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Autore: 7vite    20/07/2023    0 recensioni
La linea di sangue dei Mishima è maledetta, qualcosa li ha posseduti, qualcosa di inspiegabile e forse di indistruttibile: il gene del diavolo.
Nessuno sa con certezza quando e come sia cominciata la maledizione, ma una cosa è certa: ne può sopravvivere uno soltanto.
Quando Jin Kazama scopre di essere un discendete dei Mishima comincerà a fare i conti col suo destino e si prefisserà un solo scopo: uccidere suo padre e suo nonno.
Ma Kazuya e Heihachi hanno esattamente lo stesso obiettivo.
Chi avrà la meglio?
PS- La mia storia si discosta un poco da quella originale, quindi troverete diverse incongruenze ai fini narrativi.
PPS- La storia é un repost che avevo asciato incompiuto e che adesso voglio terminare.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
– L’inizio –

 
L’uomo aprì lentamente gli occhi e capì immediatamente che quanto era appena accaduto non poteva essere un sogno.
Si rese conto d’essere sdraiato sulla pancia e fece per voltarsi, ma una avvertì una fitta al lato destro del corpo che lo fece urlare per il dolore. Evidentemente Jack doveva avergli rotto qualche costola quando l’aveva trascinato di peso in quel luogo tetro e tenebroso che non gli era affatto familiare.  Si trovava in un’angusta prigione sotterranea con le pareti di pietra. Non vi erano finestre e l’ambiente puzzava di muffa.
Con uno sforzo sovrumano degno dei migliori combattenti si issò sulle forti braccia e si mise a sedere; quell’unico gesto gli era costato una fatica enorme.
Scrutò l’oscurità che lo circondava e un brivido – che non aveva nulla a che fare col freddo– gli percosse lungo la schiena.
In un attimo tutto quello per cui aveva sempre lottato era sparito, gli era stato strappato via con la forza da suo figlio, l’unico erede per linea di sangue. Si sentì uno sciocco, come aveva potuto abbassare la guardia? Da un po’ di tempo Heihachi se ne stava calmo, pareva essersi ammansito come una bestia domata, ma lui era stato cieco, avrebbe dovuto capire immediatamente che c’era qualcosa sotto, uno come quello non diventa buono da un giorno all’altro. Era stato bravo, dovette riconoscere con ripugno, ad aver allentato la presa sulla sua posizione, ad avergli fatto credere di essersi arreso al suo volere, e accidenti, era persino riuscito a risultare credibile.
Forse non era del tutto un incapace, ma non poteva essere la nuova guida della Mishima Zaibatsu. Jinpachi sapeva bene che il figlio era troppo accecato dalla bramosia per rendersi conto delle cose veramente importanti – ad esempio Kazumi e Kazuya – e glielo aveva ripetuto più di una volta, ma lui non gli aveva mai dato retta, aveva preferito dedicarsi a malsani progetti scientifici in compagnia di uno squilibrato.
Si sentì pervadere da un’ondata funesta di rabbia, tutti quegli anni passati ad educare suo figlio e suo nipote erano andati sprecati. Quanto tempo sprecato dietro ad una scrivania a spremersi le meningi ed adesso i suoi piani erano andati in fumo. Heihachi avrebbe preso il suo posto governando l’impresa familiare come un dittatore, ed il povero Kazuya sarebbe stato abbandonato a sé stesso. La morte prematura di Kazumi aveva lasciato una profonda cicatrice nel cuore del bambino, ma era convinto di poter fare qualcosa per risanarla anche se in minima parte.
Ma adesso non poteva più fare nulla.
Un rumore improvviso lo strappò ai suoi pensieri. Qualcuno scendeva con passo deciso gli scalini di pietra che conducevano alla sua prigione, ed era certo di sapere chi fosse. Facendo appello a tutta la sua forza si alzò in piedi, mordendosi le labbra per impedirsi di gemere a causa del dolore.
Heihachi se la stava prendendo comoda, sapeva che da quel momento in poi avrebbe avuto tutto il tempo che desiderava, senza nessuno che gli mettesse i bastoni fra le ruote. Jinpachi si costrinse a camminare verso le grate di ferro battuto e pochi minuti dopo lui e suo figlio di stavano scrutando da dietro le sbarre che li divideva.
Rimasero a fissarsi per un lasso di tempo che parve lunghissimo, scambiandosi lo stesso sguardo carico di odio e disgusto, rendendosi conto solo in quel momento di essere quasi identici all’aspetto, seppure così diversi nell’animo.
