Un tempo era solita pensare al suo lavoro come a martello e scalpello. E alla mente dei suoi pazienti come il blocco di marmo da cui estrarre la sua statua. L’estrazione della loro psiche contorta non era altro che un’opera michelangiolesca. Che lei doveva solo tirare fuori dal blocco di marmo. La statua già c’era. E solo lei ne poteva arguire la forma, e liberarla dalla sua prigione di carne, uguale a quella di chiunque altro fosse passato dal suo studio.

Finché Mr. J non le aveva fatto capire. Finché lei non era arrivata per davvero alla sostanza delle cose. Che tutto il suo lavoro di scalpello rovinava soltanto un’opera già perfetta. E lei, in fondo, non aveva davvero tutta quella pazienza che fingeva in studio, all’Arkham, davanti agli occhi bovini dei suoi colleghi.

Meglio prendere a martellate tutto. Funziona meglio. Funziona più in fretta. Ed è più divertente, soprattutto.

È per questo che Harley non si allontana mai dalla sua mazza da baseball. Ed è il motivo per cui la preferisce alle pistole. Non rendono altrettanto bene l’idea. E lei è ancora una psichiatra, in fin dei conti. Esiste forse di meglio, per aprire la testa ai suoi pazienti?