre che coinquilina ma da quando ha conosciuto Federico la vedo più in coppia che da sola, ma è comprensibile. Fede ha una bambina che Rebs ha adorato dal primo momento, dice di essersi innamorata prima di lei e poi di lui, ma io lo so che in realtà una volta che hanno cominciato a lavorare insieme a quel tatuaggio che ormai è impresso sul suo costato e che ha fatto vincere un grosso riconoscimento a Federico e allo studio che gestisce, piano piano si è infatuata fino a perdere la testa. Lui però ha molto a cui pensare, quindi ogni momento è buono per conoscersi e stare insieme. In più nell'ultimo periodo Federico è stato distante e si è un po' isolato perciò vedere Rebecca cupa e intristita mi ha fatto impensierire questa sera, ma sotto suo stesso consiglio non ho disdetto la serata con i miei nonni, anche se ho detestato lasciarla sola a casa. Spinta dalla curiosità e spinta anche e soprattutto dal voler esserle di conforto, avrei voluto ordinare pizza e gelato e passare una serata a mangiare schifezze, spettegolare e farla ridere con la solarità che mi contraddistingue. Però ha insistito che andassi dai miei nonni e conoscendola quello era anche il suo modo di dirmi che aveva bisogno del suo spazio, oltre che dato che io i nonni li avevo e mi amavano quindi lei era grande sostenitrice delle nostre cene. A differenza dei miei, i suoi nonni la detestavano e anche se ormai ci era abituata, sapevo che comunque quell'anima sensibile della mia amica provava molta rabbia per la situazione familiare che viveva da troppo tempo, nonostante da buona persona cocciuta dicesse il contrario. La mia migliore amica è una delle donne più forti che la vita mi abbia messo sul mio cammino, ma per quanto faccia la dura, so che la maggior parte delle volte dietro quei capelli color caramello ramato, si nasconde un'anima buona e sensibile come poche.

I miei pensieri però vengono scacciati perchè proprio mentre svolto per entrare nella via del mio palazzo, noto che una Jaguar argentata come quella del mio ex fidanzato è parcheggiata poco più che distante da casa mia. 

"Diamine Amedeo, sono sei mesi che ti ho lasciato..." penso a voce alta prima di azionare il cancello automatico del mio condominio. Per fortuna è parcheggiato con il retro dell'auto rivolto verso la mia direzione e dato che la sua miopia lo rende cieco come, o forse peggio di una talpa, so che in questo momento non può neppure vedermi. Per sicurezza spengo le luci dell'auto, che sicuramente non riconoscerà, dato che la assocerà a Rebs, e ringrazio il cielo di avere un'amica con una furbizia e un ingegno fuori dal comune, perchè se fossi stata con la mia 500 mi avrebbe sicuramente raggiunto e importunata.

Ancora oggi mi chiedo come sia possibile che io sia stata con una persona come Amedeo. Ci siamo conosciuti grazie al nostro lavoro (ormai nel mio caso ex impiego) perchè dopo che ho concluso la laurea in lettere, mia nonna è riuscita, tramite le sue conoscenze, a procurare sia a me sia a Rebecca, un colloquio con il padre di Amedeo, il signor Gerardo Ferraris architetto rinomato che ha assunto Rebecca come assistente del miglior interior designer, mentre io sono stata scelta come receptionist e segretaria part time. Nel frattempo ho avuto modo così di iscrivermi al master editoriale e adesso finalmente sono assistente editor in una piccola casa editrice milanese. Amedeo l'ho conosciuto sul lavoro, anche lui lavora per il padre, o meglio ci prova, perchè se inizialmente sembrava spavaldo e pronto a prendere in mano l'azienda di famiglia, si è poi rivelato un ricco figlio di papà viziato. La nostra relazione non è durata neppure un anno, ma essendo un bambino viziato che non è abituato a sentirsi di dire di no, non lo accetta. E venire scaricato per Amedeo significa solo essere ferito nel suo orgoglio perciò non demorde, e ultimamente oltre ad essere pressante, comincia anche a spaventarmi. Sono arrivata anche a cambiare numero di telefono perchè ricevevo telefonate nel cuore della notte da ogni telefono che gli capitasse in mano. Quando stavamo assieme è capitato che si girasse sgarbatamente e in modo violento, senza mai farmi del male, però ora comincio a chiedermi se sia il caso che debba prendere provvedimenti più seri.

