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Autore: Altair13Sirio    18/07/2023    3 recensioni
Shin è un'elfa che viaggia insieme a Syd, un ragazzo con la coda con tendenze da borseggiatore e Luka, un bambino scappato di casa che si porta dietro un grande segreto. Attraversando un deserto raggiungono l'officina di un tipo eccentrico di nome Jack, che gli offre un tetto sotto cui riposare...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luka era stanco di camminare e Shin non poteva biasimarlo. Erano giorni che viaggiavano nel deserto senza incontrare anima viva, un ragazzino come lui non poteva sostenere gli sforzi di un viaggio come quello, ma non si sarebbe mai perdonata se lo avesse lasciato da solo dove lo aveva trovato. Se lo era caricato sulle spalle per farlo riposare un po', ma questo non avrebbe giovato alla sua resistenza. Per qualche motivo il loro amico caudato invece non sembrava minimamente toccato dalla stanchezza; Syd era un ragazzo strano, con quella sua coda da scimmia che si ritrovava e sembrava avere molta più dimestichezza di loro con il sentiero dissestato. Continuava a precederli nel sentiero e si arrampicava sulle rocce più grosse e ripide nel tentativo di avere una visuale migliore in mezzo alle dune, era un buon aiuto in quella situazione, ma Shin non lo avrebbe mai ammesso.

Era un gruppo strano, il loro: un ibrido cleptomane, un ragazzino fuggito di casa e un’elfa che avrebbe potuto benissimo essere l’ultima sopravvissuta della propria specie, per quanto ne sapevano.

«Credo di vedere una casa,» annunciò perplesso Syd dopo l'ennesima scalata.

«Se è uno scherzo non è divertente!»

«No, dico sul serio!» Scivolò giù dal masso e le disse che a qualche centinaio di metri oltre la duna più vicina c'era una abitazione. Somigliava a una torretta di un paio di piani ed era recintata da un muro in pietra.

«Quale matto vivrebbe in mezzo a questo deserto?» domandò l'elfa, ormai senza più fiato. Syd le disse di passargli Luka che si era assopito sulle sue spalle e affrettò il passo infondendo anche in lei nuova fiducia. Anche se fosse stato un casolare abbandonato, perlomeno avrebbero avuto un tetto sopra la testa per quella notte.

Quando raggiunsero i confini dell'abitazione, Syd e Shin iniziarono ad avanzare con più cautela per non rischiare di allarmare chiunque fosse all'interno o attivare potenziali trappole. Era come aveva detto lui: una casa di due piani con un cortile pieno di sabbia e terriccio trascinati dal vento; non sembrava abbandonata, ma lo stato in cui si presentava era deplorevole. Tuttavia vi erano dei segni di vita come una porta robusta all'ingresso vicino a una grossa saracinesca abbassata quasi completamente per far filtrare solo un po’ la luce del sole, mentre al riparo sotto una tettoia un grosso sidecar verniciato di verde osservava le colline distanti a fari spenti. Gli occhi da borseggiatore di Syd notarono subito le chiavi già inserite nell'avviatore.

«Provo a bussare» disse facendosi avanti verso la saracinesca arrugginita. Da dietro di essa proveniva un suono metallico e ritmico che si interruppe una volta che Syd vi ebbe battuto sopra la mano. «C'è nessuno in casa? Avremmo bisogno di aiuto.»

Pochi secondi dopo dalla porta laterale venne fuori un uomo alto, dal fisico scolpito, molto abbronzato e con un attrezzo multiuso montato al posto del braccio sinistro; era difficile capire dove finisse la carne e dove incominciasse il metallo in quel miscuglio di cicatrici e ingranaggi, ma si potevano vedere chiaramente i diversi strumenti montati a esso e il meccanismo che li scambiava: cacciavite, pinze e forbici, tutti posti su di una ruota fissata alla staffa principale del braccio che si attivava con un click.

«Chi siete?» chiese lo sconosciuto con aria spaesata.

«Io sono Syd. Questa è Shin, mentre lui è Luka.» Syd saltellò per sistemare il proprio equilibrio con Luka sulle spalle e si girò di poco per far vedere il ragazzino assonnato. «Siamo in viaggio da diversi giorni, avremmo bisogno di indicazioni… E anche un posto per riposare, se possibile.»

