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Autore: EngelDreamer    13/06/2023    0 recensioni
"Le strade quel giorno erano più affollate del solito e nell'aria si sentiva l'odore di festa. Nella via principale si stava svolgendo la solita parata del giorno di Calendimaggio e le persone, accalcate le une contro le altre, lanciavano grida di gioia tra una bevuta e l'altra mentre carri pieni di fiori e soggetti vestiti in costume passavano attraverso la folla lanciando coriandoli. Julia tutto questo trambusto non lo sopportava proprio".
•AU basato su "Il castello errante di Howl". Prenderò soprattutto elementi e scene del film, ma ci sarà qualcosa anche del libro. Sahed vestirà i panni di Howl e Julia quelli di Sophie.
[SaheJul (Sahed/Julia), ovviamente. Li amo troppo per scrivere su qualcun altro]
Genere: Fantasy, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il castello errante di Sahed

{ storia di come Julia s'innamorò di un Ah'kon }



Nel regno di Kalgratt, dove la scienza veniva venerata come una religione e la magia era ritenuta portatrice di caos, tutte le ragazze erano obbligate a sposarsi al raggiungimento dei venti anni con pretendenti scelti appositamente per loro.
Julia ne aveva appena compiuti diciotto e già era desiderosa di adempiere al suo dovere di cittadina modello. Non le interessava davvero trovare il vero amore, qualsiasi uomo che le avrebbero presentato sarebbe stato perfetto, le importava sopratutto di rendere il suo paese e suo padre fiero di lei. Anche i suoi genitori si erano conosciuti in questo modo dopotutto, e seppur sua madre fosse morta prematuramente quando lei era solo una bambina, avevano vissuto un matrimonio felice. Julia era convinta che lo stesso sarebbe successo anche a lei, indipendentemente da chi avesse al proprio fianco. Di tutt'altro pensiero era la sua migliore amica Kamille. Lei era di un anno più grande di Julia e per questo i suoi genitori avevano già iniziato a presentarle uomini di ogni tipo per far in modo che si fidanzasse prima del suo prossimo compleanno. Kamille però di sposarsi non ne voleva sapere nulla, aveva perfino tentato di fuggire di casa più volte rischiando di incappare in numerosi pericoli, come la famigerata Strega delle Terre Desolate di cui tanto si stava parlando ultimamente o del temibile Ah'kon Sahed, che da qualche tempo aveva iniziato a far vagabondare il suo inquietante castello tra le colline che circondavano il paesino delle due ragazze. Per questo la signora Bernaud aveva chiesto a Julia di far rientrare un po' di sale in zucca a sua figlia e convincerla che accettare una qualsiasi proposta di matrimonio era la cosa giusta da fare per il bene di se stessa, della sua famiglia e della nazione.
Così, in quel dì di Calendimaggio, lei aveva deciso di prendersi la mattinata libera dal suo lavoro di giocattolaia per andare a trovare Kamille nella sartoria dove stava facendo apprendistato.
Stava proprio per scendere le scale che collegavano il suo appartamento con il negozio di giocattoli che aveva ereditato da sua madre, quando notò che suo padre si stava abbottonando la divisa da militare davanti allo specchio del corridoio.
-Papà, te ne vai di già? Sei tornato solo da una settimana- gli chiese guardandolo dispiaciuta. Julia era abituata a stare lontana dal padre per lunghi periodi di tempo a causa del suo lavoro, e sapeva che se avesse sentito troppa solitudine sarebbe potuta andare a casa della famiglia Bernaud come aveva sempre fatto da quando era piccola, questo però non significava che la sua improvvisa partenza non l'intristisse. Dopotutto avrebbe dovuto passare almeno altre due settimane di congedo militare insieme a lei, e Julia si era ripromessa di passare ogni singolo minuto libero al suo fianco. Non pensava che il tempo insieme sarebbe finito così presto.
-Lo so Julia, mi dispiace, ma a quanto pare il figlio del re di Betheid è scomparso dopo aver varcato i nostri confini e loro ci stanno accusando di averlo rapito- le spiegò il padre voltandosi a guardarla. I suoi occhi scuri si posarono in quelli azzurri della figlia, ora intrisi di preoccupazione oltre che dispiacere, così addolcì il suo cipiglio serio e si sforzò di sorriderle per rassicurarla. -Non ti preoccupare, non credo che scoppierà una guerra per questo- mentì -in più il nostro paese è piccolo e lontano sia dalla capitale sia dai confini, stai tranquilla, andrà tutto per il meglio-. Le sue mani si posarono sulle spalle di Julia, ma lei non si sentì affatto più serena. Non era una stupida e riusciva a vedere dietro le bugie mal celate del genitore.
-Sono molto più preoccupata per te- gli rispose per poi abbassare lo sguardo. Suo padre era un sergente e seppur corresse molti meno rischi rispetto ad un soldato semplice e non combattesse in prima linea, una guerra avrebbe messo in pericolo la sua vita.
-Ah! Per chi mi hai preso? Ci sarà un motivo se sono arrivato dove sono, no? Abbi più fiducia nel tuo vecchio!- Disse gonfiando il petto, poi, dando una veloce arruffata ai capelli di Julia, la salutò, attraversò la sala da pranzo ed uscì dal portone principale lasciandola sola. Tipico di suo padre andarsene prima che la conversazione si fosse fatta più emotiva.
Con uno sbuffo, questa volta fu lei a mettersi davanti allo specchio per risistemarsi la frangetta castana poi, finalmente, scese le scale.