Per fortuna il mio palazzo ha un parcheggio sotterraneo a cui solo i condomini possono accedervi, perciò posteggio la Mini affianco alla mia 500 nei nostri parcheggi riservati e velocemente vado a chiamare un ascensore che non scende nemmeno a pagarlo. Ogni tanto, ultimamente parecchie volte a dir la verità, la signora del quinto piano dimentica di chiudere la porta dell'ascensore così io che abito al settimo  devo farmi "felicemente" le rampe di scale. Sbuffando tengo il borsone da palestra sulla spalla sinistra e mi incammino verso il mio piano. Quando arrivo al quinto piano mi rivolgo verso l'appartamento della signora Lorenzin e faccio una linguaccia e un gestaccio verso di essa, tanto lei a questo'ora sarà fra le braccia di Morfeo. Poi di riflesso mi giro alla mia sinistra e osservo l'entrata della casa che la Lorenzin affitta a Edoardo, il migliore amico di Federico che non solo devo ritrovarmi ad ogni festa o serata che quei due organizzano, ma ora è pure il mio vicino di casa. Tra me e lui non scorre buon sangue; non ci detestiamo, ma nemmeno siamo amici fraterni. Non so di preciso che idea lui si sia fatta di me, ci conosciamo da poco tempo, anche se le mie tette le ha palpate e viste... 

No, non è come pensate, non ci sono stata assieme, anche se potrebbe benissimo essere il mio tipo perchè Edoardo  è divino: capelli biondo cenere, carnagione olivastra con gli occhi verdi, alto, molto alto e soprattutto è tremendamente sexy dato che quando non lavora nello studio di tatuaggi assieme a Fede passa il suo tempo libero nella palestra sotto casa dove io insegno Pole Dance. Quindi giustamente, voi, vi starete domando il motivo per il quale abbia visto il mio piccolo seno che potrebbe stare comodamente all'interno di una coppa da Champagne. Beh Federico e Rebecca non starebbero insieme, se io per festeggiare la fine della mia relazione, non avessi prenotato una pazzia: sei mesi fa mi sono fatta fare due piercing ai capezzoli, e dato che Giulia, la ragazza con cui avevo preso appuntamento e che si occupava di piercing e microblading presso il Crazy Heart Tattoo Studio, era stata colpita da una brutta influenza, l'unico con l'abilitazione a fare i piercing quel giorno era proprio Edoardo. 

Non sono una ragazza pudica, ho sempre fatto danza e ginnastica artistica, quindi mostrarmi non è mai stato un problema, faccio pole dance da anni, ho il brevetto per insegnarla, ma onestamente quando seppi che lui doveva palparmi e vedermi nuda, ebbi un sussulto. Non che io sia una persona insicura, ma non mi esono mai fatta vedere nuda da un uomo senza che lo volessi veramente. Oltre a qualche relazione seria, nei miei 24 anni di vita è capitato che avessi qualche flirt di una notte, ma quando quell'aitante tatuatore mise le sue mani su di me, sui miei capezzoli sentii una scossa di tensione e piacere. Mi ero detta che era una sensazione data dal fatto che con Amedeo non avevo più una vita sessuale da mesi, per mio volere, e che le uniche mani che ora ero abituata a sentire erano le mie quando soddisfavo i miei ormoni da sola. 

Non so cosa provò lui, perché in quel poco tempo avevo capito che Edoardo aveva uno sguardo indecifrabile rispetto al mio, ma da quel momento ogni volta che ci troviamo vicini o anche solo nella stessa stanza c'è una strana energia, o meglio elettricità fra noi. Mi prende in giro, non so mai se sta scherzando o se nella sua ironia ci sia un pizzico di amara verità e soprattutto non ho ancora compreso se stia cercando di inquadrarmi o se proprio non gli sto simpatica. 

Io non sono abituata a giudicare un libro dalla copertina, ne sul lavoro dato che ora leggo libri in anteprima per una casa editrice e spesso faccio la blogger collaborando con editor anche importanti che hanno bisogno di far vendere e sponsorizzare i loro libri, quindi anche nei rapporti personali cerco di valutare e approfondire prima di avere un'impressione su una determinata persona, ma con lui sembra quasi di essere perennemente sotto esame e non sai cosa pensi di te a meno che non sia lui esplicitamente a dirlo. Do ancora  un'occhiata alla porta e prima di salire le scale chiudo quella dell'ascensore; con un po' di fiatone nonostante sia una persona fisicamente allenata sento leggermente il mio respiro, ma ehi non ricordavo che si potesse ansimare così forte.. poi mi rendo conto, una volta aperta la porta di casa che in realtà questi ansiti non provengono da me, ma da casa mia. Dallo specchio appeso all'entrata vedo qualcosa che non dovrebbe sconvolgermi, dato che non sono una puritana, ma allo stesso tempo la fa: Rebecca completamente nuda a cavalcioni su Federico. Adagiando la porta senza far rumore esco dal mio stesso appartamento; sono talmente presi l'uno dall'altro che non credo mi abbiano sentita. Sono felice abbiano risolto ciò che stava accadendo fra loro, però ecco non ci tengo a sentire le urla di piacere che quei due si procurano a vicenda. 