L'uomo sembrò squadrare dalla testa ai piedi tutti e tre i visitatori e si soffermò in particolare sull'elfa qualche passo più indietro; non aveva mai visto una persona del suo popolo, credeva che fossero completamente estinti. Dopo un po' sulle sue labbra si formò un grande sorriso accogliente e agitando la mano organica gli fece segno di entrare.

L'uomo si presentò come Jack e gli raccontò di essere un meccanico mentre faceva un po' di spazio all'interno del suo garage stracolmo di cianfrusaglie, poi attraversò il breve corridoietto che lo divideva dal retro della casa e raggiunse una cucina angusta e con una spinta del braccio sul tavolo lo sgomberò dagli imbarazzi.

«Volete un tè? Caffè nero? Non ho molto da offrire, ricevo consegne raramente e devo farmi bastare quello che mi mandano…» L'uomo si perse nei suoi ragionamenti mentre rovistava dentro a uno sportello.

Syd adagiò Luka su di una sedia e si sedette accanto a lui subito dopo, dicendo: «Oh, sì! Un caffè lo prendo volentieri!»

«Io sto bene così,» disse invece Shin esitando a sedersi ancora.

«Capisco. Ehi, il ragazzino vuole qualcosa di dolce, forse?» Jack si distrasse un secondo per indicare Luka che, anche se esausto, stava riprendendo un po' coscienza dopo essersi ritrovato al chiuso e circondato da quell'odore di chiuso misto a benzina che era tanto forte nella stanza.

«Cosa?» domandò confuso quando si accorse di non essere più sul sentiero nel deserto. Syd gli mise una mano sulla spalla per tranquillizzarlo e sorrise.

«Luka, questo signore ci sta ospitando! Vuoi qualcosa da mangiare?»

Ovvio che sì! Non avevano mangiato nulla per tutta la giornata e Luka non era abituato come i suoi due compagni di viaggio a quel tenore di vita, ma in quel modo Syd stava cercando di non far vedere quanto fossero disperati per non sembrare un gruppo di accattoni in cerca di cibo a scrocco. Che poi lui non si faceva problemi a mangiare a scrocco, ma Shin era contraria a quel modo di fare ed era molto più orgogliosa.

Luka ringraziò il signor Jack quando gli avvicinò un vassoio di dolcetti non molto freschi, ma comunque saporiti e iniziò a mangiare con una certa avidità cercando tuttavia di mantenere il contegno. Era così affamato che quasi gli cadeva il berretto dalla foga, Jack lo notò che se lo risistemava sulla testa in fretta e furia.

Il padrone di casa mise la caffettiera sul fuoco della sua cucina sgangherata e mentre aspettava che l'acqua bollisse si voltò a conversare con i suoi ospiti. «È proprio tenero,» disse osservando Luka che mangiava, cercando di non far vedere quanto fosse affamato. «È vostro?»

La domanda colse alla sprovvista Shin e Syd, che iniziarono a parlarsi sopra dall'imbarazzo nel tentativo di chiarire quell'equivoco.

«Luka è solo un orfano che abbiamo incontrato per strada. Noi, ehm… Non siamo una coppia,» disse il borseggiatore, volgendo però un sorriso trasognato alla propria compagna di viaggio, che rispose allo stesso modo.

«Capisco. Scusatemi per essermi fatto i fatti vostri,» si scusò l’omone con aria pensierosa mentre alle sue spalle il fuoco continuava a scaldare l'acqua. «Certo che però è una bella responsabilità, prendersi cura di un bambino in un viaggio così difficile… Dove siete diretti, a proposito?»

«Noi… Non abbiamo fissa dimora. Andiamo dovunque ci sia posto per noi, possibilmente senza che i guai ci seguano.» Syd pronunciò le ultime parole molto velocemente e a bassa voce rendendosi conto di star dicendo troppo, ma la sua allusione ai guai con l'impero passò inosservata.