Il suo negozio di giocattoli era piccolo e accogliente. Davanti all'entrata delle scale, situata parallelamente all'ingresso del negozio, si trovavano il bancone con la cassa ed uno sgabello su cui sedersi, mentre le pareti ai lati erano coperte di grossi scaffali pieni delle sue creazioni in legno. Trenini, casette, animali, marionette... Julia aveva intagliato e dipinto tutte loro con le sue stesse mani ed era estremamente fiera di ognuna di esse, ma doveva ammettere di essere particolarmente affezionata sopratutto alle ultime citate. Esse erano state la prima cosa che sua madre le aveva insegnato a costruire e Julia ancora si ricordava la maestria con cui lei tagliava ed incideva il legno dandogli nuova vita e trasformandolo in qualsiasi personaggio lei volesse, per poi passare i momenti in cui il negozio era vuoto a giocare con lei mettendo sù piccoli spettacoli teatrali. Era un ricordo che si sarebbe sempre portata nel cuore e che le aveva fatto realizzare la sua passione nel modellare il legno. Sperava di essere diventata brava tanto quanto lei e che le cose che costruiva fossero in grado di dare gioia ai bambini a cui venivano regalate esattamente come quei giocattoli che sua madre le donava avevano dato a lei.
Scacciando via quell'attimo di nostaligia, Julia si voltò alla sua destra ed entrò all'interno di un'altra stanza: il suo studio personale. Questo era molto meno ordinato e molto meno luminoso rispetto al negozio in sé, ma era sicuramente la sua stanza preferita, perché era lì che poteva dare sfogo al suo estro creativo. Facendo attenzione a non inciampare nei vari pezzi di legno e giocattoli incompleti sparpagliati sul pavimento, Julia si avvicinò al suo tavolo da lavoro e da sopra di esso prese il regalo che aveva realizzato per Kamille. Si trattava di una pupazzo senza fili grande quanto il busto di Julia e, a parte il grosso cappello rosso a forma di fungo incollato alla testa, era completamente svestito così che Kamille potesse cucire per lui tutti gli indumenti che desiderava. Sperando di fare cosa gradita – e sopratutto di darle una consolazione prima di iniziare a rimproverarla per il suo comportamento da ragazzina immatura che non voleva compiere il suo dovere – Julia aveva costruito quel pupazzo prendendo come inspirazione Mr. Bolingus, l'amico immaginario che avevano creato insieme quando alle elementari avevano trovato un'amanita muscaria nel bosco vicino alla loro scuola, il quale aveva poi accompagnato le loro mille avventure per tutta la loro infanzia. Mettendolo con cura nella nella borsa di tela che aveva in spalla, Julia si avviò all'uscita lasciando il cartello con la parola "chiuso" rivolto verso l'esterno dell'edificio e facendo attenzione a chiudere la porta a chiave.