Mentre esco di casa, prima di prendere l'ascensore do ancora un'occhiata all'esterno dalla finestra: "cazzarola" esclamo dando un colpo sulla maniglia della finestra;  il mio ex è ancora fuori quindi non posso sicuramente uscire e andare al pub sotto casa per ammazzare il tempo, anche se da ciò che mi ha raccontato Rebecca, so che quando lei ed Federico stanno insieme ci mettono ore prima di crollare. Se scendessi e andassi al pub mi tormenterebbe, ma a casa non posso andare perchè non voglio interrompere i miei amici e specialmente non voglio sentirli. Va bene che io e Rebs condividiamo molto ma non esageriamo. Se tornassi dai nonni ci metterei una vita e come glielo spiegherei il motivo per il quale non dormo a casa mia?! Perciò non mi resta che fare una cosa: scendere al quinto piano e suonare il campanello che vede il nome di Edoardo Santarelli, sperando che mi apra e che non abbia compagnia. 

Suono due volte e attendo, e mentre sento i suoi passi che avanzano, non so per quale motivo dentro di me inizia a salire una certa agitazione che mi invade lo stomaco. Non dovrebbe accadere dato che ormai ci conosciamo e spesso usciamo nella stessa cerchia di amicizie, eppure sento una morsa all'altezza dell'addome, come se le mie budella si attorcigliassero, o meglio palpitassero su se stesse. 

Quando mi apre la porta a momenti sputo un polmone: mi ritrovo un Edoardo con i capelli completamente scompigliati, il torso statuario disegnato e nudo, e un paio di pantaloni della tuta grigi che gli fasciano le gambe longilinee e muscolose. "Ma da quand'è che ha delle cosce così toniche?" Mi ritrovo a pensare fra me e me..

"Ehi" dice un po' confuso guardandomi con quegli occhi color smeraldo.

"Ciao, ti ho svegliato?" Lo saluto un po' imbarazzata perchè non avrei mai immaginato di venire a bussare alla sua porta chiedendogli asilo.

"No, stavo disegnando ed ero assorto, mi capita quando sono concentrato. Tutto bene?" Mi domanda perplesso.

"Si.. no, cioè non proprio... posso entrare? Non so dove andare..." chiedo nuovamente imbarazzata. Sto persino arrossendo un po', me lo sento.. che vergogna!

Spalanca la porta e mi ritrovo a passare sotto il suo braccio teso data la nostra differenza di altezza. 

"La tua amica ti ha sbattuta fuori casa?" Domanda indicando il mio borsone ghignando.

"No, il giovedì do lezione di pole dance in palestra, e subito dopo raggiungo i miei nonni in campagna per la nostra cena settimanale. Sono rientrata un po' prima perchè quando ho lasciato casa Rebecca era uno straccio. Ho comprato un kilo di gelato e pensavo di stare un po' con lei dato che con Federico c'era qualcosa che non andava... ecco acqua passata suppongo visto che appena sono entrata in casa ho sentito gemiti e li ho intravisti fare sesso...ecco perchè ti ho suonato. Non posso rimanere mentre quei due sono beati  nel loro mondo pieno d'amore.. sarei andata al pub qui sotto ma fuori c'è quel pezzo di merda del mio ex che continua a perseguitarmi e non ho voglia di sentirlo.. quindi eccomi qui, ecco perchè ho suonato alla tua porta" dico tutto d'un fiato.

Edoardo con una calma quasi snervante, mi prende la borsa col gelato con la mano sinistra e con la destra il borsone della palestra che lancia sul divano. Poi mentre mi chiedo che cosa starà pensando di me in questo momento, scosta lo sgabello dell'isola della cucina e tira fuori dal primo cassetto due cucchiaini, apre la confezione di gelato presa nella gelateria del paesino lombardo dove abitano i miei nonni e come se nulla fosse domanda:

"Che gusti hai preso?" 

