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Autore: Fiore di Giada    20/05/2023    0 recensioni
[[L\\\'angelo bianco]]
[Partecipante all'iniziativa "Il caffé del weekend" indetta dal gruppo "Fondi di caffé: il tuo scrittoio multifandom".
L’uomo, a stento, trattiene un urlo e si stringe la testa tra le mani. Davanti ai suoi occhi, appaiono i volti di Elena ed Anna.
Ne riesce a distinguere i lineamenti, contratti dal terrore e dalla morte.
E quei visi, così offesi, sembrano chiedere a lui una ragione di un simile, efferato accanimento.
Si copre il viso con le mani e le lacrime, ormai prive di controllo, erompono dai suoi occhi. Ormai, non gli resta più nulla.
La sua famiglia è stata distrutta dal suo odio e nulla può cambiare una simile realtà.
Le sue lacrime non ridaranno ai corpi di Elena ed Anna il calore della vita.
E una domanda, impietosa, martella la sua mente straziata.
A che cosa è servito questo?
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo, d’un grigio cupo, copre il cimitero, mentre un vento gelido soffia tra le tombe e le foglie dei cipressi, riempiendo l’aria di fruscii, sibili e scricchiolii, simili a lamenti.
Di tanto in tanto, il brontolio di un tuono rompe il silenzio, simile alla detonazione di un cannone.
Guido, a passo rapido, percorre il viale d’ingresso del cimitero, la testa china e gli occhi velati di lacrime.
Questo luogo è casa mia., pensa. Da tanto, troppo tempo non si allontana dalla sua villa, se non per andare al cimitero.
Il mondo gli appare un deserto, abitato da spettri crudeli.
Si ferma e appoggia la mano su un platano, le guance umide di lacrime e il petto sollevato da ansiti affannosi. La sua famiglia, ormai, è riunita nel cimitero.
Accanto a suo figlio Bruno, riposano sua figlia Anna e sua moglie Elena.
Stringe il pugno. Sua moglie, con il suo silenzio, ha completato l’opera di sua madre e gli ha impedito di conoscere suo figlio.
Tanti, troppi equivoci hanno impedito a entrambi di conoscersi, se non negli ultimi, terribili istanti di vita di Bruno.
− Non doveva finire così… − mormora. Suo figlio, nonostante la sua giovane età, ha cercato di fermare l’esplosione di alcune mine, collocate da Anselmo, col consenso dei lavoratori.
Quell’infame, pur di vendicarsi del suo giusto licenziamento, non ha esitato a riempirli di falsità vomitevoli.
Si passa una mano davanti agli occhi. Bruno, nonostante la sua giovane età, non ha esitato a cercare di spegnere le mine, quando ha compreso l’inganno di Anselmo.
E lui non ha potuto fare nulla per salvarlo.
Si allontana e prosegue il cammino per alcuni metri. Con la morte di Bruno, il suo cuore si è inaridito.
Sua moglie Elena, prima rispettata, gli è apparsa una creatura miserabile, quasi mostruosa.
Sono stato uno stupido., riflette. Con fredda, chirurgica precisione ha cercato la vendetta contro la sua detestata consorte.
Il suo dolore di padre ha preteso un risarcimento e, per raggiungere il suo obiettivo, non ha esitato a servirsi di sua figlia Anna.
Ha cercato di strapparla alla madre ed Elena, sopraffatta dalla disperazione, ha cercato con lei una impossibile fuga sul mare.
Si blocca ancora e, con un lungo lamento, si lascia cadere su una panchina. Il mare, in quella terribile notte, si è trasformato per loro in una trappola mortale.
Poi, in un’ultima beffa, ha restituito i loro corpi privi di vita.
L’uomo, a stento, trattiene un urlo e si stringe la testa tra le mani. Davanti ai suoi occhi, appaiono i volti di Elena ed Anna.
Ne riesce a distinguere i lineamenti, contratti dal terrore e dalla morte.E quei visi, così offesi, sembrano chiedere a lui una ragione di un simile, efferato accanimento.
Si copre il viso con le mani e le lacrime, ormai prive di controllo, erompono dai suoi occhi. Ormai, non gli resta più nulla.
La sua famiglia è stata distrutta dal suo odio e nulla può cambiare una simile realtà.
Le sue lacrime non ridaranno ai corpi di Elena ed Anna il calore della vita.
E una domanda, impietosa, martella la sua mente straziata.
A che cosa è servito questo?

 

   
 
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