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Autore: LorasWeasley    13/06/2023    2 recensioni
[accenni Soukoku e Tachihara x Gin]
"Ryuro Hirotsu non aveva mai avuto figli e gli andava benissimo così. Aveva passato tutta la sua vita nella Port Mafia, era sempre stata quella la sua famiglia e non se n’era mai lamentato.
Non aveva quindi mai sentito il bisogno di avere dei figli o, con il tempo che passava, dei nipotini.
Fino a quando, di punto in bianco, si rese conto che poteva anche non averli generati lui, ma Gin Akutagawa e Michizo Tachihara erano un po’ come i suoi bambini."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Michizou Tachihara, Ryurou Hirotsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Papà Hirotsu
 
Ryuro Hirotsu non aveva mai avuto figli e gli andava benissimo così. Aveva passato tutta la sua vita nella Port Mafia, era sempre stata quella la sua famiglia e non se n’era mai lamentato.
Non aveva quindi mai sentito il bisogno di avere dei figli o, con il tempo che passava, dei nipotini.
Fino a quando, di punto in bianco, si rese conto che poteva anche non averli generati lui, ma Gin Akutagawa e Michizo Tachihara erano un po’ come i suoi bambini: li proteggeva, gli insegnava cosa fosse giusto e sbagliato, li aiutava quando ne avevano bisogno e molto spesso chiudeva un occhio per nascondere i loro guai.
Il momento in cui si rese davvero conto del rapporto che aveva con i due adolescenti fu quando Tachihara andò a confidarsi con lui e lo fece preoccupare come avrebbe fatto un qualsiasi papà fin troppo apprensivo.
Hirotsu si trovava tranquillo nel suo ufficio a controllare dei documenti dell’ultima missione che avevano svolto, quando il ragazzo aveva bussato alla sua porta.
-Avanti- rispose l’uomo senza neanche alzare lo sguardo.
Tachihara fece il suo ingresso chiudendosi la porta alle spalle, lo raggiunse e rimase in silenzio per diversi secondi. Fu a quel punto che l’uomo alzò lo sguardo per capire quale fosse il motivo di quel silenzio, rimanendo ancora più spiazzato e confuso quando si accorse che Tachihara sembrava imbarazzato, si torceva le mani e non lo guardava in faccia.
-Che succede?- non poté fare a meno di preoccuparsi nel vederlo in quello stato, abbandonando tutto quello che stava facendo per dare attenzione all’adolescente.
Il rosso fece un sospiro distrutto, poi si sedette su una delle poltrone di fronte la scrivania dell’uomo e mormorò afflitto e disperato -Penso di essere gay.
Il gelo pervase il corpo di Hirotsu, iniziando a sudare freddo mentre l’ansia gli attanagliava lo stomaco. Difficilmente nelle missioni si era sentito preoccupato come in quel momento.
Non aveva problemi con il fatto che Tachihara avesse capito la propria sessualità, aveva problemi con quello che questo avrebbe comportato.
Era un po’ di tempo ormai che giravano voci sussurrate tra i suoi sottoposti che parlavano di una presunta cotta di Tachihara per il dirigente Chuuya Nakahara, voci alle quali Hirotsu non aveva mai prestato troppa attenzione poiché difficile da immaginare.
Ma quello… quello poteva esserne una conferma e se Tachihara aveva davvero una cotta per Nakahara-san… Hirotsu aveva il terrore di quello che Dazai Osamu gli avrebbe fatto.
Perché se c’era una legge non scritta all’interno della Port Mafia che conoscevano tutti meno che il dirigente stesso, era quella di non avvicinarsi troppo al rosso se non si voleva morire in qualche incidente fin troppo doloroso. Hirotsu aveva visto il demone prodigio all’opera fin troppe volte e il fatto che avesse abbandonato la mafia non l’aveva di certo fermato.
Si riscosse dal proprio shock quando Tachihara riprese a parlare con urgenza e ansia -Scusa, probabilmente ti fa solo schifo e non ti interessa, ma non riesco più a dormire la notte e la mia prestazione nelle missioni sta calando, ho bisogno di trovare una soluzione a tutto questo e non ho… non ho nessuno con cui parlarne. Non so che fare…
Hirotsu fece un colpo di tosse per schiarirsi la gola e parlò fingendosi calmo e tranquillo -Sono il tuo superiore, quando hai qualcosa che ti affligge puoi parlarne con me senza problemi, hai fatto bene a venire. Adesso… perché pensi di essere gay? Ti piace qualcuno?
-Sì…
Il suo sguardo era puntato ai suoi piedi, le sue guance erano sempre più rosse e Hirotsu era sempre più preoccupato per la sorte del suo bambino.
-Va bene, ascolta- decise di fare quel discorso perché, per quanto sarebbe stato duro, almeno l’avrebbe tenuto in vita -lo so che non puoi scegliere chi amare e lo so che sarà difficile lasciarlo andare, ma se questo è l’unico modo per tenerti in vita… per favore, dimentica Nakahara-san.
Tachihara alzò la testa di scatto e lo fissò con gli occhi spalancati, poi sbottò preoccupato -Cosa!? Perché stiamo parlando di Chuuya-san?
-Non sei innamorato di lui?
-Cazzo, no! Credi che voglia morire!?
Si guardarono per qualche secondo confusi, poi Hirotsu poté rilasciare un sospiro di sollievo e accasciarsi contro la sua poltrona.
-Grazie a dio, mi hai tolto un peso! Allora chi è il fortunato?
Tachihara non sembrava molto felice di dirlo, ma alla fine cedette sospirando -...Gin.
Hirotsu ci mise qualche secondo a collegare il nome a un volto, poi chiese per sicurezza -Gin? La nostra Gin?
-Chi altri?
-Lo sai che è una ragazza, vero? Quindi non sei gay. Inoltre, ero abbastanza sicuro che voi due uscisse già insieme, quindi non dovresti avere problemi a confessarti.
La faccia di Tachihara si fece ancora più sconvolta -In che senso una ragazza? Sei sicuro?
-Decisamente- annuì l’uomo, poi aprì un cassetto della scrivania e ne prese un pacco di preservativi che gli porse -Siate felici, ma non voglio dei nipotini quindi usali bene.
Tachihara adesso era più rosso e imbarazzato di quando era entrato nella stanza, ma prese il pacchetto quasi meccanicamente e si alzò per andarsene, ancora concentrato sul fatto che la sua cotta fosse una ragazza.
Prima di chiudersi la porta alle spalle gli venne una curiosità e domandò -Perché li avevi nel cassetto?
-Ne ho sempre dietro da quando Dazai mi mandò a comprarli nel bel mezzo di una missione, mi piace essere preparato.
Tachihara non commentò il fatto che ormai Dazai non frequentava più quei corridoi, immaginò infatti che i traumi che l’ex dirigente avesse portato a buona parte dei membri della Port Mafia fossero difficili da superare. Anche se la cosa poteva andare a suo favore: un Akutagawa traumatizzato era più facile da convincere sulla futura relazione che Tachihara voleva intraprendere con la sorella di questo. Poteva uscirne vittorioso su ogni fronte.
  
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