"Cioccolato al caramello, frutti di bosco, crema e langarola che è un gelato particolare perchè si rifà alla torta piemontese da cui prende il nome." 

"Ottima scelta. Manca solo il pistacchio e sarebbe stato perfetto!" 

"Sono allergica ai pistacchi.. Edoardo hai sentito cosa ho appena detto?!" Domando perplessa dato che mi sta ospitando come se nulla fosse.

"Ho sentito e recepito alla perfezione, ma tu hai bisogno di distrarti, rilassarti e qui sei al sicuro. Ora mangiamo il gelato prima che prenda la mia mazza da baseball in camera e scenda a spaccare il culo a quel coglione del tuo ex. Meglio che ci mangiamo il gelato. Mi domando cosa tu ci abbia visto in lui." Continua fulminandomi con il suo sguardo tagliente.

"Ti prego non sono venuta qui per sentire l'ennesima morale. Non cominciare anche tu con la questione che lui è ricco. Non me ne frega nulla dei soldi!" Rispondo sedendomi, mettendomi sulla difensiva e iniziando a mangiare del gelato.

"Non ho detto nulla, stai facendo tutto tu!" Dice lui imitandomi ma non staccando mai lo sguardo dal mio. E se approfondisco bene e mi metto d'impegno vedo della rabbia nei suoi occhi.

" Eh così mi ospiti senza obiettare?" Chiedo mentre lui si alza e ci pone due birre sul bancone.

"Cosa dovrei fare? Farti andare via? Non so a che uomini tu sia abituata ma non ti lascio uscire da questo stabile se casa tua è occupata e se c'è quel maniaco del tuo ex fuori di qui che continua a romperti le palle. Dovresti fare qualcosa..." sospira sorseggiando la bevanda ghiacciata. 

"Lo so ma.. è pieno di soldi, e come faccio a denunciarlo?! È abile, ho solo messaggi e ogni volta che mi importuna siamo soli. È la mia parola contro la sua" sospiro mangiando e sorseggiando a mia volta una delle birre più forti che abbia mai assaggiato. 

"Ascolta, ti dico solo più questa cosa e poi ti prego di cambiare discorso perchè se continuiamo scenderò davvero a rovinargli quel visino finto che si ritrova... mio padre lavora in polizia, sappi che può aiutarti."

Non so cosa mi sorprenda di più se la sua offerta d'aiuto, o se il fatto che abbia detto per ben due volte che sarebbe andato a spaccare il naso del mio ex.. perchè quest'aria così protettiva nei miei confronti dato che sembra non approvare certe mie scelte passate.

"Ci penserò... ma..grazie" balbetto prima di iniziare a guardarmi attorno. 

L'appartamento di Edoardo non è enorme: cucina e salotto sono un unico spazio, ne troppo piccolo ne troppo grande e si nota lontano un miglio che è la casa di un'artista. Alle pareti ci sono quadri, stampe di tatuaggi, pergamene che attestano la sua professionalità e anche qualche vittoria in qualche gara a cui deve avere partecipato durante le Convention. Edoardo deve essere ancora più bravo di Federico a disegnare perchè sulla parete dove è appeso il televisore ci sono dei dipinti a mano libera sul muro e l'edera che viene raffigurata sembra reale.

"Sono davvero belli sia i quadri, sia il dipinto" mi congratulo sinceramente anche per cambiare discorso e spostare l'attenzione su altro.

"Grazie, sui muri di questo soggiorno c'è racchiusa tutta la mia vita. È tutto ciò che so fare.."

"Manca una cosa però" esclamo ghignando.

"Cosa?" Domanda interrogativo.

"C'è molta arte, molti tatuaggi.. ma tu sai fare anche i piercing, non vedo nessuna foto appesa, dico avvicinandomi a tutto ciò che si trova sulla parete che ho di fronte.

Si avvicina portandomi la mia bottiglia di birra e sorride assieme a me, il primo e vero sorriso che mi rivolge da quando mi sono presentata alla sua porta.

"Beh quello è un qualcosa che ho dovuto imparare ma non mi appassiona molto... e poi tu sei fra le poche che possono essere onorate di aver un, anzi due, piercing fatti da me. Giulia per fortuna lavora sodo, quando sei venuta tu è una delle poche volte che è dovuta mettersi in malattia". 

"Allora i miei capezzoli adesso valgono di più?"

"Dipende da cosa ci hai attaccato" mi sbeffeggia.

