Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Giandra    16/07/2023    1 recensioni
❧ Eren/Levi
➥ aroace!Ereri; college!AU; professor/student
Questa storia è stata scritta come regalo per il Secret Rainbow organizzato sul gruppo Facebook 'Prompts are the way~'.
Eren scosse il capo. “No, in realtà... mi chiedevo se- Insomma, ho visto che lei partecipa a molte... Ho pensato che magari lei mi saprebbe dire qualcosa riguardo a... ad aromanticismo e asessualità.”
Le sopracciglia del professore si alzarono di qualche centimetro e le sue palpebre rivelarono una porzione più ampia dei suoi occhi, ma al di là di quelle brevi manifestazioni di sorpresa non reagì alle sue parole per almeno trenta secondi buoni; dopodiché gli chiese: “Okay, va bene. Cosa vuoi sapere, nello specifico? Vuoi che ti rimando a qualche saggio, o...?”
“Oh, uhm-”
[...] “No, ecco, in realtà- ho già, uhm, ho già letto degli articoli a riguardo e quant’altro. Ero più alla ricerca di una spiegazione pratica.”
Levi inclinò il capo verso sinistra, scettico, ma non sembrava seccato. “Pratica?”
“Sì, pratica.”
Passò un’altra manciata di secondi; poi, il professore gli rivolse un tenue sorriso. Eren lo ricambiò con uno a trentadue denti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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UN PAIO DI PREMESSE: 
a) non shippo Eren e Levi, anche se non mi dispiace l'idea di loro due assieme (specialmente in relazione alle prime stagioni/ai primi archi dell'anime/del manga); tuttavia, sono la OTP di Roberta, la ragazza per la quale ho scritto questo Secret Rainbow, e quindi ho cercato nel migliore dei modi di inventarmi qualcosa per farla contenta; spero di esserci riuscita;
b) EFP riporta ancora la vecchia distinzione tra shonen-ai e yaoi (e tra shoujo-ai e yuri), per cui ho usato la dicitura 'shonen-ai' per contrassegnare la fan fiction pur sapendo che sia sbagliata: ricordiamoci che shonen-ai (e shoujo-ai) sono termini occidentali problematicissimi (che rimandano in realtà alla pedofilia) e che gli unici termini corretti sono yaoi (o BL) e yuri (o, eventualmente, GL);
c) la storia non è intesa per essere informativa su queste tematiche (e infatti se ne parla poco in modo, possiamo dire, didascalico); diverse informazioni a riguardo sono date per scontate, ma se avete domande su aromanticismo e asessualità fatevi pure avanti: cercherò di rispondervi nel modo più esauriente possibile, da persona aromantica e in generale interessata a questi argomenti.

 

AROMANTICS IN LOVE

                Eren doveva ammettere di non averci fatto caso, almeno all’inizio: al modo in cui il suo sguardo gli finiva automaticamente addosso ogni qual volta il professor Levi entrava nell’aula, al modo in cui le sue spiegazioni gli risultavano sempre così interessanti, persino quando dell’argomento non poteva importargliene di meno, o al modo in cui i suoi occhi tendevano a concentrarsi non solo sul power point dal quale il professore illustrava le sue lezioni, ma anche sulla sua postura ferma, sulle sue spalle rigide, e sulle sue labbra, al punto che coglieva anche quelle frazioni di secondo in cui se le umettava con la lingua prima di tossire per schiarirsi la voce e riprendere a illustrare un altro paragrafo.
                Non ci aveva dato peso, l’aveva considerato un atteggiamento perfettamente normale, un sintomo dell’ammirazione che provava nei confronti di un uomo che ricopriva un ruolo che Eren stesso desiderava per lui e per il suo futuro. Erano state le parole di Connie a fargli entrare un tarlo nel cervello. “Guarda che se continui così lo consumi.” Tutti i loro compagni di corso seduti al tavolo della mensa avevano ridacchiato e avevano guardato Eren con un sorrisetto bonario, con l’aria di chi la sa lunga.
                “In che senso? Di chi parli?” gli aveva chiesto Eren, perplesso.
                Connie aveva alzato un sopracciglio e gli aveva rivolto un’espressione mefistofelica. “Seriamente? Parlo del prof Levi. Lo guardi come se volessi mangiartelo a colazione, pranzo e cena.”
                Eren non aveva avuto modo di vedere il proprio volto e la conseguente reazione a quelle parole, ma era certo di aver squadrato Connie con tanto stupore che la sua bocca doveva essersi trasformata in una buffa “O”. Ignorando le risate dei suoi colleghi, si era alzato buttandosi lo zaino in spalla, troppo sconvolto per dire alcunché.