«Arriviamo da Neburia, abbiamo camminato parecchi giorni e stavamo quasi per finire le provviste.» Shin si intromise nel discorso scoprendo un po' le proprie carte; inutile mentire sulle loro condizioni attuali. «La prego, ci dica che la prossima città è vicina!»

Jack sembrò sorpreso da quella supplica così spinta dalla persona meno espansiva del trio, ma si mise a pensare. «Morgana è il centro più vicino, dista ancora qualche giorno a piedi. A cavallo o in macchina ci si mette mezza giornata… Ma non vi conviene continuare a viaggiare.» Fuori il sole stava cominciando a calare e non sarebbe stato prudente uscire di notte nel deserto.

«E lei come mai vive qui in mezzo al nulla, signor Jack?» chiese Syd, curioso come una scimmia.

Jack non sembrava aspettarsi quella domanda per quanto prevedibile, ma dopo un attimo di esitazione spiegò che un tempo quella era una locanda che gestiva assieme alla moglie accogliendo i viandanti come loro in cerca di un tetto sotto il quale riposare. «In passato c'erano molti più viaggiatori lungo questa via. Da quando l'imperatore Serion ha costruito un percorso più sicuro lontano dal deserto, da qui non passa più nessuno e così ho dovuto inventarmi un nuovo lavoro.» La mano meccanica di Jack scattò e cambiò forma in un gancio gommato che l'uomo utilizzò per afferrare la caffettiera. «Per fortuna sono un gran smanettone!»

L'aroma del caffè aveva inondato la stanza, l'acqua bolliva e per un po' fu l'unico suono che si sentì dopo che Jack ebbe spento il fuoco, assieme al lento masticare di Luka ancora impegnato con i dolci, le cui palpebre si erano fatte improvvisamente pesanti.

«È sposato, signor Jack? E dov'è sua moglie adesso?» La domanda innocente di Syd lasciò il gelo dietro di sé. Per un momento né lui né Shin videro l'espressione del padrone di casa, girato e impegnato a versare il caffè in un paio di tazzine, ma quando posò finalmente la caffettiera ed ebbe lasciato andare un pesante sospiro sentirono il cambiamento nella sua voce.

«È morta anni fa. La uccise un brigante che ospitammo.» Silenzio ancora per un po'. «Pensavamo di fare una buona azione, e invece…»

Dopo quelle parole non ci fu nulla né da parte sua, né da parte dei suoi ospiti che si sentirono improvvisamente a disagio. Syd maledisse la sua boccaccia e fu sul punto di chiedere scusa per aver fatto una domanda tanto personale, ma quando Jack posò le tazze sul tavolo sembrava già essersi lasciato tutto alle spalle.

«Sicura di non voler bere qualcosa, Shin?» domandò alzando lo sguardo verso l'elfa che fino a quel momento era rimasta in disparte nella stanza. «Guarda che mi offendo!»

Con lo stesso tono gioviale di prima, Jack stava chiaramente scherzando ma quelle parole sembrarono mettere molta pressione a Syd in particolare, che cercò di convincere la sua amica a sciogliersi un po', dicendo che era meglio non rifiutare una cortesia nelle loro condizioni: «E dai, lascia perdere quel muso diffidente!»

«E va bene, un caffè mi aiuterà a calmarmi…» Alla fine Shin accettò, non volendo creare problemi e sapendo che avevano ancora una lunga strada davanti a sé. Diversamente dagli altri, era temprata dal viaggiare da sola e con poco cibo, le era ancora difficile lasciare andare quello stile di vita spartano in favore di qualche comodità in più.

Jack si mostrò contento e le passò la seconda tazzina, voltandosi per prenderne un'altra per sé e per qualche secondo nella stanza ci fu solo il tintinnio dei loro cucchiaini, l'insistente annusare del caffè di Syd e i respiri sommessi di Luka quasi completamente addormentatosi. Quel vuoto persistente fece tornare il sospetto di Shin, che tuttavia pensava di essere semplicemente troppo diffidente; quando annusò la propria tazzina capì però che ci fosse qualcosa di strano, come un odore dolciastro che si era inutilmente tentato di coprire con il caffè.