"Due diamantini che brillano"

"Allora valgono triplo, anzi quadruplo" 

-oddio ma stiamo flirtando?!- mi chiedo nella mia testa quando mi rendo conto che stiamo parlando dei miei capezzoli.

"Perchè ho dei diamanti attaccati al seno o perchè me li hai fatti tu?" Ammicco continuando a bere e non so se la caldana che mi prende sia dovuta alla birra o al suo ghigno e sguardo di sbieco.

"Entrambe le cose direi" risponde facendomi l'occhiolino e dirigendosi sul divano dove ci sono diversi fogli e disegni sparpagliati. 

"A cosa lavori ?" dico avvicinandomi e sedendomi al suo fianco. 

"Il mio lungo e dettagliato lavoro per domani. Rappresenta la dea dell'amore che tiene in mano una bilancia che soppesa sia il cuore sia la testa. È per una ragazza che si sposa con il fidanzato delle medie. È il modo per coronare la loro nuova vita insieme. È stata fatta di alti e bassi. Vuole anche il nome del compagno ma sono in crisi: non so come e dove inserirlo.. non sono fan di chi decide di imprimersi il nome del proprio innamorato sulla pelle. È rischioso. Non lo sai se durerà per sempre."

"Devo dire che sei un tipo romantico... lo dici anche ai tuoi clienti?!" Rispondo guardandolo scettica ma distogliendo subito lo sguardo per tornare ad ammirare quell'opera d'arte su carta. Le linee della dea sono sinuose, gli occhi sono sognanti e le labbra sembrano carnose come quelle di Angelina Jolie. E i dettagli della bilancia che soppesa cuore anatomico e cervello sembrano così veri che fanno quasi impressioni. Inutile dire che la mano di Edoardo è estremamente realistica, veritiera. Sono scioccata. Ma sono ancora più scioccata dal fatto che questa vicinanza con Edoardo mi piace, mi fa provare un mix di sensazioni strane, quasi inaspettate dato che fra me e lui non è che ci sia chissà quale rapporto. Lo osservo mentre è concentrato nella sistemazione di ogni dettaglio e trasuda passione e impegno verso i soggetti che ha realizzato, sembra nel suo mondo, assorto in chissà quale idea. Le sue ciglia lunghe incorniciano i suoi occhi e rendono il suo sguardo morbido anche se non c'è niente di morbido: ha la mandibola serrata e io l'osserverei per ore incantata come i bambini davanti ai cartoni animati.e sono sorpresa, mi chiedo perchè... perchè questa attrazione e curiosità improvvisa verso di lui, o forse è solo il mio periodo di astinenza che ha reso tutto questo possibile, perchè si, ho gli ormoni follemente in subbuglio. 

Mentre lui continua ad osservare il suo disegno cercando di capire dove posizionare il nome scritto con un calligrafia decisa ma elegante, per fortuna vengo distratta da un batuffolo color grigio scuro che mi si pone in braccio e mi annusa curioso. Un ariete blu nano mi solletica l'addome e di primo acchito mi viene da accarezzarlo sulla macchia di pelo bianco che si trova sul suo musino dolce.

"E tu chi sei?" 

"Lui è Pesca.. e ama conoscere persone nuove" dice prendendolo in braccio e posizionandolo sulla sua spalla.

"Pesca è un nome da 'LUI?' "

"Chi me lo ha venduto pensava fosse una femmina, appena preso amava le pesche ma i conigli non possono mangiarne troppe sennò rischiano di star male, così dato che non sapevo come chiamarlo optai per Pesca. Qualche mese fa volevo fargli fare dei cuccioli, il veterinario mi disse che avrei dovuto trovargli una compagna, così ho scoperto che Pesca, che consideravo una Lei, è in realtà un lui."

"Ciao Pesca è un piacere conoscerti!" Continuo accarezzandolo e prendendolo al volo visto che mi si lancia addosso.

"Pesca ama le donne, è schivo, ma sembra che insieme a mia sorella tu gli piaccia".

"Beh lui piace anche a me. È esilarante che tu abbia un coniglio, sembri più un tipo da rottwailer".

"Sono così prevedibile?" Domanda attonito. Il che mi sembra strano perchè effettivamente non ci conosciamo ma Edoardo basta osservarlo: non è di certo il tipo da animale domestico senza carattere. Io annuisco facendo una smorfia e ridendo per la sua faccia corrucciata. Si Edoardo trasuda virilità da tutti i pori e onestamente se dovessi vederlo con un cane al guinzaglio lo vedrei bene con una razza cazzuta e forte proprio come lui. Di certo non mi sarei mai aspettata di trovare un coniglio dolcissimo in casa sua.