 
):)

                Il giorno dopo, non poté fare a meno di testare ciò che il suo amico gli aveva detto, rendendosi conto suo malgrado che non fossero poi tutte scemenze. L’idea di essere sul serio attratto dal suo professore di economia politica era abbastanza imbarazzante di per sé, ancor di più se si aggiungeva all’equazione il fatto che non aveva mai avuto una cotta per nessuno: si trattava di sentimenti nuovi e inesplorati, che un po' a dirla tutta gli facevano anche paura; certo, gli era capitato di trovare delle persone ammalianti, o la loro compagnia particolarmente piacevole, ma mai se le era figurate in contesti oltremodo incresciosi e mai aveva fantasticato di frequentarle in modo diverso da un’amicizia. Eren non aveva mai capito il senso dell’espressione ‘farfalle nello stomaco’ e, anche se riusciva ad afferrare i doppi sensi nelle battute dei suoi colleghi, non gli succedeva di trovarli eccitanti.
                Il professor Levi, invece? Beh, Eren doveva ammettere che, se un giorno gli avesse dovuto chiedere di accompagnarlo nei bagni degli uomini di punto in bianco, lui non glielo avrebbe affatto negato, non gli si sarebbe affatto negato. C’era qualcosa in lui, a partire dal fascino che esibiva a ogni lezione, rendendo qualsiasi tema interessante anche se proprio non lo era, per continuare con l’ardore con il quale partecipava alle proteste sociali organizzate dalle associazioni di cui era parte, pur contro l’opinione del rettore dell’università, per finire con quel tono pacato ed empatico, che mostrava con una certa rarità, che riservava agli amici più stretti o agli studenti in difficoltà.
                Il professor Levi era un figo, insomma; e, a quanto pareva, a Eren piaceva proprio tanto.

 
):)

                “Magari sei a-spec?” gli chiese tutt’un tratto Armin, cogliendolo alla sprovvista, dopo che Eren gli ebbe illustrato per filo e per segno tutta la situazione.
                “Cos’è che sono?”
                Il suo migliore amico ridacchiò. “Intendo dire che forse sei parte dello spettro aromantico e asessuale.”
                “Spettro? Sono un fantasma.”
                Mikasa sospirò rumorosamente. “Sei un idiota.”
                Eren le lanciò un’occhiataccia. Se la sua più cara amica, praticamente una sorella adottiva, era sempre stata severa e iper-protettiva con lui persino quando provava nei suoi confronti sentimenti di tipo romantico (cosa della quale lo aveva messo a parte Armin, una volta che Mikasa gli aveva confidato di averli superati), adesso gli sfoggiava il suo caratteraccio con ancora meno parsimonia.
                Armin gli concesse un sorriso bonario. “Nessun fantasma. È solo un orientamento sessuale e romantico che consiste nell’attrazione verso... nessun genere. Questo spiegherebbe ciò che ci hai raccontato relativamente alle tue esperienze passate. Ci sono persone aspec, per esempio demi o gray, che provano attrazione in base a specifiche condizioni, o solo raramente. Potrebbe essere il tuo caso con il professor Levi.”
                Mikasa non si disturbò nel nascondere la sua espressione disgustata al pensiero.
                “Il professor Levi è un gran figo” le disse con tono di accusa, quasi a voler provare qualcosa.
                “Sarà” rispose lei facendo spallucce, “non è il mio tipo, ma contento tu, contenti tutti.” Gli disse e, nonostante la flemma con cui gli rivolse quella frase, Eren ne colse la sincerità.
                Incurvò le labbra all’insù spedendole un’occhiata soddisfatta, poi si voltò verso Armin. “Tu sai sempre un sacco di cose che io non so. Non avevo mai sentito parlare di questo argomento.”
                L’amico annuì. “Se ne parla poco, in generale. Ma ho sentito che il professor Levi ha partecipato a tutti i Pride della zona lo scorso giugno e, in una foto che ha caricato su Instagram, una sua amicizia aveva sulla guancia un tatuaggio con i colori della bandiera asessuale. Penso sia anche lui al corrente di queste cose! Perché non provi a usare la tematica per attaccare bottone?”
                Eren sbatté le palpebre un paio di volte, perplesso, si girò verso Mikasa, che increspò le labbra all’insù con aria comprensiva e gli prese una mano nella sua. “Penso sia una buona idea. Buona fortuna.”
                Lui ricambiò il gesto e donò a entrambi un sorriso pregno di gratitudine.

