Capitolo 5 - La resa dei conti
Tutti si bloccarono di colpo, sorpresi che fosse lei. Si teneva un fianco, ancora troppo debole per combattere, ma devo Vaniglia era lì a fianco di sua sorella, pronta a difenderla da ogni pericoloso pericolante pericolo.
- CHE STATE ASPETTANDO? PRENDETELA! - ordinò Voldemort 21 ai suoi aiutanti.
Tutti gli emissari si lanciarono su di lei, ma Vaniglia creò uno scudo protettivo. Allora Voldemort 21 si avvicinò, uscendo dalla cortina di nuvole nere, deciso a eliminare quelle due mocciose che continuavano a intralciare i suoi piani. Entrò in casa.
I suoi emissari si inchinarono, facendogli ala. Lui non ci fece caso e proseguì. Eliminò l’incanto-scudo di Vaniglia. Giunse davanti a loro e alzò la bacchetta. Aprì la bocca per lanciare l’incantesimo (e spicciati! Ndme), ma Pervinca fu più veloce di lui (e per forza, lui stava diventando un bradipo! Ndme) e lo trasformò in un topo. Subito dopo Vaniglia lo fece diventare una farfalla e poi di nuovo sé stesso. Allora Shirley lanciò un raggio arcobaleno sul Nemico. Lui si bloccò, pietrificato. Era il segnale che ognuno attendeva.
Tutti unirono le proprie forze contro Voldemort 21. Pozioni e raggi di ogni colore: rosso, bianco, giallo, verde, nero, viola, si schiantarono sul nemico insieme a due padelle, lanciate da Cicero e a una scopa, lanciata da mamma Dalia. Voldemort 21 dapprima si gonfiò come un palloncino, poi si rattrappì come una mummia (Acanti vomitò), infine il suo volto venne rigato da una sorta di fiamme di diversi colori. Alla fine, con un forte boato si disintegrò come consumato da un fuoco arcobaleno e svanì in un vortice colorato. Con lui svanirono immediatamente anche il vento magico e la distruzione.