Nonostante la sua faccia perplessa e curiosa al medesimo tempo, riprende ciò che mi stava raccontando e io lo lascio parlare perchè da quel poco che ho potuto osservarlo non è uno di molte parole e se si apre significa che è a suo agio.

"Volevo prendere un cane di quella razza infatti, ma la signora Lorenzin è allergica, perciò mi ha detto che avrei potuto tenere un animale che non vivesse in giro per casa. Quando viene a farmi gli agguati a sorpresa lo ripongo nel suo loft che gli ho costruito.. ma in realtà spesso e volentieri gironzola per casa ad insaputa della Lorenzin". Dice prendendolo in braccio e andando a riporlo nella sua cuccia/gabbietta che è talmente grande che sembra davvero un loft in miniatura.

"Non mi stava infastidendo. Era estremamente rilassante..e in questo momento ho carenza d'affetto, lascialo.." Ribatto  dispiaciuta che io e Pesca dobbiamo separarci. 

"Oh lo è, Pesca fornisce una grande dose di relax, ma devo chiederti un favore.." mi domanda grattandosi la nuca con aria perplessa. 

"Ciò che vuoi, mi sembra il minimo darti il mio aiuto, visto che sono piombata qui nel bel mezzo della tua serata. Giuro che tra un po' me ne vado".

"Mettiti comoda, quei due non finiranno tanto presto.. conosco Federico da quando avevamo 14 anni, diciamo che il sesso è una valvola di sfogo. Ha avuto delle settimane di merda, e alla tua amica ci tiene davvero tanto. Unisci il fatto che la ami e saprai fare 2+2: quei due è già tanto che non faranno un mini Fede o una mini Rebecca stasera, hanno un po' da recuperare.

"Come lo capisco...la frustrazione sfogata nel sesso è qualcosa di appagante...non ricordo nemmeno più come si fa" confido ad alta voce spudoratamente. 

"Mi ha detto Giulia che i tuoi gioielli ai capezzoli erano il tuo regalo post rottura..."

"Già, peccato che quello stronzo non abbia recepito. Però non voglio tediarti con i miei problemi sentimentali. Dimmi a cosa vuoi che ti aiuti", dichiaro cambiando discorso perchè parlare di Amedeo è l'ultima cosa che io voglia al momento. 

"La mia cliente è minuta ed esile come te. Vorrei fare una prova sulla tua schiena per vedere come posizionare il nome e gli altri elementi che compongono il tatuaggio. Così da farmi un'idea. Posso?"

"Si certo. Aspetta mi levo la felpa." 

Sotto la felpa ho un body verde lime attillato che uso quando insegno pole dance, è intrecciato sulla schiena e dei pezzi di pelle scoperti si notano anche sui lati dei miei fianchi. Mi ha già vista conciata così in palestra, però ecco averlo dietro di me con tutta la sua imponenza corporea mi manda in visibilio. Maledetti ormoni che hanno bisogno di sfogare. E posso giurare, oltre che percepire, che anche lui mi guarda o meglio mi scruta con una certa passione negli occhi. 

"Rilassati non mordo.. forse" mi prende in giro mentre con dello scotch appende alla mia schiena ogni disegno che va a comporre la sua opera artistica. 

Vorrei fare una battuta ma è talmente concentrato e io sono talmente incasinata dai miei ormoni che muovo solo le punte dei piedi. 

"Riesci a stare ferma un secondo?" Domanda continuando ad osservarmi. È tremendamente serio quando lavora, non esiste altro e in questo momento se fosse il mio fidanzato lo innervosirei con qualche tattica di seduzione. Chissà se una donna che gli suscita interesse, riuscirebbe a distrarlo e farlo cedere.. quanto vorrei scoprirlo, così non so se a causa dell'alcool o della mia curiosità nei suoi confronti, con le mani senza vedere tento di fargli il solletico ma sento solo un muro duro come il marmo. E caspita se quegli addominali sono duri, vorrei sapere se anche altro in questo momento è nello stesso stato...

È imperterrito, non riesco a scalfirlo, fino a quando lo sento sospirare... allora qualcosa gli sto smuovendo mi ritrovo a pensare sorridendo fra me e me come un'ebete. E ringrazio il cielo che non ci sia alcuno specchio, anche se vorrei davvero sbirciare il suo volto in questo istante. Ascoltare il suo respiro che diventa via via più forte continua a smuovermi e dio cosa gli farei.. è passato troppo tempo e lui mi incuriosisce troppo.