Il panico si impadronì di lei e mentre si rendeva conto di quello che fosse successo a Luka, la sua mente andò direttamente a Syd a un passo dal bere il caffè e istintivamente gli diede un calcio talmente forte da farlo cadere dalla sedia, versando tutto il contenuto della tazzina per terra e sui propri vestiti.

«Ma che cavolo, Shin!»

Jack si voltò allarmato e quando vide Shin in piedi con le mani sul tavolo e Syd riverso per terra, non poté fare a meno di chiedere cosa fosse successo.

«Succede che questo bastardo sta cercando di drogarci!» Fu la risposta aggressiva dell'elfa, con il sangue che già le ribolliva nelle vene.

«Shin, stai esagerando,» fece Syd rialzandosi, «il caffè non può essere così cattivo!»

Ignorandolo, l'elfa rimase puntata verso l'uomo con l'arto meccanico, che adesso appariva molto più minaccioso e disse: «Controlla Luka. Guarda cosa gli ha fatto!»

Senza capire cosa intendesse, Syd si avvicinò alla sedia del ragazzino e provò a scuoterlo, ma questo non reagì minimamente. Dallo scetticismo di pochi attimi prima, anche lui cambiò radicalmente tonò e abbaiò rivolto a Jack: «Perché non si sveglia?»

Quello sembrò non capire a cosa si riferissero e provò a minimizzare: «Ha detto di essere stanco, starà semplicemente riposando» ma nessuno gli credette.

«Cosa c'era in quei dolci?» domandò Shin, già pronta a saltargli alla gola.

Il sorriso amichevole di Jack durò pochi secondi di più, sostituito rapidamente da un'espressione rassegnata e un lungo sospiro. «Speravo che potessimo sbrigarci in maniera pacifica,» disse con lo sguardo basso nascondendo il braccio meccanico, che iniziò a scattare molto lentamente.

«Shin, prendi Luka e portalo fuori di qui! Ce ne andiamo da questo posto.» Syd parlò un attimo prima che Jack tirasse fuori una baionetta, urlando: «Non andrete da nessuna parte!»

Il ragazzo con la coda sfilò i suoi coltelli dalla cintura e saltò sul tavolo frapponendosi tra Shin e il suo avversario, dandole il tempo di uscire da lì. Lei afferrò Luka di peso e corse fuori mentre i due rimasti nella stanza ingaggiavano in un breve scontro. Jack era molto più grosso e muscoloso di Syd, se fosse riuscito a mettergli le mani addosso sarebbe finita per il borseggiatore e infatti non appena riuscì ad afferrarlo da un braccio, Syd fu scaraventato dall'altra parte della stanza.

«Credete che non abbia riconosciuto quel ragazzino? State nascondendo il principe scomparso, non è vero? Lo stanno cercando tutti.» Jack avanzò verso Syd che si rialzò in piedi con fatica e per mettere un po' di distanza tra sé e il proprio inseguitore si lanciò in corsa su per le scale fuori dalla porta. «C'è un grosso premio per chiunque lo riporterà a casa, ma se riesco a catturare quella ragazza viva potrei anche triplicare quella somma vendendola a qualche mercante.»

«Dovrai passare sul mio cadavere!» gli urlò Syd da sopra le scale, lanciandogli un vaso in testa. Jack lo evitò con facilità e sorrise beffardo. Non aveva intenzione di inseguire quel ranocchio in giro per la casa, gli obiettivi di valore erano l'elfa e il ragazzino.

Quando uscì nel cortile, Shin stava cercando di avviare la moto sotto alla tettoia lì davanti dopo aver adagiato Luka all'interno del sidecar. «Cerchi di svignartela con la mia roba?» le disse con tono minaccioso, sicuro di sé.

La ragazza fece un passo indietro per allontanarsi dalla moto e cercò di frapporsi fra essa e l'uomo, sollevando i pugni pronta a combattere. «Non ti avvicinare!»

Alla minaccia Jack rise. La sua mano meccanica scattò di nuovo sostituendo la baionetta con un martello. «Non posso rischiare di farti troppo male» disse avvicinandosi senza alcuna esitazione, «ma qualche ammaccatura si può riparare!»