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                Nonostante tutti i pregi e le meravigliose doti del professor Levi, che Eren non avrebbe mai smesso di decantare, non poteva ignorare il fatto che in quanto a capacità di socializzare quello fosse allo stesso livello di un orso in letargo. Approcciarsi a lui non era affatto semplice, anzi: Eren provava sempre una sorta di soggezione nell’avvicinarglisi (ora, forse, ne comprendeva meglio il motivo, specie dopo aver letto i dodici articoli su aromanticismo e asessualità che gli aveva inviato Armin su WhatsApp la notte precedente).
                “Mh, buongiorno, prof. Posso disturbarla un attimo?”
                Il professore si voltò verso di lui con uno sguardo impassibile e, dopo averlo riconosciuto, annuì un paio di volte.
                “Volevo domandarle... No, volevo un aiuto in- Volevo chiederle se per caso mi sapesse dare qualche informazione in più su alcuni argomenti.”
                L’uomo di fronte a lui, capelli corvini e statura bassa, corpo asciutto e occhi neri come la pece, si sedette alla sua scrivania e gli fece segno di accomodarsi sulla sedia girevole di fronte a lui. Eren accolse l’invito. “Argomenti del corso?” gli domandò.
                Eren scosse il capo. “No, in realtà... mi chiedevo se- Insomma, ho visto che lei partecipa a molte... Ho pensato che magari lei mi saprebbe dire qualcosa riguardo a... ad aromanticismo e asessualità.”
                Le sopracciglia del professore si alzarono di qualche centimetro e le sue palpebre rivelarono una porzione più ampia dei suoi occhi, ma al di là di quelle brevi manifestazioni di sorpresa non reagì alle sue parole per almeno trenta secondi buoni; dopodiché gli chiese: “Okay, va bene. Cosa vuoi sapere, nello specifico? Vuoi che ti rimando a qualche saggio, o...?”
                “Oh, uhm-” Eren si sentì uno stupido per aver pensato, anche solo per un secondo, che un insegnante avrebbe potuto dargli una risposta diversa da quella. “No, ecco, in realtà- ho già, uhm, ho già letto degli articoli a riguardo e quant’altro. Ero più alla ricerca di una spiegazione pratica.”
                Levi inclinò il capo verso sinistra, scettico, ma non sembrava seccato. “Pratica?”
                “Sì, pratica.”
                Passò un’altra manciata di secondi; poi, il professore gli rivolse un tenue sorriso. Eren lo ricambiò con uno a trentadue denti.

 
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                A partire da quel giorno, ogni suo pomeriggio fu occupato da un paio d’ore — che volavano sempre troppo presto — trascorse nello studio del professor Levi, nelle quali l’uomo gli raccontò tutte le esperienze che aveva ascoltato a riguardo, nelle quali lessero assieme pagine di blog e conversazioni sui forum, nelle quali discussero di amatonormatività e allonormatività per interi quarti d'ora, tutto per dare a Eren un’idea più chiara di ciò che lui stesso stava vivendo. Dopo il primo mese, il professore si confidò con lui, sebbene sempre con toni e modi tutt’altro che affabili, quasi come se gli stesse spiegando un altro argomento da portare all’esame: gli raccontò del periodo nel quale aveva iniziato a porsi le sue stesse domande, gli disse che era fortunato a vivere in un’epoca in cui c’erano così tante fonti dalle quali poter trarre informazioni su argomenti come quelli. “Dieci anni fa non se ne parlava minimamente” gli disse ed Eren sentì il peso di quella decade che li separava e che, temeva, il professore avvertiva forse come troppo ampia per poter anche solo considerare l’idea di guardarlo con occhi diversi.
                Eren si rese conto di essersi sbagliato di grosso quando, a un passo dalla laurea, ormai dopo quattordici mesi dall'inizio di quei ritrovi pomeridiani, Levi si sporse verso di lui per catturare le sue labbra in un bacio che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato.



 
   
 
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