"Non riuscirai del tutto a deconcentrarmi, prendo molto sul serio il mio lavoro. Dovresti saperlo no?" Prova a farmi cedere senza riuscirci.

"Effettivamente pensavo che mi palpeggiassi le tette quando mi hai bucato i capezzoli e invece sei rimasto impassibile, proprio come ora... eppure il tuo respiro potrebbe tradirti... mi basta ascoltarti" sussurro più a me stessa che a lui. Forse sto cercando di autoconvincermi del contrario.

"Rilassa il corpo, sei rigida e se fossi la mia cliente ti posizionerei i disegni tutti storti e verrebbe una schifezza"

"Impossibile, se fossi la tua cliente non ti pagherei per farmi fare un tatuaggio sulla schiena, ma vorrei le tue mani altrove, in posti  più intimi..." gli dico guardando dritta al muro e si ora vorrei davvero davvero uno specchio per spiare la sua espressione. 

Come siamo arrivati a questo punto non lo so, non abbiamo una grande confidenza, ma non ci evitiamo neppure. Ed è mentre sono confusa che ripenso a quelle parole che la mia bocca ha appena pronunciato che lo sento appoggiarsi col petto alla mia schiena e mi sussurra con voce roca all'orecchio: "Se mi chiedessi di tatuare la tua pelle diafana non vorrei essere pagato e sarebbe una goduria già solo vedere come il bianco candido del tuo corpo assorbe il colore." 

E dio anche se sta parlando del suo lavoro mi sembra così erotico che non riesco più a placarmi, la lussuria mi invade dall'alluce fino alla punta dei miei capelli corvini. Mi giro e mettendomi in punta di piedi faccio schiantare le mie labbra sulle sue: carnose, bramose e bagnate mi attendono per duellare. È un bacio famelico, lo spingo sulla poltrona accanto al divano e mi arrampico su di lui mettendomi a cavalcioni ed improvvisamente sento non solo il body, ma anche i leggings troppo stretti. 

Lui è bollente, mentre io sono un pezzo di ghiaccio, perchè si quando mi eccito divento gelida e provo freddo e in questo momento vorrei solo scaldarmi con il corpo di Edoardo. Non so cosa mi abbia fatto scattare, non do solo colpa agli ormoni e al fatto che non faccio sesso da molto tempo. Quando si è avvicinato, e ha posato non solo le sue mani ma anche gli occhi su di me ho sentito una scossa elettrica partire dalla bocca dello stomaco e attraversare tutto il mio corpo, la stessa che percepii quando mi forò i capezzoli.

È reattivo, ci baciamo e strusciamo in modo esagerato, erotico, a me scappa anche un sospiro e un gemito. Inutile dire che se lui mi avesse spogliata sarei già pronta ad accoglierlo e dio come lo bramo, e invece è intento a scompigliare la mia chioma e mangiarmi letteralmente di baci e dio che buon sapore che ha la sua bocca, così morbida, così eccitante. Faccio scivolare la mia lingua e cerco la sua, mi fa accedere senza che abbia bisogno di chiedergli il permesso e nonostante sia il nostro primo bacio, i nostri primi preliminari mi sembra così naturale, come se lo facessimo da tutta la vita. Mentre mi godo le sue mani sui fianchi, infilo una delle mie dentro i suo pantoloni della tuta e cerco ciò che già posso sentire scalpitare. Sento tutta la sua virilità già attraverso il leggero tessuto che copre la mia intimità e non vedo l'ora di sentirlo completamente su di me e dentro di me. Sfioro tutta la sua lunghezza e lo sento ansimare e non so cosa mi stia eccitando di più eppure dopo essersi occupato del mio collo e delle mie labbra mi blocca. Ebbene si, blocca la mia mano, mi scosta e la bolla scoppia:

"Quanto hai bevuto alla cena con i tuoi nonni? Oltre alla birra che hai sorseggiato qui, quanto alcool hai in corpo?"

Deglutisco sconcertata dalla sua domanda, perchè in un momento come questo tutto mi aspetterei tranne che una richiesta simile. 

Boccheggio, mi metto i capelli dietro le orecchie e cerco di tornare alla realtà: "Ho bevuto solo due bicchieri di vino bianco pasteggiando. Sono sobria e assolutamente consenziente" dico afferrandolo e baciandolo ancora ma prontamente questa volta si scosta, guardando da un'altra parte.

