Quando si è molto tristi si amano i tramonti

Con il tempo ormai avevo imparato ad amare Londra, città piovosa e talvolta triste, un po’ malinconica per me. Forse avevo imparato ad amarla anche grazie a lei, lei che con quei capelli biondi e gli occhi brillanti come due stelle riusciva a farmi sorridere, a farmi andare avanti. L’unica che poteva mantenere stabile quel sottile equilibrio che ero riuscito a creare solo per me, dopo tanto tempo – infinito tempo – e tanto dolore – infinito dolore –. Ma a volte, nonostante tutto, i ricordi tornavano a galla. Era ormai sera ed era un’insolita bella giornata di gennaio. Dopo aver parcheggiato il TARDIS ben nascosto ed essermi riuscito a liberare di Jackie e dalla sua cena precotta, sgattaiolai fuori dall’appartamento raggiungendo il terrazzo e mi sedetti per terra, ammirando il cielo. Non so, ma il cielo della Terra mi dava sempre una strana sensazione di impotenza. Non c’era silenzio, il traffico sotto di me era incessante, ma la sentii comunque arrivare alle mie spalle.

«Che ci fai qui? Fa freddo.», mi disse Rose stringendosi meglio nella sua giacca color senape, per poi sedersi accanto a me. Appoggiò la testa sulla mia spalla restando in silenzio, attendendo forse una mia risposta.

«Naaah!», dissi fissando l’orizzonte, cercando di non far trapelare le mie emozioni e rassicurarla, ma lei era troppo intelligente, ottima osservatrice.

«Avanti Dottore, che ti frulla in quel cervello alieno?», disse con un mezzo sorriso.

«Sai, quando si è molto tristi si amano i tramonti…», sospirai citando “Il piccolo principe”. Lei mi guardò confusa.

«Perché sei triste?», mi chiese curiosa e nel mentre il sole era scomparso dietro gli alti palazzi della città, lasciando spazio ad un cielo variopinto e ad una piccola spruzzata di stelle qua e là.

«A volte succede Rose Tyler, è inevitabile. Al passato puoi non pensarci, ma non puoi cancellarlo. Solo, promettimi che tu non sarai mai triste per colpa mia», le dissi. Si voltò e mi posò un leggero bacio sulle labbra. Quella risposta mi bastò, ma bastò anche a farmi capire che non sarebbe stata una promessa: nel momento in cui me ne sarei andato lei avrebbe sofferto. Per colpa mia. Ancora sofferenza per le persone che amo.