Shin stava per attaccare, ma un rumore di vetri infranti dall'alto la sorprese e Syd piombò addosso al loro assalitore schiacciandolo al suolo con tutta la forza che aveva.

«Syd!»

«Shin!» Esclamarono all'unisono. «Stai bene?»

«Vieni, scappiamo con questa!» Shin indicò la moto e iniziò a montare in sella, ma mentre la raggiungeva Syd fu afferrato a una caviglia da Jack e questo lo scaraventò contro un muro come se non pesasse niente.

Shin urlò vedendo Syd venire lanciato per aria, ma ciò che le mise paura fu il tono rabbioso di Jack, ormai fuori di sé: «Voi non andrete da nessuna parte!»

Come un animale, si avventò su Syd e iniziò a prenderlo a pugni spingendolo al muro, incapace di rispondere. Lo avrebbe ammazzato, ma prima che potesse riuscirci un pugno lo colpì dietro la testa e lo fece schiantare alla parete di fianco, che crollò in mille pezzi.

Sconvolto e dolorante, Syd alzò lo sguardo per vedere Shin splendente di una luce rosata e con gli occhi infuocati, lo sguardo deciso puntato sul nemico che si stava rialzando.

«Ma che…? Una maga?» Jack sembrò sorpreso e un po' spaventato dall'improvviso cambio di programma. La ragazza non solo era una lottatrice provetta, ma aveva un potere nascosto dal potenziale illimitato. Tutto questo però non lo scoraggiò: lui vedeva solo una possibilità di guadagno in più.

«Dovrò farti più male del previsto, piccoletta!» Jack si scagliò contro Shin con tutto l'intento di non trattenersi e alzò il braccio artificiale per calarlo immediatamente sulla testa della ragazza, ma Shin fu più veloce: si spostò leggermente di lato accovacciandosi e tirò indietro il pugno, prima di scaricarne tutta la potenza sulla mascella del malcapitato, che dopo aver sentito le ossa sbriciolarsi fu spinto da una forza disumana contro la parete della propria casa, sfondandola e trascinando quella spinta fino all'altro lato quando distrusse il muro opposto, rotolando malamente sul retro.

Syd si sporse dal buco nel muro per guardare attraverso la casa devastata e vide i mobili sfondati e le pareti ridotte a macerie. Una domanda si formò nella sua mente: «Lo hai ucciso?»

Ma Shin non rispose. Il suo corpo, carico come una molla fino a un attimo prima, divenne improvvisamente debole e se il suo amico non fosse scattato prontamente a sorreggerla, sarebbe finita per terra priva di sensi.

Syd per un attimo non seppe cosa fare, poi cercando di non perdere troppo tempo aiutò Shin a salire in sella alla moto di Jack e dopo aver controllato che ci fosse benzina, la avviò. Il motore cigolò con fatica per un po’ prima che il rombo dei cavalli e il tossicchiare sporco della marmitta riempissero le sue orecchie e mentre stringeva le manopole del manubrio sentì tutto il corpo vibrare, scosso dal ruggito del sidecar.

Dietro di lui, Shin priva di sensi si stringeva inconsciamente alla sua schiena; Syd avvertì il suo respiro dietro a un orecchio e il lento cullare dei suoi polmoni che si alzavano e abbassavano. Le sue labbra si piegarono in un sorriso ebete senza che potesse farci niente, quindi cercò di recuperare il contegno e sussurrò all'elfetta di non preoccuparsi, poi il suo sguardo scivolò per un istante su Luka, addormentato nel sidecar. Quanti guai stavano passando per quel ragazzino, ma ne valeva la pena; erano amici, non potevano abbandonarlo.

Syd tornò a guardare la strada: davanti a lui c'era il cancello spalancato dell'officina di Jack e più in là le colline rocciose e la sabbia del deserto baciate dal tramonto. Prese un gran bel respiro per darsi coraggio e finalmente lasciò la frizione e diede gas… Ma la moto non partì perché aveva dimenticato di inserire la prima.

Trattenendo una risatina, il ragazzo trovò finalmente il pedale delle marce e, questa volta per davvero, partì.

   
 
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