"Forse dovremmo fermarci" mi dice mordendosi le labbra e guardandomi affranto.

"Mi stai rifiutando?!"

"No cioè, ti meriti più di una scopata e sappiamo tutti e due che si tratterebbe solo di questo. Hai appena rotto, il tuo fidanzato ha problemi ad accettarlo, e mi hai appena confessato che sei sessualmente frustrata. Domattina potresti pentirtene e tu meriti di più e sei più di una banale scopata Alice. Non so a che uomini sei abituata, ma ti meriti molto di più. Sei la migliore amica della fidanzata del mio migliore amico e se ti pentissi domattina, sarebbe poi straziante e imbarazzante rivederti e non pensare a quanto potrebbe essere piacevole averti fra le braccia. Ma tu ora non hai bisogno di questo".

Sono scioccata da ciò che sto sentendo, mi sta rifiutando, dopo avermi fatto battute fuorvianti mi sta rifiutando e fa male perchè ha ragione! Ringhio, strofinandomi le mani sul volto e mi rendo conto che sono ancora cavalcioni su di lui e tutto diventa estremamente imbarazzante.

"Io devo andare" dico prendendo la mia borsa.

"Alice, aspetta!" Dice rincorrendomi mettendosi la maglia della tuta appesa allo schienale del divano.

"No, non intendo rimanere un secondo di più davanti all'uomo che mi ha appena rifiutato. Evidentemente ho recepito male i segnali." Dico cercando la mia maledetta felpa col cappuccio che non trovo più. Dove diamine l'ho lanciata in preda agli ormoni!? Impreco mentalmente.

"Alice, ti prego ascoltami.."

E poi sbotto: "no, ascoltami tu! Hai usato tutte le parole necessarie per un rifiuto. Mi hai appena detto che non ho bisogno di una scopata, che non so scegliermi un uomo con cui stare e sai hai ragione perchè tutti in un modo o nell'altro mi rifiutano. Ad Amedeo serviva una bambolina da mostrare, pensi mi abbia incantato con i suoi soldi e invece è stato lui ad essere incantato perchè mi ha vista bella e pensava fossi vuota, perfetta per essere esibita come un trofeo. E si, Edoardo, sono sessualmente frustrata, sono in preda dai miei ormoni, ma sono adulta e per niente indifesa! So prendere una decisione, ma tu l'hai già presa per entrambi. E stasera non intendo un minuto di più farmi umiliare, perchè sono mesi che accade, e non sarai l'ennesima persona a farlo. Quindi stammi a sentire, dato che io traviso i messaggi, stammi alla larga, non vorrei passare ancora una volta per la donna arrapata che ha bisogno di usare un uomo. Non sai se io possa essere pronta o meno, ma domandati se tu lo sei. Entro qui dentro e minacci di spaccare la faccia alla persona che mi ha fatto soffrire negli ultimi mesi, dici che mi tatueresti senza farti pagare e mi guardi come un bambino guarda le caramelle gommose. Quindi fai pace col cervello e vattene a fanculo!" sbraito lasciandolo inerme, sbigottito con la faccia affranta. Sbatto la porta alle mie spalle e salgo di corsa al mio piano;  Mi appoggio con la testa alla mia porta di ingresso e ringrazio il cielo che hanno smesso di ansimare e guaire come due gatti in calore. Infilo la chiave nella serratura e mi fiondo in camera mia, non prima di socchiudere la porta della stanza di Rebecca. Lei e Federico sono meravigliosi, intrecciati, sembrano un'unica cosa e sono felice per loro, ma dentro mi sento a pezzi. Il motivo?! Vorrei anche io tutto questo, una persona che trasuda sicurezza, che mi infonde protezione, che mi fa sentire viva, senza ansie, senza paure, che combatte con e per me, mentre ricevo solo rifiuti: dagli uomini, da una madre che non mi ha voluta, ed è in questi momenti che ringrazio di avere un bagno in camera: mi svesto, nonostante l'ora tarda, e mi ritrovo a piangere, da sola, seduta sul piatto della doccia mentre il soffione fa scivolare via le lacrime con l'acqua bollente.


Eccoci qui con una nuova storia originale, il blocco dello scrittore è passato, e sono tornata a scrivere. Sono un po’ arrugginita, ma spero di avervi incuriosita con questi due giovani protagonisti! Dal prossimo capitolo sarò molto più dettagliata promesso! Grazie per aver letto, a presto, Curlywriter 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: curlywriter