Alla fine fu il più vecchio dei due a rompere il silenzio, e le sue parole riecheggiarono sinistramente all’interno della sua prigione.
«Rovinerai tutto quanto.»
Lo avvisò a denti stretti, desiderando di colpirlo. Heihachi sorrise ed i suoi baffi scuri emisero un tremolio danzando sopra le sue labbra.
«Ti sbagli, vecchio. Con me la Zaibatsu conoscerà il prestigio che si merita, quello che tu e le tue idee conservatrici gli avete sempre negato.»
Jinpachi strinse le nocche e quelle scrosciarono rumorosamente, palesando la sua rabbia.
«Non sai di cosa parli. Sei solo un ragazzino che vuole mettersi in mostra, ancora ignaro del peso delle responsabilità.»
Il figlio non lo stava nemmeno a sentire. Con un sorriso che andava da orecchio a orecchio spalancò le braccia.
«Prova a fermarmi allora. Ma non puoi, non è vero? Perché ti ho fatto imprigionare dal tuo più fedele assistente. Ti sei chiesto come ci sia riuscito? Come io abbia convinto Jack a rapirti?»
«La tua conoscenza degli Hardware non basta! So bene che cos’hai in mente, ed è spaventoso. I tuoi amici scienziati sapranno anche modificare geneticamente il DNA, ma sono pronti ad affrontare le conseguenze di un possibile fallimento?»
«Non esiste alcun fallimento nel mio piano, ancora ti ostini a non comprendere? Io e il dottor Bosconovitch abbiamo tra le mani la ricetta perfetta.»
«Per che cosa? Per riportare in vita un dinosauro?»
Lo interruppe bruscamente il padre, fiondandosi contro le sbarre con un’energia che fece vibrare le mura che lo circondavano. Heihachi si fece subito serio e avvicinò il volto a quello del suo interlocutore con fare minaccioso.
«Alex è solo l’inizio, non hai idea dei nostri progetti futuri. Con il ricavato dell’azienda finanzierò la ricerca scientifica, c’è un mucchio di gente disposta ad aiutarmi, sanno che il loro contributo al mio progetto giocherà a loro favore.»
«So bene di cosa si tratta ed è per questo che mi preoccupo. Credi che non l’abbia capito subito? State cercando di mischiare le componenti biologiche di diverse specie viventi. Tutto questo è contro natura!»
Il giovane sorrise beffardo.
«Allora non sei stupido come credevo, sei solo codardo.»
«Tutto questo vi si ritorcerà contro, condannerai l’umanità, e per cosa?»
«Non ci arrivi sul serio? Io sarò il creatore di qualcosa di completamente nuovo, il futuro è nella scienza. Guardami padre, hai di fronte a te l’uomo che presto conquisterà il mondo intero. Ritieniti pure onorato di essere al mio cospetto.»
«Ma non pensi a Kazuya?»
Ululò il vecchio scagliandosi ancora una volta contro le gelide sbarre, ignorando le fitte di dolore che si manifestavano nel suo corpo ferito.
«C’è qualcosa di molto più importante in ballo, qualcosa per cui sono pronto a sacrificare il mio stesso sangue, se devo.»
Completamente devastato dal ribrezzo, Jinpachi guardò il figlio negli occhi prima di sputargli addosso, centrandolo proprio sullo zigomo.
Heihachi non si scompose. Con una manica del suo karategi asciugò l’offesa subita, prima di sferzare un pugno nello spazio vuoto tra due stanghe, colpendo il padre dritto sullo stomaco.
Il vecchio si accovacciò tenendosi la pancia, cadendo ai piedi del figlio. In bocca aveva il riconoscibile sapore di sangue.
«Ricordati questo momento, Jinpachi, quello in cui ti ho messo al tappeto. Sarà il tuo ultimo ricordo. Goditi pure l’aria fresca, stasera stessa verrai murato.»
Senza attendere risposta, girò sui tacchi e si allontanò.
Jinpachi vomitò sangue misto a succhi gastrici. A quanto pareva quella era la sua fine.
I suoi ultimi pensieri andarono al nipote, quel ragazzino timido e insicuro che aveva preso sotto la sua ala. Che ne sarebbe stato di Kazuya, ora che nessuno si sarebbe più curato di lui?
Si accasciò sul freddo pavimento di pietra sigillando gli occhi, pregando che la morte sopraggiungesse quanto prima, risparmiandogli ulteriori sofferenze.
  
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