Le strade quel giorno erano più affollate del solito e nell'aria si sentiva l'odore di festa. Nella via principale si stava svolgendo la solita parata del giorno di Calendimaggio e le persone, accalcate le une contro le altre, lanciavano grida di gioia tra una bevuta e l'altra mentre carri pieni di fiori e soggetti vestiti in costume passavano attraverso la folla lanciando coriandoli. Julia tutto questo trambusto non lo sopportava proprio.
-È solo una scusa per non lavorare e per battere la fiacca- disse tra sé mentre cercava di farsi più piccola, schivando ogni individuo che le si parava davanti. Non era mai stata un'amante delle grandi folle, né dei festeggiamenti sconsiderati, per questo non appena poté si infilò in una viuzza secondaria e più sileziosa. Non appena fu sola tirò un sospiro di sollievo. Forse ci avrebbe messo più tempo del previsto ad arrivare da Kamille, ma per lo meno non avrebbe fatto incontri indesiderati. Non fece in tempo a pensare questo, però, che un uomo più grande di lei e con due enormi baffi sotto il naso uscì da uno dei vicoli che si trovavano al suo fianco, sbarrandole la strada all'improvviso.
-Ciao piccolina, dove vai tutta sola con questa fretta? Sei già maggiorenne, vero? Perché non mi fai un po' di compagnia? Ti va di bere qualcosa?- cominciò a chiederle facendole una domanda dopo l'altra, abbassandosi un poco per arrivare alla sua altezza e guardarla meglio in viso. Julia arrossì e strinse le labbra dal fastidio, fissando l'uomo dritto negli occhi. Quel tizio emanava un fortissimo odore di vino e seppur non sembrasse troppo pericoloso, solo estremamente ubriaco, un principio di paura mischiato a rabbia le iniziò a salire dalla bocca dello stomaco. Non era abituata a ricevere questo tipo di attenzioni, lei. Era sempre stata considerata piuttosto banale dai suoi coetanei ed il suo modo scialbo di vestire unito al suo carattere schivo e scorbutico non l'avevano aiutata di certo a far breccia nei cuori di chi le stava intorno. Non si era mai data pena per questo, però, dopotutto questo tipo di cose non erano di alcun interesse per lei, e vedendo il modo in cui l'uomo che aveva davanti stava cercando non solo di fare conversazione con lei, ma anche di toccarla e portarla da qualche altra parte, ringraziò anzi il fatto di non essere attraente e di non ricevere questo tipo di attenzioni più spesso.
Stava proprio per inveirgli contro di andarsene e di lasciarla in pace, quando un braccio le avvolse le spalle ed un profumo dolce e delicato le entrò nelle narici.
-Eccoti tesoro, scusa il ritardo, ti ho cercata dappertutto- disse il nuovo arrivato mentre la stringeva protettivamente a sé. Julia non riuscì a voltarsi, troppo sbalordita dall'avvenimento, ma riuscì a capire che chiunque fosse arrivato in suo soccorso – non che ne avesse avuto bisogno – fosse un giovane uomo dalle movenze sofisticate e dalla voce gentile.
-Eh? E tu chi saresti?- domandò il tipo che la stava molestando, iniziando ad irritarsi.
Lo sconosciuto al suo fianco non accettò di buon grado il tono con cui egli si era rivolto a lui così, dopo aver emesso un suono stizzito con la lingua, gli rispose -non sono affari tuoi. Ora perché non vai a farti un giro?- e dicendo questo alzò il braccio e con un gesto veloce buttò in faccia all'uomo una polverina viola. Egli, come incantato, si raddrizzò in tutta la sua altezza e rigido come un pezzo di marmo iniziò a camminare nella direzione opposta alla loro con passi svelti. Julia, capendo all'istante in cosa si era andata a cacciare, sgranò gli occhi. -Cos-- Ma questa è magia! Hai usato una magia! Lasciami andare!- esclamò cercando di divincolarsi dalla presa del giovane.
-Non così in fretta- la bloccò lui, iniziando a camminare insieme a lei. Il tono con cui le parlò era basso e non aveva più nessuna traccia di nervosismo, ma Julia continuò ad esserne spaventata. Chiunque utilizzasse la magia era un essere pericoloso e da tenere alla larga.
-Mi stanno seguendo e ora sei coinvolta anche tu. Reggimi il gioco- aggiunse seriamente sussurrandole all'orecchio. Julia rabbrividì.
-Seguendo? Coinvolta? Coinvolta in cosa? Lasciami subito andare!- provò di nuovo a protestare, senza risultati. Ora stava iniziando seriamente ad arrabbiarsi.
-Calmati! Non appena li avremmo seminati sarai libera di andare dove vuoi-. Con la coda dell'occhio Julia riuscì a vedere in lontananza degli ammassi gelatinosi senza volto e completamente neri venire nella loro direzione, i quali sparirono dalla sua vista non appena il presunto mago la fece svoltare a sinistra. Furono però costretti ad arrestare la loro fuga perché si trovarono davanti ad un alto muro. -Vicolo cieco. Tieniti forte-.
-Tenermi forte a cosaaaah!- Senza capire né come né perché Julia si trovò in aria, al di sopra dei tetti del suo villaggio, con entrambe le mani strette in quelle dello sconosciuto che continuava a restarle alle spalle. In altre circostanze forse sarebbe rimasta estasiata dal panorama che si poteva osservare da lassù, ma in quel preciso istante riuscì solo a pensare di essere appena stata rapita.
-Distendi le gambe e continua a camminare come se fossi sulla terra ferma- bloccò i suoi pensieri lo sconosciuto avvicinando la bocca al suo orecchio. Julia provò a guardarlo in viso, ma riuscì solo a vedere un ghigno divertito dipinto sopra pelle abbronzata.
-Ma tu sei completamente fuori di testa! Questo si chiama sequestro di persona ed è un reato! Tu stai usando la magia e anche questo è reato! Mio padre è un militare, ti farò arrestare subito!- sbraitò Julia in preda all'ira. Intanto però aveva iniziato a muovere le gambe come se stesse camminando, esattamente come lui le aveva detto. Quella situazione non le piaceva per niente, lui non le piaceva per niente, ma non voleva di certo cadere da quell'altezza.
-Ma vuoi darti una calmata?! Sto solo cercando di toglierci da una situazione scomoda!- le rispose a tono. Ma guarda che sfacciato, aveva perfino il coraggio di rimproverarla! -Nessuno te l'ha chiesto e poi chi diavolo saresti tu?- Mentre gli faceva questa domanda Julia notò che stavano perdendo quota dirigendosi nel terrazzo di un qualche negozio. Non appena ebbe messo i piedi per terra subito si girò per vederlo in viso, pronta ad inveire nuovamente contro di lui. Gli insulti le morirono in gola non appena capì chi era stato a rapirla (salvarla?). Pelle abbronzata, capelli scuri, ricci, con due ciocche bionde ad incorniciargli il viso, occhi – tre occhi! – dello stesso colore pallido del cielo durante l'alba. Quello non era un mago, quello era un Ah'kon. Quello era -S-Sahed...-
-La mia fama mi precede a quanto pare- le rispose sorridendole alzando solo un lato della bocca. Julia continuò a fissarlo negli occhi, anzi, continuò a fissargli il terzo occhio che aveva in mezzo alla fronte senza riuscire ad emettere nessun altro suono. Sahed era sempre stato descritto come una persona pericolosa, specialmente per le giovani donne come lei, perché non solo se ne andava in giro facendo i comodi suoi, aveva anche il vizio di rubare i cuori a chiunque gli rivolgesse la parola. Julia non faceva fatica a capire come: era l'uomo più affascinante che avesse mai incontrato. -Ecco, rimani qui per qualche minuto, dovresti essere al sicuro- disse prima di guardarsi intorno. Nessuno li aveva visti scendere lì e sopratutto i mostri che li stavano inseguendo non erano più nei paraggi. Si voltò nuovamente verso Julia, osservandola per un ultima volta da capo a piedi, poi, sorridendole più dolcemente, saltò giù dalla ringhiera del balcone senza distogliere gli occhi dai suoi.
-Arrivederci, bella signorina- le disse prima di svanire.


Angolo Autrice

Ciao a tutti! Prima di tutto voglio ringraziare chiunque abbia letto le mie altre fanfiction, chi mi ha lasciato una recensione e chi ha aggiunto la storia alle ricordate. Vi adoro, mi avete resa molto felice. Seconda cosa devo avvertirvi che sono estremamente lenta ad aggiornare fic lunghe e in passato sono state molte le storie che ho abbandonato, quindi abbiate pazienza e non fatevi troppe aspettative per questa storia. Ma vi prometto che farò del mio meglio per aggiornare, specialmente se vedrò che questo primo capitolo verrà apprezzato. Ho letto e riletto il capitolo mille volte, ma non sono sicura di come mi sia uscito. Spero non ci siano errori e che il testo sia scorrevole! Ringrazio sopratutto coloro che su Instagram e Twitter mi hanno supportata mentre cercavo di scriverlo, amo tutti voi. Per chi volesse seguirmi su Instagram sono @engeldreamer e su Twitter sono @eengeldreamerr!

A presto,

EngelDreamer

  
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